Israele uccide ma gli storici non sanno

Gli strafalcioni storici dei sionisti di ‘’sinistra’’ davanti i crimini dell’imperialismo israeliano.

La dichiarazione di Donald Trump che ha promesso al neonazista Netanyahu una nuova Balfour, ha provocato una ondata di violenza nei confronti del popolo palestinese. I sionisti – di destra, centro e sinistra – sono coinvolti in azioni criminali nei confronti di gente inerme. Israele uccide e le sue vittime sono donne, bambini e disabili. Lo Stato sionista ha superato ogni limite, vuole cancellare il popolo palestinese col sostegno degli USA. Quello che sta succedendo, in questi giorni, dovrebbe indignare chiunque abbia una coscienza.

Lo storico Brunello Mantelli, ex operaista oggi difensore del ‘’sionismo laburista’’, ha scritto che ‘’Israele è uno Stato come gli altri. Il fatto che sia stato fondato dopo la Shoah e da ebrei NON significa assolutamente che gli si possa chiedere di essere più “morale”, più “etico” degli altri Stati, e poi indignarsi se fa, magari sbagliando, le stesse cose che fanno altri Stati. Anche questo atteggiamento è oggettivamente antisemita’’. Domanda: quale altro stato impiega ben ventitre soldati per arrestare un bambino di quattordici anni? Una volta il defunto presidente venezuelano, il socialista Hugo Chavez, disse che l’IDF è un esercito di codardi. Non si sbagliava. I militari israeliani non hanno spina dorsale, non sanno combattere, non hanno il fegato di affrontare le Brigate Al Qassam o il Fronte popolare di liberazione della Palestina in uno scontro militare, perchè sanno che avrebbero pan per focaccia. L’IDF è una accozzaglia di gorilla che puntano il fucile contro ragazzi, vecchi e bambini. Nemmeno un disabile, un uomo coraggiosissimo a cui erano state amputate le gambe, è stato risparmiato da una esecuzione a freddo.

Gaza. Di Sulaiman Hijazi. Questa foto è stata scattata poco prima della sua uccisione.

Ibrahim Abu Thuraya, 29 anni, aveva perso le gambe durante l’offensiva contro Gaza del 2008-2009.

Oggi, venerdì 15 dicembre, i soldati israeliani gli hanno sparato alla testa ed è morto sul colpo. 1

 

Come definire l’assassinio a freddo di un palestinese privo degli arti inferiori? Il militare che ha sparato non poteva – al di là della politica – avere un po’ di pietà per un disabile innocuo? Perché cercare sempre il raffronto con le bestie naziste o di Daesh? Israele non è già abbastanza crudele da sè? Dice Gilad Atzmon: ‘’Bisogna prendere coscienza del fatto che il comportamento israeliano è la summa della barbarie biblica, dopo la quale non c’è più che il cannibalismo. Israele non è nient’altro che il male per amore del male. È una perversione senza alcun paragone’’ 2. L’arresto di un bimbo di quattordici anni da parte di ben ventitre soldati è una perversione; il sionismo ha qualcosa di patologico. Quali sono le ragioni dello stato ‘’per soli ebrei’’?

Gerusalemme 10/12/2017 soldati israeliani prendono un bambino palestinese di 14 anni 3

 

Proprio davanti alla crescente ed immotivata brutalità del colonialismo israeliano le argomentazioni dei suoi difensori si fanno più faziose. Mantelli, storico socialista, ha pubblicato – in difesa d’Israele – nel suo profilo facebook un interessante articolo che vale la pena commentare.

 

Le quattro tesi errate di Brunello Mantelli in difesa dello Stato ‘’per soli ebrei’’

 1.

Israele è uno Stato. Come tutti gli Stati ha il diritto di esistere. Chi glielo nega è di fatto un antisemita (ce l’ha con Israele perché è uno Stato ebraico, NON perché è uno Stato).

 

Israele porta con sé il peccato della Nakba, la pulizia etnica della Palestina che ha martoriato la popolazione autoctona con un cinismo inaudito. Lo storico israeliano Ilan Pappe ha trovato uno dei ‘’fogli informativi’’ usato dai sionisti per sfrattare i palestinesi dalle proprie case. Leggiamo: “La lama vi taglierà le gole senza pietà né risarcimento. Se insistete e continuate ancora con il vostro errare (ndr, resistenza)… dovete sapere che i nostri aerei, carri armati e artiglieria ridurranno il vostro villaggio in polvere, bombarderanno le vostre case, vi spaccheranno la schiena, vi estirperanno dalla vostra terra… ed il vostro villaggio diventerà un deserto. Oh, gente di al-Tira, se desiderate evitare una Nakba [sic]… arrendetevi! Il vittorioso esercito israeliano ha già demolito il focolaio criminale di Jaffa, Acre, Tiberia, Safad. Ha occupato decine di villaggi a sud e a nord e questo trionfante esercito vi distruggerà in poche ore!” 4. Continua Pappe: ‘’Distruzione ed espulsione significavano una nakba agli occhi dell’embrionale intelligence israeliana, impegnata nel preparare la campagna di propaganda ed intimidazione contro la nativa popolazione palestinese’’. La Rivoluzione francese distrusse i vessilli feudali in nome del colonialismo oppure per portare, purtroppo fallendo, la pace in patria e nel mondo? Mantelli esprime una tesi errata quando dice che ‘’Israele è uno stato come tutti gli altri’’, perché le dinamiche che hanno favorito la nascita dello stato ‘’per soli ebrei’’ non sono assolutamente assimilabili alle rivoluzioni democratico-borghesi europee. Mancano i presupposti come, più avanti, vedremo.

Il giornalista israeliano, Gideon Levy, mette la parola fine alle discutibili argomentazioni del mio interlocutore: ‘’La pace non è ostacolata perché i palestinesi insistono sul diritto al ritorno. La pace è impedita perché Israele non è disposto a interiorizzare il punto di partenza storico: un popolo senza un paese è venuto in un paese con un popolo e la gente ha sperimentato una terribile tragedia che continua ancora  oggi’’ ( Gideon Levy, Non ci sarà la pace fino a quando Israele non si assumerà la responsabilità della Nakba, Haaretz). La particolarità di questa entità statuale è quella d’essere stata concepita in quanto Stato reazionario, rendendo del tutto assurdo il sostegno da parte di uomini di ‘’sinistra’’ alla sua realpolitik imperialistica. Il sociologo marxista James Petras ha rilevato come gli USA abbiano sovrapposto i propri interessi nazionali a quelli della lobby pro-Israele. Si tratta d’una anomalia storica condivisa, a suo tempo, dal grande scrittore anticolonialista Eduardo Galeano; intellettuali comunisti di cui Mantelli dovrebbe avere ben poco da ridire.

Domande:

  • I sostenitori ‘’di sinistra’’ del regime sionista come inquadrano, storicamente, la collaborazione fra il ‘’sionismo revisionista’’ di Jabotinsky ed Hitler?
  • Se Israele rappresenta gli ebrei, come mai ha appoggiato le dittature razziste in Sudafrica e nella Rhodesia ‘’bianca’’? Per quale motivo, Israele è stato un alleato di ferro del dittatore cileno Pinochet e del macellaio argentino Videla, un dichiarato ammiratore di Hitler che fece sparire – col plauso dei sionisti – duemila ebrei?
  • Come mai, i maggiori critici della politica guerrafondaia israeliana sono ebrei non allineati? Mantelli considera Noam Chomsky, Norman Finkelstein e Shlomo Sand antisemiti? Se la risposta è positiva io, con tutta umiltà, penso che ‘’il nostro’’ dovrebbe riconsiderare il suo orientamento politico.

Chi sostiene Israele deve fare i conti con la povertà delle proprie argomentazioni del tutto prive di consistenza. I sionisti non hanno l’autorevolezza per insegnare nelle scuole; la loro lezione sarebbe alquanto diseducativa ed  inaffidabile.

 

2.

Israele è uno Stato come gli altri. Il fatto che sia stato fondato dopo la Shoah e da ebrei NON significa assolutamente che gli si possa chiedere di essere più “morale”, più “etico” degli altri Stati, e poi indignarsi se fa, magari sbagliando, le stesse cose che fanno altri Stati. Anche questo atteggiamento è oggettivamente antisemita

 

Il destino dei palestinesi era stato deciso ben prima del 1948, infatti il primo insediamento sionista nella Terra di Palestina è datato 1883. Siamo molto lontani da ciò che il nostro storico dà per certo. Mantelli, inoltre, non tratta un argomento delicatissimo: la collaborazione dei ‘’sionisti di destra’’ col regime nazista. Domanda: Brunello Mantelli considera antisemita anche lo storico trotskista (ebreo) Lenni Brenner? Per Lenni Brenner: ‘’Il sionismo non è ora, né mai, co-estensivo né con l’ebraismo e né col popolo ebraico’’. La citazione è tratta dal libro ‘’Il sionismo nell’età dei dittatori. Una riconsiderazione’’. Il giornalista inglese Alan Hart è ancora più esplicito: ‘’Dal suo inizio, l’impresa sionista richiese l’espropriazione della terra di alcuni, se non di tutti, gli abitanti arabi indigeni della Palestina, delle loro case e dei loro diritti. In altre parole, e come vedremo, per raggiungere il proprio obiettivo, il sionismo ha dovuto commettere un crimine, quello della pulizia etnica’’ (Alan Hart, Il sionismo, il vero nemico degli ebrei (Vol. I), pag. 42). Quanti stati – e qui cade tutto il discorso di Mantelli – hanno dovuto commettere una pulizia etnica per esistere?

Evidentemente la ‘’storiografia accademica’’ – sto facendo un discorso molto generale – non ha la schiena dritta, zoppica e sopravvive soltanto grazie all’ausilio delle lobby. Perché non si confronta con storici come Lenni Brenner e Norman Finkelstein? Devo dedurre, ancora una volta, che gli mancano le documentazioni per essere credibile.

 

3.

essere “antisionisti” è un’idiozia. E’ come asserire di essere “antimazziniani”, “antipetöfiani”, “antibolivariani”, “antigandhiani”, “antiatatürkiani” a prescindere. I sionismi, tra loro diversi e non di rado antagonisti, vanno inseriti nel contesto dei movimenti nazionalnazionalisti sorti tra il XIX ed il XX secolo. Le differenti correnti sioniste erano, coerentemente con lo spirito del tempo imperante nel periodo in cui sono sorte, rigorosamente laiche, se non francamente atee.

 

La natura colonialistica del sionismo – Simon Bolivar e Mustafa Kemal erano anticolonialisti dichiarati (Ataturk con simpatie bolsceviche), quindi Mantelli fa degli esempi fuori luogo – era chiara fin dagli incontri di Theodor Herzl, il fondatore del movimento nazionalistico ebraico, con l’antisemita Conte von Plehve, ministro dello Zar Nicola II e Witte, ministro delle finanze. Ma di cos’hanno discusso i tre? Lo studioso marxista Mauro Manno ci offre una ricostruzione notevole: Gli incontri avvennero meno di 4 mesi dopo l’orrendo pogrom di Kishinev, di cui era direttamente responsabile von Plehve. Herzl propose un’alleanza, basata sul comune desiderio di far uscire la maggior parte degli ebrei russi dalla Russia e, a più breve termine, allontanare gli ebrei russi dal movimento socialista e comunista. All’inizio del primo incontro (8 agosto) von Plehve dichiarò che egli si considerava “un ardente sostenitore del sionismo”. Quando Herzl cominciò a descrivere lo scopo del sionismo, il Conte lo interruppe affermando: “Predicate a un convertito”. In un successivo incontro con Witte, il fondatore del sionismo si sentì dichiarare apertamente: “Avevo l’abitudine di dire al povero imperatore Alessandro III: se fosse possibile annegare nel mar Nero sei o sette milioni di ebrei, io ne sarei perfettamente soddisfatto; ma non è possibile; allora dobbiamo lasciarli vivere”. E quando Herzl disse di sperare in qualche incoraggiamento dal governo russo, Witte rispose: “Ma noi diamo agli ebrei degli incoraggiamenti ad emigrare, per esempio dei calci nel sedere”. 5. Mantelli commette un errore dietro l’altro, uno storico non può essere così superficiale. Il nostro, preso dalla immotivata necessità di difendere il sionismo sostiene che ‘’Le differenti correnti sioniste erano, coerentemente con lo spirito del tempo imperante nel periodo in cui sono sorte, rigorosamente laiche, se non francamente atee’’. Fu lo storico tedesco Karlheinz Deshner a dimostrare le origini religiose del sionismo, non a caso un anno dopo il Congresso di Basilea, nel 1898, nacque anche il giudaismo politico. Uno studioso deve sempre verificare tutte le fonti che maneggia, ma il mio interlocutore sembra procedere diversamente. E’ superficiale, non entra nel merito delle questioni. Furio Biagini ha fatto risalire la nascita del sionismo religioso, organizzato politicamente, alla fine dell’’800, dal suo libro sui rabbini antisionisti Neturei Karta (antisemiti anche loro?) emerge una consapevolezza profonda della teologia ebraica avversaria tanto del fondamentalismo ‘’talmudico’’ quanto del nazionalismo di Herzl. Una sola citazione mette in difficoltà la controparte accademica: ‘’Il sionismo aspira non solo alla rinascita politica ed economica del popolo ebraico, ma anche a quella spirituale, basata sulla moderna cultura e il suo raggiungimento. Il sionismo non intraprenderà alcunché di contrario ai comandamenti della religione ebraica’’ (Furio Biagini, Giudaismo contro sionismo, pag. 75). La storia si fa con i documenti – non mi stancherò mai di ripeterlo – ed il professor Mantelli ha percorso una strada del tutto sbagliata. I suoi argomenti sono inattendibili, tutto ciò che scrive mi sembra lacunoso ed incerto.

 

4.

che poi, anche in Israele, come nel resto del mondo, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso la religione si sia fatta prepotentemente largo, sfruttando la crisi delle utopie concrete laiche ed i corifei accademici e mediatici sostenitori della “fine delle ideologie”, è appena evidente, ma perché mai Israele, la sua opinione pubblica ed il suo ceto politico, anche se proveniente da matrici laiche e pure atee, avrebbero dovuto essere esentati da un fenomeno verificatosi nel mondo storicamente cristiano, storicamente mussulmano, storicamente induista, storicamente buddista?

 

Lo storico – ebreo ed ex trotskista – Nathan Weinstock ci ha spiegato che furono proprio Ben Gurion e Golda Meir a mantenere in piedi i Tribunali Rabbinici, negli anni ’50 e ’60, mentre il mondo arabo conosceva il nazionalismo progressista di Nasser. Una bella regressione, vero? Insomma, non resta null’altro da aggiungere se non quello che già disse Ilan Pappe: ‘’La maggior parte dei sionisti non crede che Dio esista, ma crede che abbia promesso loro la Palestina’’. Una ipocrisia pari all’utilizzo strumentale dell’antisemitismo occultando i crimini israeliani contro gli ebrei sefarditi e falasha. Una sorta di sionismo antisemita di cui, chiaramente, Mantelli non parla.

 

L’imperialismo israeliano sta devastando la Palestina, le notizie che ci arrivano sono preoccupanti, un popolo intero rischia di perdere tutto ciò che gli appartiene. L’hasbara sionista è potente, la cinica propaganda israeliana non conosce umanità, Israele stessa – lo stato a cui fa riferimento – uccide, per dirla con Regis Debray, senza discernimento. Si può essere di sinistra e filo-israeliani? Mantelli dovrebbe capire d’essere caduto in una contraddizione irrisolvibile. Gilad Atzmon, Ilan Pappe e Norman Finkelstein gli potrebbero indicare il modo per sciogliere i suoi dubbi, a lui ed a tutti i dubbiosi. Basterebbe studiare.

http://www.infopal.it/giovane-disabile-ucciso-dalle-forze-israeliane-proiettili-alla-testa/

http://storiasoppressa.over-blog.it/article-sion-fasc-ismo-gilad-atzmon-israel-et-l-allemagne-nazie-au-dela-de-toute-comparaison-2006-52880863.html

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/

http://www.bocchescucite.org/israele-ha-inventato-la-nakba-e-non-ha-mai-smesso-di-attuarla/

http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo_archivio/2007_01_mauro-manno_antisemitismo-e-antisionismo.htm

 

 

 

 

 

 

 

1 commento per “Israele uccide ma gli storici non sanno

  1. gino
    17 dicembre 2017 at 21:28

    io non sono incline a complottismi (anche se è storicamente provato che dopo un lasso di tempo X varie teorie complottiste si sono rivelate vere), però accadono cose che da un punto di vista statistico sono molto molto strane.
    ad esempio: come mai una grossa fetta dell’informazione mainstream italiana è diretta da appartenenti a linee di discendenza ebraica mentre questi in totale sono lo 0.3% della popolazione italiana?

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