Il partito neofascista israeliano ha dichiarato guerra alle Nazioni Unite

Il premier Netanyahu, massimo esponente del nazionalismo territoriale sionista, dopo aver sofferto lo scontro inter-oligarchico con la fazione ‘’cosmopolita’’ dell’élite israeliana, ha approfittato dell’offensiva imperialista in Ucraina per rilanciare il progetto della Grande Israele. Il sionismo-revisionista, alleato strategico dei neocons e dei nazisti di Kiev, minaccia la pace mondiale attraverso il tentativo di distruggere l’ONU.

 

Che cos’è il sionismo revisionista?

I sionisti revisionisti s’ispirano a Vladimir Jabotinsky il quale considerava la Palestina ‘’una terra senza un Popolo, per un Popolo senza terra ‘’, in poche parole i palestinesi non avrebbero diritto ad esistere.

Nel settembre del 1921, Jabotinsky si alleò strategicamente con gli antisemiti ucraini uniti dall’odio comune verso il bolscevismo; una Crociata anticomunista contro la Rivoluzione terzomondista ed antimperialista teorizzata a Baku dal marxista, d’origine israelita, Karl Radek. Espulso dall’Organizzazione Sionista Mondiale, massima espressione del sionismo ‘’cosmopolita’’, Jabotinsky divenne un lustrascarpe di Hitler e Mussolini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bension Netanyahu (padre dell’attuale premier israeliano) venne scelto come suo segretario personale.

Seguendo le orme di Jabotinsky, nel 2003 Netanyahu aderì alla Teo-politica degli straussiani abbracciando la dottrina della ‘’guerra eterna’’ e, dopo il golpe neonazista di Piazza Maidan (2014), ha riallacciato i rapporti con i seguaci di Stephan Bandera. I sionisti revisionisti ed i nazisti neocons di Kiev condividono il culto della violenza, rilanciando una guerra di sterminio contro l’Eurasia.

 

Il nuovo governo fascista israeliano

Il giornalista di Haaretz, Alon Pinkas (citato dal Premio Pulitzer Chris Hedges), ha definito il nuovo governo sionista:

“una cachistocrazia unica nel suo genere: un governo formato dalla peggiore e meno adatta collezione di ultranazionalisti, suprematisti ebrei, antidemocratici, razzisti, bigotti, omofobi, misogini, politici corrotti o presunti tali. Una coalizione di governo di 64 legislatori, di cui 32 ultraortodossi o sionisti religiosi. Certamente non una coalizione che Zeev Jabotinsky, il padre del Sionismo revisionista, o Menachem Begin, il fondatore del Likud, avrebbero mai potuto immaginare.” 1

Il partito politico ‘’Forza ebraica’’ non si è limitato ad organizzare la collaborazione strategica del Mossad con la SBU, ma ha anche intrapreso una duplice pulizia etnica contro gli arabi-palestinesi e gli ebrei sefarditi che non ammettono lo sproloquio talmudico (Talmud di Babilonia) sulla costruzione della Grande Israele, dal Nilo all’Eufrate. Alleato degli antisemiti ucraini e protettore dei negazionisti della Shoah, il nuovo partito fascista-israeliano ha promesso la deportazione dei rabbini Naturei Karta (Guardiani della città). Una variante sionista dell’appello nazista al sangue ed al suolo. Israele è già una teocrazia dispotica.

 

Netanyahu contro le Nazioni Unite

Il premier sionista ha recentemente twittato: ‘’Ecco le linee direttrici del governo nazionale da me guidato: il popolo ebraico ha un diritto esclusivo e incontestabile su tutte le regioni della Terra d’Israele. Il governo favorirà e svilupperà la colonizzazione di tutte le parti della Terra d’Israele – in Galilea, nel Negev, sulle alture del Golan, in Giudea e in Samaria’’. Per Alfred Rosemberg e Dmytro Donstov gli ucraini, eredi degli antichi culti norreni, sarebbero venuti al mondo per ‘’schiavizzare le popolazioni russe’’, in modo analogo i fascio-sionisti perseguono l’obiettivo di cancellare arabi-palestinesi e persiani dalla carta geografica. Una concezione della conflittualità di gran lunga più pericolosa del vecchio colonialismo, che rischia di far sprofondare il mondo nella Quarta Guerra Mondiale.

In risposta le Nazioni Unite, con 87 voti favorevoli aggregati attorno alla linea sino-russa, hanno adottato una risoluzione di condanna della lobby nazi-sionista, esaminando la dottrina giuridica dello stato-entità di Tel Aviv:

‘’a) Quali sono le conseguenze giuridiche derivanti dalla continua violazione da parte di Israele del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, dai suoi prolungati atti di occupazione, colonizzazione e annessione del territorio palestinese, occupato dal 1967, in particolare dalle misure dirette ad alterare la composizione demografica, il carattere e lo status della città santa di Gerusalemme, e dall’adozione da parte di Israele di leggi e misure discriminatorie connesse?
b) Quale incidenza hanno le politiche e pratiche di Israele, menzionate al paragrafo 18 a), sullo statuto giuridico dell’occupazione e quali conseguenze giuridiche ne derivano per tutti gli Stati e l’Organizzazione delle Nazioni Unite?’’ 2

Dal 1948, anno in cui venne consumata la Nakba, Israele s’è auto-concepita come una ‘’nazione’’ dinamica ovvero in continua espansione. Sionisti liberali e revisionisti hanno trovato un punto d’incontro nel rifiuto del costituzionalismo democratico: Israele non conosce confini, applica la politica dei pogrom contro gli arabi-palestinesi, organizza lager per migranti e teorizza, almeno, cinque guerre d’aggressione neocoloniale all’anno, il tutto nel silenzio omertoso dei giornalisti lubrificati. L’attuale regime sionista è un buco nero del Diritto internazionale: gli anglosassoni (di cui l’Italia è una escort da basso borgo) seguono la dottrina Donstov/Jabotinsky, ma Russia e Cina sono i difensori di ‘’un ordine fondato sulle regole’’ nella transizione ad un Nuovo Ordine Multipolare.

Leggiamo come il Premio Pulitzer Chris Hedges, autore di diverse inchieste sul cristiano-fascismo USA, inquadra l’ascesa d’un nuovo e per nulla atipico fascismo israeliano:

Con l’aumento della violenza e della repressione contro i Palestinesi da parte delle forze di sicurezza, che presto saranno gestite da fanatici ebrei, un numero sempre maggiore di Palestinesi, compresi i bambini, morirà a causa di attacchi aerei, bombardamenti, tiri di cecchini, assassini e altri attacchi, compresi quelli condotti dalle milizie ebraiche fuorilegge, che assaltano anche i cittadini arabi all’interno di Israele. La fame e la miseria si diffonderanno.’’3

Netanyahu ha dimostrato al mondo che uno ‘’stato ebraico’’, calpestando l’universalismo giudaico ed i morti della Shoah (oltre 6 milioni d’ebrei), può replicare gli orrori della Germania hitleriana: Israele è già fascista.

https://web.archive.org/web/20221206134326/https:/www.haaretz.com/israel-news/2022-12-06/ty-article/.premium/dont-expect-israels-new-far-right-government-to-have-a-foreign-policy/00000184-e73b-d64a-a3fe-efff944c0000

https://www.voltairenet.org/article218602.html

https://comedonchisciotte.org/chris-hedges-israele-e-lascesa-di-un-nuovo-fascismo/

Israele, il premier incaricato Netanyahu: "Sarò il primo ministro di tutti,  senza eccezioni”

Fonte foto: Agenzia Nova (da Google)

1 commento per “Il partito neofascista israeliano ha dichiarato guerra alle Nazioni Unite

  1. Paolo
    7 Gennaio 2023 at 17:25

    Dal punto di vista geopolitico il nuovo governo – il più a destra di sempre, con una presenza massicia e determinante degli ultraortodossi in coalizione con i nazionalisti del Likud – segna per Israele un peggioramento dei rapporti con l’amministrazione dem americana e con quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, e un ristabilimento delle relazioni con la Russia.

    I portavoce americani hanno espresso preoccupazione per il ritorno massiccio della politica espansiva verso i palestinesi – a cui Trump aveva dato il via libera col precedente governo Netanyahu, poi sospesa dall’eterogeneo governo successivo vicino a Biden – con la chiusura della prospettiva dei due stati per i due popoli, fondamentale per la strategia euro-americana di supportare l’Anp contro Hamas tra i palestinesi.

    Il ristabilimento delle relazioni con la Russia – il ministro degli esteri del nuovo governo Netanyahu ha subito preso contatto con Lavrov – pone fine alla crisi nei rapporti russo-israeliani che si era determinata per la decisa presa di posizione a favore dell’Ucraina del governo precedente, anche con importanti supporti a livello di intelligence.

    Sembrano così tornare gli ottimi rapporti del precedente governo con la Russia, compresa l’amicizia personale tra Netanyahu e Putin, determinando uno spostamento di Israele verso una posizione più neutralista nel conflitto ucraino.

    Questa svolta, o meglio ritorno alla linea precedente, non cambia la collocazione strategica filo-occidentale di Israele, ma configura una tattica paragonabile a quella di Orban.

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