Pentagono: “Non siamo più imbattibili”

La relazione della Commissione creata dallo stato maggiore del Pentagono parla chiaro 1). Sono da rivedere gli obiettivi militari e politici a conclusione della post guerra fredda dominata con agio imperiale dagli Stati Uniti, in assenza del suo unico rivale: l’Unione Sovietica.
Il secolo ventunesimo non sarà un secolo americano. Le forze armate dovranno come primo compito tutelare la difesa della nazione. Non potranno più pretendere di modellare il pianeta a propria immagine e dovranno cessare di avere progetti troppo ambiziosi come annientare la Corea del Nord che comporterebbe lo sterminio dei militari americani e sudcoreani nella penisola coreana.
La relazione evidenzia come sia enormemente cresciuto il potenziale militare tecnologico non solo in Russia e in Cina ma anche nelle medie potenze come l’Iran e la Turchia che sembra rivolgersi non verso Occidente ma verso Oriente.

Ciò non significa che il Pentagono e le forze più oscure ed irresponsabili daranno ascolto al realismo e alla forza della ragione, come emerge dalla relazione della Commissione. Continueranno gli assalti all’indipendenza degli Stati, i colpi di stato, le rivoluzioni colorate ma ciò che è importante sottolineare è che si è creata anche all’interno del Pentagono e presumibilmente della Cia una visione del confronto militare e politico antitetica all’onnipotenza che ha caratterizzato in questo ventennio l’azione dell’ex unica superpotenza, onnipotenza cui sembrano ancora aspirare le forze maggioritarie dello stato profondo.

Appaiono infatti in controtendenza, rispetto alle puntualizzazioni della Commissione, le sanzioni emesse nel mese di luglio contro l’Iran e la Russia, sanzioni molto più dure delle precedenti e che certo non facilitano buone relazioni con i Paesi citati. La risposta di Putin non si è fatta attendere. Ordinata la riduzione del personale diplomatico americano in Russia da 1200 a 455. Scontato che, tra gli espulsi, un gran numero fossero spie. 455 come i diplomatici russi negli States 2)

Le sanzioni previste nel DDl inaspriscono ulteriormente i divieti precedenti 3) relativi alle “trasgressioni” del diritto internazionale compiute da Mosca: Crimea, Donbass, Siria ( e da Teheran: sostegno al terrorismo, con particolare riferimento agli Hezbollah). Riguardono i beni e i conti dei funzionari “corrotti”, degli oligarchi “vicini” a Putin, il finanziamento del debito in vari settori: dal siderurgico, al gas, dal petrolio all’industria mineraria…

Il DDl che, tra l’altro, è un attacco diretto contro possibili iniziative politico-diplomatiche di Donald Trump, di fatto pone ostacoli alla “indipendenza” presidenziale e impedisce di stabilire relazioni più amichevoli con la Russia ( Trump in alcuni punti del DDl è riuscito ad alleggerire le sanzioni). E soprattutto nuoce enormemente all’economia europea coinvolta in numerose imprese con le aziende russe. Infatti le sanzioni riguardano le partecipazioni europee in quasi tutti i settori dell’economia. L’Austria e la Francia si sono espresse chiaramente contro le sanzioni. Non si è fatta attendere la risposta della Germania. ” L’America non può multare le aziende tedesche perché intrattengono rapporti con un altro Paese”4) Così il ministro dell’economia Brigitte Zypries.

I giochi comunque non sono ancora finiti. Il conflitto con gli stati europei meno succubi è appena all’inizio. Così come il violento contrasto politico tra Trump e il Congresso. Per gli Stati Uniti l’attuazione di tali sanzioni sarebbe un colpo micidiale alla sua credibilità internazionale. Che le sanzioni danneggino sull’immediato la Russia è cosa certa ma è anche vero che un tale stato delle cose avvicina ancora di più l’Orso russo all’Impero celeste, all’Iran 5) e all’Asia verso una complementarietà politica economica e sociale sempre più integrata anche sul piano monetario con la prevedibile egemonia dello yuan in tutto il Continente. Va ricordato che le diplomazie russa e cinese sono riuscite in un’operazione che solo qualche anno fa sarebbe sembrata impossibile: la partecipazione allo SCTO 6) dell’India e del Pakistan come membri a tutti gli effetti dell’organizzazione.
L’Asia si compatta e chiama l’Europa. A quello che potrebbe costituire il suo destino storico.

”L’Europa non ha forse altri modi d’evitare di essere decomposta dall’influenza americana che attraverso un contatto nuovo, vero, profondo, con l’Oriente” Simone Weil

Le sanzioni possono solo accellerare un percorso storico, e, nel peggiore dei casi, qualora lo stato profondo Usa ignori i richiami razionali verso un mondo multipolare della Commissione proposta dallo Stato Maggiore del Pentagono, allora il rischio sarebbe altissimo: il conflitto nucleare

NOTE
1) Wayne Madsen La fine del “nuovo secolo americano…” 23/7/17 in “Aurora”
2) Alessandro Lattanzio “Washington perde la guerra mondiale…” 31/7/17 in “Aurora”
3) Ruslan Khubiev “Le sanzioni senza precedenti…” 30/7/17 in The Saker-Italia
4) Sputnik ” Ministro economia tedesca…” 31/7/17
5) Sputnik ” Le nuove sanzioni USA…” 31/7/17
6) CSTO, Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva. Membri attuali: tra gli altri Russia, Cina, Kazakistan, India, Pakistan

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Fonte foto: Sputnik Italia (da Google)

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