Gli israeliani tradiscono la Torah

“Un vero ebreo non può restare a guardare di fronte a certi crimini. La Torah ci ordina: “Non rubare” e “Non uccidere”. Allo stesso modo, un ebreo non può ignorare le condizioni delle vittime di tali crimini. La Torah ci insegna a emulare la Sua “misericordia per tutte le Sue creature” (Salmi 145:9), e ciò vuol dire misericordia per tutti gli esseri umani, senza distinzione di razza o colore ( Rabbini antisionisti Naturei Karta )”
Gli ultimi due mesi hanno visto lo Stato israeliano o per meglio dire, il regime sionista, protagonista di una serie di atti che, senza timore di esagerare, possiamo definire come terrorismo di Stato.
18/06/2015, Attacco alla Chiesa cristiana dei pani e dei pesci.
La “Chiesa dei pani e dei pesci” sul lago Tabga è un simbolo della cristianità nella Palestina occupata. L’autorità israeliana, arrestati i coloni protagonisti dell’attacco, li ha subito scarcerati. Ovviamente – memore della distinzione fra il vero giudaismo e il sionismo – cito l’organizzazione dei “Rabbini per i diritti umani”, i quali ci comunicano che dal 2009 sono stati ben 43 gli attacchi dei coloni sionisti contro i luoghi cristiani.
Secondo la tradizione cristiana – nei confronti della quale chi scrive ha il massimo rispetto – in quel luogo sacro Gesù sfamò 5.000 persone moltiplicando il pane ed il pesce. I coloni hanno scritto con una bomboletta, all’interno della Chiesa, queste parole: “Morte agli arabi, ai cristiani e tutti quelli che odiano Israele”. La scritta con sopra la Stella di Davide è: “Nostra signora di Gerusalemme”.
I teppisti hanno dato fuoco alla porta di legno della chiesa e l’incendio si è esteso all’interno del luogo sacro. Un gesto violento ed immotivato, figlio dell’ideologia totalitaria sionista che nulla ha da invidiare al fanatismo di Al Nusra o dell’ISIS.
Secondo il giornalista cattolico Maurizio Blondet si tratta di “Un progetto criminale sostenuto da nutriti gruppi di persone, le quali sono consapevoli della propria immunitá e di essere sotto copertura politico-militare, perché sanno di poter godere di protezione ai piú elevati livelli istituzionali delle sfere di comando politico, militare e religioso israeliano”.
Fino a quando l’arroganza di Israele ed il terrorismo dei coloni verranno tollerati ?
26/07/2015, Attacco alla Moschea di al-Aqsa
Domenica 26 luglio ( 2015 ) 19 musulmani sono stati feriti durante gli scontri nel complesso di al-Aqsa a Gerusalemme Est, con decine di coloni e soldati israeliani che hanno profanato violentemente il luogo del culto islamico.
La notizia è stata subito riportata da InfoPal:
“Il direttore del complesso di al-Aqsa, Omar Kiswani, ha riferito che 19 guardiani del dipartimento dei Beni islamici sono stati feriti dopo essere stati aggrediti dalle forze israeliane con bastoni, proiettili di metallo rivestiti di gomma e lacrimogeni.
Kiswani ha dichiarato che 70 coloni israeliani hanno invaso al-Aqsa nel pomeriggio, entrando dalla Porta dei Maghrebini, accompagnati da 100-150 poliziotti israeliani.
Durante l’assalto gli israeliani hanno bruciato tappeti e rotto muri, porte e distrutto alcuni interni. Cinque Palestinesi sono stati arrestati.”
Leggiamo:“Hanno bruciato tappeti e rotto muri, porte e distrutto alcuni interni’. L’odio dei coloni verso le due grandi religioni ( sorelle ) monoteistiche – Cristianesimo ed Islam – è l’emblema della pericolosità del loro fanatismo. C’è un tragico filo nero che unisce l’attacco alla “Chiesa cristiana dei pani e dei pesci” con la profanazione della Moschea di al-Aqsa.
Purtroppo siamo davanti a un progetto colonialista – con basi mistiche ed esoteriche ( non dico religiose per rispetto verso la vera religione ebraica ) – molto ben definito. Un rapporto palestinese ha messo in guardia da un piano di espansione israeliano che impegna le autorità sioniste proprio nella zona della Moschea di al-Aqsa, un progetto di estrema destra e antidemocratico denominato “Tempio biblico”.
Questa notizia è stata ripresa da piccole agenzie di stampa locale e poi diffusa con un breve articolo su Radio Irib:
“In un comunicato stampa pubblicato in data 27 maggio, il Centro Informazioni “Gerusalemme nostra” ha spiegato che il nuovo esecutivo del falco Netanyahu ha in programma di adottare questo progetto. Alcune notizie riportano, infatti, come l’occupazione sia impegnata nella preparazione, per il 2017, dei festeggiamenti per il “Giubileo d’oro”, il cinquantesimo anniversario dell’occupazione della parte orientale di Gerusalemme.
Secondo le mappe allegate al rapporto, il progetto dell’edificio che il regime sionista intende costruire all’ingresso del quartiere Wadi Halwa, 20 metri a sud delle mura storiche meridionali dell’antica Gerusalemme, prevede la costruzione di sette piani, cinque dei quali sopra il livello del suolo e due sotto, su un’area di sei ettari, per un’estensione complessiva di circa 17 mila metri quadrati.’
Resta una domanda: i governanti israeliani rispondono,agli interessi economici della borghesia militarista sionista oppure ai rabbini revisionisti ? Forse, in Israele, militarismo, economia neoliberista e sproloqui talmudici fanno parte di uno stesso “teorema”.
Cosa rende il sionismo israeliano tanto pericoloso per gli ebrei stessi e bellicoso verso tutti gli altri popoli ?
31/07/2015, Bimbo arso vivo dai coloni
La barbara uccisione del piccolo Alì, purtroppo, non è isolata: l’inverno scorso alcuni coloni rapirono Muhammad Hussein Abu Khdeir, un ragazzo di 16 anni, ed il suo corpo fu trovato bruciato poche ore dopo. Questa volta a perdere la vita è stato un bambino di 18 mesi.
Un gesto di rara violenza e crudeltà: la mamma ed il papà del piccolo, Riham e Saad, e il fratello, Ahmad, di soli 4 anni, sono rimasti gravemente feriti. Il padre è riuscito a mettere in salvo la moglie ed Ahmad, ma il fumo non gli ha permesso di raggiungere il piccolo Alì che ha perso la vita.
All’origine della violenza dei coloni: breve nota sul revisionismo rabbinico
Qualche anno fa, in Israele, i rabbini revisionisti Ytzahk Shapira e Yossi Elitzur scrissero un libro intitolato Torat-ha Melekh. Tradotto in italiano: L’insegnamento del Re. Di che cosa si tratta ? Semplice: una guida per l’uccisione dei non ebrei.
Gilad Atzmon, ebreo antisionista, ha recensito questo libro riportando in modo letterale alcune parti eloquenti. Leggiamo qualche citazione:
“Quando incontriamo un non-ebreo che ha violato una delle 7 leggi della Noahide e lo uccidiamo per la loro difesa, non abbiamo violato nessun veto”
“In ogni situazione in cui la presenza di un non-ebreo mette in pericolo un ebreo, il non- ebreo può essere ucciso anche se è un buon Gentile (non-ebreo) niente affatto colpevole per la situazione che si è creata”
“Quando un non-ebreo assiste all’omicidio di un ebreo o ne causa la morte, egli può essere ucciso, e in ogni caso quando la presenza di un non-ebreo mette in pericolo gli ebrei, il non-ebreo può essere ucciso.”
“Anche un civile che assiste a un combattimento tra altri può essere considerato un inseguitore e può essere ucciso. Chiunque faccia parte dell’esercito dei malvagi sta incoraggiando omicidi ed è considerabile un inseguitore. Un civile che appoggia la guerra dà al re e ai soldati la forza di continuarla. Perciò, ogni cittadino dello stato che si oppone a noi e incoraggia i soldati o esprime soddisfazione riguardo le loro azioni è da considerarsi un inseguitore e può essere ucciso. Inoltre, chiunque indebolisca il nostro stato con le parole o con azioni di qualsiasi tipo è da considerarsi un inseguitore.”
( Gilad Atzmon, La guida completa dell’uccisione dei non ebrei, Come don Chisciotte )
Dice Gilad Atzmon:
“I rabbini Shapira e Elitzur stabiliscono che anche i bambini possono essere colpiti perché sono “d’intralcio”. I rabbini scrivono quanto segue: “Intralci- e i bambini si trovano spesso in questa condizione. Bloccano la strada per la salvezza con la loro presenza e lo fanno assolutamente al di là della loro volontà. Ciononostante, possono essere uccisi perché la loro presenza agevola gli omicidi. C’è piena giustificazione per uccidere bambini quando è chiaro che essi cresceranno per farci del male, e questa è una condizione tale da richiedere che essi siano uccisi deliberatamente, anche al di fuori di scontri tra adulti.”
Quindi i bambini, secondo queste “autorità religiose”, potrebbero essere d’intralcio. Forse è per quest’ultima direttiva “religiosa” che quel gruppo di coloni han assassinato il piccolo Alì? Quanto vale, oggi, la vita umana in Israele ? Chi decide che cosa è legale e cosa no? Un giurista, un rabbino, oppure un volgare delinquente?
Atzmon ha prontamente segnalato che: “Uno dei più importanti rabbini della comunità iraniano-ebraica ha esortato la sua congregazione a bruciare La Torah del Re, un libro controverso che supporta l’omicidio dei non-ebrei”. Ed ancora: ‘Il rabbino iraniano, d’altro canto, ha dichiarato lo scorso lunedì che il messaggio del libro contraddice chiaramente gli insegnamenti di Mosè. Il rabbino Golestaninejad ha dichiarato che il libro non è basato sui principi della fede ebraica.’
Quindi questi rabbini israeliani a nome di chi parlano? Di certo non della Torah, ma, come è chiaro, forniscono una protesi ideologica al militarismo israeliano.
http://www.maurizioblondet.it/il-volto-del-sionismo-e-fotografato-nella-chiesa-bruciata-al-lago-di-tiberiade/
http://italian.irib.ir/radioislam/notizie/item/191630-il-regime-sionista-progetta-l%E2%80%99espansione-ebraica-vicino-alla-moschea-al-aqsa
http://www.infopal.it/coloni-danno-fuoco-a-due-case-palestinesi-bimbo-di-un-anno-e-mezzo-bruciato-vivo-altre-4-persone-ferite/
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=29431

3 commenti per “Gli israeliani tradiscono la Torah

  1. Davide
    2 agosto 2015 at 13:42

    A molti israeliani (io conosco diversi ricercatori biologi e farmacologi) della torah importa quanto a me della bibbia: nulla.
    Ottimi romanzi fantasy, al pari anche del corano.
    Letteratura politicamente utile.

    • Fabrizio Marchi
      2 agosto 2015 at 14:53

      Sono d’accordo con te, Davide, anche io conosco molti israeliani a cui della Torah non importa un fico secco. Siccome però Israele è uno stato confessionale e per essere cittadini israeliani bisogna avere sangue ebraico nelle vene, la contraddizione è tutta loro. L’esistenza dello stato di Israele si giustifica solo e solamente con ragioni di ordine religioso o di appartenenza religiosa. E allora che non si lamentassero se qualcuno gli fa notare le loro contraddizioni.
      Altrimenti dovemmo dire che Israele è un’altra cosa ancora (cosa che io penso), e cioè un cane da guardia (anche molto feroce) dell’imperialismo USA in quell’area, con licenza di fare quello che gli pare e piace, cioè di seminare il terrore e scatenare guerre a suo piacimento.
      Come la mettiamo? Qual è il “vero” Israele? Non mi rispondere però, tutti e due, perché “acchì nisciuno è fesso”, come si suol dire… 🙂

  2. Stefano Zecchinelli
    2 agosto 2015 at 17:23

    Certo, però la religione per le elite dominanti il più delle volte è una protesi ideologica ed è bene studiare questo fenomeno con attenzione.

    La società è divisa in classi non in credenti ed atei, quindi il fenomeno religioso ha dovuto fare i conti con la diffusione dei movimenti popolari che, di volta in volta, contestarono, prima i regimi assolutistici, ed ora il capitalismo.

    Il mondo islamico ha avuto ”vita facile” a declinarsi in una prospettiva anticolonialista ( caccio solo la parentesi ottomana ) dato che i popoli arabi, persiani ed asiatici sono stati vittima della borghesia occidentale. Il discorso cambia radicalmente, invece, quando poniamo lo sguardo in occidente. Domanda: come mai ? I Naturei Karta – meglio: i rabbini antisionisti Naturei Karta – hanno, secondo me, cercato di de-occidentalizzare l’ebraismo riportandolo alle sue vere origini semitiche ( lo dico sempre: sionismo ed antisemitismo sono due facce della stessa medaglia ) ed abramitiche. Non è un caso che la comunità ebraica iraniana sostiene la loro dottrina e politicamente appoggiò in massa Ahmadinejad ( cosa non da poco, Mauro Manno ha scritto un bell’articolo sul tema ).

    Il mio monito è preciso: non vorrei che l’antisionismo ( antimperialismo ) possa degenerare in giudeofobia – cosa ben diversa dall’antisemitismo – a priori, non tenendo conto della complessità della questione. Poi, è chiaro, tutte le religioni hanno aspetti controversi e verso quella ebraica – so bene e concordo – Marx picchia duro. Anche qui: indaghiamone le ragioni sociali.

    In sintesi ( e per chiarire ): Israele non c’entra nulla con la religione ebraica, religione rispettabilissima. Il suo riferimento non è la Torah ma il Talmud, principalmente il Talmud di Babilonia, punto di riferimento della borghesia askenazi. In passato, su questo giornale, ho spiegato come Israele non difende gli ebrei ma al contrario ha fatto accordi con regimi neonazisti ed antisemiti, ora sfatiamo quest’ennesimo mito: Israele non rappresenta l’ebraismo.

    Poi chiunque è libero di dire la religione è l’oppio dei popoli o – e qui concordo – a mettere in risalto i continui richiami alla violenza dell’Antico Testamento perchè ci sono, è innagabile, la cosa può essere storicizzata ma non possiamo fare orecchie da mercante. L’importante è farlo da una prospettiva antirazzista ed assimilazionista e con ferma questa consapevolezza: il sionismo è un prodotto dell’occidente, la sua degenerazione religiosa, idem !

    Una compagna venezuelana di origine palestinese, Susana Khalid, su Aporrea ( giornale della sinistra guevarista sudamericana ), queste cose le ha ben spiegate dandoci modo di studiare e riflettere senza pregiudizi.

    Stefano Zecchinelli

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