La lobby sionista contro i Black Lives Matter

Lo stato profondo americano sta cercando di corrompere il movimento d’opposizione al ‘’trumpismo’’ Black Lives Matter (BLM), (1) inondandolo con i soldi della Fondazione Ford e (2) sfruttando la debolezza teorica degli attivisti afroamericani: antirazzisti, ma non antimperialisti. Ciononostante la lobby israeliana, alleata di ferro dell’amministrazione Trump attraverso la mediazione di Sheldon Adelson e Jared Kushner, seguita nel considerare i BLM una minaccia strategica: la solidarietà col popolo palestinese e la vicinanza alla sinistra venezuelana, rappresentano posizioni politiche – meritevoli – imperdonabili per i maestri della pulizia etnica. La campagna di diffamazione dei sionisti-conservatori verso il movimento afroamericano, mette seriamente in discussione le tesi giornalistiche di chi considera – sbagliando – i BLM, nella loro interezza, un movimento ‘’venduto’’ allo stato profondo. Le cose, analizzando le dinamiche interna alla politica statunitense, risultano più complesse.

 

La lobby israeliana considera i BLM una minaccia strategica

Il capo dell’Organizzazione Sionista d’America, Morton Klein, ha richiesto che l’organizzazione filo-israeliana per i diritti civili, Southern Poverty Law Center, “inserisca immediatamente Black Lives Matter nella loro lista di gruppi che incitano all’odio”. Il suo delirio merita una spiegazione, molti lettori potrebbero cadere in equivoco.

“BLM è un gruppo di pericolosi estremisti neri conservatori finanziati da Soros che incita all’odio, odio verso i bianchi, odio verso gli israeliani e che promuove la violenza ” 1

Su questo giornale ho più volte spiegato che mentre Netanyahu e Trump appartengono alla fazione nazionalista del sionismo la quale, scatenando violentissime guerre regionali, persegue l’obiettivo del Grande Israele, Soros ed il clan Clinton sono rappresentanti del sionismo cosmopolita il cui obiettivo è di gran lunga più grande: conquistare l’Eurasia con la possibilità di scatenare un conflitto termonucleare contro la Federazione russa. Il tentativo di Soros di corrompere i BLM è indubbiamente grave, ma non fa ancora degli afroamericani una pedina dello stato profondo. La ragione è giornalisticamente chiara: Israele è un pilastro del capitalismo globalizzato, tanto per i nazionalisti (Netanyahu e Trump), quanto per i cosmopoliti. Un movimento che critica il sionismo non può essere, almeno fino a questo momento, corrotto nella sua interezza.

Perché il movimento BLM riceve finanziamenti da Soros e dalla Fondazione Ford? Da una parte la lobby israeliana (nazionalista) richiede l’eversione parafascista contro i Black Lives Matter, al contrario la lobby ‘’cosmopolita’’ cerca di corromperne i vertici portandoli su posizioni di ‘’sinistra’’ politicamente corretta. Antirazzismo senza anticapitalismo e antimperialismo. Il sito Invicta Palestina ha tradotto il giornalista arabo Ali Abunimah, il quale ha descritto l’operazione di depistaggio dell’AIPAC, il peggio del sionismo guerrafondaio:

‘’Tuttavia, valutando la situazione attuale, la Lega Anti-Diffamazione e gruppi simili stanno lavorando duramente per cooptare il BLM, piuttosto che condannarlo apertamente.

Perfino AIPAC, il potente gruppo di lobby israeliano di Capitol Hill, è entrato in azione, twittando che sulla scia dell’uccisione di Floyd, “il flagello del razzismo, dell’intolleranza e della disuguaglianza deve finire”.

Nei giorni scorsi, il feed Twitter della Lega Anti-Diffamazione ha fornito un sostenuto flusso di sostegno alle proteste, chiedendo la fine della violenza della polizia e auspicando delle “riforme”’’ (Ibidem)

Le ‘’riforme’’ richieste dalla Lega Anti-Diffamazione riguardano la privatizzazione delle forze dell’ordine, quindi la polizia verrebbe affidata ad agenzie private legate al MOSSAD. Una legittima mobilitazione popolare sarebbe, in questo modo, sviata ed utilizzata dal Partito democratico per instaurare quella che Edward Snowden chiama una nuova Architettura di Potere. Le fonti sono inoppugnabili: lo scorso anno, il Reut Institute ed il Jewish Council for Public Affairs hanno pubblicato un rapporto dove consigliavano alle lobby israeliane di dividere la sinistra spezzando la solidarietà sociale degli afroamericani e dei nativi americani con i palestinesi. L’imperialismo intelligente dei gruppi di pressione israeliani rimane, al di là di chi vinca le elezioni negli USA, il nemico principale. USA: padroni o servi del sionismo? La domanda, posta dal sociologo James Petras, è aperta.

Lo stato profondo israeliano, qualora queste pratiche di persuasione non dovessero funzionare, è pronto ad utilizzare tattiche prevaricatrici distruggendo militarmente i BLM. Il documentario The Lobby – USA, trasmesso da Al Jazeera, ha rivelato come il governo israeliano stia lavorando contro questo movimento afroamericano per schiacciarne le componenti – in questo momento poche – antimperialiste. Israele potrebbe ricorrere, addirittura, agli assassinii mirati.

L’attivista e teorico afroamericano Malcolm X, con l’articolo La logica sionista (1964), spiegò che il sionismo, tingendosi di messianesimo religioso, rappresentava una pericolosa fascinazione anche per il movimento anti-razzista. I Black Lives Matter non hanno futuro se sommersi dai soldi sporchi di Ford e Soros, tutt’altro: diventeranno i primi nemici delle minoranze emarginate. Un antirazzismo privo di antisionismo e di antimperialismo è più dannoso che inutile. Su questa linea la giornalista Rima Najjar ha pubblicato un articolo eccellente sugli slogan manipolati della ‘’sinistra’’ israeliana:

‘’Per essere veramente filo-palestinesi, bisogna essere anti-israeliani, anti-sionisti. Questi manifestanti si aggrappano, cinicamente o per delusione, all’idea che essere “ebrei e democratici” è possibile, che negare l’uguaglianza dei palestinesi e tornare alla loro patria rubata è una questione di “sopravvivenza” nazionale ebraica’’ 2.

Lo stesso vale per la lotta degli afroamericani: non si può ‘’riformare’’ il capitalismo statunitense, abbattere le statue ottocentesche è decisamente inutile, semmai bisognerebbe chiudere le basi Nato e farla finita coi fascio-sionisti del Pentagono. L’unica forma di convivenza accettabile, necessita dello smantellamento del Deep State americano-sionista: il Governo Occulto egemonizzato dai Clinton ed il complesso militar-industriale in questo momento guidato da Trump. Non c’è convivenza dentro il capitalismo.

Il sociologo marxista James Petras ha sottolineato la stupida risposta di Trump e dei suoi sostenitori ai dimostranti:

‘’Trump quiere utilizar a los militares para ocupar las ciudades y reprimir a los civiles, a los activistas, a las organizaciones políticas que están actuando. Pero los militares no quieren meterse en este conflicto político de Trump, que está muy desprestigiado entre los militares, por lo menos entre los generales’’ 3

Traduzione: ‘’Trump vuole usare i militari per occupare città e reprimere civili, attivisti e organizzazioni politiche che agiscono. Ma i militari non vogliono entrare in questo conflitto politico di Trump, che è altamente screditato tra i militari, almeno tra i generali’’

Il presidente eletto non ha nulla da offrire ad un popolo divorato dal neoliberismo, la sua ideologia ‘’jacksoniana’’ è già stata sconfitta della storia. Il Partito democratico, con la distruzione pianificata delle opposizioni antirazziste (es. BLM), si prepara a scatenare la quarta guerra civile statunitense (come la chiama Thierry Meyssan): dittatura dello stato profondo o dissezione. Gli USA, per colpa della lobby israeliana, sono come un sonnambulo dinanzi al burrone.

https://www.invictapalestina.org/archives/39238?fbclid=IwAR3TI19wDuzPTsA2wt0uaIhfSO8Apz4Ne5274u0H0j4EmoBCDTYzl6VafgA

https://www.invictapalestina.org/archives/39225?fbclid=IwAR3Vtj5jZLLMs6VBtgJQR50e1E0Arbv6DcWstQ93x4J3krtgJwCjPQfKZXU

https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/hay-una-transformacion-en-el

Black Lives Matter, le proteste per la morte di George Floyd da ...

 

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