La (lucida) follia di Israele

Le elezioni israeliane, appena concluse, hanno sancito la moderata vittoria della destra nazionalista sulla fazione cosmopolita dell’imperialismo. Come ha spiegato James Petras si tratta di uno scontro fra la destra (cosmopolita) e l’estrema destra (fascista), entrambe intenzionate nel proseguire la banditesca pulizia etnica della Palestina.

In precedenti articoli ho individuato tre inquietanti analogie fra il neo-sionismo e il fascismo:

  • ‘’ Il concetto di nazione è superato dalle idee imperiali e gli imperi, per forza di cosa, tendono ad essere culturalmente omogenei;
  • Sionisti e neonazisti credono nell’esistenza delle razze, quindi accusano il fronte marxista e nazionalista progressista di minare la purezza razziale dell’occidente bianco e civilizzato.
  • L’antisemitismo rovesciato è una sorta di anti-musulmanesimo imperialista. La cerchia di Bannon e Netanyahu considera l’Iran come una sorta di‘’nuovo marxismo’. 1

All’interno di questa prospettiva politica si muove Netanyahu, appoggiato dall’amministrazione Trump e – come ci ha spiegato il giornalista Gideon Levy – da una parte purtroppo importante del popolo israeliano. L’ultimo articolo del giornalista di Haaretz merita d’essere riletto con attenzione:

‘’Se Netanyahu è da biasimare per tutto, allora se potessimo liberarci di lui, tutto tornerà ad essere buono. Non è così. Se Netanyahu è responsabile di tutto, allora non abbiamo nulla a che fare con la situazione attuale. Non è così. Netanyahu ha causato gravi danni, ma dietro di lui c’è una nazione e gli elettori e altri funzionari eletti, la maggior parte non molto diversa da lui, e un pubblico e una società e i media. La colpa ricade su di loro almeno altrettanto, se non di più.

In parole povere, il problema è la gente. Netanyahu ha elettori. Ci sono quelli che votano per quelli cone lui. C’è chi odiava gli arabi molto prima di Netanyahu. Ci sono quelli che disprezzano i neri, disprezzano gli stranieri, sfruttano i deboli e guardano il mondo intero con lo sguardo rivolto verso il basso – e non a causa di Netanyahu. C’è chi crede di essere il popolo eletto e quindi merita tutto.

C’è chi pensa che, dopo l’Olocausto, gli è permesso fare qualsiasi cosa. C’è chi crede che Israele sia ai vertici del mondo in ogni campo, che il diritto internazionale non si applichi ad esso, e che nessuno possa dirgli cosa fare.

C’è chi pensa che gli israeliani siano vittime – sempre vittime, le uniche vittime – e che il mondo intero sia contro di noi. C’è chi è convinto che a Israele è permesso fare qualsiasi cosa, semplicemente perché può’’ 2

La questione che deve essere chiarita inerisce al rapporto fra nazione e governo sionista; dietro Netanyahu non c’è una nazione, ma una ideologia che fa riferimento ad un movimento colonialista che ben presto (almeno dal 1956 in poi) è diventato organico all’imperialismo. Anche per questo il sionismo è riuscito – in Israele come in Europa e negli USA – nell’impresa d’un lavaggio del cervello su larga scala. Continua Levy:

‘’C’è il lavaggio del cervello in una misura sconosciuta in una democrazia. Netanyahu è responsabile di tutto questo? Andiamo!

Il problema è l’atmosfera, lo spirito dei tempi, i valori e le prospettive che si sono radicati qui durante decenni di sionismo.

Netanyahu non li ha seminati e non saranno sradicati quando se ne andrà. Il razzismo e la xenofobia sono qui profondamente radicati, molto più profondamente di qualsiasi Netanyahu. Come si può attribuire tutto questo all’uomo di Balfour Street quando è iniziato molto prima che fosse scelto come inviato a Washington?

L’apartheid non è iniziato con lui e non finirà con la sua partenza; probabilmente non sarà nemmeno ammaccato. Una delle nazioni più razziste del mondo non può lamentarsi del razzismo del suo primo ministro ’’

Netanyahu è un prodotto del sionismo così come Mussolini e Hitler furono figli del capitalismo e del colonialismo occidentale. Il nazifasciamo adottò una politica imperialista e colonialista nel cuore dell’Europa; il sionismo applica esattamente le stesse logiche e stesse politiche nel contesto mediorientale.

L’idea balorda dello Stato etnico, gli sproloqui dell’ideologo americano-sionista Richard Spencer e i comportamenti dei coloni israeliani possono essere considerati come una sorta di neo-imperialismo etnico.

https://www.linterferenza.info/esteri/la-nuova-destra-fascio-sionista-israeliana/

 

http://diegosiragusa.blogspot.com/2019/04/il-problema-non-e-netanyhau-bensi-il.html

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Fonte foto: Quotidiano.net (da Google)

4 commenti per “La (lucida) follia di Israele

  1. sinistra patria
    22 aprile 2019 at 16:54

    Non è Israele il nuovo fascismo, non è Trump, non è Bannon, nè Israele, nè Dughin. In una logica politica pura questi sono i cd Nemici Secondari. Il fascismo, il nemico, è oggi l’ordoliberismo in tutte le sue forme, vi rimando all’analisi puntale di costizuinalisti come Barra Caracciolo. Il fascismo è il gretinismo alla natura blut und bloden di nazi memoria, è il bergoglismo islamofilo e antipatriotico, è pure l’iran alleato della maledetta UE ordoliberista della Mogherini. Riconosceremo i socialisti dei nostri tempi da quello che dicono del nemico primario, l’UE e l’euro, e da come si rapportano con questo. Terze vie non ci sono. Il nemico del mio nemico, quindi Trump, non è il nemico primario.

    • Fabrizio Marchi
      22 aprile 2019 at 17:29

      Quindi secondo te la contraddizione principale è l’UE e non gli USA e la NATO?…E questo perché? Perché alla casa Bianca c’è Trump e non la Clinton o qualsiasi altro rappresentante dei neo liberal o democrats? Ma non lo sai che negli USA a dettare legge – chiunque sieda alla Casa Bianca – è il cosiddetto “deep state”, lo stato profondo, cioè il grande complesso militare-industriale, più CIA ed FBI, e naturalmente le grandi lobby e le grandi multinazionali?
      Abbi pazienza ma la tua analisi è veramente sfasata. Che l’UE sia un nemico non c’è dubbio ma di certo non è quello principale che resta l’ “impero” USA, chiunque ne sia il rappresentante…
      Dopo di che nessuno qui pensa che il fascismo sia la contraddizione principale. Usiamo dire appunto che ci sono nuove forme di fascismo per spiegare il fenomeno delle varie destre reazionarie mondiali, rappresentate dai vari Trump, Bolsonaro, Netanyahu, Orban e Salvini. che sono parte integrante dell’ “impero”, solo che ne rappresentano un ‘altra faccia. Perdona ma la tua è la classica analisi di quei compagni della “sinistra sovranista” che invertono l’ordine dei fattori, cioè delle contraddizioni e finiscono per prendere lucciole per lanterne. Quale nemico del mio nemico? ma dove? Trump, nemico del mio nemico? Ma crediamo per davvero alle favole? E Trump sarebbe un amico? Ma su…In certi casi mi viene da consigliare una sana analisi marxista…Scusa eh…Senza offesa…
      P.S. l’Iran gioca invece un ruolo fondamentale oggi in Medioriente in funzione anti USA, anti Israele e anti Arabia Saudita, e da un punto di vista esclusivamente geopolitico considerarlo oggi un nemico mi sembra veramente una fesseria campata per aria…

  2. Patria o muerte
    22 aprile 2019 at 18:20

    Eh no caro Compagno Marchi, non mi puoi dire la solita versione della sinistra sovranista. Dobbiamo fare allora armi e bagagli e passare al campo del globalismo alterfascista e neo-schiavista, fregandocene antilenisticamente delle contraddizioni interne al blocco imperialista? Con queste criterio nel ’43 non avremmo dovuto prendere armi da protosionisti e americani per liberarci dell’imperialismo pangermanista, ma saremmo restati come bordighisti alla finestra. Il socialismo o sarà patriottico o non sarà. L’internazionalismo è stato una meravigliosa illusione dalle gambe zoppe, un secolo di errori deve farci aprire gli occhi…Afd non è fascismo, come non è fascismo Die Linke, il nemico del mio nemico non è mio nemico, il che non significa, come dici tu, che Trump sia amico. Ma meglio di Obama-Clinton-Merkel e della mafia fascioglobalista è.

    • Fabrizio Marchi
      22 aprile 2019 at 22:39

      Potremmo continuare all’infinito. Siamo destinati a non comprenderci, quindi direi di chiuderla qui e andare avanti. Chi ha più filo tesserà. Però risparmiamoci almeno la reciproca lezione su chi interpreta meglio Lenin e Marx e magari anche Mao.
      Tanti auguri e in bocca al lupo, cioè all’UE. Poi dopo penserai al resto…

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