Guerriglie sudamericane contrarie all’accordo di pace in Colombia

L’Accordo di pace siglato fra il governo colombiano e la guerriglia delle FARC ha suscitato perplessità e polemiche fra i governi progressisti e anche le altre guerriglie rivoluzionarie attive nel continente latino-americano.

Il presidente boliviano Evo Morales, dopo aver omaggiato i guevaristi argentini del PRT-ERP, ha dichiarato che: ‘’Son nuevos tiempos, hermanos de las FARC. Es posible hacer revolución con voto no con balas, con conciencia del pueblo y no con armas de guerra’’ 1. Ma è davvero possibile una ‘’transizione pacifica’’ al socialismo? Ernesto ‘’Che’’ Guevara nei suoi scritti spiegò che la guerra civile è inevitabile; certo, non si può escludere che un Partito socialista vada al potere per via elettorale, ma la borghesia – come nel caso cileno – imporrebbe, senza esitare un attimo, la guerra civile. La guerra civile voluta dal padronato rappresenta il via libera per la CIA e i sicari di Washington: questo è ciò che accadde in Cile nel 1973 e rischia di ripetersi in Venezuela se il PSUV, per dirla con James Petras, ‘’non sconfiggerà il fascismo prima che sia troppo tardi’’. Una sola soluzione è possibile: Maduro deve utilizzare il pugno di ferro contro l’oligarchia, sbaglia chi crede che si possa salvare la Rivoluzione bolivariana con il compromesso sociale.

el Presidente Evo Morales, con
la remera del homenaje a Mario
Roberto (Robi) Santucho

 

Proprio i reduci della guerriglia del PRT-ERP, memori della lezione di Mario Roberto Santucho che criticò la scelta di Allende di non armare il popolo, hanno messo in risalto come questi accordi restino ambigui: cosa ottiene realmente la guerriglia? Ancora non è chiaro. Leggiamo:

‘’En primer lugar, se puede confiar en que la burguesía respete algún compromiso de estas características sin tener una correlación de fuerzas favorable a nuestra clase o por lo menos de empate con la burguesía? Desde ya, nosotros creemos que no y, hasta donde sabemos, no es el caso de las FARC que, si bien cuentan con más de cincuenta años de actividad, no disponen de una inserción en los trabajadores y el pueblo colombianos como para plantarse ante la burguesía en condiciones, por lo menos, de igualdad. Por otra parte, es llamativo que en el acuerdo no haya ningún punto que aluda a las bases militares yanquis asentadas en ese país. Acaso ese es un tema menor que se le pudo haber pasado por alto a la conducción guerrillera? Por último ¿no se han sacado conclusiones de las experiencias anteriores, incluso de ese mismo país? Recordemos el ‘pacto de paz’ firmado entre el M19 y el gobierno en 1989, que resultó en la masacre de varios de sus combatientes, incluidos sus dirigentes. No podemos, teniendo en cuenta estos factores, augurar un buen futuro a este acuerdo. Más allá de las ‘buenas intenciones’ que puedan haber, los errores de caracterización y de apreciación de las fuerzas se pueden terminar pagando muy caros’’ 2.

Le FARC avrebbero dovuto pretendere la smilitarizzazione della Colombia e la cessassione di qualsiasi collaborazione con la NATO. Come mai questo non è avvenuto? James Petras ha posto l’accento – come i marxisti del PRT – sul tema della smilitarizzazione: ‘’Dunque, molto dipende da quello che otterranno le FARC come garanzia: territori smilitarizzati, bilancio garantito, una qualche forma di riforma agraria indipendente dalle restrizioni del FMI. Ci sono più domande che risposte in questa situazione che stiamo vivendo’’ 3. Purtroppo gli Usa non hanno intenzione di chiudere le loro basi militari, dove, segretamente, vengono addestrati i narcotrafficanti e i terroristi di estrema destra.

Contro questi accordi si erano già espressi i maoisti di Sendero Luminoso i quali hanno parlato di ‘’revisionismo armato’’ delle FARC. I rapporti fra maoisti e guevaristi sono sempre stati molto tesi in America Latina – si prenda per esempio il Perù dove i Senderos non hanno mai collaborato col MRTA di Victor Polay Campos – anche perché i secondi, negli anni ’60, rivendicarono l’eredità teorica di Trotsky guadagnandosi la diffidenza degli stalinisti più ortodossi e dogmatici. Il marxista argentino Santucho, nel 1973, ruppe definitivamente con la Quarta Internazionale trotskista criticandone la linea burocratica – critica giustissima dal momento che il trotskismo, da lì a poco, finì per sostenere posizioni antistoriche e pericolosamente reazionarie – e antiproletaria.

Un’altra importante critica ai rivoluzionari colombiani viene dal MIR cileno e dal Fronte Patriottico Manuel Rodriguez, movimenti protagonisti di una eroica lotta contro la dittatura di Pinochet:

‘’Sobre las Farc, respetando el derecho que tienen como organización política de escoger sus propios caminos de lucha, pensamos que apostar todo al marco legal e institucional propio de un capitalismo y una modernidad en profunda e irreversible crisis es en la realidad continental un camino que no aporta a una solución estructural sobre el sistema ni el modelo social del capital; más bien es un camino que no da margen alguno a una revolución profunda y libertaria.

La historia lo dirá, pero ojalá no les pase lo que le pasó al Partido Comunista chileno que tras reincorporarse a la institucionalidad les ha tocado negociar una y otra vez en el parlamento leyes antipopulares y represivas, desmovilizando también un acumulado de luchas y actores sociales.

Todo este proceso ocurre en medio de una negociación de alto nivel geopolítico, donde intereses de los estados cubano y norteamericano, e incluso de Israel, han jugado un rol importante para determinar la agenda y los acuerdos definitivos’’ 4.

Il dogmatismo staliniano del Partito comunista cileno di Corvalan danneggiò seriamente i rivoluzionari del MIR, quindi i reduci di quell’esperienza si chiedono fino a che punto siano possibili delle riforme di struttura in un paese a capitalismo maturo, con una borghesia compradora legata agli Usa ed Israele, come la Colombia. Trotsky, non per caso, fu il marxista che meglio di chiunque altro spiegò come la borghesia nei paesi coloniali, debolissima a causa del sottosviluppo, avesse costantemente bisogno dell’esercito, una sorta di Partito Unico del Padronato per ‘’mantenere l’ordine’’ capitalistico. Peccato che i ‘’trotskisti moderni’’, troppo impegnati a volantinare nelle aule d’università, si siano dimenticati di leggere gli scritti del fondatore dell’Armata Rossa. Bella contraddizione, vero?

Gli ‘’stalinisti dogmatici’’ a braccetto coi ‘’trotskisti moderni’’, chiusi nelle loro sette, non hanno capito l’importanza delle guerriglie sudamericane e la centralità del Partito comunista armato colombiano. Le FARC hanno ben analizzato l’inganno della ‘’giustizia di transizione’’ imposta dall’imperialismo quindi sono muniti degli strumenti teorici più raffinati per smascherare gli inganni di Santos. Parlare di ‘’revisionismo armato’’ mi pare inconcludente.

Detto ciò, i moniti di Petras restano:

‘’Dobbiamo capire che gli accordi sono fortemente dipendenti da ciò che si intende per opportunità economiche e politiche per i guerriglieri, gli insorgenti e i loro simpatizzanti. Nel caso del Centro-america, gli accordi di pace hanno lasciato la stragrande maggioranza della popolazione abbandonata e solo gli ex-guerriglieri hanno preso seggi in Parlamento, nel governo, nella società civile.

Spero che le FARC ottengano qualcosa di meglio, ma molto dipende dal Presidente Santos e dal governo della Colombia, perché essi applicheranno la macro-economia e se ci sono restrizioni sul bilancio non credo che applicheranno molte clausole dell’accordo’’

Il nostro cita l’esempio negativo della distruzione del FMLN salvadoregno: ‘Sì, ci sono migliaia di combattenti e sostenitori dell’FMLN che sono stati abbandonati, e i leader hanno cercato solo di entrare in Parlamento, e hanno finito per difendere gli interessi dell’agro-business. Mentre la stragrande maggioranza dei combattenti e degli abbandonati, ha deciso di prendere la via della strada, alcuni sono andati in altri paesi come gli Stati Uniti, altri hanno cominciato a unirsi a bande criminali e trafficanti. Ora ci sono più omicidi, attualmente sotto il governo dell’FMLN, che durante la guerra civile e la lotta rivoluzionaria’’. Domanda: sarà un caso che proprio alcuni reduci del FMLN hanno chiesto la smilitarizzazione della Colombia? I guevaristi – in questo caso di orientamento castrista – sanno bene che gli Usa sono una perenne garanzia di guerra e di destabilizzazione. La loro presenza è un buon affare solo per i narcotrafficanti.

Qualcuno ha proposto Santos come Premio Nobel per la pace 5, ma chi ha posizioni antimperialiste sa bene che ad esempio gli Accordi di Oslo furono una grande truffa, una seconda Nakba, per il popolo palestinese. Domanda: Santos vuole essere il Rabin colombiano? Le cose potrebbero stare così ma, allora, vale, ancora una volta, il monito di Guevara: ‘’dell’imperialismo non bisogna fidarsi nemmeno un poco’’. Le FARC non possono esserselo dimenticato.

 

http://www.hispantv.com/noticias/bolivia/289273/morales-afirma-farc-posible-revolucion-sin-balas

http://prt-argentina.org.ar/prt_opina/index.htm

https://albainformazione.com/2016/02/13/ci-sono-piu-domande/

http://cedema.org/ver.php?id=7381

http://www.aporrea.org/internacionales/n298249.html

 

 

Stefano Zecchinelli

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