La distruzione della Jugoslavia: il giornalismo genuflesso al narco-stato kosovaro

Gli scontri avvenuti il 29 maggio nella cittadina serba di Zvecan, situata nel nord del narco-stato kosovaro, hanno contrapposto i mercenari della Nato alla popolazione autoctona, la quale è legittimamente insorta per bloccare l’insediamento d’un sindaco-podestà eletto con meno del 3% dei voti. In poche parole, la Nato è intervenuta militarmente per proteggere un sultanato locale che, documenti alla mano, è un crocevia del narcotraffico nel cuore dell’Europa.

L’aggressione imperialista alla Serbia filorussa, l’unico Stato sovrano occidentale da Lisbona a Mosca, ha rappresentato un laboratorio per la sperimentazione delle ‘’guerre eterne’’, conflitti scatenati dal Pentagono non per essere vinti, ma per gettare intere aree geografiche nel caos. La dottrina della ‘’guerra senza fine’’, inaugurata dal clan Clinton ed approfondita da Bush ed Obama, ha fatto di Belgrado la prima vittima del Nuovo Ordine Unipolare, là dove Damasco e Mosca hanno dimostrato di poter resistere. Nel 2023, riacquistata l’indipendenza, il governo serbo ha rilanciato il multipolarismo filo-cinese contrapponendosi all’unilateralismo USA.

Il Kosovo è un ingranaggio della controrivoluzione unipolare: creato artificialmente dagli Stati Uniti e disconosciuto dall’Onu, ha addestrato i wahabiti che per un decennio hanno insanguinato la Siria sovrana. Il narco-stato kosovaro, rappresentato dai media Anglo-Sionisti come ‘’uno stato indipendente’’, condivide la stessa natura politica di Daesh: i tagliagole al potere. A distanza d’oltre vent’anni, il Kosovo è diventato il fulcro perlopiù della droga coltivata, sotto la supervisione statunitense, dopo l’ Afghanistan a cui la Resistenza tradizionalista-conservatrice dei Talebani ha messo fine. Non esiste libertà sotto la Nato: Washington non ha alleati, ma soltanto ostaggi da taglieggiare.

Quanto valeva l’informazione, della corporazione-giornalistica, sulla guerra – in realtà una aggressione multidimensionale e ‘’di quarta generazione’’ – in Jugoslavia? Niente, del resto nel cyber-capitalismo la Propaganda ha lasciato il posto alla Manipolazione, trasformando il cittadino (categoria giuridica caratterizzante il capitalismo) in un individuo programmato/alienato. Leggiamo, a riguardo, il giornalista investigativo Michel Collon:

 

Era corretto lo schema “serbi aggressori, croati e musulmani vittime”?

NO. Il generale belga Briquemont, al comando delle forze dell’ONU in Bosnia dal giugno del ’93 al gennaio del ’94, si trovava in posizione privilegiata per dichiarare: “la disinformazione è totale (…) La televisione ha bisogno di un capro espiatorio. Al momento c’è totale unanimità nella condanna dei serbi e questo non facilita la ricerca di una soluzione. Non credo si possa considerare il problema della ex Yugoslavia e della Bosnia-Erzegovina unicamente dal punto di vista anti-serbo. E’ molto più complicato di così. Un giorno, in piena guerra croato-musulmana, avevamo informato sui massacri commessi dall’esercito musulmano. Un giornalista statunitense mi disse: ‘Se lei dà questo tipo di informazione, i telespettatori statunitensi non capiranno niente”. Non si tratta di negare i crimini commessi dalle forze serbe. L’ideologia dei testi del dirigente serbo-bosniaco Karadzic è di estrema destra. Ma in realtà, dalla divisione della Yugoslavia, in tutte le parti alcune forze politiche e mafiose hanno utilizzato metodi di guerra per appropriarsi di territori e di ricchezze. Nei tre campi – croato, musulmano e serbo – le milizie hanno commesso crimini tremendi, contro tutte le popolazioni. Così, nell’agosto del ’94, il dirigente di Sarajevo, Izetbegovic, attaccò la regione musulmana di Bihac controllata da Fikret Abdic, che si stava allontanando da lui e voleva vivere in buona armonia con i suoi vicini serbi e croati. Izetbegovic fu aiutato, in questa offensiva, da sei generali degli USA.

Tacere dei crimini dei “nostri amici”, ma demonizzare tutto quello che ci si oppone, è un classico della propaganda di guerra. Molte menzogne mediatiche sono state chiaramente fabbricate da un’agenzia statunitense di “relazioni pubbliche”, Ruder Finn, compagna della nota Hill & Knowlton che inventò le menzogne mediatiche delle incubatrici “rubate” dagli iracheni.’’ 1

I media anglofoni, approfondendo e globalizzando le tecniche di dissonanza cognitiva sistematizzate dalla CIA contro le Pantere Nere, trasformarono gli aggressori kosovari in vittime, destoricizzando il conflitto. Nelle guerre ‘’di quarta generazione’’, a differenza dei conflitti tradizionali o convenzionali, il deep state persegue il duplice obiettivo di distruggere la mente e colonizzare le capacità umane; in una situazione di guerra ibrida, rintronati dalla pandemia delle fake news, i cittadini si trovano nell’impossibilità di elaborare analisi indipendenti da chi detiene il Potere. Il capitalismo, riproducendosi culturalmente a ‘’sinistra’’, ha rimosso l’imperialismo dai programmi di Storia, sostituendo la difesa dei Diritti dell’Uomo (come il Diritto/Dovere di difendere la propria Patria) con la religione dei diritti umani: oggigiorno, i crimini maggiori vengono consumati in nome dell’umanità-occidentale.

La Resistenza serba è, doppiamente, giusta e conforme al diritto internazionale. C’è un’ulteriore ragione che dovrebbe spingere le organizzazioni antimperialiste a sostenere Belgrado: l’indipendenza serba colpisce l’imperialismo collettivo USA/UE/Sionismo nella ‘’guerra multidimensionale’’ contro l’Eurasia. Il Nulla contro l’Uomo.

Nel Medioevo, i predoni-crociati lanciavano i loro sproloqui razzisti dai pulpiti delle cattedrali; nel 2023, la sinistra imperiale ha trasformato le parate anti-fa in una moderna religione. L’antifascismo liberale è un alleato strategico del ‘’nazionalismo integralista’’ ucraino: in nome di Israele, a Kiev si organizzano pogrom antisemiti post-moderni.

Gli USA hanno dichiarato di combattere per difendere la vita dei musulmani. Quali musulmani? Certamente non i fedeli palestinesi e yemeniti morti sotto i bombardamenti israeliani e sauditi; una maniera tutta anglosassone d’intendere l’ipocrisia e la spettacolarizzazione della morte. La manipolazione mediatica dei conflitti ha trasformato il giornalismo-professionista in prolungamento dell’unilateralismo del Pentagono e della Geopolitica sionista: i giornalisti (corrotti) provocano le guerre.

https://www.resistenze.org/sito/te/cu/li/culihm28-019777.htm

Undici soldati italiani feriti negli scontri in Kosovo. Perché l'intervento  delle forze Nato è un segnale | Il Foglio

Fonte foto: da Google

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