La Russia ha abbandonato il Donbass?

La Russia ha abbandonato le Repubbliche Popolari di Luhansk e Donetsk? Secondo il Partito Comunista Operaio Russo, sembrerebbe di sì, e per un preciso disegno strategico da parte del governo russo: salvaguardare gli interessi economici e commericiali dell’oligarchia russa in Ucraina.

Scegliamo di pubblicare la dichiarazione ufficiale del CPSU:

Dichiarazione del Partito Comunista Operaio Russo-CPSU

Cose terribili avvengono nella regione del Donbass in Ucraina. La natura della conseguenza degli eventi recenti è diventata sempre più chiara.

Per un considerevole periodo di tempo, le autorità Russe hanno osservato il massacro disumano e lo sterminio di massa della popolazione civile nella regione del Donbass, come in altre parti del Sud-Est dell’Ucraina, limitandosi ad una retorica aggressiva contro la giunta di Kiev ed esprimendo la propria simpatia nei confronti delle sofferenze del popolo. Solo successivamente, quando si poteva intravedere un imminente minaccia di totale annichilimento di entrambe le Repubbliche Popolari di Luhansk e Donetsk, le autorità Russe hanno cominciato ad offrire un’assistenza limitata in termini di aiuti. La propaganda ufficiale era solita proclamare con forza e con patos che “i Russi non abbandonano altri Russi nella sofferenza”.

Ciò nonostante, per alcune ragioni non chiare, gli aiuti venivano portati soltanto in maniera limitata, così da non danneggiare il fragile equilibrio tra le parti in guerra, per far continuare il conflitto, dove le nuove Repubbliche non avrebbero dovuto vincere “accidentalmente”. Nel frattempo successe una cosa inaspettata: i combattenti della resistenza antifascista hanno dimostrato non solo la capacità di cacciare i nemici dai propri centri regionali, ma anche di cominciare un’offensiva risolutiva. Le truppe punitive della giunta sono fuggite in preda al panico da tutti i fronti lasciando dietro di sé i propri equipaggiamenti militari, le munizioni e le armi. Successivamente è arrivato un ordine di fermare la vittoriosa offensiva. Perché? A quale scopo? I comandanti della resistenza militare hanno espresso le proprie perplessità, e hanno cominciato a discutere sempre di più circa le possibilità di tale tradimento.

Ciò fu seguito dai bizzarri negoziati di Minsk, che hanno colto di sorpresa molti dei comandanti militari. Nel corso di questi negoziati le parti sono giunte ad un cessate il fuoco. Chi beneficia maggiormente da tale cessate il fuoco? Le vittoriose unità che avanzavano o le truppe della giunta che fuggivano in preda al panico? E’ una domanda retorica e la risposta è ovvia. Come è ovvio che tutto ciò non poteva succedere senza l’ingerenza di Mosca.

Allo stesso tempo, sia i leader politici che quelli militari delle repubbliche sono stati sostituiti. Persone che non potevano vantare gli stessi impressionanti record nei campi di battaglia sono stati installati, perché erano più obbedienti, obbedienti si intende agli uomini del Cremlino. Allo stesso tempo le persone che non avevano intenzione di fermare la resistenza contro il governo di Kiev rimangono tuttora al comando delle più attive unità di guerriglia. E ora accade un altro evento delle “pacifiche” negoziazioni ed iniziative. Con il pretesto del disimpegno delle truppe, le unità della resistenza sono state allontanate dalla linea di contatto, mentre le truppe punitive sono rimaste dove erano e hanno continuato i loro disumani bombardamenti dei quartieri urbani di Donetsk. Ogni aiuto da parte dello Stato Russo decresce considerevolmente. La popolazione delle città distrutte è condannata alla fame e al freddo senza cibo, acqua e carburante. Allo stesso tempo le truppe della Resistenza sono condannate alla sconfitta in quanto non ci sono abbastanza equipaggiamenti militari o munizioni che, secondo alcuni testimoni oculari, basterebbero al momento per non più di due ore di combattimento. Non è che stanno dando un aiuto meno consistente: hanno smesso di aiutarli e basta. Allo stesso tempo Kiev sta attivamente armando le truppe fasciste, inclusa l’importazione di equipaggiamenti e mezzi militari, ed altre truppe fresche sono state inviate sulla linea del fronte da parte della giunta.

Quali sono le attuali azioni delle autorità Russe? Fanno dichiarazioni, e ora non sono nemmeno più rabbiose come prima. Allo stesso tempo nella vita reale, il commercio tra Russia e Ucraina continua, e non solo il gas viene fornito, ma anche parti e articoli necessari all’industria militare Ucraina. Ciò che avvalora tale notizia sta nel fatto che le nuove autorità di Luhansk e Donetsk continuano ad inviare carbone estratto in Donbass all’Ucraina centrale e occidentale. Il popolo del Donbass viene lasciato in balia dell’inverno senza carbone perché questo viene inviato ai territori controllati dalla giunta. Le imprese del Donbass che ancora producono trasferiscono le proprie tasse a Kiev. Inoltre, i proprietari delle imprese richiedono una speciale “tassa per la guerra” utile a finanziare la così chiamata “Operazione Antiterrorismo”! Pagano affinché la giunta possa comprare le armi che li uccideranno. E’ una guerra molto interessante! E’ una strana guerra. Il popolo è in guerra mentre i suoi governanti aiutano i nemici. Tutti lo sanno! Tutti possono vederlo poiché niente è all’oscuro. Le miniere di carbone e le altre imprese  sono ancora di proprietà dei vecchi padroni, in primis appartengono all’oligarca Akhmetov. Tutti i tentativi di suggerire la nazionalizzazione delle imprese sono stati strettamente banditi dalle autorità. Che nazionalizzazione sarebbe se le autorità di Donetsk e Luhansk mandano i propri ricavi e i prodotti della manifattura locale ai propri nemici. In questo particolare caso, la proprietà dello stato non si traduce con la proprietà del popolo.

Mentre la guerra continua, essi indicono inutili elezioni in Novorossiya. Possiamo dunque giungere alla stessa conclusione, se paragonata alle elezioni truccate avvenute in Ucraina: legalizzare le autorità che hanno recentemente preso il potere. Conosciamo il lavoro di un numero di irriducibili antifascisti e veri combattenti nei Soviet Supremi di entrambe le repubbliche. Le elezioni sono state organizzate in modo tale che tali combattenti vangano purgati, e che gli venga negata l’influenza che meritano. Tutto viene fatto in ragione di ottenere i risultati di queste elezioni – basta dare un’occhiata alle regole delle elezioni adottate con l’aiuto di strateghi politici del Cremlino. Queste regole sono formulate per creare confusione e per lasciare che gli ufficiali che le supervisionano, scelti dalle autorità, facciano ciò che vogliono. Chiunque può vedere che essi registrano e ammettono a partecipare alle elezioni solo coloro che considerano “corretti” e che sono, in maniera predominante, appoggiati dal business, mentre alle forze popolari genuine non è permesso partecipare.

Ogni giorno ci sono bombardamenti, e la gente muore. Mentre il Presidente Putin già riconosce la legalità della giunta di Kiev che ha commesso un golpe anticostituzionale (secondo la sua stessa ammissione) e conduce amichevoli trattative  con Poroshenko e altri leader occidentali circa le forniture di gas e l’estensione della tregua, quest’ultima viene utilizzata per aumentare il potenziale militare delle truppe punitive. Entrambe le parti delle trattative lamentano l’inviolabilità dell’integrità territoriale dell’Ucraina, mentre nessuno menziona l’indipendenza delle due repubbliche e il volere popolare chiaramente espresso nel corso dei referendum indetti nelle due repubbliche.

Esiste una conclusione ovvia: le autorità Russe non hanno difeso e non difenderanno mai il popolo del Donbass. Hanno difeso e difenderanno gli interessi del capitale Russo in Ucraina, in Europa e in Donbass. Il Donbass e il suo popolo sono semplicemente consegnati all’affettuosa clemenza delle autorità fasciste di Kiev. La natura di questa clemenza è stata ampiamente dimostrata al mondo durante i terribili crimini di Odessa, quando civili innocenti sono stati bruciati vivi, con l’unica colpa di aver partecipato ad una manifestazione di protesta contro il fascismo. Il Donbass è stato venduto dai collaborazionisti Russi. Il prezzo sarà deciso nel corso degli accordi commerciali tra gli oligarchi di Russia, Ucraina, USA e UE. E’ il popolo che deve pagare con il proprio sangue e le proprie macerie.

Il Partito Comunista Operaio Russo esprime la propria risoluta protesta contro le azioni ingannevoli e l’infida inattività dei governanti della borghesia Russa. Esprimiamo la nostra fraterna solidarietà con la lotta della classe lavoratrice del Donbass e di tutte le regioni d’Ucraina dove essa non è scesa a compromessi con le regole dei fascisti. Continuiamo a dare tutta la nostra assistenza ai nostri fratelli, e continueremo a farlo in futuro. Siamo in contatto con i nostri compagni – la classe lavoratrice delle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, con il Fronte dei Lavoratori d’Ucraina e quello delle Repubbliche.

Al contrario delle autorità Russe, noi non lasciamo e non abbandoneremo i nostri compagni nella sofferenza!

Non esitiamo sulla strada scelta!

Fonte: http://contropiano.org/documenti/item/27183-come-la-russia-ha-abbandonato-il-donbass?acm=4870_789

 

3 commenti per “La Russia ha abbandonato il Donbass?

  1. Alessandro
    30 ottobre 2014 at 22:07

    Sinceramente non so se ci sono o ci fanno, come si suol dire. Facciamo un po’ di chiarezza:
    http://crisiglobale.wordpress.com/2014/09/30/focus-ucraina-l-antifascismo-neofascista-della-novorossiya/

    • Fabrizio Marchi
      1 novembre 2014 at 9:16

      Sì, però, caro Alessandro, sono d’accordo con te nel fare chiarezza, e come vedi noi stiamo cercando di farla. Però come tu giustamente posti quell’articolo in cui mostri la componente reazionaria, ultraortodossa, omofoba e fondamentalmente fascista della Novorossja (che esiste e sarebbe politicamente miope se non ottuso non prenderne atto), è giusto anche far sapere e prendere atto che esistono anche altre componenti come ad esempio quella del Partito Comunista Operaio Russo (che è in prima linea nei combattimenti contro i fascisti filoatlantisti ucraini) , che non a caso denuncia il ruolo quanto meno ambiguo della Russia in questa vicenda.
      Quello che voglio dirti, in buona sostanza, è che se è sbagliato (e anche ingenuo) prendere una posizione netta per cui da una parte ci sarebbero i fascisti (“cattivi”) e dall’altra gli antifascisti (“buoni”), è altrettanto sbagliato assumere una posizione speculare a questa, e cioè dire, i resistenti pro Donbass e antiMaidan sono tutti fascisti, forse pure un po’ più fascisti di quegli altri, per cui che si scannassero fra loro e chi se ne frega.
      Questa non è una posizione politica, se me lo consenti. E’ una sorta di “me ne lavo le mani”, di “né con gli uni né con gli altri” che dal punto di vista politico è di una assoluta inconsistenza. Ho portato fino ad ora, e ripetutamente, diversi esempi, ma vedo che non sono ascoltato. Se, ipotesi per assurdo, Hamas trionfasse, in Palestina noi avremmo oggi uno stato islamico. Nulla a che vedere con l’IS, sia chiaro (quella è tutta un’altra storia…). E’ uno stato islamico il nostro orizzonte ideale? Non credo. Eppure questo non ci impedisce di appoggiare la lotta del popolo palestinese di Gaza che oggi è al 90% schierato con Hamas.
      Tu mi dirai che gli islamisti sono migliori dei fanatici integralisti ortodossi russi. Può darsi, non lo so e non sono in grado di dirlo. Però, anche laddove fosse, sarebbe comunque sbagliato abbandonare la partita solo perché lì c’è una forte componente di quel tipo. E’ vero, ma ci sono anche altre componenti, come sappiamo. Questo ad esempio è il manifesto del Fronte Popolare per la Liberazione dell’Ucraina, della Transcarpazia e della Novorossja che obiettivamente non può essere definito fascista: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CCEQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.carmillaonline.com%2F2014%2F09%2F20%2Fi-ribelli-donbass%2F&ei=B5VUVPLsEcKqabHGgfAF&usg=AFQjCNG51IhvItrBMIsaNVWQNbvZDaF-TA&sig2=oLGtyLsOY02Q842mKYEW_w&bvm=bv.78677474,d.d2s&cad=rja Oltretutto io non credo che la totalità o la grande maggioranza del popolo russo sia schierato su quelle posizioni così oltranziste integraliste scioviniste. Che in Russia ci sia una sorta di revanscismo ortodosso e neotradizionalista, non c’è alcun dubbio, ma io al contempo dubito assai che la grande maggioranza del popolo russo voglia vivere in una società organizzata su quei principi ultraintegralisti e fascisti descritti in quell’articolo che hai postato.
      Insomma, quello che voglio dire, è che la questione del Donbass è una questione complessa che non può essere semplificata né da una parte né dall’altra. Così come la situazione complessiva della Russia non può essere semplificata.
      Tu lo sai che durante l’era sovietica diverse forze nazionaliste di destra appoggiavano il potere sovietico , sia pure non convintamente, come è ovvio, dal punto di vista ideologico, perché l’URSS rappresentava comunque un impero, l’impero russo, che mai come durante l’era sovietica si era così espanso?
      Per cui quelle stesse forze osteggiavano gli anticomunisti liberali e filo occidentali che volevano annichilire l’URSS (nonché perché erano portatori di un’ideologia che, come si evince anche dall’articolo che tu hai postato, era considerata ancora più degenerata e grave di quella comunista…). Così come non c’è dubbio che la Chiesa ortodossa russa abbia appoggiato il potere sovietico, addirittura in epoca staliniana dove si stipulò una sorta di patto fra le due parti di cui fecero le spese i cattolici russi che furono perseguiti. La Chiesa ortodossa russa, in virtù di quel (neanche troppo) tacito accordo (ricordiamo che durante la guerra contro il nazifascismo, nelle chiese ortodosse si pregava per l’Armata Rossa…) divenne di fatto la chiesa non ufficiale ma ufficiosa. Queste sono cose di cui non si parla ma ti assicuro che le cose andarono così (ricordo che sostenni un esame all’università con Morozzo Della Rocca in cui si affrontò proprio questo tema).
      Oggi stesso, la situazione in Russia, come del resto ho già spiegato, è assai complessa. Il Partito Comunista Russo (che è il secondo partito, dopo quello di Putin) ha un’impronta fortemente nazionalista rispetto al vecchio PCUS, una sua peculiarità storica e politica, data dalle circostanze e dal contesto in cui si trova. Così come d’altronde, se ci pensi, il Partito Comunista italiano rivendicava la sua peculiarità e la via nazionale al socialismo. E oggi il Partito Comunista della Federazione Russa appoggia la Repubblica del Donbass così come tutte le altre forze politiche russe. E’ ovvio che, date le circostanze (non mi riferisco solo al potere di Putin ma anche alla natura stessa del partito comunista russo e ciò che è diventato) non potrebbe fare altrimenti. Ma tant’è.
      Questo per dirti delle cose, per cui se (e in questo hai ragione) è politicamente debole, miope e anche un po’ comico, per lo meno per quanto mi riguarda, farsi coinvolgere dall’enfasi ideologica dell’antifascismo, sarebbe però altrettanto miope, debole e altrettanto comico (e politicamente debolissimo) limitarsi a dire che dall’altra parte ci sono solo fascisti e quindi chi se ne frega.
      In tutto ciò, c’è anche il risvolto geopolitico (oggi la politica internazionale, cioè in buona sostanza le politiche imperialiste, prendono questo nome) che non può essere sottovalutato. Sappiamo perfettamente che quanto è successo in Ucraina fa parte di un processo di destabilizzazione mondiale portato avanti dagli USA e dai suoi alleati-zerbini (che vanno dall’UE all’Arabia Saudita) il cui obiettivo è quello di riddure tutto il mondo ad una sorta di colonia americana. Ci erano riusciti anche con la Russia postsovietica di Eltsin ma poi le cose sono andate in modo diverso e questo non gli è andato giù per cui vogliono far fuori Putin e il suo regime né più e né meno di come vogliono far fuori tutti quegli stati e quei regimi, dal Venezuela all’Iran, dalla Siria ala Russia, “belli o brutti” o “buoni o cattivi” che siano, non è ora questo il punto che stiamo discutendo, che non sono allineati all’Impero.
      In questa fase storica, pur con le dovute differenze fra i vari stati (a questi aggiungiamo anche i vari movimenti, sia pur diversissimi fra loro, come Hezbollah in Libano, Hamas in Palestina, le Farc in Colombia, gli zapatisti in Messico, i curdi turchi e siriani e via discorrendo) un onesto antimperialista non può lavarsene le mani e deve prendere una posizione, obtorto collo, magari tattica e nulla più, ma deve prenderla. Altrimenti non si fa politica ma solo chiacchiera per “anime belle”, come si diceva una volta, cosa assolutamente legittima, sia chiaro, non è mica una colpa. Ma chi fa politica DEVE sempre assumere una posizione, anche quando quella posizione è urticante a dir poco. Pensa a come si sono sentiti tanti comunisti ai tempi del patto Ribbentrop-Molotov. Pensa al patto di unità d’azione che Mao Tse Tung strinse con i nazionalisti del Kuomintang. Ma pensa anche al patto che i comunisti italiani strinsero con i monarchici (ex fascisti) nella seconda guerra mondiale. E pensa anche ai comunisti palestinesi del FPLP che si trovano di fatto ad appoggiare forze sostenute dal Qatar, cioè da una monarchia (fondamentalmente fascista) integralista e capitalista allo stesso tempo.
      Pensi che tutto ciò sia stato fatto e venga fatto a cuor leggero?…

  2. armando
    4 novembre 2014 at 13:18

    Interessante questa discussione e l’articolo segnalato. Mostrano quanto grande sia, ormai, “il disordine sotto il cielo”. Vecchie alleanza e vecchie certezze si disintegrano e nuove polarizzazioni, ancora confuse, si affacciano alla ribalta. Ora, ciascuno ha le sue idee ma una cosa è certa, mi sembra. Le categorie su cui si fondavano fino ad ieri le divisioni politiche sono saltate completamente, e sono inservibili per analizzare la realtà di oggi. Questo, significa in ultima analisi, ad esempio, l’accusa reciproca di fascismo, o che si trovino comunisti che guardano a Putin e altri che lo considerano un traditore. Sarà difficile, ma occorre uscire dalle vecchie categorie mentali e inventarsene di nuove che riescano a spiegare razionalmente la realtà. Anche perchè non vorrei che alla fine l’unico discrimine su cui valutare le parti in commedia rimanga quello dell’omofobia o non omofobia, che non si capisce cosa significhi o lo si capisce fin troppo bene. Pensateci, solo pochi anni orsono la “componente omofobica della Novorrossja” non sarebbe stata citata da nessuno. Ora è entrata a far parte del lessico corrente.
    Visto come quel concetto è inteso, e cioè che è omofobo chiunque non santifichi l’omosessualità, siamo certi che si tratti di un progresso?
    Anche Putin, ad esempio, è accusato di omofobia per la legge che vieta la propaganda omosessuale verso i minori. Apriti cielo!”maschilista, sessita, omofobo”, le accuse si sprecano. Ma nel concreto quella legge significa “solo” che nelle scuole russe non sarebbe mai stato letto a ragazzi adolescenti quel passo del romanzo della Mazzucco che descriveva dettagliatamente un pompino gay, come invece è successo al liceo Giulio Cesare di Roma. Insomma….. Avessi avuto un figlio a quel liceo, prima avrei parlato con lui spiegandogli cosa significa il rispetto rigoroso di tutti e la necessità di non ghettizzare, discriminare o peggio bullizzare nessuno, poi sarei andato nella scuola e avrei rovesciato la cattedra in testa, s’intende metaforicamente, all’insegnante e al preside.
    Ma si sa, io sono di una generazione antica o vecchia fate voi.
    armando

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