Israele alza il tiro contro Siria, Iran e Russia

I ripetuti e pirateschi attacchi israeliani in Siria contengono diversi messaggi rivolti non soltanto al presidente Bashar Al Assad ma anche alla Russia. Vladimir Putin ha recentemente ( e giustamente ) umiliato Netanyahu rifiutandosi di appoggiare la vergognosa retorica antiraniana – e pro-Daesh – del premier sionista, affronto che secondo i kapò dell’IDF doveva essere punito.

Israele alza il tiro contro Siria ed Iran ma anche contro il popolo palestinese, per questo motivo il viceministro siriano dell’Economia, Hayán Suleiman, in una intervista rilasciata all’agenzia iraniana Fars, ci segnala con una certa preoccupazione che i sionisti israeliani vogliono comunicare ai terroristi di Daesh e Jabat Al Nusra il rinnovato sostegno di Tel Aviv, un sostegno che, oramai, dura da molti anni. Il Piano Yinon non è stato abbandonato: Israele vuole rimodellare il Medio Oriente ripiegando su piccoli Stati etnici o teocratici, il ruolo del sionismo – di destra, di centro e di sinistra – è sempre più reazionario ed oscurantista.

Se la Clinton voleva utilizzare la guerra contro la Siria come trampolino di lancio per poter aggredire il blocco capitalistico ‘’euroasiatico’’ ( Iran, Russia e Cina ), Trump ha offerto a Putin la possibilità di spartirsi lo Stato laico siriano; Putin – che sa bene come i neocon vadano ben oltre Trump – ha rifiutato, seppur sembra non aver compreso, del tutto o in parte, la natura reazionaria dell’Ypg curdo. Che cosa ha proposto Trump a Putin e, di conseguenza, cosa ha rifiutato il presidente russo? Leggiamo da Sputnik: ‘’Si tratta delle “zone di sicurezza” per “ricoverarci i profughi e proteggere i civili” che Trump ha effettivamente riproposto. Non si tratterebbe più delle no-flight zones vietate all’aviazione russa e siriana, che voleva attuare Obama in complicità con Erdogan, sfidando Mosca alla guerra. Si tratta dello smembramento della Siria, con l’offerta alla Russia di partecipare alla spartizione’’ 1. Questo consentirebbe ad Israele di realizzare il cosiddetto Grande Israele preparando l’aggressione pan-imperialistica contro l’Iran. I sionisti israeliani si confermano i ‘’cani pazzi’’ dei neocon Usa. Ci sono dubbi?

Quella di Trump è la riproposizione del Piano Yinon ma, come scrive l’analista sciita Amin Hoteit, molto più insidioso perché salvaguarda gli interessi russi spingendo Putin ad allontanarsi dagli sciiti per trattare con i separatisti curdi. Trump – e a questo serviva Flynn – avrebbe voluto rompere l’alleanza fra la Russia ed il mondo arabo-musulmano spingendo Mosca a fare affari con i paesi capitalistici europei. Putin non si è bevuto il calice avvelenato della CIA/Mossad, ma ha ragione il giornalista Fulvio Grimaldi a chiedergli:

‘’Un interrogativo serio si pone sul ruolo dei russi nello shanghai incasinato di cui sopra. Quale è la parte in commedia di Putin? Non era il caso di piantare un casino della madonna contro l’invasione in Siria dei lanzichenecchi Usa, e prima ancora di quelli turchi, tuttora legati anima e corpo ai jihadisti e operativi di conserva con loro, che violano in maniera tanto proterva la sovranità di un paese riconosciuto dall’ONU, oltreché da tutto il mondo, e già martirizzato da sei anni di orrori del mercenariato terrorista? Forse si pensa, che, a fare i pazienti, tornerà il giorno in cui Trump e i suoi si rivelano per quello che sembravano (e forse non erano) prima di entrare nella Casa Bianca? O che con la politica del silenzioso beneplacito si riesce a sottrarre The Donald alla canea dei licantropi Cia-Pentagono-Stato Profondo-sinistra liberal-progressista e a farlo tornare il ragionevole partner che diceva che con Assad si può convivere e con Mosca si possono fare affari?’’ 2

Inoltre l’Ypg curdo è un apripista del neocolonialismo Usa, Putin ne è consapevole? Gli istruttori dei separatisti curdi sono turchi, israeliani e statunitensi, mentre ad Ain Al Arab (chiamata Kobane dai curdi) i sostenitori del ‘’femminismo imperiale’’ hanno permesso agli statunitensi di costruire ben due basi militari dopo aver ripulito l’area dai cittadini siriani. Perché non parlare di pulizia etnica anti-araba? Un mese fa, a Kobane, si recò il neocon McCain per sostenere il separatismo etnico dei curdi e non è la prima volta che questo guerrafondaio entra illegalmente in Siria. I neocon sostengono l’Ypg ed Israele minaccia la Russia su procura del clan Clinton. Le prove sono davvero inoppugnabili anche se il ‘’politicamente corretto’’ insiste con la sua insopportabile narrativa pro-Ypg ( femminismo?… ) ed anti-sciita. Difficile concedergli la buona fede.

Soldati Usa con le insigne delle milizie curde ( Fonte: sinistra.ch )

 

L’imperialismo israeliano agisce come uno Stato pazzo: la CNN, canale filosionista, sostiene che “Gli attacchi israeliani potrebbero spingersi fino alla capitale. Nel 2014, il governo siriano e un gruppo di opposizione disse che un attacco israeliano aveva colpito periferia e aeroporto di Damasco”. Domanda: perché Israele sostiene Daesh contro il Ba’th siriano?

Gli analisti non allineati definiscone cane pazzo unilaterale il ruolo di Israele e la lettura del documento Brookings del 2009, “Quale strada per la Persia?“ ci aiuta a capirne il motivo. Il giornalista Tony Carlucci ci ha spiegato, con un ottimo articolo, che ‘’l’utilizzo degli attacchi israeliani per provocare la risposta iraniana e quindi giustificare l’intervento militare diretto, comprendente dalla campagna aerea contro Teheran all’invasione ed occupazione degli Stati Uniti, erano al centro del documento. E’ chiaro che una politica identica viene ora perseguita contro la Siria’’ 3. La Siria si trova a dover fronteggiare due minacce: il separatismo curdo ed il colonialismo israeliano. Il Ba’th siriano può vincerle entrambe ma ha bisogno del sostegno attivo dell’Iran e delle milizie sciite degli Hezbollah. L’Asse della Resistenza non può fare a meno di compattarsi attorno a Damasco mentre la Russia, da grande potenza capitalistica qual è, ha scelto la scacchiera della realpolitik. Comprensibile.

Israele sembra non ragionare, si comporta da Stato pirata e credo, arrivati a questo punto, che davvero lo sia. James Petras nota che: ‘’Debemos reconocer que una bomba rusa puede destruir todo lo que es Israel. Pero los sionistas están con los más extremistas en todo sentido. Como muchos países del mundo, incluso el 80% de los canadienses condenan a Israel pese a que su gobierno mantiene relaciones. Creo que Israel está planteando posiciones muy destructivas en el mundo árabe y más allá de eso, está creando condiciones para un enfrentamiento con Rusia’’ 4. La destra israeliana vuole una guerra contro la Russia? Sarebbe una follia ma dal sionismo militarista possiamo aspettarci di tutto: Israele agisce in nome del fondamentalismo talmudico e la sua politica è – traducendo Petras – ‘’molto distruttiva verso il mondo arabo e, al di là di questo, sta creando le condizioni per una guerra contro lo Stato russo’’. Netanyahu è uno psicopatico lucido come il suo amico McCain ma anche i ‘’laburisti’’ non scherzano.

La Siria baathista e l’Iran – magari un po’ più laicizzato – getteranno le basi per il ripristino del diritto internazionale basato sul sacrosanto principio dell’uguaglianza delle nazioni. Resta il quesito: ‘’cosa fare degli Stati etnici ( come Israele ) e non democratici?’’. Gli Usa, a differenza di altri paesi, non vogliono affrontare il problema e le ragioni di questo omertoso rifiuto sono conosciute ma poco note.

 

https://it.sputniknews.com/punti_di_vista/201702114058641-tofferta-trump-siria/

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2017/03/siriaq-grande-e-il-disordine-sotto-il.html

https://aurorasito.wordpress.com/2017/03/22/il-cane-pazzo-degli-americani-in-siria-israele/

http://www.lahaine.org/mundo.php/la-ultraderecha-esta-avanzando-por

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.