Israele e Stati Uniti seminano il caos nel Corno d’Africa

La costruzione degli etno-stati è un’arma dello Stato profondo statunitense per far sprofondare intere aree geografiche nel caos della ‘’guerra eterna’’, ciononostante sarebbe un errore considerare questa dottrina una prerogativa della ‘’destra’’. Nell’epoca del capitalismo senile, la sinistra post-marxista (dal femminismo imperiale all’anarchismo neoliberista) persegue l’edificazione d’una nuova Architettura di potere, un regime finanziario piramidale, costruendo, sotto l’ideologia del merito, nuove forme di marginalizzazione sociale.

Il blogger marxista-leninista Rainer Shea ha pubblicato un eccellente articolo, ripreso da diversi media sudamericani, in cui analizza il ruolo (di fatto) controrivoluzionario dell’YPG curdo, oramai alleato tattico degli Stati Uniti ed Israele in Siria: ‘’L’etno-stato curdo Rojava delle YPG commette numerosi crimini di guerra contro le culture vicine, affinché Washington possa usare tale Stato separatista come partner per derubare il petrolio della Siria. Ironia della sorte, tali atrocità e il terrorismo jihadista sostenuto dagli Stati Uniti che ha prodotto la guerra in Siria, sono razionalizzati dalla narrativa che Assad è colpevole di enormi atrocità’’ 1. La sinistra eurocentrica, di matrice anarchica e post-marxista, continua a sostenere il separatismo curdo contrapponendo la dottrina sionista delle ‘’confederazioni democratiche’’ allo sciismo rivoluzionario degli Hezbollah e al socialismo tradizionale filo-sovietico: l’anarchismo ‘’di terza generazione’’ dell’YPG è stato denominato da diversi anni, proprio dai nuovi capi militari del PKK, ‘’colonialismo democratico’’.

In Etiopia, gli ex maoisti del Fronte Popolare di Liberazione del Tigrai, hanno separato la regione dal resto del paese convocando illegittimamente elezioni autonome. Lo stesso movimento politico, nato come anti-sovietico e ora ostile al riavvicinamento sino-etiope, nel corso degli anni ha commesso crimini non riconosciuti dalle organizzazioni filo-imperialiste umanitarie che, qualora trovassero riconoscimento, diventerebbero ‘’crimini contro l’umanità’’. Il ‘’modello’’ di dissezione neocoloniale perseguito da Washington è quello già messo in atto contro la Jugoslavia con l’organizzazione terroristica filo-albanese, l’UCK; l’amministrazione Obama ha solo modernizzato tale dottrina imperialista: l’impero statunitense d’Occidente.

La dottrina Rumsfeld/Cebrowski, con la distruzione pianificata della Libia popolare e la secessione del Sudan del Sud dal resto del paese (2011), è stata proiettata nel Corno d’Africa: Washington ha interesse distruggere e terrorizzare. Analizzando le linee strategiche dei falchi del Pentagono possiamo constatare che non intercorrono differenze sostanziali fra la funzionalità degli anarchici curdi e dei terroristi di Al Qaeda, i parametri sistematizzati dalla lobby puritana sono altri:

  • L’isolamento internazionale dell’organizzazione politica manipolata.
  • Un retroterra sociale non di classe, tribale.
  • La compenetrazione ideologica da parte delle lobby puritane: colonialismo culturale (femminismo, anarchismo, anti-interventismo sociale).

In Africa dilaga il caos: Etiopia ed Eritrea sono a rischio destabilizzazione. L’analista francese Thierry Meyssan ritiene che la retorica di Washington sia la medesima utilizzata nel Medio Oriente allargato e nel Bacino dei Caraibi: scatenare una ‘’guerra senza fine’’ individuando il ‘’nemico principale’’ nello Stato, l’unico strumento di cui dispone un popolo per emanciparsi dall’imperialismo. Leggiamo il suo ultimo articolo pubblicato sulla Rete Voltaire (16/11/2021):

‘’Il direttore d’orchestra, cioè il diplomatico statunitense Jeffrey D. Feltman, ha dapprima organizzato dieci anni di guerra in Siria – ossia il finanziamento e l’armamento degli jihadisti – in seguito è stato nominato inviato speciale per il Corno d’Africa dal presidente Joe Biden. L’intervento di Feltman il 1° novembre 2021 davanti al think tank del Pentagono, l’U.S. Institute of Peace (che per il dipartimento della Difesa rappresenta l’equivalente della National Endowment for Democracy – NED – per la segreteria di Stato) riprende esattamente la retorica elaborata via via contro Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen e Libano.’’ 2

La distruzione dell’Unione Africana rappresenterebbe la fine del ‘’sogno multipolare’’ di Gheddafi e Nelson Mandela, ciononostante la sinistra eurocentrica ha abbracciato, già in Libia nel 2011, le ragioni dei separatisti (in realtà linciatori di lavoratori africani) dimostrandosi di essere la mucillagine politica che è: il volto ‘’sinistro’’ della CIA. Finora soltanto Siria e Venezuela hanno elaborato modalità di resistenza efficaci dinanzi al nuovo ‘’modello’’ di dissezione neocoloniale: in alternativa, l’unica speranza davanti alla generalizzazione di carestie, terrorismo e crisi pandemiche rimane l’interventismo euroasiatico.

Washington persegue la strada della guerra economica: sanzioni, boicottaggio e coronavirus. Il falso ‘’colpo di stato’’ in Sudan 3 ha salvato il paese dalla ‘’guerra perpetua’’ stabilizzandolo, ciononostante i militari non hanno dismesso la repressione anticomunista. Instabilità e dittature militari, il risultato non cambia: Washington ha puntato le nuove armi bio-chimiche contro le nazioni ‘’avversarie’’ di Israele. Shea sembrerebbe concordare con Meyssan:

‘’Al momento, i principali obiettivi di tale tattica sono Etiopia e Eritrea, attaccate dall’organizzazione terroristica appoggiata dagli Stati Uniti, Fronte di Liberazione del Popolo Tigrino. Come l’ETIM, Washington rifiuta di riconoscere che il TPLF sia un gruppo terroristico. E tale negligenza è razionalizzata dalle storie su atrocità che la CIA spaccia contro i governi etiope ed eritreo, motivata da un’ampia campagna statunitense per destabilizzare il Corno d’Africa per contrastare l’ascesa della Cina. Questi due governi in particolare sono attaccati a causa della loro volontà di collaborare con la Cina su progetti infrastrutturali, creando una campagna imperialista contro lo sviluppo del Sud del mondo e il comunismo.’’

La sinistra post-marxista, in questa congiuntura storica, è un piede di porco degli imperialismi israeliano e statunitense; cinica, senza ideali e terroristica, ‘’un’arma per sostenere scopi assolutamente disumani’’ (Ibidem). Pur di non lasciare la regione del Corno d’Africa a Pechino, Washington ha incominciato a distruggerla.

http://aurorasito.altervista.org/?p=20810

https://www.voltairenet.org/article214725.html

https://www.voltairenet.org/article214501.html

Etiopia - Eritrea, dopo i missili su Asmara a rischio stabilità in tutto il  Corno d'Africa - Focus On Africa -

Fonte foto: Focus on Africa (da Google)

 

 

1 commento per “Israele e Stati Uniti seminano il caos nel Corno d’Africa

  1. Federico Lovo
    19 novembre 2021 at 18:52

    i casi di Sudan ed Etiopia sono interessanti e sembrano avvalorare le tesi di Meyssan e Shea, ovvero destabilizzare dove i Cinesi possono lavorare. Nel caso del Sudan, va letta come “parzialmente errata” (credo) la posizione di molti – anche autorevoli – partiti comunisti ( link: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-partiti_comunisti_nel_mondo_condannano_golpe_in_sudan/82_43697/ ), il che ovviamente deriva dal fatto che formazioni socialiste sudanesi hanno sostenuto il governo “civile” (pesantemente infiltrato) contro lo screditato esercito. Anche il caso dell’Etiopia è interessante, perché il governo federale sembra tutto fuorché qualcosa che possa essere veramente scomodo per i soliti noti. A questo punto si potrebbe anche adattare la stessa tesi al caso libico, dove lo storico agente della CIA Haftar, quello più avvezzo alla costruzione di uno Stato libico degno di questo nome, non è tra i favoriti degli anglosassoni. che coccolano con i Turchi la marmaglia impresentabile di Tripoli (Ikhwan e bande varie).

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