Le conseguenze geopolitiche dell’assassinio di Darya Dugina

Le inchieste condotte dalla FSB, il servizio d’intelligence russo, hanno confermato che è stata la SBU/CIA ad organizzare la morte di Darya Dugina, nel tentativo di colpire Aleksandr Dugin, il teorico della quarta teoria politica. Non ci sono dubbi sul fatto che Dugina, come giornalista, si stava ritagliando uno spazio importante nel mondo dei ‘’media alternativi’’ senza però riuscire ad emanciparsi dai gravi errori sistematizzati filosoficamente dal padre: es. l’appoggio alle forze liberal-conservatrici; una valutazione completamente errata sul riposizionamento geopolitico di Turchia ed Israele, considerate dal filosofo russo due potenze euroasiatiche.

Gli investigatori ritengono che si tratta di un crimine premeditato. Quello che sappiamo con certezza è che Dugin costituisce per la SBU un ‘’nemico strategico’’, mentre per Washington è soltanto un ‘’nemico simbolico’’ (lo dimostra il suo relativo appoggio al ‘’trumpismo’’ europeo), nonostante ciò è difficile ipotizzare che la SBU abbia agito senza l’appoggio esterno della CIA: non il complesso militare-industriale nella sua interezza, ma qualche fazione interna particolarmente russofoba legata ai ‘’dem’’.

Il prof. Dugin è un obiettivo nella lista Myrotvorets, acronimo di ‘’Centro per la Ricerca dei Segnali Criminosi contro la sicurezza nazionale dell’Ucraina’’ il quale lavora con la NATO nella pianificazione degli assassinii mirati dei leader filo-russi. Mosca ha le idee chiare: Denis Pushilin non ha perso tempo ad accusare i nazisti neocons di Kiev, mentre Maria Zakharova ha dichiarato che se la pista ucraina verrà confermata (la dichiarazione è di qualche giorno addietro, la responsabilità della SBU è già stata confermata) vorrà dire che Kiev è passata ad una fase successiva del conflitto, ovvero il terrorismo di Stato.

Sconfitta militarmente, Kiev è passata alla ‘’guerra esistenziale’’: ‘’Hanno iniziato bombardando il territorio russo; si sono sparpagliati nel Donbass – come nel tentativo di uccidere il sindaco di Mariupol, Konstantin Ivachtchenko; hanno persino lanciato droni contro il quartier generale della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli; e ora – con la tragedia di Darya Dugina – sono alle porte di Mosca’’ 1, l’obiettivo non è vincere il conflitto, ma distruggere una intera area geografica, massacrando i civili e portando l’Europa alla catastrofe termonucleare. L’ISIS ucraino vede in Mosca tutto ciò che i wahabiti hanno perso nella Battaglia di Damasco: rilanciando nel ventunesimo secolo gli sproloqui di Alfred Rosemberg, i ‘’nazionalisti integrali’’ di Kiev pensano di poter contribuire a distruggere una porzione del pianeta.

 

Mosca passerà ad una strategia di ‘’guerra aperta’’?

L’analista strategico Andrew Korybko ha già pubblicato due articoli sull’assassinio di Darya Dugina, dove ricollega la morte della giornalista e filosofa alla diffusione in Europa, da parte della CIA, di teorie cospirative russofobe. Leggiamo:

‘’In ogni caso, l’assassinio di Darya rappresenta il passaggio del Rubicone nel conflitto ucraino, in cui Kiev ha intensificato gli attacchi terroristici fino a prendere di mira i familiari di civili che, grazie alle fake news, sono stati falsamente convinti di essere ufficialmente dei politici molto influenti, come sembra abbiano creduto che fosse suo padre. Il fatto che la donna sia stata uccisa nonostante l’obiettivo presumibilmente designato abbia deciso inaspettatamente di tornare a casa con un altro veicolo, suggerisce che gli autori abbiano comunque deciso di portare a termine il loro piano per inviare almeno un messaggio a lui e a Mosca più in generale che hanno deciso di intensificare la loro guerra ibrida contro la Russia sostenuta dagli Stati Uniti.’’ 2

La guerra non convenzionale e ‘’di quarta generazione’’ non può penetrare le difese di uno stato nazionale e sociale protetto da un esercito regolare novecentesco: la potenza di fuoco russa, ereditando la prospettiva geopolitica dell’URSS, ha dimostrato di poter respingere la dottrina della ‘’guerra eterna’’ condannando Washington ad una umiliante sconfitta.

Il giornalista d’inchiesta Pepe Escobar pone una domanda dalla difficile risposta:

‘’La vera domanda – scottante – è fino a che livello il Cremlino e l’intelligence russa reagiranno quando sarà pienamente accertato che l’SBU/NATO ha architettato l’attentato a Dugin. Questo è terrorismo di Kiev alle porte di Mosca. Questo grida “linea rossa,” ma in rosso sangue, e una risposta legata alla promessa, reiterata dallo stesso Putin, di colpire i “centri decisionali.”’’

Mosca potrebbe decapitare la politica del taglieggio di Kiev utilizzando le armi super-soniche, ma tutto questo porrebbe dei problemi nelle future negoziazioni. Aleksandr Dugin (citato da Escobar) ha chiesto “trasformazioni strutturali, ideologiche, del personale, istituzionali e strategiche”, concludendo che col tentativo di provocare una catastrofe nucleare a Zaporozhye, gli USA hanno deciso di stare dalla parte della Fine. Con tutta probabilità accelerando l’Operazione Militare Speciale, la Federazione Russa passerà a qualcosa di molto più simile ad una ‘’guerra aperta lampo ‘’. Trasformando uno stato nazionale in uno stato-laboratorio alle porte di Mosca, la NATO si rende responsabile di un futuro di miseria, pandemie e guerre: gli Stati Uniti, in Occidente, hanno ucciso l’Uomo ed imposto il Nulla. Gli Stati Uniti d’America sono il Nulla.

Nessuna guerra imperialista, al momento, è in grado di paralizzare Russia, Cina ed Iran nella fase ‘’convenzionale’’ dei conflitti: i giornalisti lubrificati inseguono il Niente e per questo rappresentano, a malapena, una corporazione professionalmente arrugginita.

https://comedonchisciotte.org/vola-come-unaquila-darya-dugina/

https://www.geopolitika.ru/it/article/lassassinio-darya-dugina-e-stato-uno-scellerato-attacco-terroristico

Darya Dugina, l'attentato con l'ordigno nell'auto e quella frase sugli  ucraini: «Subumani da conquistare»

Fonte foto: Il Messaggero (da Google)

 

 

4 commenti per “Le conseguenze geopolitiche dell’assassinio di Darya Dugina

  1. daouda
    24 agosto 2022 at 21:02

    Non è implausibile che i russi abbiano ucciso da sè una pedina sacrificabile di un personaggio comunque marginale e, sinceramente, ben poco interessante proprio a livello metafisico, politico od esoterico se si è avuta l’accortezza di seguire questi temi. D’altronde questa non dovrebbe risultare una cosa anormale da parte di un popolo che ha vinto la guerra spionistica contro gli USA tanto bene da far credere ai più che Eltcin era per l’appunto un pupazzo atlantista e che il loro apparato sia collassato.

  2. Roby
    25 agosto 2022 at 19:10

    Sono d’accordo, pare molto probabile una strategia della tensione interna con il sacrificio di una pedina non operativa, quindi senza grande rilievo dal punto di vista di chi l’ha messa in atto.
    La versione ufficiale non poteva che rivolgersi alla pista ucraina, non potevano certo far intravedere al pubblico russo conflitti interni.
    Comunque sembra evidente che chi ha progettato e realizzato l’operazione non è chi ha confezionato la versione ufficiale perchè se fosse stata preconfezionata con calma, e non in fretta e furia, non sarebbe stata così grottesca come è venuta fuori, anche con particolari degni di un manuale dell’anti-spia: l’auto fighetta che attira l’attenzione quando la prima regola è essere anonimi, l’appartamento nello stesso edificio quando altra regola è stare da un’altra parte per non destare sospetti osservando i movimenti dall’esterno, il tesserino “perso” dall’agente segreto tanto sbadato, la targa cambiata proprio in quella ucraina (quella che attira più sospetti) alla frontiera, l’esplosione con telecomando (chi l’ha premuto sul posto?).
    Adesso vedremo l’uso politico che se ne farà.

  3. Darya spassiba
    25 agosto 2022 at 19:11

    ma quale pedina??? era una grande filosofa e una vera nazionalista russa
    morta per il suo popolo , lo ha ribadito poche settimane inaugurando 9 statua per scrittore Alexander Isaevic Solzenicyn,l’idolo di Putin rimane Solzenicyn (nazionalista e ortodosso antioccidentale di ferro, anticomunista nel passato ma riabilitatore grande guerra patriottica) ma l’Eurasia di Alexander G. Dughin è considerata da molti dell’elite militare russa
    Daria è vittima del Terrorismo di Davos

  4. Federico Lovo
    29 agosto 2022 at 16:26

    ammazza quante certezze tra i commentatori ! Poi, ancora ‘sta storia di “Dugin faro dell’elìte russa”?! Ma ancora?! Ma nessuno di questi “putinisti-duginisti” vede che se, se fosse stato così “dughinista”, Putin avrebbe buttato veleno e letame contro Cina, Vietnam, Cuba… seguendo cosi le puttanate del soggettone barbuto, mentre la geopolitica putiniana REALE è stata decisamente altra cosa (per fortuna!)? Dai su!

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