L’Italia, cane da guardia della NATO

L’attacco statunitense del 26 febbraio 2021 contro le milizie sciite filo-iraniane al confine fra Sira ed Iraq si colloca nel rilancio della ‘’guerra infinita ‘’ teorizzata dallo Stato profondo USA con la triplice finalità di (1) balcanizzare la Federazione russa, (2) convertire la Cina in uno stato capitalista e neoliberista e (2) imporre in Europa una nuova Architettura di Potere. Il leone iraniano è un nemico strategico; i Guardiani della Rivoluzione, fedeli alla Rivoluzione degli Oppressi dell’Imam Khomeini, sostengono un processo rivoluzionario nazionale ed anticolonialista, per questo motivo sostengono in Siria e Venezuela forze di orientamento socialista e laico, in Palestina la sunnita Hamas ed in Libano gli sciiti Hezbollah. Teheran (insieme a Cuba e Corea del Nord) è l’ultima nazione, dichiaratamente antimperialista, che si contrappone all’imperialismo americano-sionista.

L’Elite iraniana ha sistematizzato una risposta coerente all’accerchiamento da parte degli USA, di fatto preparando il ritorno al potere dell’ala più giustizialista ed antimperialista dello sciismo, un cambio di potere che sta – rapidamente – prendendo piede all’interno delle istituzioni:

“In risposta all’omicidio da parte di Israele del principale scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh, il parlamento conservatore ha approvato una legge che obbliga il governo moderato del presidente iraniano Rohani a ridurre ulteriormente l’adesione all’accordo JCPOA. Con ciò, il governo iraniano ridurrà la capacità degli ispettori internazionali dell’AIEA di osservare il programma nucleare civile. Il parlamento iraniano aveva incaricato il governo del Presidente Rouhani di limitare l’attività dell’AIEA” 1

Se da un lato l’ex presidente Ahmadinejad vorrebbe contrapporre al Grande Israele il rilancio dell’Islam iraniano ed eterno, i fedelissimi di Soleimani, qualora dovessero rompere il sistema di potere filo-statunitense che ruota attorno alla borghesia del bazar, aprirebbero ad una fase intermedia di aperta ostilità militare nelle ‘’zone tempestose’’ (cit. Mao): Libano, Palestina, Yemen e Siria. Il Libano, con tutta probabilità, nei prossimi anni (2021 – 2025), diventerà il terreno di scontro per la conquista dell’Eurasia. Il ritorno di Ahmadinejad è un sintomo della crisi dello Stato profondo iraniano: la borghesia del bazar non è riuscita a trasformare la Repubblica islamico-sciita in una pacifica e neutrale potenza capitalista, il ricordo della Rivoluzione è ancora vivo all’interno del proletariato iraniano e degli apparati militari apertamente ostili all’Occidente. Teheran, per quanto ne dicano i democratici nord-americani, è un avversario strategico del complesso militar-industriale ‘’yankee’’ e nei prossimi anni i conflitti diplomatici dell’era Trump diventeranno militari. Con Joe Biden, vecchio guerrafondaio ridotto in uno stato di demenza senile, l’imperialismo statunitense sperimenterà nuove forme di soft power alternandole ai ‘’bombardamenti etici’’ per arrivare all’obiettivo finale: globalizzare il capitalismo di sorveglianza del Grande Reset.

 

Biden trasforma l’Italia in un laboratorio della Nato

Il presidente Biden ha imposto all’Italia (1) il golpe finanziario dell’ex banchiere della Goldman Sachs Mario Draghi, (2) accelerando la normalizzazione dello stato di guerra permanente nei paesi Nato. Saranno i militari italiani – ridotti al sottorango di mercenari – a gestire l’occupazione neocoloniale dell’Iraq, ma diamo uno sguardo alle nomine decise dal Pentagono ed approvate dallo Stato profondo italiano.

‘’Quattromila militari europei e canadesi, incaricati di coordinare e addestrare le truppe che in Iraq combattono la rinascita dell’Isis. Insomma, una spedizione inedita e doppiamente difficile, destinata ad avere come protagonista l’Italia, visto che – si legge su Repubblica – sarà il contingente più numeroso e perché, quando raggiungerà lo schieramento completo, prenderà il comando delle operazioni. Su questo fronte è arrivata la nomina del nuovo capo di Stato maggiore dell’Esercito, Mario Draghi ha scelto Pietro Serino: un altro tassello per rafforzare l’atlantismo. Nell’ultimo anno, – prosegue Repubblica – il ministro Lorenzo Guerini è stato quattro volte in Iraq e nel vertice atlantico di tre giorni fa ha preso la parola subito dopo il nuovo responsabile del Pentagono, Lloyd Austin. Le sue raccomandazioni hanno trovato il consenso degli alleati, inclusa la candidatura italiana a prendere il comando, sostituendo i danesi quando lo schieramento sarà pienamente operativo’’ 2

In Italia comanda la CIA ed il Partito democratico è, da almeno dieci anni, il maggiore referente del complesso militar-industriale USA. Il giornalista Manlio Dinucci ha scritto un eccellente articolo, Non c’è crisi per l’Italia militare nella Nato, dove spiega che il potenziamento del War State è organico alla costruzione di una nuova Architettura di Potere: un vero spreco di soldi pubblici, richiesto dagli USA all’establishment finanziaria. Il PD è il referente di CIA e Pentagono:

‘’Usa e Nato chiedono però molto di più. Il ministro Guerini ha confermato l’impegno dell’Italia ad aumentare la spesa militare (in termini reali) da 26 a 36 miliardi di euro annui, aggiungendo agli stanziamenti della Difesa quelli destinati a fini militari dal Ministero dello sviluppo economico: 30 miliardi più 25 richiesti dal Recovery Fund. Il tutto, ovviamente, con denaro pubblico.

L’Italia si è impegnata, nella Nato, a destinare almeno il 20% della spesa militare all’acquisto di nuovi armamenti.

Per questo, appena entrato in carica, il ministro Guerini ha firmato il 19 febbraio un nuovo accordo di 13 paesi Nato più la Finlandia, definito Air Battle Decisive Munition, per l’acquisto congiunto di «missili, razzi e bombe che hanno un effetto decisivo nella battaglia aerea»’’ 3

La politica estera italiana, da almeno quarant’anni, è contraria ad ogni etica: non c’è giannizzero degli Stati Uniti (es. Arabia Saudita) che non acquisti armi dall’industria bellica nazionale (es. Finmeccanica), un establishment che meriterebbe una nuova Norimberga. Nei prossimi mesi la politica del confinamento potenzierà lo stato di polizia interno, mentre il 50% della borghesia produttiva italiana sarà decotta. Il M5S ha gettato la maschera: neoliberisti, guerrafondai e sionisti. La società civile è sempre più atomizzata: masse di ipocondriaci ideologizzati dal mantra del confinamento permanente si scagliano contro le nuove povertà provocate dalla crisi pandemica, predicando a chi ha perso tutto l’immobilismo politico. L’attuale ‘’sinistra’’ è un “fattore aziendale”.

Gli USA utilizzeranno l’Italia come braccio armato contro l’Iran. Il 17 febbraio, il Pentagono ha patrocinato una videoconferenza in cui 40 industrie militari e centri di ricerca universitari italiani, accademici prezzolati, si sono letteralmente prostituiti alle forze armate USA. Titolo dell’incontro «Innovate to Win» (Innovare per vincere). L’Italia è la prostituta dei neoconservatori: nei prossimi mesi, Mario Draghi sostenuto, fra gli altri, da PD e M5S trasformerà la ‘’nazione’’ in una portaerei della Nato, senza economia reale e una borghesia nazionale indipendente. La Repubblica delle banane, per chi suona la campana? Semplice, per la classe operaia che verrà – letteralmente – ridotta ad una mucillagine sociale. I post-marxisti diventati ‘’politicamente corretti’’ non si sono limitati a fallire, ma hanno stracciato la Costituzione: il neoliberismo è una ideologia deviante che sostiene il dogma puritano ‘’competi e se non vinci muori’’, una ideologia politica che con cinismo e nella totale indifferenza sta pianificando la distruzione di una porzione del pianeta.

http://aurorasito.altervista.org/?p=15628

https://parstoday.com/it/news/middle_east-i240690-biden_affida_il_comando_anti_isis_all’italia.ritirati_i_militari_usa_dall’iraq

https://www.voltairenet.org/article212312.html

Nato: conclusa a Bruxelles la riunione dei Ministri della Difesa

Fonte foto: Ministero della Difesa (da Google)

3 commenti per “L’Italia, cane da guardia della NATO

  1. Federico Lovo
    2 Marzo 2021 at 3:16

    il governo Draghi è veramente la certificazione della morte – sotto tutti i punti di vista – del Paese: dentro tutti, tranne la Meloni, che recita il ruolo di verginella da proporre (dalla destra) all’elettorato italiano alle prossime elezioni. Neo-liberismo “VS” (si fa per dire…) estremismo di destra “americanista”, in quest’ultimo caso sono pesantissime le responsabilità di buffoni patentati in cerca di visibilità nel c.d. campo della (pseudo)informazione alternativa. Riguardo al tuo articolo, mi auguro sinceramente una sconfitta totale per l’Italia e per i suoi magnaccia. Intanto, caro Stefano, i “nostri” amici Sauditi, macellai con parecchi soldi e zero neuroni, continuano nel loro disastro in Yemen, sconfitta prossima alla certificazione ? http://aurorasito.altervista.org/?p=15661

  2. Giovanni
    2 Marzo 2021 at 19:43

    Però circolano continuamente notizie ambigue. JP Morgan, che certo non sarebbe titolata a parlar di virus ma lo fa lo stesso (no comment), sostiene che finirà in un paio di mesi.

    Poi magari fra un po’ esce una notizia di stampo contrario ma fra tutti questi tira e molla ancora non si capisce se il loro attacco parte davvero o se invece tutto continua a galleggiare come fa dall’inizio della crisi senza che nulla cambi.

  3. Federico Lovo
    3 Marzo 2021 at 16:24

    legato al “grande reset”… (spero nella saggezza del PC Cinese): https://some-prog.blogspot.com/2021/03/meeting-with-big-tech-and-being-worried.html

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