Il governo preferisce l’usura europea alla vendita ottimale di titoli di stato

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Sarebbe ingenuo pensare che il ministro Gualtieri voglia essere prudente vendendo in minima parte i titoli di stato apprezzati soprattutto dal mercato asiatico. 10 miliardi a fronte di richieste che superano i cento miliardi. Titoli con interessi minimi e addirittura negativi, titoli che potrebbero dispensarci dal recovery fund e dal Mes che comportano, tra l’altro, l’obbligo di continuare una politica di austerity, controllata dall’asse nordico, una politica economica e finanziaria che graverebbe ulteriormente sullo sfascio economico-sociale creato dalle ridicole restrizioni relative al Covid, restrizioni imposte con la creazione mediatica del panico tra la popolazione per un virus di modesta letalità, come accertato anche dalle ultime ricerche scientifiche sul sangue in Giappone.
No, Gualtieri non è un ingenuo e non lo è il governo, come ingenui non sono le “opposizioni” che si assiepano nell’area destra del Parlamento. In effetti, si tratta di continuare la svendita del patrimonio statale dell’economia, delle infrastrutture, dei servizi sociali, dei beni pubblici, di abbassare, per non dire annullare, i diritti del lavoro, dell’istruzione, della sanità, della ricerca … si tratta di continuare quel lavoro sporco che è iniziato con il Britannia, con i Prodi, i D’Alema, i Ciampi…e che necessitava di un’organizzazione inglobante da cui partissero gli ordini dall’alto, i diktat che, motivati come razionali, equilibrati, sapessero mettere ordine in quello che veniva definito un caos civile, a causa di sindacati allora minimamente conflittuali e di partiti che ancora non avevano perso del tutto il rapporto di rappresentanza delle masse popolari…
Per Gualtieri, per il governo e per gli europeisti doc è necessario continuare la sottomissione del Paese con il Mes, con il Recovery fund, con l’austerity, per avere maggiori possibilità di fare i propri interessi di classe così bene rappresentati dalla Confindustria che, grazie agli europeisti e all’Unione Europea, ha potuto debellare trionfalmente il conflitto di classe e l’autonomia politica del Paese, le sue risorse pubbliche, ora finalmente privatizzate.
Le restrizioni per la “pandemia” sono funzionali non tanto al disegno di un ‘Europa disegnata sotto il tallone nordico-germanico bensì al Grande Reset poco propenso alla sopravvivenza di organizzazioni statali solide, seppure a carattere continentale, abitate, tra l’altro, da un convitato troppo forte ed energico come la Germania, la quale, come prevedo da tanti anni, sarà la prima a chiudere con l’euro e con i restanti ammennicoli europei, dopo aver prosciugato il Continente, principalmente nella sua area mediterranea.
Ma intanto i vaccini devono fare il loro corso. Sbandierata della Pfizer una percentuale di successo del vaccino al 95%, ricerche scientifiche negli Stati Uniti hanno rilevato una probabilità di successo tra il 19 e il 29%, molto al di sotto della soglia del 50% che viene giudicata necessaria perché il vaccino venga ritenuto attendibile. Ma si va avanti lo stesso, nonostante i gravi effetti collaterali registrati in molti pazienti e i non pochi decessi. Il grande business deve continuare e anche con una certa urgenza prima che emerga la bufala del paziente vaccinato sempre immune e sicuramente non contagioso. Tralascio il fatto che molti ricercatori si sono chiesti quale natura abbia un vaccino in assenza di un patogeno e non si debba invece parlare di una terapia genica. Così come andranno avanti i provvedimenti anticostituzionali, l’eccezionalità antidemocratica, il panico da pandemia. Tutto assolutamente indispensabile perché sia impedita la libertà di parola che metta in evidenza l’autoritarismo ingiustificato dei dcpm e con essi la politica rovinosa nei confronti del Paese, sia sul piano sanitario, sia sul piano socio-economico.
E’ in questo contesto degradato che assistiamo alla formidabile performance dell’uomo di Rignano, all’anagrafe Matteo Renzi, autore di una magistrale crisi di governo che porterà ad un rimpastino, dato che sono state ostruite dai piddini pentastellati le sue pretese di mettere mano sulla greppia europeista e addirittura-pare-sui servizi segreti. Bisogna tener conto che i tre soggetti in questione, se si andasse ad elezioni, sarebbero sbeffeggiati da una sonora debacle, perché se è vero che l’uomo
cattivo, all’anagrafe Matteo Salvini ha perso colpi, la bella del Palazzo Giorgia Meloni ha rinforzato la sua dote di molto, non facendo nulla, aspettando solo che i voti venissero a lei inviati dalle prodezze e dalle piroette dei Franceschini, dei Gualtieri, delle Azzolina…
E dunque pandemie assicurate fino all’anno di grazia 2023, nessuna caduta di governo, perpetuazione delle pagliacciate nazionali ed internazionali. Renzi, stando all’opposizione, sparerà a zero sul governo, nella speranza di ampliare la sua coalizione, facendo molta attenzione che non si vada ad elezioni anticipate. Potremmo assistere al miracolo di rivedere il Cavalier Silvio Berlusconi al governo…

Gualtieri in audizione alla Camera: “Presto altre risorse a fondo perduto per le imprese” – Confesercenti Nazionale

1 commento per “Il governo preferisce l’usura europea alla vendita ottimale di titoli di stato

  1. Enrico
    17 Gennaio 2021 at 13:57

    bellissimo articolo, grazie.

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