La “sinistra antagonista”, strumento di depistaggio ideologico

La sinistra antagonista, storicamente una proiezione (per quanto critica) della vecchia socialdemocrazia ormai di fatto defunta, è diventata, indirettamente, un’arma di distrazione di massa al servizio dell’Elite statunitense: sviando la grande questione del nostro tempo, ovvero il diritto di autodeterminazione delle nazioni di fronte all’unilateralismo del Pentagono, sulla falsa pista dei diritti umani e civli (contrapposti ai Diritti dell’Uomo), gli “antagonisti” finiscono per esercitare il ruolo dei normalizzatori sistemici.

 

Operazione Z: La Resistenza antimperialista e la trappola del pacifismo

L’Operazione Z, nella rilettura della sinistra antagonista, rappresenterebbe un conflitto inter-imperialista tra la Federazione Russa e la Nato: il pacifismo invertebrato è il figlio politico della logica del ‘’né, né’’ la quale equipara aggressori ed aggrediti, un paradigma ideologico che alla fine degli anni ’90 mise la sinistra extraparlamentare, davanti alla distruzione della Serbia, a rimorchio dell’imperialismo USA. A differenza di quello che pensano i post-marxisti, l’intervento militare – ad ‘’obiettivi limitati’’ – russo in Ucraina è correlato (1) al diritto d’autodecisione delle popolazioni della Nuova Russa e (2) alla difesa della sicurezza interna che, in modo sacrosanto, Mosca rivendica dinanzi la globalizzazione del neofascismo statunitense. Negli Stati Uniti, col voto favorevole alla guerra, i ‘’democratici socialisti’’ Bernie Sanders e Ocasio-Cortez hanno regalato 17 milioni di dollari all’industria bellica 1: la lobby progressista è corresponsabile delle guerre provocate dai nazisti neocons condividendone le medesime premesse, anticomunismo e suprematismo bianco.

Nel 2016, Washington ha iniziato ad armare i neonazisti ucraini mettendo appunto un piano di ricerca biologica e nucleare: Kiev, col ritorno al potere dello Stato profondo ‘’dem’’ dopo la parentesi di Donald Trump, avrebbe mosso una aggressione imperialista contro la Federazione Russa. La rilettura dei fatti, documentata dalla Rete Voltaire 2, si è dimostrata veritiera rovesciando la tesi del conflitto inter-imperialista sostenuto dalla sinistra zombie: Mosca ha il diritto di difendere la propria sicurezza, proteggendo la vita delle popolazione russofone della Nuova Russa.

 

Julian Assange: libertà d’espressione o rifiuto dell’imperialismo?

Gli antagonisti ed una parte della lobby progressista (fra cui l’ONG Amnesty International) davanti al fascismo giudiziario britannico hanno, dopo anni di silenzio-assenso, preso le parti dell’eroico giornalista Julian Assange, fondatore di Wikileaks e critico radicale del capitalismo della sorveglianza. Anche in questo caso è bene non lasciarsi andare a facili entusiasmi: la lobby progressista considera il caso Assange un problema, puramente liberale, di tutela della libertà d’espressione, depoliticizzandolo. Quello che sta subendo Julian è una esecuzione, in pieno stile Gestapo, da parte della CIA che non può tollerare una fuga di informazioni inerente il funzionamento del complesso militar-industriale: la giurisprudenza internazionale c’entra ben poco, CIA, MOSSAD e MI6 ne hanno fatto cartastraccia de almeno trent’anni. Parlare di Assange in termini di ‘’diritto-umanesimo’’ significa (di fatto) svuotare la questione della sua carica antimperialista: il fondatore di Wikileaks ha spiegato, ad una parte importante dei proletari globalizzati, cosa sono i gangli vitali del Deep State, un sistema di potere perverso che è la concausa scatenante dell’unilateralismo del Pentagono.

La sinistra ‘’politicamente corretta’’ (es. il M5S) ed il giornalismo ‘’moderatamente critico ‘’ (es. Report), dopo averne occultato le ragioni politiche, potrà anche rivendicare la liberazione di Assange, nonostante ciò condivide gli stessi paradigmi ideologici dei suoi torturatori: la russofobia della Fondazione Clinton.

 

Progressismo, imperialismo e l’immaginario eurocentrico degli antagonisti

La sinistra antagonista riconduce le grandi questioni geopolitiche del nostro tempo (es. la causa palestinese) ad un problema umanitario rispetto alle vittime asfaltate dai piani neocoloniali dei neoconservatori: la pax imperiale ed il ‘’cessate il fuoco’’ a ¾ di colonizzazione completata sono l’orizzonte, alquanto sui generis, della legalità internazionale condiviso dagli antagonisti con l’estrema sinistra del lobbismo progressista (es. Ocasio-Cortez). Il rifiuto del Diritto alla Vittoria degli Oppressi (es. una Rivoluzione democratica ed antifascista nel Donbass) è il lato oscuro dell’antagonismo eurocentrico: la pretesa, intimamente razzista, che una autentica rivoluzione debba avvenire secondo i paradigmi occidentali ovvero libertari e post-modernisti; in caso contrario meriterebbe d’essere cestinata in quanto ‘’rossobruna’’, teocratica e neo-bonapartista. Un paradigma bislacco che ha portato il ‘’trotskismo moderno’’ a prendersela col cosiddetto ‘’bonapartista’’ Chavez, tralasciando i molteplici tentativi della CIA di far sprofondare, ancora una volta, l’America Latina nell’inferno neonazista dell’Operazione Condor. Il ‘’progressismo’’ non ha il senso della storia.

L’iniquità del capitalismo è l’origine dei problemi, dal caso Assange alla colonizzazione della Terra di Palestina fino alla rinascita del nazismo in Occidente. Non esiste una soluzione ‘’umanitaria’’ all’interno di questo ‘’modello’’ di sviluppo la cui irrazionalità, accelerata dal Grande Reset, ci ha proiettato nel futuro da incubo della ‘’società del controllo ‘’. La percezione dell’altro in quanto malattia è stata (nel 2020) l’anticamera della guerra di conquista anti-russa: tutto quello che la sinistra antagonista non potrà mai capire.

https://www.wsws.org/es/articles/2022/06/02/kswd-j02.html?fbclid=IwAR1dY7Xzjb_eE4xZzdWzorXWr3pL2qd-gaVzLGAeRiMjE6Lxx7i7gBMBto4

https://www.voltairenet.org/article217120.html

Alexandria Ocasio-Cortez, il discorso progressista si veste di viola |  Vanity Fair Italia

 

Fonte foto: da Google

4 commenti per “La “sinistra antagonista”, strumento di depistaggio ideologico

  1. Giulio larosa
    3 giugno 2022 at 17:42

    È il motivo x cui ho rotto ogni legame con la 4 internazionale e quanto resta, oltre che con anarchici e simili. L evidenza del loro errore è tale che dubito non si tratti di malafede. Non che si sono letteralmente venduti ma penso che abbiano imparato a fare i rivoluzionari stando dalla parte del più forte o dove non si corrono rischi, nel posto più facile e più comodo dove ci si mette l abito del ribelle in modo da mantenere una apparente coerenza col passato e non perdere la faccia.

    • Federico Lovo
      4 giugno 2022 at 21:42

      giusto, ma certi dirigenti “trotskisti” forse lavorano come provocatori per lo Stato profondo. Io ancora ricordo certi soggetti – aizzati dai loro “Trotsky all’italiana” – sventolare la bandiera del Free Syrian Army, non so con che faccia poi parlino di “antimperialismo”!

  2. Paolo
    4 giugno 2022 at 17:44

    Bravo Stefano analisi che purtoppo restituisce il qualdro realistico della situazione in cui si trova il cosiddetto campo progressista attuale e la sinistra “antagonista” in particolare.

  3. Silvio Andreucci
    5 giugno 2022 at 17:05

    Il ” Manifesto”, ” Lotta comunista”,” Internazionale” tutte testate che mettono in modo miope sullo stesso piano l’ imperialismo yankee( reale concreto tangibile plurisecolare e sanguinario)con quello russo( inesistente) e in questo modo portano acqua al mulino del pensiero unico neo liberista che a reti unificate parla di aggressione russa senza menzionare quello che in otto anni a partire dal golpe naziatlantista del 2914 l’ ha preceduta

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