L’etnopolitica è l’ideologia della lobby “progressista” (e non solo) in USA, UE e Israele

‘’Non ci sono mai stati tanti pacifisti al mondo quanti ve ne sono oggi, quando in tutti i paesi gli uomini si stanno uccidendo l’un l’altro. Ogni epoca storica ha non solo la propria tecnica e la propria forma politica, ma anche una forma di ipocrisia da essa peculiare. Una volta i popoli si distruggevano l’un l’altro nel nome dell’insegnamento cristiano di amore per l’umanità. Oggi solo governi arretrati si richiamano a Cristo. Le nazioni progressiste si sgozzano a vicenda in nome del pacifismo.’’ (Lev Trotsky)

 

Il 2022 è stato un anno record di violenza dei coloni israeliani contro i palestinesi, una tendenza che si aggraverà con l’ingresso del governo sionista-fascista di Netanyahu. La violenza fascio-sionista è indescrivibile, nonostante ciò non rimane un fattore isolato: dal narco-stato kosovaro all’Ucraina, la politica etnica è diventata la sovrastruttura del capitalismo nella propria fase senile. Un tempo riconducibile alla destra radicale, la politica etnica si è riciclata nel campo della ‘’sinistra invertebrata’’ la quale non è in grado di distinguere il separatismo-razzista dal diritto all’autodecisione dei popoli.

 

Ucraina: uno stato etnico nel cuore d’Europa

Gli assassinii politici, fino alla metà degli anni ’40 del secolo scorso, furono una prerogativa dei regimi fascisti, dall’OVRA alla Gestapo. Nel dopoguerra, il Mossad israeliano e la CIA statunitense ereditarono la prassi omicida dei nazisti; l’MI6 britannico, al contrario, mantenne l’egemonia nelle operazioni d’intelligence basate sull’infiltrazione dei deep state ‘’avversari’’. Nel complesso, una parte importante dei servizi segreti USA/Israele (la CIA conta 16 agenzie, nessuna delle quali è sotto controllo politico) è un ufficio di collocamento per ‘’spacca ossa’’.

In Ucraina, un lager dei ‘’nazionalisti integralisti’’, i dirigenti politici non si assumono la responsabilità diretta degli omicidi, ma li fomentano a volte delegandoli ad agenzie private. Da anni ritengono che il paese dev’essere ‘’epurato’’ etnicamente, ripudiando la cultura russa ed i valori universalisti. Il Segretario del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa, Danilov, ha dichiarato che ‘’La lingua russa dovrebbe sparire completamente dal nostro territorio perché strumento di propaganda ostile e di lavaggio del cervello della nostra popolazione’’, incaricando l’Istituto del Libro Ucraino di distruggere 100milioni di opere.

‘’Tutti i libri di autori russi, oppure pubblicati in lingua russa, oppure stampati in Russia dovevano essere distrutti. È stata nominata una Commissione parlamentare per la verifica dell’attuazione di questa epurazione intellettuale. È emerso che la stragrande maggioranza dei libri delle biblioteche erano manuali di cucina, di cucito e così via. Queste pubblicazioni hanno dovuto attendere prima di andare al macero, perché la priorità è stata riservata ad autori perniciosi come Aleksandr Puskin e Lev Tolstoj.’’ 1

I ‘’nazionalisti integralisti’’ ucraini stanno seguendo le orme dei nazisti, costruendo uno stato etnico nel cuore d’Europa.

 

Le origini naziste della Grande Albania

La lobby progressista nel 2022 ha rivendicato l’indipendenza dell’Ucraina come stato etnico e sub-imperialista; negli anni ’90, la ‘’sinistra zombie’’ riconobbe l’autonomia del Kosovo in quanto narco-stato, presentando la pulizia etnica d’una regione storicamente appartenente alla Serbia in una lotta di liberazione nazionale. Le regole della propaganda di guerra contemplano la demonizzazione degli aggrediti (es. palestinesi, serbi, popolazioni russofone del Donbass) ed il binomio decontestualizzazione/de-storicizzazione 2. Silenziare la storia (di conseguenza, mettendo a tacere gli storici) è il modo migliore per non comprendere l’intimo legame che intercorre fra i micro-conflitti territoriali ed il neocolonialismo delle grandi potenze, come gli imperialismi statunitense, tedesco ed israeliano. Nelle guerre del ventunesimo secolo, i media hanno nascosto la situazione storica e geografica impedendo di inquadrare il conflitto di classe nelle regioni coinvolte: dall’altra parte la ‘’sinistra’’ ha tinto di rosa alcune cause (es. la causa palestinese) per deprivarle della propria carica antimperialista. Il ‘’progressismo’’ come arma dell’imperialismo USA.

Il movimento kosovaro, negli anni ’30 e ’40, venne incoraggiato in funzione anti-serba da Hitler e Mussolini. Lo storico Enrico Vigna, con un eccellente saggio, ne ha dimostrato la collaborazione strategica con la Gestapo:

‘’La prima milizia kosovara locale di circa 1000 uomini, fu la “Vulnetari”, più che altro con compiti di polizia locale.

Poi il movimento nazionalista per la Grande Albania formò nel Kosovo le forze militari del Balli Kombétari (Unione Nazionale, i Balisti,  Partito Nazista Albanese), il Comitato albanesi del Kosovo ( esuli e rifugiati all’estero), e il 17 aprile 1944 la SS-Divisione Skanderbeg  la (21° “Waffen-Gebirgsdivision SS” ) composta da 11.400 effettivi, due terzi dei quali erano kosovari albanesi musulmani.

La Divisione Skanderbeg aveva capi tedeschi e ufficiali e truppa kosovaro-albanesi, In generale, la politica tedesca era quella di organizzare unità militari volontarie fra i simpatizzanti nazisti dei paesi occupati. Fra tutte le nazioni occupate, solo i serbi, i greci e i polacchi rifiutarono di formare unità volontarie naziste. Piuttosto che unirsi ai nazisti, come avevano fatto molti albanesi del Kosovo, i serbi organizzarono la più grande resistenza antinazista in Europa, dopo quella sovietica. Sia i partigiani comunisti, la grande maggioranza, che i monarchici cetnici, di cui molte migliaia si incorporarono poi nell’AVNOJ, erano principalmente serbi, e combatterono i tedeschi e i loro alleati locali in tutta la Jugoslavia. I tedeschi reclutarono gli uomini della divisione Skanderbeg per combattere questi gruppi di resistenza, ma gli albanesi della Skanderbeg non avevano interesse ad affrontare soldati; essi volevano principalmente terrorizzare i civili serbi, zingari ed ebrei locali. Molti di questi albanesi kosovari avevano prestato servizio in precedenza nelle divisioni SS bosniaco-musulmane e croate, note per i loro massacri di civili. La prima operazione della divisione Skanderbegnota come “Einsatztruppen” fu un’incursione contro gli ebrei, e la seconda fu lo sterminio del villaggio serbo di Velika, dove più di 400 serbi furono uccisi.

Estremisti kosovari albanesi musulmani giocarono un ruolo attivo anche nella persecuzione degli ebrei. Infatti kosovari albanesi incorporati come truppe delle SS naziste, partecipavano normalmente al rastrellamento degli ebrei del Kosovo che furono poi uccisi a Bergen Belsen. Si è stimato che 550 ebrei vivessero in Kosovo al momento dell’invasione nazista; 210 di essi, ossia il 38 per cento, furono uccisi.’’ 3

I militanti socialisti e comunisti vennero messi al muro, le chiese ortodosse bruciate, mentre centinaia di migliaia di ebrei finirono nei campi della morte hitleriani. Nel 2022, promuovendo l’etnopolitica, Israele ha portato a termine la pacificazione con gli eredi di Mussolini ed Hitler.

 

Pacifismo come servo dell’imperialismo

Nel 1917, in un celebre saggio ‘’Pacifismo come servo dell’imperialismo’’, il fondatore dell’Armata Rossa Leon Trotsky scriveva:

‘’In USA il pacifismo piccolo borghese ha mostrato da sé il suo vero ruolo di servo dell’imperialismo in maniera anche meno mascherata. Là, come altrove, sono state le banche ed i trust a determinare realmente la politica. Persino prima della guerra, a causa dello straordinario sviluppo dell’industria e delle alte esportazioni, gli USA si sono stabilmente mossi nella direzione degli interessi mondiali e dell’imperialismo. Ma la guerra europea ha spinto questo sviluppo imperialistico ad un passo febbricitante. Proprio nel momento in cui persone realmente pie (persino Kautsky) stavano sperando che gli orrori del macello europeo avrebbero indotto la borghesia americana al ribrezzo verso il militarismo, gli eventi europei continuavano a produrre una forte influenza, non psicologica bensì materialistica, che avrebbe portato ai risultati opposti. Le esportazioni statunitensi, che nel 1913 ammontavano a 2.466 milioni di dollari, crebbero nel 1916 al pazzesco livello di 5.481 milioni di dollari. Naturalmente la parte del leone in questo commercio d’esportazione era ricoperta dall’industria di armi belliche. Seguì l’improvvisa minaccia di una cessazione delle esportazioni verso le nazioni dell’Intesa, quando intervenne la guerra sottomarina illimitata. Nel 1915 l’Intesa aveva importato beni americani per più di trentacinque miliardi, mentre Germania e Austria-Ungheria avevano importato beni per un valore di quindici miliardi scarsi. Così si paventava non solo una diminuzione dei giganteschi profitti sin qui ottenuti, ma addirittura la minaccia di una seria crisi per l’intera industria americana, che aveva le sue basi nell’industria bellica. È a questi numeri che noi dobbiamo guardare per comprendere la divisione delle “simpatie” in America. E così i capitalisti hanno fatto appello allo Stato: “Sei tu che hai iniziato lo sviluppo di questa industria bellica all’insegna del pacifismo, tocca a te ora trovarci un nuovo mercato”. Se lo Stato non era in condizione di permettere “libertà dei mari” (in altre parole, libertà di spremer capitale dal sangue umano) allora esso doveva aprire per l’industria bellica in crisi un nuovo mercato – nella stessa America. E così le necessità del macello europeo hanno prodotto un’improvvisa, catastrofica militarizzazione degli USA.’’ 4

L’aggressione atlantista all’Eurasia ha letteralmente distrutto l’Europa, dando un doppio margine d’espansione all’imperialismo etnico ucraino: russofobo ed anti-europeo. Promuovendo la creazione dei nano-stati, gli Stati Uniti d’America hanno portato il mondo sull’orlo della Quarta Guerra Mondiale (il ‘’terzo’’ conflitto sarebbe stato la ‘’guerra fredda’’), normalizzando il fascismo e rendendo accettabile l’eredità politica di Hitler. La ‘’sinistra’’ neoliberale si è alleata strategicamente con gli straussiani statunitensi, i nazionali ucraini ed i sionisti israeliani: condivide il loro stesso culto della violenza e del potere. La lobby progressista potrebbe unirsi all’Asse (sionisti israeliani, nazionalisti ucraini e straussiani) che ha reso possibile una nuova guerra mondiale.

https://www.voltairenet.org/article218523.html

https://serenoregis.org/2011/04/07/le-regole-della-propaganda-di-guerra-michel-collon/

https://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custei09-014960.htm

https://www.marxists.org/italiano/trotsky/1917/pacifismo.htm

Kosovo, sale la tensione: 10mila serbi in piazza, in serata una molotov  colpisce un'abitazione - la Repubblica

Fonte foto: La Repubblica (da Google)

1 commento per “L’etnopolitica è l’ideologia della lobby “progressista” (e non solo) in USA, UE e Israele

  1. Giulio larosa
    30 Dicembre 2022 at 10:16

    Trozki ha avuto ragione su quasi tutto peccato non sia stato in grado di organizzare un partito comunista adeguatamente purtroppo settarismo frazionismo e tutti i noti limiti hanno ridotto la 4 internazionale a testimonianza

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