Un intellettuale eclettico fra ipodemocrazia, capitalismo e massoneria

Si può definire come ipodemocrazia un regime formalmente democratico, che è però privo di sostanza vitale, in altri termini è un mero guscio vuoto. Espropriazione della sovranità nazionale e della sovranità popolare, concentrazione del potere verso l’alto in ristretti gruppi oligarchici, partecipazione sempre più limitata e flebile alla vita pubblica, astensionismo elettorale che coinvolge oltre la metà dei cittadini aventi diritto al voto, emarginazione e discredito delle strutture intermedie (partiti, sindacati, Regioni ecc.): questi alcuni tratti salienti della ‘ipodemocrazia’, definibile anche come ‘post-democrazia’. Sennonché è evidente che un regime di questo tipo provoca necessariamente una traslazione di poteri in vari luoghi, molti dei quali opachi, per non dire impenetrabili. La crescente diffusione e penetrazione della massoneria nei gangli vitali dello Stato e di altre istituzioni collaterali (tra cui la Chiesa) è allora causa ed effetto di quel fenomeno che viene rubricato correntemente, con un sintagma peraltro fuorviante, come ‘crisi della politica’.

Oggi la massoneria è una vera potenza, anche se è difficile, per definizione, valutare il peso effettivo di una organizzazione attraverso cui determinate frazioni della classe dominante, facendo leva su rapporti assai stretti con analoghe organizzazioni straniere, controlla, spesso in alleanza con forze clericali, alcune delle istituzioni culturali più prestigiose del nostro paese, diverse università tra le più importanti, interi settori degli apparati strategici dello Stato, nonché centri vitali dell’economia capitalistica pubblica e privata. È peraltro noto che esiste una distinzione fra la massoneria ‘buona’ e la massoneria ‘cattiva’ (si pensi alla loggia P2 di Licio Gelli e alle trame eversive che questa cricca borghese ha portato avanti, conseguendo, uno dopo l’altro, gli obiettivi prefissati nell’ossimorico “Piano di rinascita democratica”).

Senza escludere che sono possibili conflitti tra l’una e l’altra componente della massoneria su questioni decisive, è tuttavia doveroso osservare che là dove non esistono né trasparenza degli atti e delle decisioni né visibilità degli associati è estremamente difficile individuare la linea di demarcazione tra l’una e l’altra massoneria. Soltanto l’obbligo generale, sancito per legge, di rendere pubblici gli elenchi degli iscritti consentirebbe di separare il grano dal loglio, ammesso e non concesso che, così come accade per la distinzione tra ‘denaro sporco’ e denaro ‘pulito’, sia possibile evocare un’analoga distinzione riguardo alla massoneria.

In realtà, la tendenza che si è affermata nei regimi ipodemocratici del nostro tempo è strutturalmente di tipo massonico, poiché nasconde, sia a livello interno che a livello internazionale, l’esistenza, le procedure e il ‘modus operandi’ del potere del grande capitale monopolistico sotto una cappa impenetrabile di segretezza, come accade, in modo sostanzialmente affine, con le istituzioni della Unione Europea e con centri di potere informali, quali il Gruppo Bilderberg e la potente banca d’affari Goldman Sachs (di cui faceva parte, come è noto, Romano Prodi). Tanto per dare una plastica idea della composizione di queste organizzazioni basti pensare che ad una delle ultime riunioni del Gruppo Bilderberg hanno preso parte, in ordine alfabetico, il manager Franco Bernabè, il presidente di Fca John Elkann, la giornalista Lilli Gruber, l’ex commissario Ue ed ex premier Mario Monti e il numero uno di Techint, Gianfelice Rocca.

La recente scomparsa di un illustre studioso della storia delle dottrine politiche, quale era Giorgio Galli (1928-2020), è correlata, in certo qual senso, al tema della massoneria, poiché questo studioso ha dedicato una particolare attenzione alle molteplici connessioni tra il “sistema dell’occulto” e i principali movimenti socio-politici dell’età contemporanea (nazismo, liberalismo e socialismo), portando in tal modo alla luce una ‘trama nera’ le cui articolazioni fanno capo, per un verso, alle logge massoniche e, per un altro verso, ai più diversi apparati ideologici di Stato, senza significative differenze tra quelli pubblici e quelli privati data la natura borghese del potere statuale di cui sono altrettante espressioni ed emanazioni. Lo stesso eclettismo dimostrato da Galli non solo nella scelta dei temi di ricerca ma anche nell’apertura verso gli ambienti politico-ideologici più diversi, sembra costituire una prova, se non della sua affiliazione alla massoneria, di uno spirito ‘naturaliter’ massonico. Quello stesso spirito che lo ha portato a spaziare lungo uno spettro ideologico quanto mai vasto ed eterogeneo che comprende di tutto: dalla sinistra bordighista, la quale ancor oggi considera come un vero e proprio ‘libro di culto’ la “Storia del partito comunista italiano” pubblicata dallo studioso milanese nel 1953 e più volte ristampata, ai nostalgici dello squadrismo fascista, dal socialismo riformista (l’indirizzo forse più congeniale alla ‘forma mentis’ illuministico-lombarda di Galli) al liberalismo radicale, dalla storia della persecuzione delle streghe al “bipartitismo imperfetto” costituito dal duopolio DC-PCI (categoria concettuale che fece epoca nel campo delle analisi e delle ricerche di scienza della politica), per giungere, negli ultimi anni di un’attività intellettuale che non ha mai conosciuto soste, all’analisi delle nuove forme del capitalismo e dei suoi ‘agenti maggiori’, le grandi multinazionali.

Tornando infine al tema principale di questo articolo dopo un’apparente digressione, si può terminare il discorso che qui si è cercato di abbozzare osservando che è opportuno seguire con la massima attenzione lo svolgimento dei fatti politici, sociali e culturali, certe correnti di finanziamento, certi, altrimenti inesplicabili, atti del potere economico, politico, governativo e giudiziario per cercare di capire quel che si muove, per così dire sott’acqua, nel mondo italiano e identificare le complicate tracce del plusvalore e del profitto per la cui estorsione e ripartizione si contendono il campo quelli che Marx chiamava “i fratelli gemelli della massoneria del capitale”.

Fonte articolo: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/19484-eros-barone-un-intellettuale-eclettico-fra-ipodemocrazia-capitalismo-e-massoneria.html

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