La Francia di fronte alle sue responsabilità

Il conflitto fra Parigi ed Ankara in termini geopolitici è una guerra inter-capitalista fra uno stato imperialista, la Francia, alleato strategico degli USA e la Turchia, paese sub-imperialista in rotta di collisione con la NATO. Gli analisti che masticano un po’ di geopolitica devono relazionare gli attentati terroristi ‘’islamisti’’ al questa guerra fra stati, chiarendo ai lettori che la religione non ha nulla a che vedere con il terrorismo.

Lo studioso marxista Michele G. Basso ha avanzato delle ipotesi precise: ‘’Non sappiamo, però, se dobbiamo tutto questo ai servizi segreti turchi o al Mossad, che ha interesse a scavare un abisso tra Francia e paesi musulmani e a far emigrare gli ebrei francesi in Israele, come fu chiaro al tempo del maggior attentato a Charlie Hebdo: Hollande se ne andò ostentatamente quando prese la parola Netanyahu’’. Le certezze che abbiamo, al di là delle ipotesi (fondate) di Basso, sono due:

  • La Francia ha di fatto adottato una sorta di anti-musulmanesimo di stato, provocando le popolazioni islamiche con sproloqui coloniali indigeribili per gli stessi cittadini francesi fedeli all’Islam che non sono pochi e meritano rispetto.
  • L’imperialismo francese ha armato il fondamentalismo sunnita e wahabita contro la Repubblica Islamica dell’Iran, gli Hezbollah e la Siria. Gli attentatori ‘’islamisti’’, da anni, massacrano musulmani aperti al pluralismo, sciiti e socialisti islamici.

Il mondo musulmano è insorto, da Teheran a Gerusalemme, contro il colonialismo culturale di Parigi, i centri di propaganda dell’Eliseo hanno colpito Maometto, il Profeta, qualora avessero colpito Khamenei sarebbero insorti soltanto gli sciiti. La violenza anti-musulmana di Washington e Parigi, si è trasformata, di fronte alla miseria imposta ai cittadini islamici, in un vero e proprio effetto boomerang. Sempre Basso, in un articolo del 2012 scriveva: ‘’L’America subirà gravi danni per i crescenti pericoli, non tanto per le ambasciate, che saranno blindate fino all’inverosimile, o per le spie, quanto per i propri cittadini presenti sul posto, commercianti, imprenditori, tecnici. Perderà, inoltre, una buona fetta di mercato, per i boicottaggi. Analoga sorte per tutti i paesi della Nato, come fa pensare l’assalto all’ambasciata tedesca in Sudan, e non hanno nessun effetto i tentativi di dissociazione dalla provocazione fatta dai vari governi’’ 1.

Diceva bene Mao, i reazionari sono soliti creare i grandi problemi per poi venirne travolti, quindi – riprendendo le parole del presidente siriano Bashar al-Assad – il terrorismo è come uno scorpione, se te lo metti in tasca (come ha fatto la Francia) prima o poi ti punge. Lo stato profondo francese paga il prezzo di politiche coloniali balorde ed anacronistiche, pompate dall’arroganza di ‘’intellettuali’’ colonizzati dal neoconservatorismo yankee: utilizzare il terrorismo sunnita (in Libia, Siria e Yemen), islamizzare il sottoproletariato (in patria) e poi venirne travolti. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

I media di regime non hanno dato alla sinistra imperiale spiegazioni sul brutto spettacolo offerto dal presidente Macron in Libano, un attacco gratuito al Movimento di Resistenza Islamica Hezbollah. Il giornalista Thierry Meyssan ha risposto alle imprecisioni del presidente:

‘’Infatti, secondo Macron, lo Hezbollah è al tempo stesso «milizia», «organizzazione terroristica», nonché partito politico. Invece, e l’abbiamo visto, è in realtà al tempo stesso il primo esercito non -governativo che lotta contro l’imperialismo e un partito politico che rappresenta la comunità sciita. Non si è mai reso responsabile di azioni terroristiche all’estero. Invece secondo Macron lo Hezbollah ha instaurato «un clima di terrore», che blocca le altre formazioni politiche. Ora, lo Hezbollah non ha mai utilizzato il proprio gigantesco arsenale contro i propri rivali libanesi. La breve guerra del 2008 non l’ha opposto a sunniti e drusi, bensì a chi ospitava centri di spionaggio di potenze straniere (in particolare nei locali d’archivio di Futur TV)’’ 2

Lo sproloquio di Macron, che ignora totalmente la storia del Libano, ha provocato la dura reazione da parte della stampa iraniana che, dimostrando di saper utilizzare lo strumento della satira, ribatte al razzismo satirico di Charlie Hebdo: ‘’Il diavolo di Parigi’’ è il titolo della prima pagina di Javan, giornale che gli iraniani considerano ‘’rivoluzionario’’ e la stampa francese ‘’ultraconservatore’’, a dimostrazione di quanto le categorie occidentali siano del tutto inutili per la comprensione di realtà completamente diverse da quelle occidentali.

Nessuna descrizione disponibile.

Prima pagina del giornale iraniano Javan 3

 

Ritorniamo agli attentati: sono il rovescio della medaglia del capitalismo di sorveglianza basato sulla penetrazione imperialista israeliana nel cuore del’Europa. In questo caso ripropongo una intervista rilasciata da Julian Assange nel gennaio 2015, dopo la mattanza islamista che ha colpito anche la sede della rivista Charlie Hebdo:

‘’La sorveglianza di massa è una minaccia alla democrazia e alla sicurezza della popolazione, dato che concede un potere eccessivo ai servizi segreti. L’argomento per proporla è che così si possono trovare persone non note in precedenza. Ciò che vediamo, nel caso di Parigi, è che i protagonisti erano stati identificati. Ci dovrebbe essere una inchiesta approfondita sul come è stato possibile commettere tali errori, anche se l’esperienza mi dice che questo non succederà, perché questi servizi sono corrotti e lo sono perché sono segreti. La sorveglianza di massa non è gratis e in tal senso è una delle cause di ciò che è successo, perché sono state sottratte risorse e personale per qualcosa che avrebbe dovuto essere una sorveglianza mirata ad una minaccia terroristica’’ 4

La sorveglianza di massa viola il diritto alla privacy, piuttosto è necessaria una vigilanza specifica verso possibili bersagli. La violenza non è sinonimo di forza: l’intelligence francese è la più incompetente d’Europa. Dall’altra parte, la cooperazione anti-terroristica necessita della fine del colonialismo e la cooperazione con Siria, Russia ed anche l’Iran, paesi in prima linea nella lotta al wahabismo: tutto il contrario di ciò che sta facendo la Francia. Gli USA hanno portato Parigi in fondo al baratro: neoliberismo, distruzione del sistema sanitario, dipendenza da Israele, guerra in Siria ed incapacità dell’intelligence. I governi francesi sono di fronte alle loro responsabilità.

I viaggi di Macron in Libano sono stati accompagnati da una petizione sul ripristino del mandato coloniale nella nazione araba. Un affronto diretto a Damasco e Teheran. Il Partito coloniale francese è il solo responsabile del boomerang islamista: Parigi, invece di abbandonare la tesi sullo ‘’scontro di civiltà’’ partorito dall’ignoranza dell’estrema destra USA, prepara nuove guerre: la politica delle scorpione sulla pelle dei propri figli.

https://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o35579:e1

https://www.voltairenet.org/article210963.html

https://iqna.ir/it/news/3485615/offese-a-profeta-mohammad-sw-crescono-proteste-nel-mondo-islamico-contro-presidente-francese

https://www.popoffquotidiano.it/2015/01/15/julien-assange-perche-charlie-non-era-piu-protetta/

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