La sinistra “trotskista” del neoconservatorismo

L’appoggio di diversi gruppi ‘’trotskisti’’ alla rivoluzione colorata, pianificata dall’Open Society e dalla borghesia ispano-statunitense, contro il governo cubano necessita d’un ulteriore approfondimento. Qual è il legame che intercorre fra la sinistra a suo tempo anti-sovietica (ora anti-multipolare) ed il neoconservatorismo? La dicotomia che caratterizza la nuova lotta di classe non è destra/sinistra, ma collaborazionismo/resistenza: alcuni gruppi della sinistra trotzschista, alla fine degli anni ’40, hanno scelto di collaborare con lo Stato profondo USA fino ad assumerne la guida: alcuni degli ideologi dell’amministrazione Bush (es. Irving Kristol, soprannominato ‘’il padrino del neo-conservatorismo ’’) provenivano dalla sinistra anti-stalinista, questo ci impone una riflessione sulla traiettoria (catastrofica) del ‘’trotskismo’’ dal dopoguerra ad oggi.

 

Come e perché il ‘’trotskismo’’ di seconda generazione ha cambiato pelle

Contrariamente a quanto Leon Trotsky ed i suoi più stretti collaboratori (es. James P. Cannon) disposero, il ‘’trotskismo’’ di seconda generazione, influenzato dalle tesi di Bruno Rizzi e dell’ultimo Orwell sul collettivismo burocratico, optarono per un’alleanza ‘’tattica’’ con la borghesia statunitense contro la ‘’grigia’’ burocrazia staliniana: per Trotsky la difesa incondizionata dello Stato operaio burocratizzato sovietico avrebbe dovuto rappresentare la direzione strategica delle organizzazioni marxiste rivoluzionarie (categoria differente dal marxismo-leninismo), nonostante ciò, venuto a mancare il fondatore dell’Armata Rossa, il ‘’trotskismo moderno’’ abbracciò il pensiero revisionista di James Burnham il quale sistematizzò una tesi ritenuta dallo stesso Trotsky anti-scientifica, lo Stato operaio reazionario. Fu l’inizio della catastrofe.

Nel 1982, il presidente Reagan lanciò l’offensiva imperialista dei Cinque Occhi (Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito), affiancandogli una agenzia incaricata di coordinare la propaganda dei dissidenti nelle ‘’democrazie popolari’’, la National Endowment for Democracy (NED) 1: il padre politico del neoconservatorismo, prendendo in custodia il risentimento dei ‘’comunisti’’ anti-sovietici, fondò la lobby progressista, un prisma deformante caratterizzato dalle elucubrazioni di Bruno Rizzi: l’Urss, secondo Rizzi ed Orwell, era diventata il nemico principale. I neoconservatori e la sinistra anti-stalinista trovarono il proprio punto d’incontro nel concetto di rivoluzione permanente: i ‘’trotskisti’’ di seconda generazioni potevano attuarla solo contro gli Stati Autoritari Antimperialisti nell’orbita sovietica.

Per la guerra in Afghanistan (1979-1989), la CIA reclutò il medico francese Bernard Kouchner, ex membro dell’Unione degli Studenti Comunisti il quale curerà i wahabiti afghani di Osama Bin Laden esaltati in quanto ‘’combattenti per la libertà’’. Kouchner ed il filosofo post-modernista (durante il ’68 appartenente alla ‘’sinistra’’ maoista) Bernard-Henri Lévy organizzarono la sovversione islamista contro la Siria panaraba e la Jugoslavia socialista, l’imperialismo delle Onlus: durante la ‘’guerra fredda’’ diversi ‘’comunisti’’ anti-stalinisti agirono con tutta probabilità in buonafede, ma dopo lo sgretolamento dell’Urss perseverarono in questa errata prospettiva geopolitica.

Inglobati dallo Stato profondo, i ‘’trotskisti’’ appoggiarono (nell’ordine) i neonazisti croati contro la Serbia ortodossa, i tagliagole di Al Qaeda in funzione anti-panaraba (Libia e Siria); in Venezuela, attivisti di “buona famiglia” accusano il presidente Maduro di essere uno stalinista da rovesciare attraverso una improbabile rivoluzione anti-burocratica. A Cuba e in Venezuela difficilmente i golpisti potranno spuntarla.

 

Limiti del ‘’trotskismo’’ contemporaneo

Il giornalista investigativo Thierry Meyssan, con un articolo eccellente Che cos’è l’islamo-gauchisme?, ha sgomberato il campo da possibili equivoci e semplificazioni, spesso ricorrenti negli ambienti neo-campisti:

‘’I trotzkisti di Reagan come Chris Harman hanno tutti aderito alla teoria di Yigael Gluckstein (detto Tony Cliff) della «rivoluzione permanente deviata», secondo cui tutti i cosiddetti Stati comunisti (Cina, Corea del Nord, Cuba) sono in realtà stalinisti. Una visione che permette loro sia di militare per la rivoluzione mondiale sia di condannare gli avversari degli Stati Uniti. Sono stati esclusi dalla Quarta Internazionale. Dunque non si tratta di fare di ogni erba un fascio e di associare alla loro deriva l’insieme dei trotzkisti’’ 2

Militanti trotskisti come gli economisti Ernest Mandel ed Hosea Jaffe, oppure il sociologo James Petras, divennero teorici della liberazione permanente, rileggendo in una prospettiva terzomondista gli scritti economici di Trotsky sullo sviluppo ineguale e combinato del capitalismo. La Lega di Spartaco si distinse per la difesa tenace (‘’incondizionata’’ come disposero Trotsky e Cannon) delle ‘’democrazie popolari’’ dell’Est Europa, denunciando la sovversione neofascista armata direttamente dalla CIA. Tutt’ora, il sito Word Socialist Web Site è una autentica Wikileaks rossa. Ha ragione Meyssan ‘’non si tratta di fare di ogni erba un fascio e di associare alla loro deriva l’insieme dei trotzkisti’.

Chiarito ciò, la stragrande maggioranza del ‘’trotskismo moderno’’ (di terza generazione) ha abbracciato la Dottrina Rumsfeld – Cebrowski nella costruzione del Medio Oriente allargato ed, in queste ore, si è schierato con gli studenti filo-USA contro la Repubblica socialista di Cuba. La loro narrazione parte dall’equivoco del ‘’né, né’’, né con gli aggressori, ma nemmeno con gli aggrediti: per la Quarta Internazionale tutti gli Stati mediorientali sono uguali, tanto la Siria laica del presidente Bashar al-Assad quanto il Grande Israele di Naftali Bennet; partendo da questo presupposto completamente errato le rivolte perdono la loro connotazione di classe. Il ‘’trotskismo moderno’’ è geopolitica dell’astrazione.

La giornalista Diana Johnstone, in gioventù militante trotskista, ha recentemente chiuso i conti con gli ‘’ex compagni’’ passati (alcuni in perfetta buonafede) sotto l’ombrello protettivo di Washington, leggiamo:

‘’Il problema con tali trotzkisti è che sempre “supportano” le rivoluzioni più o meno immaginarie altrui. Dicono sempre agli altri cosa devono fare. Loro sanno tutto. Il risultato pratico di tale verbosità è semplicemente allineare tale trotskismo all’imperialismo degli Stati Uniti. L’ossessione per la rivoluzione permanente fornisce un alibi ideologico alla guerra permanente’’ 3

Con In difesa del marxismo (1938), Trotsky iniziò una dura battaglia politica e teorica contro James Burnham, suo ex collaboratore il quale, anni dopo, divenne cofondatore della CIA. Le argomentazioni di Trotsky (la cui validità è stata riconosciuta perfino dagli avversari politici) ci aiutano a decostruire l’ideologia della ultra-borghesia statunitense cogliendo la natura ‘’trotskista’’ (in questo caso virgolettato) del moderno neoconservatorismo: che piaccia o meno, alla fondazione dell’agenzia d’intelligence USA ha partecipato un ex marxista il quale, consapevolmente, sistematizzò la manipolazione della rivoluzione globale inaugurando, meglio ancora di Orwell, l’era dell’interventismo controrivoluzionario. Bisogna semplicemente prenderne atto.

Il Partito comunista dei lavoratori, Sinistra anticapitalista, la LIT od il Movimento per il Socialismo svizzero rivendicano un ‘’anti-imperialismo’’ perfettamente puro (come direbbe Diana Johnstone 4), rendendosi perfettamente inutili.

https://www.voltairenet.org/article193757.html

https://www.voltairenet.org/article212389.html

https://www.sinistra.ch/?p=7551

http://sakeritalia.it/medio-oriente/siria/limperialismo-dellidiozia/?fbclid=IwAR1jaelqW7lhnacl7J4R9Nc0HYTPPqkZANnXcIG8IRItgcELlEQDGP3rWaE

The Managerial Revolution: What is Happening in the World | James Burnham |  First Edition

 

4 commenti per “La sinistra “trotskista” del neoconservatorismo

  1. Giulio larosa
    20 luglio 2021 at 13:06

    È esattamente quello che ha fatto socialismo rivoluzionario con cui avevo un rapporto di amichevole collaborazione dai tempi di lsr 1988. Ne ne cioe alla fine sto con i peggiori e uso perfino il suo linguaggio e confermo le sue menzogne. Si può anche fare il nè nè ma va fatto sempre e onestamente, non si può chiamare Bashar Assad il macellaio che gasa il suo popolo quando è arcinoto che i gasatori erano gli altri. Mi chiedo e chiedo a voi fin dove arriva la malafede e fino a dove un stupida astuzia? Che ne pensate d Dario Renzi ?

  2. Stefano Zecchinelli
    20 luglio 2021 at 15:00

    Il vero nome di Dario Renzi è Dario De Sanctis, lo conobbi – mi sembra – nel 2008 a Firenze. E’ un ex seguace di Nahuel Moreno, in Italia formato politicamente da Roberto Massari negli anni ’70: conobbi un po’ tutti questi personaggi, poi passati ad una specie di ”comunismo libertario”, più anarchico che trotskista. Ora Massari ha sposato la tesi di Victor Serge sull’equivalenza fra i due opposti totalitarismi, mentre De Sanctis da almeno ’30 anni contrappone al trotskismo una specie di anarchismo demenziale di matrice ”mutualista”. Politicamente sono fenomeni da baraccone.

  3. Stefano Zecchinelli
    20 luglio 2021 at 15:03
  4. Marcus
    22 luglio 2021 at 15:45

    Grazie a Stefano Zecchinelli per questo intervento.
    A mio avviso i due gravi peccati originali del trockismo sono l’intrinseco eurocentrismo ed il rifiuto della questione nazionale.
    Colgo l’occasione per segnalare questo intervento del mai abbastanza compianto Costanzo Preve, reperibile sull’ottimo blog di Miguel Martinez:
    http://www.kelebekler.com/occ/prevetrotzky01.htm

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