Pakistan: gli USA dietro l’attentato contro Imran Khan?

Il ritorno di Netanyahu alla guida dello stato ‘’per soli ebrei’’ rappresenta il coinvolgimento diretto del complesso militare-industriale sionista nell’aggressione atlantista all’Eurasia, in Ucraina. Nella teopolitica del sionismo religioso l’Ucraina, più che ad una ‘’Israele europea’’ (come dice il comico-caudillo Zelensky) coincide con una ‘’Tel Aviv caucasica’’ nata per distruggere Mosca. Lo stato ebraico non è più ‘’sbalordito’’ dal sostegno statunitense al suo nemico storico, il nazismo, ma s’appresta a rifornire di armi gli eredi di Hitler proiettando contro la Federazione Russa la dottrina della ‘’guerra eterna’’: un piano distopico-totalitario che, in Europa, prevede la costruzione di una nuova Architettura di potere.

 

Le conseguenze geopolitiche della rielezione di Netanyahu

Figlio del segretario personale di Vladimir Jabotinsky, fondatore del Partito revisionista-sionista, Benjamin Netanyahu è il presidente israeliano che, più di chiunque altro, ha raccolto l’eredità della collaborazione strategica fra il sionismo ‘’di destra’’ ed il nazismo: con cinismo e nell’indifferenza del giornalismo lubricato, il regime sionista non si vergogna più, davanti al mondo, del proprio razzismo. Israele è uno ‘’stato pazzo’’ per il terrorismo impunito. La SBU avrà dei nuovi istruttori dal Mossad?

La rielezione del premier russofobo va contestualizzata dinanzi altri due eventi: (1) la partecipazione del MI6 britannico alla costruzione d’un ‘’esercito partigiano’’ (neonazista) ucraino; (2) il tentativo d’assassinio del leader pakistano Imran Khan. Che cosa prepara Washington nella proiezione della ‘’guerra eterna’’ come terrorismo totale?

I documenti declassificati e ricevuti dal canale The Grayzone dimostrano la collaborazione, su tutti i fronti, fra le intelligence britannica ed ucraina nell’attentato suicida che ha portato alla distruzione del Ponte di Crimea, una operazione di terrorismo totale volta a ‘’erodere la capacità bellica di Mosca’’. Questi progetti sono stati realizzati dal veterano militare, Chris Donnelly, un agente del MI6 noto soprattutto per il programma Integrity Initiative finanziato dal Dipartimenti di Stato:

‘’I piani erano stati fatti circolare nella rete transnazionale privata di Donnelly, composta da ufficiali militari, legislatori e funzionari dell’intelligence. Tali connessioni di alto livello fanno capire che, in questo conflitto, Donnelly è tutt’altro che un osservatore passivo. Ha usato la sua posizione e i suoi contatti per assicurarsi le risorse necessarie ad addestrare il battaglione segreto di sabotatori che avevano avuto l’ordine attaccare gli obiettivi russi in Crimea. Questa strategia di demolizione è destinata ad inasprire la guerra e a compromettere qualsiasi iniziativa verso un negoziato.’’ 1

Washington e Londra vogliono il terrorismo totale e per fare questo hanno bisogno di reclutare i maestri delle operazioni ‘’falsa bandiera’’: i sionisti israeliani.

 

Lo stato profondo USA contro Imran Khan

Il regime golpista-postmoderno di Islamabad ha orchestrato il tentativo d’assassinio dello statista, fra i teorici del mondo multipolare, Imran Khan, in quanto azione punitiva per aver organizzato i senza scarpe in un grande movimento di massa ed antimperialista. Dalle notizie false (l’accusa di ‘’corruzione’’ è la classica fake dell’Impero della menzogna) all’assassinio fallito. Washington e Tel Aviv, eliminando Khan dalla scena politica, vorrebbero riconvertire il Pakistan in uno ‘’stato paria’’ allontanandolo da Mosca e Pechino.

Il piano di Washington (destinato a fallire) contempla il terrorismo individuale soltanto come tappa intermedia: la CIA sta facendo pressione per arruolare la giunta golpista nel tentativo di corruzione dei Talebani, spingendo il governo filorusso di Kabul su posizioni semi-atlantiste. Biden, memore dell’alleanza antisovietica fra americanismo ed Islam politico-sunnita, ha proiettato nel XXI secolo una dottrina totalmente impercorribile: il Pakistan, scosso da un movimento rivoluzionario-islamico, è sempre più vicino a Teheran e Pechino nella fuoriuscita dall’unilateralismo, un processo di de-globalizzazione oggettivo che va ben oltre la natura golpista-postmoderna della giunta militare. I falchi del Pentagono, nel mondo, dopo l’Operazione Z, verranno castrati dalla legge dei rapporti di forza che permea le relazioni geopolitiche fra i paesi: la guerra ‘’di quarta generazione’’ è stata sconfitta rispetto alla necessità, per una grande potenza (es. USA o Russia), di controllare il territorio valorizzando le capacità Umane. Mosca ha compreso ciò che Washington, avendo abbracciato il transumanesimo, non capirà (con tutta probabilità) mai.

L’analista strategico Andrew Korybko ritiene che Khan stia vincendo la sua battaglia:

‘’Lo scenario migliore è che quelli tra le sfere dell’élite dell’establishment che sono responsabili di questa vergognosa violazione della fiducia del popolo, che ha indiscutibilmente attraversato la linea rossa di quest’ultimo, accettino la loro sconfitta permettendo alla democrazia di prevalere senza continuare a cercare di ostacolarla pericolosamente invano. Nessun membro sinceramente patriottico dell’establishment rischierebbe di gettare il Pakistan in un pandemonio continuando a cospirare contro il suo popolo, per non parlare di accettare seriamente di muovere guerra contro di loro.’’ 2

 

Il terrorismo è un segno, inconfondibile, della morte cerebrale di un impero, in questo caso l’Impero ‘’yankee’’. La sconfitta dell’Ucraina liberista-nazista è prossima, mentre in Pakistan il sogno di Khan potrebbe ricominciare: la rivoluzione multipolare è alle porte. Giorno dopo giorno, maturano le condizioni oggettive per un processo antimperialista contro il terrorismo totale della Nato, un processo rivoluzionario che aspetta un grande assente: la classe operaia europea.

https://comedonchisciotte.org/le-spie-britanniche-addestrano-i-terroristi-in-ucraina/

https://www.ambienteweb.org/2022/11/04/il-tentativo-di-assassinio-contro-imran-khan-rivela-il-gioco-sporco-dellestablishment/

Imran Khan Leaves Hospital 3 Days After Being Shot In The Leg

Fonte foto: da Google

 

 

 

1 commento per “Pakistan: gli USA dietro l’attentato contro Imran Khan?

  1. Paolo
    8 Novembre 2022 at 16:57

    Khan è stato messo in minoranza, sfiduciato e sostituito dal parlamento pakistano anche per questioni di politica interna (economia e scuola) ma non a caso poco dopo la posizione assunta sul conflitto in Ucraina nella sua visita a Mosca.

    Cambiando la tradizionale ambiguità geopolitica pakistana – amicizia con la Cina in funzione anti-indiana e della Via della Seta, ma alleanza strategica con gli Usa in funzione anti-iraniana e anti-russa – da due a tre facce, allargandola alla Russia, Khan ha perso l’appoggio dell’èlite militare, legata agli americani e politicamente influente in parlamento.

    Senza dubbio i britannici hanno svolto un ruolo di primo piano in Ucraina, ma già dall’inizio.
    Mentre le altre intelligence dei paesi Nato erano sicure di un rapido successo dell’operazione militare russa finalizzata a un cambio di governo, e per questo gli americani volevano far scappare subito Zelensky e il suo entourage, invece l’MI6 aveva in mano altri elementi che hanno cambiato il corso degli eventi, e convinto Zelensky e i suoi a restare rifiutando il “passaggio” offerto dagli americani.

    Da quel che hanno scritto a proposito analisti militari, la rete messa in piedi dai servizi russi a Odessa, che doveva supportare lo sbarco, sarebbe stata infiltrata dall’MI6 ed eliminata all’inizio delle ostilità. E poi i britannici hanno potuto minare il porto in modo impenetrabile.
    A Kiev la rete russa tra i militari ucraini, che doveva supportare l’operazione, sarebbe stata in realtà un inganno doppiogiochista dell’MI6. E il reparto d’èlite della Wagner che doveva catturare Zelensky per facilitare il cambio di governo, avrebbe trovato sulla sua strada le SAS britanniche, e non sarebbe più tornato.

    Le operazioni degli specialisti dell’intelligence e delle forze speciali britanniche – considerati da molti i migliori del mondo – sono al servizio di una linea geopolitica che vede il Regno Unito porsi come leader di una sub-alleanza euro-nordica dentro l’Occidente.

    Una sub-alleanza nordica che ha un proprio autonomo strumento militare, il JEF, costituito da 10 paesi, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, i 3 Baltici, Olanda, Islanda e Regno Unito, che ne ha il comando – e come obiettivo politico l’asse con i paesi dell’ex Patto di Varsavia a guida polacca (meno l’Ungheria) per essere complementari sul campo europeo alla linea massimalista verso la Russia di quella parte degli apparati americani che fanno riferimento al segretario di stato Blinken.

    Sub-alleanza nordico-estica in competizione con la linea euro-occidentale, guidata dalla Francia, a sua volta complementare a quella parte più pragmatica degli apparati americani rappresentata dal consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan, che in questa fase sembra prevalere dentro l’amministrazione Biden, ma viene messi in difficoltà dalle operazioni britanniche.

    Le due diverse linee, pragmatica e massimalista, convergono però sulla visione dell’indebolimento della Russia non come scopo in sè, ma come mezzo, in quanto la Russia viene considerata solo potenza regionale, “junior partner” della Cina, vero scopo in quanto avversario strategico globale.

    Il cambio in Israele, da un governo vicino ai dem e all’amministrazione Biden a un governo vicino ai repubblicani e in passato a Trump, al di là del fatto politico non cambia il motivo dell’interesse degli apparati militari e di intelligence a supportare gli ucraini dopo l’invio dei droni iraniani.
    Interesse determinato dall’opportunità offerta di testare sul campo le modalità migliori per neutralizzare i droni iraniani in vista di un eventuale possibile confronto militare in Medio Oriente.

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