La Santa Inquisizione Femminista mette in riga la Rai

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Fonte foto: Corriere della Sera (da Google)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Caro direttore, leggo spesso “l’Interferenza” e vorrei esprimere il mio modesto punto di vista sulla questione che ha tenuto banco negli ultimi giorni sulla carta stampata nazionale e in televisione, ossia la cancellazione dal palinsesto della rete ammiraglia RAI di una trasmissione d’intrattenimento pomeridiano andata in onda per l’ultima volta sabato scorso dopo aver trattato il seguente tema: perchè molti uomini italiani preferiscono le donne dell’est alle compatriote?

Senza giri di parole trovo che quella cancellazione sia grave. Perchè? Perchè è un intervento mirato, ad hoc, che vuole lanciare un messaggio chiaro e diretto: su certi temi non si discute, pena gravi conseguenze.

Veniamo al “fattaccio”. Una banalissima trasmissione d’intrattenimento spicciolo, come del resto tantissime altre, propone con una diapositiva una serie di punti che secondo alcuni renderebbero più gradite all’uomo italiano le donne dell’est rispetto alle connazionali, in un linguaggio poco “politicamente corretto”, scatenando una reazione totalmente sproporzionata a quanto messo in onda, soprattutto alla luce dei precedenti, da rimanere stupefatti.

La RAI è da almeno due decenni che propone trasmissioni dello stesso tenore: sono meglio gli uomini europei o sud-americani? Sono meglio i tacchi dodici o quelli quindici? In vacanza tradiscono più le donne o gli uomini? Allungate la lista a vostro piacimento e non sbaglierete. Senza dimenticare le isole dei famosi e tutte le altre trasmissioni di – si fa per dire – alto spessore culturale.

Si tratta di trasmissioni dozzinali, il più delle volte squallide, eppure vengono proposte in continuazione senza che nessuno se ne lamenti. Servirsi del telecomando, ci viene spiegato in quei casi. Eppure il tenore è il medesimo, alla faccia della “mission” del “servizio pubblico” di cui ci parlano in questi giorni. Ci sarebbe da ridere, se non fosse assai preoccupante quanto accaduto. Strano che della “mission” in questione ci si ricordi proprio in questa occasione e non in tante altre dove il limite delle decenza era stato ampiamente superato. Se la logica è quella della censura, allora troppi altri programmi avrebbero dovuto essere cancellati dai vari palinsesti.

Ritornando a bomba, niente di strano quindi che si arrivasse al tema oggetto della trasmissione, anche perchè sono sempre più numerose le coppie formate da un uomo italiano e da una donna dell’est europeo o comunque straniera (sudamericana, asiatica ecc.) e di conseguenza dibattere sulla questione poteva anche avere un suo senso, naturalmente in ben altre forme e modalità.

L’argomento è stato trattato come sempre accade in quelle trasmissioni, ossia in maniera leggera e frivola, tra un’incavolatura (vera o finta) e una battuta di spirito. Ma nel clima plumbeo, oppressivo del femminismo occidentale, tutto ciò che ha a che fare con il mondo femminile e non risponde ai canoni da esso imposti si trasforma inevitabilmente in sessismo: affermare che le donne dell’est, vero o falso che sia adesso non importa,  siano diverse dalle italiane, più sensuali o dedite alla famiglia, espresso in un linguaggio un po’ “maccheronico”, insomma il solito cazzeggio, diventa per la nuova Santa Inquisizione ragione più che sufficiente per scatenare la solita caccia alle streghe e chi più ne ha più ne metta.

Al di là del livello di quella trasmissione, è’ il reato di opinione contro il neofemminismo che va punito senza attenuanti, infischiandosene della libertà d’espressione che invece viene garantita (quasi) su qualsiasi altro tema. Questo è il messaggio vero che viene lanciato. Ed è questo che sgomenta. E’ questa differenza di trattamento che va sottolineata, che non può sfuggire all’analisi dell’episodio. Colpirne uno per educarne milioni.

Gli stessi dirigenti RAI avevano avallato il contenuto della trasmissione, altrimenti non l’avrebbero mandata in onda, ma hanno dovuto fare mea culpa, fustigandosi pubblicamente, quando la lobby neofemminista, attivissima in internet, e con le sue potenti propaggini a livello politico e mediatico, ha scatenato la sua imbufalita reazione. Il sacro verbo era stato profanato. Su certi temi non si discute. Ed è tutto un coro d’indignazione, uno strapparsi le vesti, un lamentarsi continuo della tv trash, della televisione sessista, maschilista, misogina…

E come possono in tanti errare, si sarà chiesto il telespettatore medio? E’ certamente così come sostengono, non c’è altro da aggiungere.

C’è chi scrive che sia tutta una montatura, un “complotto” organizzato per sollevare il solito “caso mediatico”, che distrae dai problemi seri del Paese e che dà nuova linfa alle vittimiste di professione, ma mi pare una tesi inverosimile.

P.s.: se io adesso, ma questo varrebbe per chiunque, posso scrivere quanto sopra senza ripercussioni è semplicemente dovuto al fatto che “L’Interferenza” è una realtà di nicchia nel panorama dell’informazione nazionale. Ma state certi che se invece fosse qualcosa di diverso, ossia raggiungesse il grande pubblico, di sicuro farebbero in modo che queste parole venissero subito censurate, o non pubblicate direttamente, e l’autore punito per la colpa commessa e messo alla pubblica gogna.

Libertà, libertà, libertà, libertà…obbligatoria (G. Gaber)

Con stima Sasha

 

 

14 commenti per “La Santa Inquisizione Femminista mette in riga la Rai

  1. Giovanna musilli
    23 marzo 2017 at 17:01

    Caro Sasha direi che vietare di parlare delle donne in quel modo (sessista, superato, diseducativo, dannoso e stupido) non appartiene al concetto di “censura”, anzi al contrario è segno di libertà e civiltà. Libertà di opinione non significa che sia lecito esprimere “qualsiasi” opinione! La reificazione della donna espressa da quella trasmissione andava sanzionata. Poi che andrebbero chiusi anche altri programmi siamo d’accordo, ma lì si è davvero esagerato: sono passati 300 anni dall’illuminismo!

    • Fabrizio Marchi
      23 marzo 2017 at 18:05

      Cara Giovanna, l’articolo di Sasha non ha come oggetto la trasmissione, da lui stesso considerata frivola e alquanto becera, come tante altre trasmissioni Rai o Mediaset, ma il fatto che la censura (chiamala come ti pare) scatta solamente e in quelle proporzioni solo quando ci sono di mezzo tematiche che riguardano le donne e il femminismo.
      Questo è il punto vero che Sasha vuole portare all’attenzione ed è su questo che chiede di riflettere. Specie perché si dice che saremmo in una società dominata dalla cultura maschilista e patriarcale.
      All’anima della società maschilista e patriarcale! Pensa se vivessimo in una società femminista cosa accadrebbe, se tanto mi dà tanto…Ovviamente sto ironizzando, perché io penso che già viviamo in una società femministizzata…
      Ho visto la trasmissione e le parti “incriminate”…robetta, schiuma, frattaglie da dare in pasto il primo pomeriggio ad un pubblico già abbondantemente lobotomizzato. Sai quanta immondizia passa in tv e non succede tutto questo finimondo?…
      Non scherziamo su…e concentriamoci sulla vera tematica. A parti invertite, se fossero stati gli uomini (cosa che accade spessissimo) ad essere oggetto di simili becere disquisizioni televisive, sarebbe scoppiato lo stesso pandemonio?
      Se sei onesta, ti dai la risposta da sola…

      • Antonia
        23 marzo 2017 at 19:58

        Sinceramente credo che questo commento sull’argomento non sia che una rivisitazione faziosa della questione. Cercherò di sviluppare sinteticamente i motivi per cui la ritengo tale.
        1) Nessuno ha mai parlato di femminismo. In altre parole, e fermo restando che il termine stesso “femminismo” risulta ambiguo perché utilizzato con accezioni diverse a seconda delle proprie posizioni ideologiche, molte delle persone che hanno espresso indignazione sul Web a proposito della trasmissione non si sono definite come femministe. La definizione stessa di “lobby” dovrebbe fare riferimento a un gruppo, una consorteria o un’élite ben definita. In questo caso, data la diffusione virale e sparsa della notizia sul web, non vedo con che coraggio si scelga di adottare il termine “lobby neofemminista”. Le reazioni provengono palesemente da un pubblico eterogeneo e plurale, non c’è alcuna direzione di partito o movimento in questo.
        2) Libertà di espressione significa anche libertà di affermare che una trasmissione mandata in onda da un cosiddetto “servizio pubblico”, per il quale sono addebitati in bolletta ai cittadini ben 100 euro di canone all’anno, non è assolutamente adeguata al servizio che si propone di offrire. Non mi pare che gli utenti di facebook abbiano il potere né la capacità, da soli, di applicare una censura a una trasmissione che criticano fortemente. La scelta della cancellazione proviene, mi pare, dai vertici della Rai stessa, che ha deciso di evitare altre possibili brutte figure. Si tratta di una scelta editoriale-strategica, non di una censura ad opera delle malefiche Lobby Femministe. Una scelta evidentemente conforme a un cambiamento di sensibilità che si sta facendo strada tra il pubblico stesso della trasmissione.
        3) Il fatto che la Rai abbia sempre propugnato trasmissioni di pessimo spessore culturale non implica la possibilità di giustificare il fatto che continui a farlo. Non mi è ben chiara la logica che la porta ad affermare, parafrasando il suo contorto discorso, che: “la Rai ha sempre venduto schifezze e fino ad ora le abbiamo comprate! Quindi se adesso qualcuno non le vuole più comprare, è una lobby nazifemminista! Che ipocrisia il fatto che la società cambi i suoi stilemi apparentemente cristallizzati!”
        4) Proprio alla luce di quanto affermato al punto 3), se lei è d’accordo, proporrei di eliminare tutte le trasmissioni Rai che risultano deficienti fino al midollo e sessiste o razziste in qualche modo: verso gli uomini, verso le donne e verso persone provenienti da Paesi diversi. Anzi, meglio: facciamo che non si paga più il canone obbligatorio e che la Rai si fa finanziare da chi effettivamente perde le proprie giornate a guardare tale spazzatura? E magari lei, piuttosto che scrivere articoli critici nei confronti di chi critica ciò che critica in realtà anche lei, potrebbe farsi promotore di questa idea rivoluzionaria. Cosa gliene pare?
        5) La vecchia canzone del politically correct è ormai sentita e risentita, ed è fastidiosa almeno quanto la canzone del femminicidio e di altre cose davvero insensate che le neofemministe “combattono”. Qualcuno critica una persona che dice che i gay dovrebbero morire all’inferno? Politically correct. Casapound manifesta a braccio teso e qualcuno osa dar loro dei fascisti? Politically correct. Qualche persona fa gentilmente notare che i giornalisti non dovrebbero indicare l’etnia di un criminale prima di ogni altra caratteristica? Politically correct. Uno denuncia una trasmissione del cavolo, dai toni sessisti e razzisti. che fa parte di un palinsesto del cavolo di un’emittente del cavolo pagata con i soldi pubblici quindi anche miei? Politically correct. Personalmente credo di preferire il politically correct, per gli amici “morale dell’uguaglianza” o anche “metodo comunicativo per non ferire la sensibilità di persone diverse in base al sesso, all’etnia o alla religione di provenienza”, al disgustoso starnazzare e fare il lavaggio del cervello a tutti quelli strati di popolazione che non hanno che questi programmi come fonte di intrattenimento e, perché no, anche di sviluppo di una coscienza civile.

        Col mio commento non intendo attaccarla personalmente, né censurare la sua opinione, si figuri. Si chiama libertà di espressione anche questa.
        Ho letto sopra che ritiene che questa società sia “femministizzata”. Io credo che la società possa essere femministizzata o maschilistizzata, e che in ogni caso si tratta di un punto di vista parziale. Ciò a cui tutti miriamo, credo, è una società dove ogni forma di sessismo e di doppio standard sia completamente eliminata: saremo sicuramente tutti d’accordo in questo. La Rai è un palinsesto sessista e sì, credo che questo vada cambiato, o quantomeno che la Rai perda i suoi privilegi di servizio pubblico, se non si astiene dal proporre simili sottoprodotti. Credo che tutti potremmo alzare la voce in merito. Ma è più comodo prendersela con le lobby neofemministe o che so io.

        • Fabrizio Marchi
          23 marzo 2017 at 21:46

          Cara Antonia, lei continua a glissare, perché la domanda che ho posto a Giovanna Musilli e che pongo anche a lei (ma alla quale non avrò mai risposta…) è: ”A parti invertite, sarebbe successo tutto questo finimondo?”.
          La risposta è NO, non sarebbe successo. Posso portarle decine, centinaia di casi in cui gli uomini sono stati pubblicamente derisi, sbeffeggiati, ridicolizzati, ma non è mai successo nulla. Perché? Perché insultare il genere maschile è considerato normale, è una cosa lecita, che si può fare, e nessuno dice nulla.
          Un esempio fra i tantissimi? Un caso famoso. L’ex ministro, parlamentare ed esponente di Forza Italia, Renato Brunetta, dal quale sono politicamente e ideologicamente distante anni luce, è stato sistematicamente sbeffeggiato per anni e anni per il suo handicap fisico (essendo affetto da palese nanismo). Non mi pare una cosa bella e rispettosa nei confronti di un uomo che ha sicuramente molto sofferto per la sua condizione fisica. Eppure è stato sbeffeggiato per anni per il suo aspetto fisico e nessuno ha mai avuto nulla da ridire. A parti invertite, se Brunetta fosse stato una donna, al primo insulto di quel tipo si sarebbe scatenato (giustamente, aggiungo io) il finimondo. Perché quello di Brunetta è un handicap, non stiamo parlando di uno di bassa statura come tanti, stiamo parlando di un uomo affetto da nanismo, quindi un portatore di handicap. Eppure non c’è stato nessun rispetto, nessun riguardo nei confronti di un portatore di handicap (che sia un ministro non conta assolutamente nulla). Guitti, guitte, giullari, nani e ballerine varie si sono sbizzarriti nei confronti di quell’uomo. Nessuno è mai stato sfiorato dall’idea che la sua condizione fisica ha sicuramente rappresentato per lui una fonte di grandissima sofferenza. Posso immaginare cosa abbia vissuto da bambino e poi da adolescente e poi da ragazzo, quante gliene avranno dette, quanto lo avranno preso in giro, ragazzi, ragazze, e quanto lui ci abbia sofferto anche se poi si impara a sopportare e a far finta di nulla. E tutto ciò continua per lui anche da adulto, eternamente sbeffeggiato per il suo aspetto fisico.
          Sarebbe successo lo stesso a parti invertite? La risposta, lo ripeto ancora, è NO, non sarebbe successo, perché lo “spirito dei tempi”, dominato dall’ideologia femminista o neofemminista che è in grado di imporre i suoi diktat non lo avrebbe permesso. Ripeto, in questo caso, più che giustamente, perchè nessuna società civile degna di queto nome lo permetterebbe. Eppure nei confronti di Brunetta è accaduto sistematicamente. E’ solo un caso eclatante, per capirci, ma potrei portarle centinaia di esempi in cui gli uomini sono sistematicamente massacrati. Si ricorda la pubblicità della Vodafone? E’ sempre e solo un esempio fra i tanti https://www.linterferenza.info/editoriali/sei-lentissimo/ Si guardi ora questo spot pubblicitario della Costa Crociere e, se provvista di onestà intellettuale, pensi se a parti invertite una simile schifezza sarebbe possibile: http://www.uominibeta.org/wp-admin/post.php?post=1089&action=edit
          Un anno fa circa o forse prima, il direttore o il vicedirettore, non ricordo bene, del Resto del Carlino, è stato cacciato su due piedi perché aveva scritto che alcune atlete italiane erano “cicciottelle”. E’ stato licenziato seduta stante https://www.linterferenza.info/attpol/i-tre-porcellini/
          La Littizzetto, ogni santa sera, per anni, ospite dello spregevole Fabio Fazio, ha vomitato di tutto contro gli uomini. Le sue gag, camuffate da una specie di pseudo ironia, erano e sono delle vere e proprie palate di letame nei confronti del genere maschile. Ma nessuno ha mai detto nulla. Anzi… Si fa la battutaccia contro i maschi? Tutti a ridere, tutti ad annuire, tutti ad applaudire…
          Potrei continuare con centinaia (non in senso figurato) di esempi.
          Il problema, quindi, cara Antonia, non sono tanto le lobby femministe, che pure esistono e sono ben radicate nelle redazioni dei principali media nazionali e internazionali, nei partiti, nelle università, nei salotti che contano e anche nelle fondazioni bancarie, ma quello “spirito dei tempi” di cui sopra, che ha occupato quella che io chiamo la “psico-eto-sfera”, che non è un film di fantascienza ma appunto la sfera psichica delle persone, dove si forma l’immaginario psichico e ideologico degli uomini e delle donne, e dove si stabilisce cosa sia bene e cosa sia male, cosa si può tollerare e cosa non si può tollerare.
          E oggi gli uomini possono essere derisi e criminalizzati mentre le donne devono essere celebrate. Sempre. Per una volta il giocattolo è sfuggito di mano. Ma solo fino ad un certo punto. Perché se ci riflette bene quella trasmissione, prima di essere offensiva per le donne, era offensiva nei confronti degli uomini, dipinti come una massa di bruti trogloditi che vogliono solo una bambola al loro servizio e che ruttano mentre vedono una partita di calcio davanti alla televisione.
          Questa è l’immagine degli uomini che emergeva da quella trasmissione, ma nessuno ci ha fatto caso, perché il problema era un altro…

      • Michele Serra
        24 marzo 2017 at 22:17

        Le parti inverse, per la verità, ci sono state abbondantemente nella stessa trasmissione: anche gli uomini ne sono usciti almeno altrettanto malconci, dipinti come lobotomizzati erotomani, incapaci di intendere e volere, non appena sentono l’odore di un pelo e trovano qualcuna che li lusinga un po’ con facilissime smancerie.
        Inoltre, la trasmissione conteneva anche pesanti implicazioni razziste: gli uomini slavi sono stati descritti come dei mostri brutali e insopportabili. E che dire dei maschi latini e del loro modo di guardare le donne?
        Insomma, di fango gratuito ce n’era abbondantemente per tutti, ma, come dal solito copione, l’unica cosa che ne è uscita e che ha sollevato tutta quella bagarre al punto di far chiudere la trasmissione è stata la pretesa misoginia.
        Come sempre. Per tutto il resto può passare tranquillamente di tutto e di più, nessuno muove un dito.
        Abbiamo proprio dei paraocchi irrecuperabili!

    • Sasha
      23 marzo 2017 at 20:52

      Cara Giovanna, quanto tu scrivi è opinabile. Se rileggiamo quanto riportato nella schermata si tratta in buona parte di “complimenti” rivolti alle donne dell’est, per quanto espressi in maniera colorita, mentre ammetto che alcune considerazioni, come quella sulla sottomissione spontanea all’uomo, siano davvero di cattivo gusto. Non ci ravviso un chiaro ed evidente sessismo, come invece ci può essere in uno sciopero indetto contro la violenza maschile e per provarlo basta pensare a uno sciopero indetto contro la violenza delle donne, dei rom o dei neri. Come li avremmo considerati simili scioperi?
      In ogni caso, come giustamente evidenziato sotto da Fabrizio, l’accento che ponevo non era tanto sul grado di sessismo di quelle frasi, quanto sul fatto che una reazione così dura sia stata attuata solo perchè si sono trattati quei temi e non altri. Chi adesso avrà di nuovo il coraggio di affrontare, anche in maniera più seria e rispettosa, un argomento simile in una rete televisiva, e non solo, così importante? Nessuno, a meno che non sia un vero e proprio “kamikaze”.
      Ho visto oggi un video con un’intervista alla Perego. La conduttrice è chiaramente disperata, per sè e per i suoi collaboratori che perderanno il lavoro, e non sa spiegarsi l’accaduto, anche perchè aveva ricevuto il via libera dai vertici. Pensa a un complotto ai suoi danni o a una ritorsione nei confronti del compagno, Salvo Sottile, impegnato anch’egli in RAI. Le sfugge che lei è un’altra vittima del clima da caccia alle streghe che una lobby potentissima sta scatenando da alcuni anni a questa parte contro chiunque si discosti dal pensiero unico su determinati temi.
      Scritto questo, non mi è mai piaciuta la “legge” che si applica per pochi e che consente ad altri di farla franca. Se chiusura dev’essere per tutti i programmi di questa tipologia, allora si faccia piazza pulita, altrimenti si eviti questa ridicola e ipocrita indignazione che sorge solo in queste occasioni.

    • Marxellus
      3 luglio 2018 at 19:10

      quella trasmissione è offensiva nei confronti delle donne italiane, delle donne dell’est (già dire delle donne dell’est, accomunando ucraine, russe, ungheresi, rumene. ecc., come se non avessero le loro peculiarità culturali è una cosa orribile da fare, ma lasciamo perdere questo discorso, è troppo lungo e tortuoso), è offensiva nei confronti degli uomini italiani ed offensiva nei confronti degli uomini russi (considerati degli idioti che non ci sanno fare con le donne). La puntata del programma mi ha fatto sorridere per le banalità dette, ma anche vomitare. Ma la cosa più disgustosa sono state le successive affermazioni di Monica Maggioni e di Laura Boldrini con le loro esclusive scuse sulla rappresentazione stereotipata delle donne, ma non una parola di scusa sulla rappresentazione stereotipata degli uomini. Mi sembrava giusta
      una parola di difesa nei confronti dei maschi russi. Che schifo!

  2. Aliquis
    24 marzo 2017 at 11:47

    Io certe trsmissioni non le guardo perchè vomito solo al pensiero che esistono. Le avrei davvero censurate, sul nascere, tanti anni fa, in tutti i canali.
    Sono così insulse che non avrei preso sul serio la puntata incriminata, considerandola una scemenza come tante.
    Non è stata considerata tale perchè, come dice l’articolo, è scattata la sindrome di “Lesa Maestà” che non fa altro, a mio avviso, che coprire di ridicolo chi ha reagito.

    • Mario
      26 luglio 2017 at 22:14

      Buonasera Aliquis. A mio sommesso avviso, Lei è da encomiare, per quanto anzidetto nel suo intervento. Certe trasmissioni danneggiano e sono da considerarsi L’antitesi della cultura.

  3. paolo
    24 marzo 2017 at 11:54

    Il fatto è che certi “tasti” non si possono toccare perché l’ideologia dominante non li tollera. Quando mai si è assistito ad una reazione così drastica e violenta per una trasmissione televisiva, peraltro, di evidente cazzeggio ? Manco se avessero fatto l’apologia del nazismo si sarebbero mobilitati così! E vai con la chiusura immediata, frasi del tipo “le scuse non bastano”, stigmatizzazione dell’immancabile Presidente della Camera. Ancora un po’ e si sarebbe arrivati all’arresto della conduttrice e degli ospiti.
    La cosa sarebbe perfino ridicola se non rivelasse fino a che punto di totalitarismo si è arrivati con questa sacralizzazione / idealizzazione/intoccabilità del genere femminile nei media.

  4. Armando
    25 marzo 2017 at 0:16

    Che tipologia di donne preferiscono gli uomini? Che tipologia di uomini preferiscono le donne? Domande diffuse, quasi un gioco di società, per quel che vale. Ma delle due domande una è improponibile. Quale? Perché? Sapete quante volte si è parlato nella tv trash delle donne attratte da uomini ricchi e di successo? Migliaia, senza che nessuno si opponesse in nome di una concezione della virilità che prescinde dal denaro e dal potere. Tutto normale evidentemente, perché sacri e insindacabili sono i desideri femminili. Ma non quelli maschili, da condannare se non sì conformano al pensiero unico. In questo caso la faccenda ha toni grotteschi. Le donne rivendicano il diritto di essere sexy, di vestirsi o meglio svestirsi a piacimento, ma si risentono se gli uomini preferiscono mogli con sex appeal . Della serie: qualsiasi cosa dici sei passibile di fucilazione. Eppure, se la tv fosse cosa seria, quella preferenza, e ovviamente le preferenze femminili, sarebbero state occasione di discussione vere sul perché è il percome. Senza reticenze e ipocrisie. Se fosse cosa seria e non cassa di risonanza di ciò che qualcuno ha deciso si debba pensare.
    Dimenticavo. Un altro che ha subito pesanti battute per il suo aspetto fisico è stato Giuliano Ferrara, per non dire del riportino di berlusconi o della gobba di Andreotti. Invece, sulla malformazione fisica di Gramsci non si è mai sentita una parola, giustamente. Dice nulla la differenza trattamento? E meno male che sx sarebbero buoni, i non discriminanti, gli antirazzisti e via elencando le infinite virtù di chi si crede moralmente superiore.

    • Michele Serra
      25 marzo 2017 at 13:39

      Per la verità, anche Piero Fassino si è beccato la sua bella dose di commentini sul suo aspetto fisico.
      Comunque, mi riallaccio a quanto detto da Fabrizio per ricordare altri casi gravi di vere e proprie, immediate espulsioni e vere e proprie gogne mediatiche per reato d’opinione subite da giornalisti importanti quali Paolo Barnard e Massimo Fini, entrambi accusati senza appello di maschilismo e misoginia per aver osato criticare pesantemente le donne (ma anche gli uomini per ragioni diverse, ma questo non fa testo) su argomentazioni a mio parere con contenuti veritieri, ma ritenuti inopportuni dal Pensiero Unico.
      Anche Trump è stato persantemente attaccato per aver detto una cosa vera ma che non si può dire, ossia che le donne spesso preferiscono gli uomini ricchi.
      Invece aver detto in importanti incontri ufficiali che le donne sono più intelligenti degli uomini (Michelle Obama) o che le vere vittime di guerra non sono gli uomini ma le donne (Hillary) non ha destato alcuna reazione, nessuno ha mostrato di offendersi o sentirsi derubato dei propri meriti perché, evidentemente, va bene così.

  5. Rino DV
    25 marzo 2017 at 18:40

    Come si ricorderà, la Lorenzin (dunque anche in questa occasione una femmina) ancora ministro della salute, autorizzò una campagna pro-riproduzione sulla falsariga di quelle promosse altrove (es. Danimarca).
    .
    Non discuto qui del significato politico dell’iniziativa. Quel che conta è che contro di essa si scatenò lo stesso putiferio cui abbiamo assistito in questi giorni e con i medesimi effetti. Prima le scuse, poi la modifica della campagna, quindi il ritiro silenzioso della stessa e infine …il siluramento del ministro.
    .
    Qual era l’assunto della campagna? Che le italiane potrebbero fare qualcosa che non fanno. Ricordando loro che, in fondo hanno anche l’utero, si osò dar loro un delicato suggerimento, un’amichevole indicazione, come se …non fossero perfette.
    .
    Apriti cielo.

  6. Roberto Castelli
    27 marzo 2017 at 9:11

    La tv spazzatura e spettacolara narra di se e del suo pubblico. Passata da una funzione educativa a informativa e via via nel tempo al gossip massiccio con un abbassamento di qualità. Ma è innegabile (e solo pochi non lo hanno focalizzato) che alcuni temi focali che sono il vero core business della classe politica che governa, sono intoccabili: migrazione, diritti gay e lesbiche e un femminismo oscurantista. Aggiungerei l’educazione gender nelle scuole dell’infanzia, senza l’approvazione dei genitori dei bambini. Un volano di nuova generazione dipinto di un illuminismo di “questa” sinistra che s’impone con pervicacia, subliminalmente e con la forza dei mezzi d’informazione e del loro controllo.
    Ogni governo vincitore distrugge il precedente e gli egizi, eliminando i precedenti dei, facevano lo stesso. È dunque un azione culturale che è in atto, non una doverosa pulizia dei palinsesti di bassa lega che, probabilmente, nascono come offerta mirata per un pubblico di medesima qualità.

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