Aboliamo la pornografia!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

“Come non bastasse lo stalinismo vegano, ora ci aggiungiamo anche l’abolizionismo bacchettone. Ebbene sì miei cari discepoli che seguite questo blog e i principi del socialismo ascetico vegano. Ora voglio che facciate un passo ulteriore e la smettiate di umiliare il vostro io in quell’atto abominevole a cui sottoponete la vostra povera e bisognosa sessualità. Voi siete essere unici e speciali, ma non è in questo modo vergognoso che potrete ottenere soddisfazione…

Ma andiamo con ordine. Lo stalinismo vegano sta crescendo di popolarità in tutto il Mondo. Almeno su Twitter. Quanti marxisti-leninisti, seguaci della prassi leninista del partito, si dichiarano vegani o vegetariani? Migliaia, forse decine di migliaia. Va bene, noi vegani dobbiamo convivere con degli schifosi pervertiti che bevono il liquido delle mammelle di un altro animale, ma per ora facciamocelo bastare. In ogni caso decine di migliaia di stalinisti vegani sono veramente troppi, al limite del mainstream. Perché funzioni il socialismo ascetico deve aumentare le sue pretese in modo da escludere quanti non mirano alla perfezione. A questo può esserci utile questa mappa:

Questa mappa indica, in rosso, gli stati in cui la pornografia è illegale. Ora, ditemi voi, vedete uno stato socialista che non sia rosso? Cina, Vietnam, Corea del Nord, Cuba. Tutti vietano la pornografia. Ma perché lo fanno, saranno scemi? Saranno più intelligenti di noi loro che portano avanti da decenni, pure in una situazione durissima come questa, la battaglia per il socialismo. Forse che sanno qualcosa che noi non sappiamo?

Ecco, ora vi svelerò un segreto, che gli anni della deregulation degli anni 80′ hanno rimosso dalle nostre coscienze. La pornografia è dannosa. Porta alla dipendenza da masturbazione compulsiva, all’inaridimento emotivo, psicologico e relazionale. Accentua la nostra distanza relazionale dagli altri, ci impedisce di darci in una relazione con un reale altro che sia il nostro partner rinchiudendoci in una sessualità astratta e masturbatoria. Produce un’idea di godimento come continuo ed illimitato, come un impulso da soddisfare continuamente e in maniera illimitata. Questo avviene soprattutto con la pornografia su Internet e la sua disponibilità illimitata.

Ora, questa verità molto semplice era compresa dai comunisti del passato (URSS, paesi del blocco sovietico) ma anche da quelli di oggi, almeno quelli seri e che ancora resistono. Dare ad un’adolescente la possibilità di crescere sessualmente attraverso la pornografia, che sta ormai sostituendo l’essenziale educazione sessuale, favorisce l’asocialità, il rinchiudersi nei propri desideri e nel nostro individualismo. Uno stato che si pretenda SOCIALISTA si deve basare su un individuo SOCIALE che sappia vivere in società e nel mondo e stare insieme agli altri come amici, come compagni, come avversari o come amanti. Le sinistre rincretinite dal sessantottinismo, che hanno abbandonato il marxismo, hanno confuso l’assecondare la deregolamentazione dei costumi con il progresso. Risultato: si fa meno sesso oggi che prima del Sessantotto. Viviamo in una cultura di esibizionismo ma arida di sesso reale. Per non parlare di bambole gonfiabili, siti di incontri ecc. Al posto del sesso reale, dell’erotismo abbiamo l’infantilismo e l’immediatezza che segue il flusso di mass media, social e comunicazione. Ormai l’altro è visto solo attraverso il nostro se e il nostro narcisismo.

Questa accettazione della ragion sessuale dominante da parte delle sinistre non è altro che uno degli aspetti dell’infestazione libertaria e liberista che ha distrutto qualsiasi opposizione seria all’ordine egemone. Il capitalismo neoliberista ha fatto credere alle sinistre codiste che assecondare la natura reazionaria e oscurantista della pornografia e la sua natura profondamente asociale e narcisistica fosse in realtà una liberazione. Così la liberazione e la deregolamentazione dei mercati finanziari ha come presupposto l’individuo ridotto a consumatore assoluto nella società di mercato. Tutto diventa consumo, anche il sesso che è solo un impulso da soddisfare nel proprio privato e senza la natura imprevedibile dell’altro, che potrebbe essere contraria alle nostre narcisistiche aspettative.

Ciò è stato possibile culturalmente anche grazie al lavoro alacre dei nipotini di Nietzsche. Eppure qualche noticella sulla natura profondamente reazionaria di questo autore ci veniva da Lukacs, e dal rischio che comporta la distruzione della Ragione (nell’immediatezza) e l’irrazionalismo. Infatti passato tra le mani di Deleuze, Guattari e Foucault l’irrazionalismo nietzschiano perde la sua natura gerarchica e fascistoide che aveva per prendere la forma del libertarismo e dell’anarchismo. E così la distruzione della Ragione non passa più per la squadracce pestanti ma per i battaglioni desideranti, per gli individui non più semplicemente atomizzati ma ridotti a flussi di desideri senza soggetti, che si perdono in sbornie di dati, droghe, masturbazioni e si gettano nella agambeniana “nuda vita” della “comunità che viene”. L’economia libidinale dove solo il capitale gode.( Tra qualche mormorio dei più intelligenti dei loro colleghi, come i vari Derrida, Baudrillard, Debord che avendo letto veramente e non in maniera “rizomatica” Hegel e Marx stigmatizzavano i rischi della deregulation emotiva e della perdita di alterità).

Ed eccoci arrivati al capitale nella sua fase suprema, come dice il compagno Lenin, l’imperialismo del capitale finanziario. Ora forse che l’Occidente minaccia di soccombere alla post-democrazia oligarchica e ai reazionari reattivi ma sempre libertari-liberisti, e che la nostra generazione dimostra nelle sue ferite e nella sua disperazione i segni della deregulation sessuale, qualcuno abbia il coraggio di dire: “Smettetela di masturbarvi e fate la Rivoluzione!”. E una volta fatta? “Vietate la pornografia!”.

Fonte articolo: https://stalinismovegano.blogspot.com/2018/10/aboliamo-la-pornografia.html

15 commenti per “Aboliamo la pornografia!

  1. Alessandro
    23 novembre 2018 at 21:18

    “Le sinistre rincretinite dal sessantottinismo, che hanno abbandonato il marxismo, hanno confuso l’assecondare la deregolamentazione dei costumi con il progresso. Risultato: si fa meno sesso oggi che prima del Sessantotto. Viviamo in una cultura di esibizionismo ma arida di sesso reale. Per non parlare di bambole gonfiabili, siti di incontri ecc. Al posto del sesso reale, dell’erotismo abbiamo l’infantilismo e l’immediatezza che segue il flusso di mass media, social e comunicazione. Ormai l’altro è visto solo attraverso il nostro se e il nostro narcisismo.”

    La questione è proprio questa: come fare a (ri)creare una società che consenta, in modo particolare agli uomini che sono più bisognosi sotto questo aspetto, una vita sessuale varia e soddisfacente. Non è infatti la pornografia a generare la società povera di sessualità, ma è il contrario. Si scambiano gli effetti con le cause, come tanti fanno quando si parla di “provocazione sessuale”.
    L’attrazione per la pornografia, che è sempre più una porcheria nell’epoca liberal-femminista, e va distinta dall’erotismo, nasce dall’impossibilità o dalla difficoltà di accedere a una vita sessuale degna di questo nome. Possiamo anche vietarla, ma tanto rientrerà in maniera “clandestina” e quindi altrettanto nociva. Possiamo invece combatterla efficacemente se opereremo finalmente in direzione di una vera, seria, responsabile rivoluzione sessuale, quella che i sessantottini avevano promesso ma che non hanno mai attuato. Sotto questo aspetto bisogna essere molto più libertari, combattendo tutte quelle “agenzie formative”, la Chiesa, il femminismo, il tradizionalismo, fatto di casanova e puttane, che remano contro. Sfida titanica chiaramente, che passa attraverso un cambiamento culturale radicale, ma è l’unica strada che può condurci a dei risultati.

    • Fabrizio Marchi
      24 novembre 2018 at 9:02

      Sottoscrivo in toto il tuo commento, Alessandro. L’articolo in realtà va capovolto completamente, come giustamente hai detto tu. La pornografia è un effetto, e non la causa. E’ una delle conseguenze di quel deserto sessuale, e quindi di quella alienazione (anche e soprattutto sessuale) che è strutturale e costitutiva della attuale società. Se il sesso fosse veramente libero, la pornografia – così come la prostituzione e in generale qualsiasi altra forma di mercificazione sessuale – non esisterebbe. Sono le condizioni date che generano la pornografia e non il contrario.

      • Alessandro
        24 novembre 2018 at 12:55

        E’ così. Tanto più ti manca ciò che è fondamentale, tanto più vai alla ricerca di qualcosa che supplisca alla mancanza e quindi ti viene incontro “l’industria culturale” di cui parlavano i francofortesi. D’altronde perchè ci circondiamo di oggetti inutili, che cambiamo continuamente in maniera compulsiva? Perchè viviamo in società malate, dove la relazione interpersonale, non solo con l’altro sesso, è profondamente insoddisfacente. La grande furbata del sistema è stata quella di amplificare questo disagio e di utilizzarlo a fini consumistici, facendo credere all’individuo che potrà accedere a ciò che gli manca attraverso il consumo, ma l’obiettivo viene sempre più posticipato in una rincorsa senza fine. Solo chi fuoriesce da questo perverso ingranaggio è libero, ma si muove in una realtà alienata e alienante, come giustamente tu affermi, nella quale paradossalmente appare il disadattato.
        Chiaramente quando parliamo di liberare la sessualità stiamo parlando di qualcosa di estremamente complesso che sfocia quasi nell’utopia, e che avrebbe, se attuato, conseguenze imprevedibili, andando anche a impattare sullo status quo. Anche per questa ragione sarà sempre una prospettiva combattuta da chi trae guadagno, profitto, giovamento dalla situazione attuale.

  2. Lorenzo
    24 novembre 2018 at 0:26

    Articolo esemplare.

    Colla piccola (ehm…) precisazione che la pornografia non l’ha abolita solo il socialismo, bensì ogni sistema portatore di una visione coesa della società, fondata su basi spirituali, dal fascismo al nazionalsocialismo alle chiese e religioni di ogni ordine e grado.

  3. 24 novembre 2018 at 13:19

    (Sono l’autore). Avete fatto notare come giustamente è la condizione di alienazione che provoca la “alienazione sessuale”. Semplicemente il problema non è affrontato nel testo, ma diciamo che essendo comunista lo davo per sottointeso (e poi altrimenti veniva troppo lungo). La cosa che volevo sottolineare è che l’immaginario pornografico ha ormai pervarso la sinistra, con il risultato che l’alienazione viene posta come qualcosa di liberatorio, e questo secondo me è uno dei tanti punti su cui l’ideologia dominante ha corrotto e infiltrato i movimenti di emancipazione, almeno per quanto riguarda gli ambienti dei centri sociali. In ogni caso emancipazione e la messa al bando di malteriale pornografico devono andare di pari passo, sono d’accordo, altrimenti si rischia di aggreddire solo le sue manifestazioni. Ma io sono comunista quindi ritengo che ci voglia in ogni caso un cambio di sistema.

  4. gino
    24 novembre 2018 at 23:19

    concordo con fabrizio e alessandro, non concordo con l’articolo e non mi sorprende che lorenzo concordi con l’articolo.
    il discorso è molto semplice:
    – esiste una libido naturale prodotta di continuo
    – il sistema culturale regolatore della libido garantisce la sua piena soddisfazione? più no che sì
    – quindi la libido, come un fiume ostacolato nel suo corso, si riversa naturalmente in altre direzioni
    – reprimere anche questo “travaso” non fa altro che raddoppiare il problema

    p.s. la libido per natura è sociale, nessun abitante di una cultura sessualmente facile si sogna di preferire la masturbazione davanti a un pezzo di plastica a un partner in carne ed ossa.

    • 25 novembre 2018 at 15:29

      Attenzione, qua si sta facendo confusione da una parte tra pornografia e erotismo, dall’altra tra la pratica masturbatoria e la stessa ma con ausilio della pornografia. Non sono per niente la stessa cosa, ed anzi sono cose piuttosto differenti che però vengono appiattite nel discorso comune a causa appunto dell’influenza nefasta dell’immaginario pornografico.

      • gino
        26 novembre 2018 at 3:08

        vedi compagno josef,
        io ho relativizzato umilmente la mia opinione scrivendo “non concordo”. tu stai assolutizzando la tua opinione.
        allora ti dico: assolutamente sbagli. non c’è nessuna confusione nè cose differenti.
        la sessualità naturale è uomo + donna = coito. tutto il resto, masturbazione inclusa, è il frutto della repressione di quest’equazione e si equivale nella qualità abortiva, con o senza pornografia.
        e imporre le cose con la forza non fa che moltiplicare la malattia e creare nuovi mostri.
        invece convincete le compagne a rifiutare il femminismo e il lesbismo, ad accettare la Natura animale, a curare la bellezza corporea, a darla a profusione… vedrete che della pornografia si farà a meno.

        e sempre sia lodato il filetto e il gamberone!
        tra l’altro proprio le carni sono sempre state odiate dalle religioni, al pari del sesso… secondo me c’è un’associazione, da indagare se sia solo simbolico-psicoanalitica o proprio fisiologico-nutrizionale.

        • 26 novembre 2018 at 16:36

          Cosa vuol dire naturale? Pure le scimmie si masturbano.

          Comunque non capisco perché bisogna portare la discussione sempre nell’astratto. Io essendo comunista voglio fare la rivoluzione, dunque non mi interessa minimamente che un governo borghese metta mano alla materia. Un governo socialista metterebbe mano alla materia risolvendo anche il problema dell’alienazione. E dove i comunisti-socialisti governano lo fanno. Il socialismo è collettivista e basato sulla natura sociale dell’uomo. Dunque ritengo sia corretto che un governo socialista metta degli ostacoli alle pratiche che favoriscono l’individualismo.

          L’idea che prima bisogna risolvere l’alienazione e poi mettere mano alla materia non ha senso. Per fare un esempio estremo, molti crimini sono causati dall’oggettiva condizioni di miseria. Non per questo si può abolire il codice penale fino a quando quel problema non venga risolto. Si finisce per rimandare il problema alle calende greche, e già il fatto di fare una rivoluzione lo rimanda di molto.

          • gino
            27 novembre 2018 at 23:05

            invece ha senso il tuo proposito di imporre al mondo il divieto della pornografia?
            vabbè, fai la rivoluione planetaria e poi ne riparliamo :))

  5. gino
    24 novembre 2018 at 23:27

    aggiungo che in una società in cui il femminismo di falsa.sinistra ha sostituito, come bigottismo repressore, la visione tradizionale catto-fascista, una sessualità piena, facile, soddisfacente è impossibile.
    e per finire: viva le bistecche e il formaggio, tiè :))

  6. armando
    25 novembre 2018 at 12:36

    sarebbero necessarie molte considerazioni, che rimando a un altro momento. Però ritengo che non si possa non partire da una affermazione dell’articolo che non risponde a verità, e cioè che oggi si faccia meno sesso rispetto al pre-sessantotto. Affermarlo in tono così apodittico fa deragliare, mi sembra, il senso del pezzo. si può anzi si deve discutere se l’attuale sia o meno una sessualità sana, ma non che sia ridotta rispetto a prima. Credo si possa invece dire che il sesso è continuamente evocato sui media e altrove, dal che deduco che il capitale non reprime la sessualità, ma la utilizza. Ergo, il problema non è oggi la repressione ma il modo di intendere il sesso.. Altra osservazione d chiudo, almeno per ora. Bachofen indica l’esistenza di una fase primordiale umana che definisce eterica, in cui la sessualità poteva essere vissuta in piena libertà e senza vincoli particolari o morali o etici. Vero? falso? se bero, era giusto o sbagliato?,la risposta è cruciale xché ne dipende il senso stesso che diamo alla sessualità.

    • gino
      26 novembre 2018 at 3:13

      infatti. prima del 68 in italia era matrimonio o casino o pippe. non ci tornerei indietro.

      • 26 novembre 2018 at 16:38

        La mia critica era più che altro rivolta al sessantottinismo, non all’anno 1968 (e seguenti).

    • 26 novembre 2018 at 16:41

      Beh in realtà la tendenza secondo me è abbastanza riscontrabile in alcuni paesi ad alto sviluppo capitalistico, come il Giappone. Si fa meno sesso non perché sia represso come in passato, ma per eccesso di sovraesposizione pornografica. Poi bisognerebbe fare degli studi seri, l’affermazione era messa più che altro come provocazione.

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