L’ “Italietta” renziana alleata della tirannia saudita

E non dite che sono morti coloro che sono stati uccisi sulla Via di Dio, ché invece sono vivi e non ve ne accorgete (Sacro Corano, II: 154)

Poche  ore fa la dittatura di Casa Saud – di cui l’ “Italietta” renziana è alleata – ha decapitato 47 dissidenti fra cui l’esponente sciita . Questa autorità religiosa, conosciuta come Shaykh Nimr, guidò importanti proteste democratiche e popolari nella provincia orientale del paese. La sua condanna a morte è avvenuta nonostante le accese proteste delle varie comunità sciite europee e statunitensi; questo crimine è stato di fatto avallato dal silenzio ipocrita dei governi occidentali e l’unico leader con la schiena dritta che ha preso di petto la questione è stato il laburista britannico Jeremy Corbin.

Che cosa rivendicava al-Nimr ? La minoranza sciita in Arabia Saudita è oltraggiata, discriminata e perseguitata: gli sciiti non hanno scuole e ospedali, non possono commemorare il martirio dell’imam Hussein ed ogni loro iniziativa politica viene spenta nel sangue dalla polizia del regime. Per queste ragioni Al-Nimr proponeva l’annessione della regione sciita arabica al Bahrein, paese dove gli sciiti sono in maggioranza ma la dittatura di al-Khalifa – altro sguattero degli statunitensi – è wahabita.

Inutile dire che il dittatore al-Khalifa, già impegnato sul fronte interno in una spietata guerra di classe antipopolare, ha appoggiato con entusiasmo l’iniziativa criminale di Casa Saud. Come prima cosa ha dato pieno appoggio diplomatico ai suoi protettori: “Il Regno del Bahrain esprime il proprio sostegno per le misure che sono state applicate nella fraterna Arabia Saudita per contrastare la violenza e l’estremismo”. Si legge nel sito del Ministero. La dinastia regnante parla di ‘sicurezza interna’, ma a quale ‘sicurezza’ allude ? Forse alle certezza che il 2016 sia un anno prospero d’affari con Usa, Israele, Francia e perché no, anche con l’ “italietta” del pinocchio fiorentino?

Proprie in queste ore la polizia di al-Khalifa ha disperso con gas lacrimogeni un gran numero di manifestanti che coraggiosamente denunciavano la collusione criminale delle due dittature: manifestanti, non solo sciiti, che alzavano le foto del martire al-Nimr. Dobbiamo capire che quella in corso è una solidarietà fra carnefici e non casualmente, già nel 2011, l’Arabia Saudita – appoggiata da Usa e Gran Bretagna – intervenne militarmente in Bahrein con l’intento di soffocare una legittima rivolta popolare. Una mattanza senza fine col plauso della cosiddetta comunità internazionale. Come mai tanta omertà ? Un ex deputato dell’opposizione, Ali Al Aswad, ha denunciato la collusione dei governi italiani con Casa Saud ed al-Khalifa: “Un diplomatico italiano ha confessato, privatamente, a un attivista dell’opposizione: «Sappiamo benissimo della repressione e della mancanza di diritti in Bahrein, ma l’Europa non vuole disappoint, urtare, i sauditi». Questo la dice lunga” 1. Eppure il teatro degli orrori di Matteo Renzi non finisce qui: pochi mesi fa l’Italia ha respinto un pronunciamento all’Onu che denunciava l’ampiezza della violazione dei diritti umana nel Bahrein. Il governo italiano diventa dunque un’ agenzia di Londra, Riyadh e al-Khalifa ?

Casa Saud alza il tiro e si rivolge ai suoi alleati europei ( Hollande, Renzi e Cameron ). Netta e decisa è la posizione del giornalista Fulvio Scaglione di Famiglia Cristiana: “Mettere a morte Al Nimr, oltre a molti altri personaggi che avevano come colpa soprattutto quella di opporsi agli Al Saud, non vuol dire tanto cercare lo scontro con gli sciiti, perché questo scontro va avanti da secoli e non saranno queste esecuzioni a cambiarne la natura o la radicalità. Vuol dire soprattutto ricordare all’Occidente che il patto col diavolo dev’essere rispettatoL’Occidente che sventola la bandiera della democrazia, e della sua diffusione in Medio Oriente, non deve impicciarsi della penisola arabica, dove pure la democrazia è fatta a pezzi’ 2. Nessun problema, su questo i sauditi possono stare tranquilli: Matteo Renzi non ha nessuna intenzione di occuparsi dei diritti umani, né in Arabia Saudita, né in Bahrein nè tanto meno nello Yemen (figuriamoci nella Palestina occupata). Renzi, da bravo burattino delle multinazionali atlantiche, continuerà ad adempiere al compito per il quale è stato nominato firmando, senza obiettare, contratti per la (s)vendita d’armi ai Saud e chissà, forse un bel giorno re Salman, il re demente, gli proporrà anche di convertirsi all’Islam wahabita. Un degno epilogo per il “nostro” capo del governo.

Come reagirà il mondo sciita ?

La reazione della comunità sciita mediorientale non si è fatta attendere. In Irak il movimento “Asaib Ahl al-Haqq” ritiene che l’esecuzione non sia nient’altro che un “nuovo crimine” commesso dalla famiglia reale saudita. Abu Mahdi al-Mohandis, uno dei principali leader del movimento “Hashed al-Shaabi” (le Forze di Mobilitazione Popolare) punta il dito contro il regime wahabita per l’uccisione dello Shaykh Nimr: “I governanti sauditi, che sostengono il terrore nel mondo intero inviando ‘takfiri’, armi e autobombe nei paesi islamici, oggi hanno assassinato la persona più onesta della Penisola Arabica.” 3

Gli Hezbollah, movimento di resistenza islamico libanese, chiamano in causa gli Stati Uniti in quanto moralmente responsabili di questo assassinio. Seguono le condoglianze religiose alla famiglia. A Teheran, in Iran, il consolato saudita, riaperto dopo 25 anni, è stato assaltato da giovani manifestanti i quali sono riusciti ad introdursi all’interno dell’ambasciata appiccando il fuoco al garage nel piano terra. La polizia, da lì a poco, ha ripreso il controllo della situazione arrestando numerosi dimostranti. La guida suprema della Rivoluzione, Khamenei, chiama “vendetta divina per chi ha ucciso il martire al-Nimr”.

Domanda: come mai a Teheran è stata riaperta l’ambasciata saudita e come mai la polizia iraniana interviene, proprio ora, contro i manifestanti ? Risponde a questa domanda l’autorità religiosa italo-iraniana Mostafa Milani Amin: “A differenza dei falsi diplomatici spie dell’ambasciata americana a Teheran, che spiavano sistematicamente il Popolo Iraniano, e tramavano contro la Rivoluzione, l’ambasciata saudita ha finora rispettato il protocollo e le leggi della Repubblica Islamica, e quindi nessuno ha il diritto di danneggiarla. Bisognerebbe piuttosto cacciare dall’Iran l’ambasciatore saudita come elemento indesiderato, ma il Governo Rohani è “troppo diplomatico” per prendere simili decisioni rivoluzionarie”. Credo che sia legittimo chiedere una reazione più decisa alla Repubblica Islamica dell’Iran, un segnale chiaro nei confronti dell’imperialismo saudita. Non è certo il tempo per temporeggiamenti diplomatici.

La strada in cui è situata l’ambasciata saudita ha cambiato nome ed è diventata “via del marire al-Nimr”. Un segnale importante, ma il premier Rohani deve capire che questo non è sufficiente e che non ci si può limitare a cambiare il nome di una strada. Da questo punto di vista, non c’è dubbio che l’ex leader e capo di governo Ahmadinejad ci aveva abituato ad un atteggiamento sicuramente  più radicale e determinato.

L’alleanza antisciita: fra pogrom, massacri e pulizia etnica

Qualche giorno fa, di fronte al massacro di oltre trecento sciiti in Nigeria, re Salman ha avuto una conversazione telefonica con il presidente nigeriano Buhari definendo l’eccidio come ‘’lotta al terrorismo’’. Il pogrom per Casa Saud è una scelta politica? Sembrerebbe proprio di si.

Nello Yemen il movimento sciita Ansarola si scontra con Al Qaeda, difendendo la popolazione locale dalle rappresaglie qaediste unite alle incursioni dell’esercito saudita. Proprio nello Yemen, canale storico di Al Qaeda contro lo sciismo, la collusione Italia – Casa Saud gronda sangue. Il giornalista Antonio Mazzeo denuncia ‘le bombe italiane sullo Yemen’. Ma che tipologia di bombe (leggiamo il suo documentato articolo) ?

“La RWM Italia, azienda produttrice delle bombe giunte in Arabia, è una sussidiaria della multinazionale tedesca Rheinmetall Defence. Oltre a quello sardo di Dosmunovas con una ventina di addetti, la società dispone di uno stabilimento a Ghedi (Brescia). Secondo il sito dell’AIAD (Aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza), la RWM Italia cura lo sviluppo, la ricerca e la produzione delle parti elettroniche, inerti ed esplosive (tradizionali e insensibili) attualmente richieste per i sistemi d’arma. In particolare si tratta di bombe d’aereo MK81, MK82, MK83 ed MK84, di bombe ad alta capacità di “penetrazione” Blu-109/B, munizioni, spolette, testate per missili, siluri, mine marine, cariche di demolizione e contromina. Le bombe a caduta libera MK82 con cariche esplosive da 89 Kg sono utilizzate negli scacchieri di guerra sin dai primi anni ’50; le MK84 sono molto più grandi, più pesanti e distruttive: utilizzate dalla guerra in Vietnam, possono produrre crateri di circa 15 metri di diametro ed 11 di profondità e penetrare corazze di metallo di 28 cm o colate di cemento di oltre 3 metri di spessore, spargendo nel raggio di 360 metri schegge e frammenti letali. Le bombe Blu-109/B, a guida elettronica o laser, caricate con lo speciale esplosivo termo insensibile Pbxn-109, possono perforare velivoli corazzati e pareti d’acciaio di 4-6 piedi di spessore. Secondo Peacelink, la versione da 870 Kg della Blu-109/B è un “ordigno all’uranio impoverito, in grado di produrre tumori e malattie in seguito allo spargimento di nano e micro particelle nell’ambiente” 4

Quello in atto nello Yemen è un vero e proprio genocidio che fa il paio con lo sterminio dei gazawi predisposto da un altro grande amico di Renzi: il leader likudista Netanyahu. Matteo Renzi riuscirà a stare alla larga dai dittatori? Domanda più importante: il popolo italiano scenderà in piazza in sostegno della popolazione yemenita? La sinistra italiana avrà il coraggio di alzare le bandiere di Ansarola o degli sciiti oppressi nelle petromonarchie ? Da SeL ai “trotskisti moderni” del PCL  hanno alzato a comando i vessilli dei tagliagole libici ma ora si rifiutano di tenere in mano le bandiere degli Hezbollah. Forse, devo dedurre, anche loro non sono tanto diversi da Renzi: complici, perché omertosi, di un’ aggressione in corso (con relative stragi di civili). Speriamo di essere smentiti, ma forse la speranza è vana.

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=3096

http://www.famigliacristiana.it/blogpost/arabia-saudita-i-nostri-amici-ne-ammazzano-47.aspx

https://www.facebook.com/%D8%B4%D9%8A%D8%B9%D8%A9-%D8%A7%D9%87%D9%84-%D8%A7%D9%84%D8%A8%D9%8A%D8%AA-%D9%81%D9%8A-%D8%A7%D9%8A%D8%B7%D8%A7%D9%84%D9%8A%D8%A7-Musulmani-Sciiti-In-Italia-132225576897095/?fref=ts

http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=817:le-bombe-italiane-contro-i-civili-in-yemen&catid=2:non-categorizzato

 

Stefano Zecchinelli

 

 

1 commento per “L’ “Italietta” renziana alleata della tirannia saudita

  1. Riccardo
    16 gennaio 2016 at 10:20

    Premesso che detesto Renzi e tutta la sua compagnia cantante, vorrei rivolgerti una domanda: perché scrivi “l’Italietta” ?
    Forse perché anche tu sei omologato alla massa italiana, affetta e afflitta da esterofilia cronica?
    Ascolta, ma tu l’hai mai sentito un albanese dire o scrivere “l’Albanietta”? O un romeno “la Romanietta”? Al limite un serbo con un “la serbietta”? No, vero? E sai perché? Perché loro, nonostante vivano in paesi più poveri del nostro, sono fieri delle loro radici; ergo, sono nazionalisti (che non c’entra nulla con l’essere “fascisti”).
    Viceversa, gli italiani (eccezioni rarissime a parte) sono fortemente anti-nazionalisti e disfattisti e questo lo si evince chiaramente anche dal linguaggio che i medesimi usano.
    Tu ne sei una ulteriore prova.
    >>>
    PS: gli italiani sono al massimo campanilisti.
    Ed infatti se uno dice “l’Italia fa schifo” (come se il resto del mondo fosse un paradiso), una caterva di italiani si affretterà a rispondere “Sì!, è vero!, è tutto uno schifo, bla bla bla”…
    Ma stai pur tranquillo che se a un romano dici “Roma è una merda”, bisognerà farci a botte; idem con un milanese o un napoletano.
    (Non altrettanto con chi vive in provincia, perché, di solito, i “provinciali” si vergognano di essere tali).

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