Il “trotskismo capitalistico” e la Resistenza venezuelana

‘’Se si vuol distruggere l’imperialismo bisogna identificarne la testa: gli Stati Uniti d’America’’ (Ernesto ‘’Che’’ Guevara)

 

Il Super-imperialismo Usa, fra gli altri, ha un alleato fondamentale: l’estremismo di sinistra ed il movimentismo trotskista assolutamente non aderente alla prassi rivoluzionaria di Leon Trotsky.

Secondo il gruppo ‘’trotskista’’ Frazione Internazionalista Rivoluzionaria: ‘’L’Assemblea Costituente lanciata da Maduro è stata sin dal primo momento un’operazione di propaganda finalizzata alla stabilizzazione del suo governo col sostegno delle Forze Armate. Un processo del tutto antidemocratico nel quale i lavoratori e i propri partiti non trovavano spazio’’ 1. Quindi questi ‘’rivoluzionari’’ ritengono che il governo venezuelano abbia la forma politica d’una ‘’dittatura capitalistica classica’’ dove la ‘’burocrazia socialpopulista’’ si avvale del sostegno dei militari per avviare ( e cito il loro articolo ) ‘’una massiccia repressione contro le democratiche libertà elementari’’. L’articolo ha, via, via, toni sempre più equivoci ‘’Sono state impedite elezioni sindacali laddove il chavismo pensava potessero essere eletti dirigenti non allineati al governo e ha impedito gli scioperi in nome dell’unità e della salvaguardia della “Patria”. La Nuova Assemblea Costituente ha messo fuorilegge le organizzazioni della sinistra che si opponevano al governo, escludendo dalla stessa partiti minori che non sono legati allo Stato e o finanziati dai capitalisti’’. Si tratta di una posizione assurda, priva d’ogni contatto reale con la realtà del paese, che colloca la Frazione Internazionalista Rivoluzionaria dalla parte dell’imperialismo USA ricalcando, in tutto e per tutto, la propaganda anticomunista della CIA e di Donald Trump.

James Petras, sociologo marxista vicino per molto tempo ai movimenti guerriglieri latinoamericani, ha analizzato il fenomeno della Costituente in termini contrapposti alla propaganda imperiale: Leggiamo dallo spagnolo:

‘’Fue un gran acontecimiento. Según las cifras que tenemos más de ocho millones de votantes apoyaron la Constituyente y más de un millón de personas han participado activamente en la campaña para elegir uno de los 545 integrantes.

Es un acto heroico porque la oposición, con respaldo de mecanismos norteamericanos, organizaron actos de terrorismo, amenazas e intimidación. Además amenazas de sanciones por parte de Washington, de los opositores en el exterior también como Colombia, Brasil, como los otros gobiernos pro norteamericanos, que intervinieron para amedrentar a los venezolanos.

En otras palabras, no sólo es una victoria política para el gobierno, sino que es una victoria para el país, es una victoria sobre el imperialismo. Fue un gran éxito pese a los grandes medios de comunicación que a partir de sus mentiras trataron de influir al público interior y exteriormente, y eso muestra cómo la conciencia política, la experiencia del chavismo cuenta más que los gastos propagandísticos de EEUU, que destinó millones de millones de dólares tratando de influir en la visión del público venezolano.

Debemos entender entonces cómo la organización, la conciencia, la experiencia, son más importantes que las presiones que vienen de arriba y de afuera’’ 2

 

Per Petras si tratta d’una grande vittoria dato che il popolo venezuelano si è ricompattato dalla parte del PSUV nonostante il terrorismo stragista della destra venezuelana finanziato ed armato dagli Usa. Si tratta di un passo in avanti ( dice Petras ) sulla via dell’antimperialismo perché la coscienza popolare si è rivelata più forte delle menzogne dei grandi mezzi di comunicazione asserviti agli Stati Uniti e al sionismo ben presente nel continente latino-americano.

James Petras con la trotskista cubana Celia Hart

 

Il FIR occulta le responsabilità della destra di fronte alla crisi economica venezuelana puntando, senza alcun filo logico, il dito contro il governo legittimo di Nicolas Maduro. Seguiamo il loro discorso per poi avanzare una solida replica: ‘’Il Venezuela si trova in una situazione così disperata, che il presidente Maduro ha dovuto chiedere aiuto all’ONU, affinché il paese venisse rifornito di medicine’’, e continua ‘’L’inflazione è altissima con la perdita repentina del potere di acquisto dei salari e la forzata la svalutazione da parte del governo della moneta nazionale. Negli scambi economici più importanti quella che circola non è la moneta nazionale ma il dollaro. Al di là di quella pubblicistica della sinistra mondiale, che afferma che in Venezuela si sta costruendo il Socialismo, i dati economici ci dicono che il Venezuela ha tutte le caratteristiche di una nazione capitalistica dove la proprietà privata è libera e tutelata. Di conseguenza, lo Stato che si sta costruendo in Venezuela è quello borghese’’. La crisi economica del paese bolivariano è un prodotto del boicottaggio imperialistico e del terrorismo delle opposizioni. Imperialismo e neofascismo hanno provocato enormi perdite in termini di entrate aziendali, salari e stipendi. James Petras ha segnalato che ‘’Il fuoco dei cecchini ha impedito a funzionari pubblici, lavoratori favorevoli al governo e comuni cittadini di fare spese, recarsi al lavoro e partecipare alle contro-manifestazioni a favore del governo. I terroristi hanno seminato paura e insicurezza, anzitutto nei quartieri della classe media in cui prevalmentemente agiscono – non osando penetrare nei combattivi barrios abitati dai poveri e dalla classe operaia’’ ( James Petras, Repubbliche Sorelle, Venezuela e Colombia di fronte all’imperialismo contemporaneo, Editore Zambon ). Qual è l’errore più grande di Maduro? Petras diventa durissimo: ‘’Le masse ritengono che il governo sia straordinariamente tollerante ( o eccessivamente conciliante ) nel trattare queste violente gang dell’opposizione, considerate la diffusione e la gravità dei disordini: al 15 marzo, solo 105 sicari di strada su 1529 manifestanti violenti arrestati rimangono in carcere come imputati di reati’’. I falsi trotskisti ( di certo indegni del rigore analitico di Trotsky ) rovesciano i termini del conflitto: certamente sono in perfetta malafede, per questa ragione presentano il governo chavista come ‘’autoritario’’ ed ‘’antiproletario’’ e danno patenti di ‘’democraticità’’ ai gruppi neonazisti della destra anti Maduro. Il FIR dice di essere per la ‘’rivoluzione permanente’’ ma in realtà fa il gioco di Capriles e del narcotrafficante Leopoldo Lopez. Domanda: un po’ di vergogna ce l’hanno? Chi mette gli aggressori e gli aggrediti sullo stesso piano, nei fatti, sta con gli aggressori; non c’è nessun partito marxista che può prendere il potere in Venezuela in questo momento ( in Cile, nel 1973, c’erano i guevaristi del MIR ) quindi i comunisti, se vogliono sopravvivere e rafforzarsi, non possono far altro che concentrare i loro sforzi contro il gendarme nord-americano. Quale banalità, ma i ‘’troskos’’ non vogliono arrivarci.

Arrivati a questo punto il FIR attacca il chavismo, definito ‘’bonapartista’’ ed ‘’antiproletario’’, snocciolando delle vere e proprie calunnie: ‘’Il prezzo internazionale del greggio ha visto un calo progressivo dal 2008 ed in particolare un calo di oltre il 70% dal 2014 al 2016 e le conseguenze non potevano non manifestarsi su un paese come il Venezuela, che fa dell’estrazione petrolifera la sua principale attività economica. La conseguenza immediata di queste minori entrate e del repentino peggioramento dei conti dello Stato, in una condizione in cui le differenze sociali restavano – e restano ancora – intatte, ha prodotto una crisi sociale catastrofica. Lo Stato venezuelano è strozzato dal debito pubblico contratto con le banche e a cui continua a versare i propri ricavi. La mancanza di liquidità lo ha quasi portato al default finanziario. Le scelte operate dal chavismo, in tale frangente, si sono fondate principalmente in tagli alla spesa, con un conseguente calo dei consumi. Politiche che hanno prodotto un enorme malcontento di cui la destra filo imperialista si è fatta facile portavoce, in un quadro politico a sinistra quasi esclusivamente egemonizzato da organizzazioni legate al governo Maduro’’. Insomma, una catastrofe da cui scompare (a) il ruolo determinante dell’imperialismo Usa nello scatenare l’attuale crisi sistemica ( gli Usa sono il grande gendarme mondiale ma il FIR fa finta di non saperlo ), (b) i numerosi tentativi della destra golpista di abbattere il governo antimperialista di Chavez, eversione neofascista denunciata da Eva Golinger con il capolavoro di giornalismo investigativo Codice Chavez. Il FIR, a quanto pare, sembra condividere le stesse posizioni dei sionisti sul giornalismo investigativo – da Webster Tarpley a Thierry Meyssan – bollato come ‘’complottista’’ ( una infamità! ). I loro scritti sono elaborati con i dati forniti dal filosionista Enrico Mentana?

Il giornalista Salim Lamrani ci ha spiegato quali sono i meriti fondamentali del chavismo, movimento ‘’democratico’’ ( popolare ma non proletario ) ed antimperialista ( anche se non propriamente anticapitalista ). Il FIR, arrivati a questo punto, viene sbugiardato: il Venezuela è vittima d’una aggressione imperialistica che sta distruggendo l’economia del paese. Il responsabile? Semplice, il governo degli Usa. Salim Lamrani è estremamente preciso, l’articolo in questione riporta 50 verità nascoste dai media su Hugo Chavez. Basta leggere i primi 15 punti per avere una idea chiara sul carattere progressista del bolivarismo:

‘’1. Mai nella storia dell’America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l’ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti

 

  1. Tutte le organizzazioni internazionali, dall’Unione Europea all’Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l’Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.

 

  1. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale  venezuelano era il “migliore del mondo”.

 

  1. L’accesso universale all’istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.

 

  1. Nel dicembre 2005, l’UNESCO ha dichiarato che l’analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.

 

  1. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.

 

  1. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.

 

  1. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di migliaia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.

 

  1. Nell’ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l’accesso all’assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.

 

  1. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.

 

  1. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011

 

  1. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.
  2. L’aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.

 

  1. Grazie all’Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell’occhio, hanno riacquistato la vista.

 

  1. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.’’ 3

 

Apprendiamo che ‘’Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%’’; niente male per un governo ‘’antiproletario’’.

 

La crisi economica del Venezuela è stata provocata dalla ragnatela dell’Impero; organizzazioni sovversive collegate ai think tank yankee i quali non vogliono proprio abbandonare la Dottrina Monroe. Domanda: come si evidenzia la ragnatela? Ci risponde Eva Golinger: ‘’Nel direttivo di grandi multinazionali come Chevron o Carlyle Group figurano membri di organismi che si dicono indipendenti come Human Rights watch, Ford foundation, Freedom house, National endowment for democracy. Vi si ritrovano alti funzionari della Cia, del Dipartimento di stato, del Pentagono, che utilizzano ong come Sumate in Venezuela o altri partiti politici per i loro piani destabilizzanti, e li finanziano attraverso i loro alleati: l’Istituto repubblicano internazionale (Iri), la Fondazione Konrad Adenauer in Germania, la Fondacion Faes in Spagna… Istituti e agenzie come Usaid e Ned filtrano denaro a diversi gruppi in Venezuela, Bolivia, Ecuador e in oltre 70 paesi del mondo. In Venezuela oltre 350 organizzazioni, partiti politici, ong ricevono finanziamenti’’ 4. I ‘’trotskisti capitalisti’’, omertosi verso Soros, sembrano seguaci di James Burnham, il rinnegato teorico della ‘’rivoluzione manageriale’’, poi neocon e fondatore della CIA. Trotsky si starà rivoltando nella tomba…

Trotsky ci ha spiegato che i marxisti analizzano la base sociale dei governi prescindendo dalla loro forma politica. Cromwell e Robespierre fecero ricorso a metodi autoritari ma alle spalle avevano due rivoluzioni antimonarchiche. Negli stessi termini difese il Messico di Lazaro Cardenas dalle minacce imperialistiche Usa. Maduro ha i suoi limiti ma il bolivarismo è un movimento anticoloniale che, fedele ai suoi ideali, è entrato in rotta di collisione con gli Usa creando notevoli problemi al complesso militar-industriale nord-americano. La storia si fa coi documenti ed Atilio Boron in Geopolitica dell’Impero ha preso in esame le diverse declinazioni della Dottrina Monroe concludendo che un marxista non può negare il suo appoggio al PSUV davanti alle minacce di Washington; si tratta di minacce reali ed il genocidio dei contadini in corso in Messico, Colombia e Perù ne è la prova più drammatica. Cosa passa nella testa dei ‘’trotskisti’’? Boron ha provato a risponderci: ‘’Queste due parole, CIA e imperialismo, neanche per caso entrano nei numerosi testi scritti da personaggi di quelle correnti sul dramma che oggi si svolge in Venezuela e che, ai loro occhi, sembra avere come unico responsabile il governo bolivariano. Chi rientra in quella erronea – insanabiemente erronea – prospettiva d’interpretazione si dimentica pure della lotta di classe, che brilla per assenza soprattutto nelle analisi di supposti marxisti che altro non sono che “marxologi”. Proprio così, colti dottori ubriachi di parole, come a volte diceva Trotsky, che però non capiscono la teoria e meno ancora il metodo dell’analisi marxista e per questo davanti agli attacchi che subisce la rivoluzione bolivariana esibiscono una gelida indifferenza che, di fatto, diventa compiacenza nei confronti dei piani reazionari dell’impero.’’ 5. Il FIR ha così tanta paura di denunciare le manovre della CIA e del Mossad? Che razza di rivoluzionari sono questi?

 

Non solo intellettuali comunisti come James Petras, Atilio Boron e Nestor Kohan che appoggiano Maduro così come importanti movimenti rivoluzionari quali il Fronte Democratico di Liberazione della Palestina e le FARC. Il FDLP è ‘’sicuro della Resistenza e del trionfo della dirigenza bolivariana’’ 6, mentre per le FARC, solidali col governo chavista, “L’alternativa alla crisi capitalista sta nel socialismo e nel potere popolare!” 7. Il trotskismo, così facendo, si isola ulteriormente ponendosi in rotta di collisione con le principali organizzazioni marxiste-leniniste. Domanda: il FIR pensa di negare il suo appoggio al FDLP contro l’imperialismo israeliano? Se così fosse si tratterebbe di un partito “social-imperialista” da tenere alla larga. L’isolamento del trotskismo è un problema serissimo perché espone i suoi militanti alle manipolazioni ‘’made in CIA’’ trasformando questa componente della ‘’sinistra’’ in un ‘’vile’’ strumento della reazione ( come una volta disse Fidel Castro ). Voglio essere buono e metto il ‘’vile’’ fra virgolette ma molte organizzazioni ‘’troskos’’ hanno già passato la linea diventando Cavalli di Troia del neocolonialismo. Mi dispiace ma è così.

 

Trotsky combattè molto duramente il ‘’trotskismo degenerato’’ statunitense derivante dagli sproloqui di Bruno Rizzi sul ‘’collettivismo burocratico’’ ma, nonostante quel pregevole testo teorico che è In difesa del marxismo ( 1938 ), James Burnham, il vile ( questa volta senza virgolette ) plagiatore di Rizzi, sembra aver trionfato. Peccato, in questo momento il trotskismo – in realtà si tratta della rivincita di Rizzi – reca più danni al grande rivoluzionario Leon Trotsky delle calunnie staliniste. Una alternativa comunista deve svilupparsi su altre basi, prescindendo dalla stalinofilia e dal trotskismo dogmatico ed acritico. Su questo non ci piove.

 

Che fine farà il trotskismo? Davanti a queste vergogne mi tocca ribadire che di Trotsky, Abram Leon, Mario Roberto Santucho e Juan Posadas non è rimasto niente, solo macchiette incommentabili. L’alternativa è una: fare a pezzi il ‘’trotskocapitalismo’’ in nome di un antimperialismo radicale che, forte della lezione di Lenin, combatta la testa dell’imperialismo: gli Usa. Aveva ragione Bertolt Brecht: non possiamo più essere gentili nemmeno verso i vecchi compagni.

 

1.

 

https://www.lavocedellelotte.it/it/2017/08/02/venezuela-le-ragioni-economiche-e-politiche-della-crisi-del-bonapartismo-chavista/

 

2.

 

http://www.lahaine.org/mundo.php/la-constituyente-en-venezuela-es

 

3.

 

http://www.cuba-si.ch/it/50-verita-su-hugo-chavez-e-la-rivoluzione-bolivariana/

 

4.

 

https://www.facebook.com/notes/stop-the-war/ecco-come-limpero-tesse-la-sua-ragnatela-intervista-a-eva-golinger/150398264403/

 

5.

 

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-atilio_boron_sul_venezuela_lopacit_e_il_feticismo_della_societ_capitalista_fa_nuove_vittime_a_sinistra_che_oggi_tifano_la_cia/5871_21095/

 

6.

 

http://www.fdlpalestina.org/declaraciones/quiten-sus-manos-de-la-venezuela-bolivariana-abr-2017.html

 

7.

 

http://www.nuovacolombia.net/Joomla/component/content/article/42-primapagina/6393-1812-farc-solidali-col-venezuela-bolivariano-lalternativa-alla-crisi-capitalista-sta-nel-socialismo-e-nel-potere-popolare.html

 

 

 

 

3 commenti per “Il “trotskismo capitalistico” e la Resistenza venezuelana

  1. Armando
    5 agosto 2017 at 11:59

    la terra è sferica. spostandosi sempre più a sinistra si finisce per incontrare la destra.

  2. dante
    5 agosto 2017 at 15:17

    quale meraviglia!! a questo punto si potrebbero riconsiderare le “calunnie” di Stalin,chi ha calunniato chi? Visto che pure Putin che stalinista di certo non è pare sia costretto a rinunciare alla gentilezza

  3. Michele Castaldo
    12 agosto 2017 at 11:09

    Purtroppo siamo tirati per i capelli a schierarci da tifosi piuttosto che capire le questioni. Ciò detto:
    a) il Venezuela e tutta l’America latina sono da sempre in lotta per entrare a pieno titolo di uno sviluppo autoctono nel modo di produzione capitalistico. Questo è legittimo.
    b) Che per ottenere tale sviluppo si siano dovuti battere contro il gangster per antonomasia – gli Usa -è fuori discussione.
    c) Chavez e tutti i leader del socialismo e comunismo o dell’islamismo aspirano a gestire da un punto di vista politico e sociale lo sviluppo capitalistico che ha leggi proprie, che sono impersonali. E’ capitato con Lenin, poi con Stalin, poi con Mao, poi ancora con Fidel, con Hoci Min, con Komeini e così via.
    Il dramma consiste in questa semplice verità: di fronte alla forza delle componenti più forti del modo di produzione capitalistico – cioè le forze imperialiste – gli ideali divengono impotenti. E’ da infame perciò attaccare l’impotenza di chi si propone idealmente a sostegno degli ultimi e viene stritolato dalle leggi immanenti del modo di produzione del dio capitale.
    In Venezuela si gioca una partita molto più importante: Maduro è costretto a centralizzare le risorse per sopravvivere come paese ed evitare di finire in pasto ai pescecani. Così facendo deve tagliare e alimentare scontento sociale che viene gestito dalle forze reazionarie facocitate dall’imperialismo. Negarlo è sbagliato. Solo una forza sociale in Occidente potrebbe evitare lo stritolamento e questa purtroppo non appare all’orizzonte.
    Certi critici a buon mercato, incapaci di capire le dinamiche delle leggi di mercato, farebbero meglio a stare zitti. Pazienza.

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