La minaccia israeliana si affaccia in America latina?

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Mentre gli Usa preparano il passaggio alla presidenza Trump rivolgendo preoccupanti minacce ad Iran ( minacce militari ) e Cina ( boicottaggio economico ), Israele volge lo sguardo all’America Latina cercando di aizzare gli Stati vassalli – Cile e Colombia – contro i governi progressisti ed il maggior movimento armato di liberazione nazionale: le FARC.

Netanyahu, nonostante sia il primo ministro di un paese piccolo in quanto ad estensione geografica, è il maggior esponente della destra pan-imperialistica mondiale. Il Likud, il partito razzista e neocolonialista al governo in Israele, rappresenta gli interessi dei settori più aggressivi del capitalismo globalizzato. Dopo la sconfitta elettorale della Clinton, Netanyahu, un signore capace di pianificare tre guerre all’anno, si candida a guidare il fronte reazionario delle oligarchie anti-democratiche. Studiare con attenzione le sue mosse è, quanto meno, necessario per poi saperle prevenire e – auspicabilmente – bloccarle.

 

Netanyahu dichiara guerra all’America Latina ?

Il regime israeliano ha protestato energicamente contro il governo dell’Ecuador a causa del discorso di un alto diplomatico ecuadoriano che ha paragonato il sionismo al nazismo. Leggiamo: ‘’Sobre todo por la comparación que hizo el representante entre el trato (de Israel) hacia los palestinos y las atrocidades del régimen nazi’’ 1. Questa posizione dei progressisti sudamericani è ben nota agli osservatori antimperialisti e riprende uno degli ultimi articoli di Fidel Castro sull’olocausto palestinese. Nelle parole di Fidel compare la stessa analogia fra nazismo e sionismo: ‘’Penso che una nuova e ripugnante forma di fascismo sta sorgendo con una forza considerevole in questo momento della storia umana’’ 2. Purtroppo per Israele la collaborazione sionista-fascista è una innegabile e drammatica realtà, puntualmente denunciata da Albert Einstein, Hannah Arendet ed Eric Fromm. O forse Israele vuole abolire la libera ricerca storica?

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha posizioni anti-israeliane molto tiepide seppure, da lì a poco, è entrato in rotta di collisione con gli Usa per le sue critiche al neoliberismo e la coraggiosa difesa della vita di Julian Assange ed Edward Snowden. I media sionisti, per questa ragione, non hanno cessato di attaccarlo, riprendendo la solita propaganda della CIA che accusa Ecuador e Venezuela di appoggiare le FARC. Chiariamo, le FARC sono rispettabilissime ma i governi dei due paesi sudamericani non hanno mai avuto nessuna comunità di intenti con questa organizzazione marxista-leninista e bolivariana.

L’Ecuador diventa un paese ostile ai progetti di Netanyahu? Vedremo, al di là del rispetto del diritto internazionale Correa non ha mai avuto, sulla questione del sionismo, posizioni paragonabili a quelle di Chavez, ma per avere contro un energumeno come Netanyahu basta davvero poco.

Israele non si ferma qui: Netanyahu comanda e Uribe, il narco-presidente colombiano, esegue, ordinando al suo luogotenente Santos di far saltare gli ‘’accordi’’ con le FARC. Chavez aveva ragione: la Colombia è l’Israele dell’America Latina. Non è casuale che proprio Wikileaks ci abbia svelato i legami economici e militari fra l’ultra-destra colombiana e quella israeliana:

‘’Los lazos entre Colombia e Israel van más allá: el intercambio militar (Israel apoyó al comando colombiano que realizó la famosa operación “Jaque” contra las FARC), la compra de Colombia de la licencia para fabricar fusiles Galil y otros negocios de orden militar. “El comandante del Ejército israelí en la franja de Gaza se retiró y pasó al sector privado a asesorar al entonces ministro Juan Manuel Santos. Colombia gastó cerca del 40 por ciento del presupuesto de compra de armas del Ministerio en Israel”. 

Es significativo que, “según reportes del Ministerio de Comercio Exterior, Israel es el primer socio comercial de Colombia en Oriente Medio. 315 empresas de ese Estado exportan a Colombia. Este mercado representa más del 80% del intercambio comercialentre Colombia y Oriente Medio. Israel le compra a Colombia más del 30% del carbón que consume. 

Hoy día, como reconoce el Ministerio de Relaciones Exteriores, “Israel es nuestro principal socio en la región y Colombia es su segundo socio comercial en Suramérica después de Brasil. Las relaciones bilaterales se han profundizado a través de visitas de alto nivel. Israel cuenta con un gran potencial económico y existe una gran posibilidad de complementariedad con los mercados colombianos.”’’ 3

Tralasciando la questione del commercio estero – 315 multinazionali israeliane esportano in Colombia – è chiaro come l’industria bellica dei due paesi viva un rapporto di dipendenza, con il paese sudamericano in uno stato di evidente inferiorità. Il complesso militar-industriale sionista ha bisogno, per fare profitti, di mantenere quell’area geografica continuamente in guerra, ragione per cui, facendo pressione su Uribe e Santos, cercherà di far saltare gli ‘’accordi’’. La logica del capitalismo è questa; più guerre si fanno e più le grandi imprese transazionali si arricchiscono.

Un altro paese nella lista nera di Tel Aviv è la Bolivia. Facciamo il punto: Evo Morales annuncia che le banche di proprietà Rothschild verranno messe al bando ed il governo sionista vende nuovi missili al Cile spingendo l’esercito cileno verso il ‘’pinochetismo senza Pinochet’’ ( cosa denunciata dalla Sinistra Rivoluzionaria cilena da molto tempo ). Michelle Bachelet ha piazzato gli armamenti israeliani nella base militare di Cariquima a 15 km dal confine boliviano. Come nel caso di Uribe, Netanyahu ordina e, in questo caso, Bachelet obbedisce. La logica del vassallaggio è sempre la stessa.

Non importa alla signora Bachelet che il Cile abbia delle cause giudiziarie in sospeso con Israele proprio per la vergognosa collaborazione fra Mossad e DINA pinochetista al tempo della dittatura militare. Il governo cileno imputa ad Evo Morales questa riforma progressista: ‘’Bolivia’s newfound economic independence has now empowered Morales to reject the very same institutions that once preyed upon his country. Just a few weeks ago, Morales announced that Bolivia will no longer respond to the demands or blackmail of the United States, the World Bank, or the IMF’’ 4 ? Il militarismo della ‘’sinistra’’ cilena ha una origine storica recente ma precisa e James Petras la individua con la solita eloquenza che lo contraddistingue: ‘’Lo spostamento della Bachelet dalla DDR agli USA è stato coronato da un anno di soggiorno a Fort McNair, dove ha assorbito la dottrina statunitense della“guerra interna” e le strategie contro le insurrezioni. A differenza di suo padre, che seguiva un percorso di rifiuto dell’imperialismo e abbracciava le politiche di ridistribuzione socialiste, la Bachelet invece preferisce la strada di “convergenza con il potere egemonico” (parole sue), che in sostanza significa: sottomissione servile ai diktat strategici statunitensi’’ 5. Domanda: il potere egemonico si è spostato da Washington a Tel Aviv? Il fanatismo pro-Israele di Trump dovrebbe, quanto meno, spingerci a fare delle ulteriori riflessioni.

Insomma, oltre ad Obama, la Clinton e Trump da quelle parti c’è qualcun altro a non voler vedere Stati sovrani e resistenti ( anche se non privi di contraddizioni ). Netanyahu alza il tiro: adesso sotto minaccia ci sono i paesi ‘’indipendenti’’ del Sudamerica. Sapranno resistere? Noi tutti ce lo auguriamo e ci impegnamo a sostenerli.

http://www.hispantv.com/noticias/palestina/326363/israel-discurso-embajador-ecuador-sionismo-nazismo-fidel

http://it.cubadebate.cu/autori/fidel-castro-ruz/2014/08/05/olocausto-palestinese-gaza/

http://www.taringa.net/post/apuntes-y-monografias/16856659/Colombia-y-el-estado-Palestino.html

http://yournewswire.com/bolivia-bans-rothschild-banks/

http://comedonchisciotte.org/il-miglior-alleato-di-washington/

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