Trump, Clinton e conflitto nucleare: sfatare alcuni luoghi comuni

Il conflitto nucleare, che nell’opinione pubblica è giustamente oggetto di discussione, è realmente possibile ma non credo a breve. I fattori di rischio sono certamente tanti (Mar Cinese orientale, Medioriente, Israele, Ucraina, Baltico…). Sciogliamo intanto un falso problema. Che possa dipendere dall’elezione del Presidente americano. Si teme particolarmente Hillary Clinton la belva, data la sua spregiudicatezza e la sua risolutezza genocida mentre si ritiene meno pericoloso Trump per le sue dichiarazioni isolazioniste (anche Bush junior si era proclamato isolazionista) e per la sua dichiarata volontà di stabilire relazioni meno aggressive con la Federazione russa.

Consideriamo innanzitutto Hillary. Se venisse eletta sarebbe un’anatra azzoppata1). E’ ammalata. Ha sempre bisogno di qualcuno che le stia vicino. Appare già molto stanca. Le sue apparizioni in pubblico sono limitate e non hanno certo quella spasmodica frequenza tipica di una disputa presidenziale. Con l’attacco tutto politico del FBI che se ne è infischiato del salvataggio operato dal Dipartimento di giustizia, è prevedibile che in tempi molto brevi si aprirebbe un procedimento di impeachment, tanto più che verrebbero sollevate all’occasione le malefatte di abuso di potere, di corruzione, di sottrazione di prove. Al suo posto il vice Presidente che ha dimostrato almeno nei dibattiti elettorali di essere una mezza figura e come tale gestibile come un “pupo” dal clan conservatore/liberal che ha gestito Obama, facendolo sentire un inquilino abusivo della Casa Bianca.
Trump e il suo parrucchino, il megaevasore fiscale, il molestatore di donne perché è una star e se lo può permettere. Meno tasse per le aziende fino al 15%, rilocalizzazione dell’industria e aggravi fiscali per le aziende che delocalizzano e quindi boom dell’occupazione. Cipiglio insomma contro il gigante cinese, ma solo in chiave economica. Parole di fuoco contro Wall street e l’elite finanziaria. La Nato in Europa sì ma a spese dell’Europa. Una strategia tendenzialmente isolazionista che non gli sarà permessa dal clan mafioso puritano/sionista che governa la Casa Bianca in nome della Grande Finanza. Trump in una prima fase potrà godere di qualche successo in politica interna e soddisfare le aree più retrive degli States (vedi il muro contro i latinoamericani) ma potrebbe combinare all’istante, data la sua sprovvedutezza nella geopolitica planetaria, sconquassi nell’area internazionale (il suo proposito per esempio di annullare l’accordo sul nucleare con l’Iran potrebbe favorire un’azione terrorista di Israele contro il mondo sciita con conseguenze terrificanti) 2).

In ogni caso Clinton e Trump sarebbero governati come lo è stato Obama 3). E non sarebbe niente di nuovo . Già Roosevelt aveva pronunciato una grave denuncia contro la grande Finanza asserendo che avrebbe demolito la democrazia. Anni più tardi sarà Eisenhower a rilanciare l’accusa contro Wall Street e Affini . Poi più nulla. La Grande Finanza infatti si era impadronita del tutto della Casa Bianca.

Per concludere sui due cavalieri della possibile Apocalisse.
Trump potrebbe essere più pericoloso di madame e qualora avesse l’energia di creare un buon vicinato con il mondo euroasiatico terminerebbe, prima dei tempi dovuti, la sua carriera presidenziale. Hillary, se non fosse malata e gravata di reati, avrebbe dato una svolta ancora più aggressiva alla politica militare verso una sicura terza guerra mondiale, scontrandosi e vincendo 4) con il suo clan di riferimento.

E dunque il conflitto nucleare è possibile, è imminente, è rinviabile, è inevitabile?

Bene fa Giulietto Chiesa ad insistere ossessivamente sul pericolo nucleare ed accusare di indolenza gli ignavi che risolvono il problema con la melensa storiellina che il conflitto nucleare non conviene a nessuno. Si erano sentite parole simili prima della “grande guerra”. Non era possibile che si ripetesse con le potenti armi moderne un genocidio come quello avvenuto nella guerra civile americana. Ciò che non appare evidente è che il gioco può sfuggire alle mediazioni dei vertici politici e militari e che può essere intrapreso da forze intermedie che sparigliano le carte. Le occasioni non mancano. Non pochi sono i generali che si sono pronunciati per la guerra e per la sua inevitabilità. Non a caso in Russia vi sono state delle esercitazioni popolari per riparare immediatamente in caso di allarme nei rifugi antiatomici.

Se è vero che il conflitto nucleare è possibile è anche vero che non è inevitabile. Giulietto Chiesa è drastico “La situazione non è sanabile” e non è il solo. Si allude ovviamente alla spaventosa nube di titoli tossici che grava su di noi in modalità del tutte nuove. Per la prima volta nella grigia storia del capitalismo la Grande Finanza è del tutto svincolata dall’economia reale, quaranta volte il PIL mondiale. La catastrofe finanziaria è alle porte e non basterà salvare qualche banca, invadendo il mercato con vagonate di dollari e di euro per far riprendere l’economia, perchè quel denaro in un processo demenziale ritornerebbe alla finanza. Se a questo si aggiunge la perdita di risorse e di mercati a causa dello strapotere dell’Impero celeste si può immaginare il panico degli States che potrebbero non assicurare più alle loro classi medie il mantenimento del loro stile di vita, il “sogno americano”. Da qui l’ipotesi della inevitabiltà della guerra come strumento risolutivo. Ma questa non è una guerra convenzionale. Questa sarebbe un guerra che nel migliore dei casi condurrebbe l’umanità all’età della pietra 6).

Il conflitto nucleare può essere evitato. Dipende dagli States. Dipende da fattori culturali e politici più che da fattori finanziari ed economici. Se l’ex prima superpotenza 5) accetta di non essere più il dominus, il poliziotto planetario e di partecipare ad un sistema internazionale multipolare come predicato dai BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che riorganizzi l’ONU in chiave democratica e il sistema monetario mediante un paniere di monete forti (yuan, dollaro, euro, yen, sterlina …), la tensione conflittuale conoscerebbe un calo positivo.
Ma gli USA e l’Occidente potranno essere capaci di una nuova identità che non sia autoritaria e sovraesposta? Potranno accettare che il baricentro politico ed economico si stia orientando verso il continente asiatico?
Se l’orizzonte politico internazionale si posiziona sulle tracce di cui sopra, gli stessi popoli avranno maggiori spazi per lottare contro l’oppressione di cui soffrono attualmente.
Se non avverrà una nuova configurazione ora nel potere internazionale allora non ci sono dubbi: il conflitto nucleare, a breve o in tempi lunghi, potrebbe essere inevitabile…

NOTE
1) devo dire che mi trovo completamente d’accordo con un personaggio odioso come Edward Luttwak che ritiene “azzoppata” Hillary Clinton per la sua corruzione che è così grande “come voi europei non potete immaginare”. Trascura invece le sue malattie. Vedi “Luttwak, la Clinton non ha scampo, dovrà dimettersi, LIBRE, 2/11/2016
2) Secondo P. Barnard, Israele è una scheggia impazzita, governata da fanatici pazzi, pronta a scatenare il finimondo. Come dargli torto ?
3) Nei miei post e nei miei articoli su “L’interferenza” ho parlato spesso dell’impotenza di Barach Obama che non era padrone a casa sua.
4) Credo che molti commentatori sottovalutino la personalità di Hillary Clinton, in quanto sottomessa ai diktat di Wall Street . Hillary ha saputo utilizzare tutti. Una volta al potere dispiegherebbe i suoi tratti napoleonici.
5) Se si studiano attentamente i vari parametri economici risulta evidente che gli Stati Uniti non sono più la prima superpotenza. Se si esamina il PIL secondo il potere d’acquisto il PIL cinese è di gran lunga superiore a quello americano. Idem se si valutano le imponenti riserve di valuta estera(3.800 miliardi di dollari). Idem se si valutano gli investimenti cinesi negli States superiori a quelli statunitensi in Cina…
6)la letteratura di questi ultimi decenni ha trattato spesso il tema di un pianeta devastato da una catastrofe immane. Ricordo qui il capolavoro di Cormac Mc Carthy, La strada, Torino 2007

1 commento per “Trump, Clinton e conflitto nucleare: sfatare alcuni luoghi comuni

  1. Noce
    9 Novembre 2016 at 18:13

    Ottima analisi, mi chiedo comunque se questo accanimento della Nato sui confini baltico-russi, sostenuto dal finanziamento di gruppi filonazisti antirussia come in Ucraina, può sfociare in qualcosa di diverso da un attacco false flag sull’Europa che giustifichi l’invasione ed il bombardamento di Russia e magari Cina. Ogni guerra americana e non solo è sempre iniziata in questo modo subdolo.

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