Bombe italiane all’Arabia Saudita

Bombe da Cagliari e da S.Antioco destinate alla nostra alleata, l’Arabia Saudita, principale azionista del terrorismo jihadista.

Dall’aereoporto di Cagliari è partito carico di bombe un aereo cargo Boieng 747 destinato a rafforzare il già potente apparato bellico saudita in funzione anti Yemen mentre da S.Antioco salpava la portacontainer Jolly Cobalto per la stessa destinazione e con lo stesso tipo di carico .
Per l’A. D. di Finmeccanica, Mauro Moretti, l’operazione risulta moralmente valida perché aiuta un nostro partner occidentale “legittimato dagli Stati Uniti” nella difesa contro l’islamismo estremista. Il tutto, con il beneplacito (in aperta violazione della legge 185) della ministra della Difesa Pinotti che, senza alcun pudore, ricorda che l’Italia è co-leader delle Petromonarchie nella lotta contro lo Stato islamico .
Il patetico Moretti ci ricorda che, grazie all’aiuto in armamenti dell’Occidente e con il contributo fattivo di un’azienda (la Finmeccanica appunto) che da lavoro a 50.000 persone, Qatar, Arabia saudita, Emirati arabi…hanno la possibilità di estirpare la mala pianta dell’estremismo jihadista.
Non sto a sottolineare l’ipocrisia di codesti figuri che vorrebbero tentare di gabellare questi stati sanguinari come forze antijihadiste, data la palese evidenza . Voglio invece fare un breve excursus sui crimini commessi da Sauditi e soci in Yemen .
Innanzitutto il selvaggio bombardamento di Sana’a e di tanti centri abitati dello Yemen e conseguente strage di civili con uso indiscriminato di bombe al fosforo e di bombe a grappolo (condannate dalle leggi internazionali ), la distruzione di decine di centri medici, il bombardamento di un ospedale di “Medici senza frontiere”, l’embargo feroce realizzato con il pattugliamento navale del golfo di Aden per ostacolare eventuali aiuti militari ed umanitari da parte dell’Iran, embargo che ha privato di beni di prima necessità e di farmaci una popolazione stremata e in gran parte sfollata.
La guerra è stata scatenata dai Sauditi contro gli Houthi e i loro alleati, le forze fedeli all’ex Presidente yemenita Saleh che hanno scalzato il governo precedente (Presidente Abbed Rabbo Mansour Hadi) ,almeno con due motivazioni
a) ripristinare un governo alleato e servile
b) bloccare un possibile contagio rivoluzionario sciita nella regione, pericolosissimo per la sopravvivenza della famiglia dei Saud .
E’ per tali ragioni che il re saudita ha arruolato, per aggredire l’esercito yemenita ed Ansurrallah, mercenari dal Senegal, dal Sudan, dall’Egitto, dall’Eritrea, oltre che avvalersi di truppe formate da emiroti, qatarioti e bahrayniti. Ma, soprattutto, è da ricordare che il suo esercito si fa forte in modo palese di jihadisti sfuggiti in Siria dalle bombe russe (ma su questo i nostri politici ,stile Pinotti, tacciono) . Naturalmente aerei ed elicotteri da combattimento e navi da guerra sono gentilmente “offerti” dal democratico Occidente.
Quanto sia a cuore la situazione dello Yemen agli Stati Uniti che hanno investito decine di miliardi di dollari per difendere l’occidentale Famiglia saudita è testimoniato dalla Defence Security cooperation Agency che ritiene opportuno sostenere la difesa dell’Arabia saudita e promuovere la stabilità della regione in modo di permetterle “di salvaguardare le più grandi riserve di petrolio del mondo “(Aurora,18/11/2015)
Moretti ,Finmeccanica e Pinotti non potevano esimersi dal dare un piccolo contributo .

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