Risacca post-industriale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Occorre dirlo una volta per tutte: il mondo (che ho conosciuto dall’interno sin dalla fine degli anni ’80) post-dark apocalittico, ‘martial’, post-industrial, electro-experimental, ecc. è composto oggi per i suoi 3 quarti da persone spiritualmente e psicologicamente miserabili che soffrono di una ossessiva identificazione con gli aspetti Ombra della loro personalità livorosa, anarcoide-autoritaria (fissazione sadico-anale con oscillazione compulsiva tra pulsioni distruttive autoritarie e pulsioni distruttive caotiche anarchiche) e di un senso di distinzione egotistica del tutto immotivata (che si traduce in un disinteresse totale, quando non una aperta ostilità, per le questioni sociali).
Per non parlare, poi, di quando scimmiottano platealmente l’esoterismo in modo didascalico, senza aver capito nulla di questioni serissime e profonde di cui io credo di aver capito a malapena manco l’uno per mille solo da pochissimo tempo, se mai avesse senso usare delle percentuali per esprimere queste cose.
Solo che mentre alla fine degli anni ’80 questo mondo ‘border’, estremo, e maledetto svolgeva ancora una funzione utile, in quanto ‘dialettica negativa’ della società scioccamente ridente e superficiale di quegli anni, oggi rappresenta soltanto una forma di fissismo culturale morboso e sterile.
E’ bene rendersene conto, per salvare quel buono che c’è stato all’inizio e per tutto il resto, invece, tirare lo sciacquone…

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4 commenti per “Risacca post-industriale

  1. ARMANDO
    6 Giugno 2017 at 14:44

    Sul tirare lo sciacquone nulla da dire. Sarebbe proprio ora. Non credo però che quel mondo abbia mai avuto nessuna funzione positiva. Nion era affatto, secondo me naturalmente, la dialettica negativa della società ridente e superficiale, ma solo l’altra faccia del capitale; entrambe funzionali. L’una spingeva a crederci, alla possibilità di aver successo individualmente, di poter sfondare se solo si fosse bravi a valorizzarsi in vacuo e superficiale ottimismo che di tutto si fregava tranne che dell’apparire. L’altra aveva la funzione di distruggere in un cupio dissolvi ogni forma solida, ogni riferimento culturale, ogni razionalità, ogni autentica socialità. Rimestava nel torbido di un esoterismo da quattro soldi, come scrivi, credeva che l’acido aprisse nuovi orizzonti e invece rimbecilliva. All’odiato Dio arrivava a contrappore Satana. Due facce con unico scopo: spazzare via ogni possibilità di autentico cambiamento. E per di più col forte sospetto che fossero eterodorette.
    Vale a dire che facessero, inconsapevolmente, di un progetto dissolutorio e disttuttivo ben orchestrato. Ne scrive Danilo Fabbroni in “Il sessantotto, magie,veleni e incantesimi SPA” (Solfanelli), che elenca personaggi ambigui, contiguità, intromissioni, piani e progetti dei Servizi, manco a dirlo dell’impero, tutti cionvergenti verso quella dissoluzione. Non so se sia vero o meno. So però, vidti gli esiti di quelle stagioni, che può essere verosimile e costituire almeno un tassello di una verità paradossale. Tutte le istanze dichiarate di quelle epoche, tutte le speranze di chi ci credeva davvero, si sono rovescaite nel loro opposto, e tutto quello che fu fatto è stato sfruttato a dovere per indirizzarlo in una certa direzione.
    Armando
    PS Danilo Fabbroni è un autore che ha fatto parte delll’aentourage di Jacques Camatte e Gianni Collu, che fion dagli anni sessanta/settanta avevano intuito le nuove forme che il capitale avrebbe assunto.

    • Stefano Sissa
      13 Agosto 2021 at 18:40

      Quello che ritrai tu però c’entra davvero molto poco con quello che fu la subcultura dark negli anni ’80; attenzione!

  2. Andrea M.
    6 Giugno 2017 at 19:08

    Una domanda: ma il vostro “mondo perfetto” qual è? Anzi, quale sarebbe?
    Inoltre, quando mai è esistita una presunta “età dell’oro”, in cui tutto funzionava a meraviglia?
    Sbaglio se dico (scrivo) mai?
    No, non sbaglio.
    Quindi? La soluzione a tutto ciò quale sarebbe?

  3. ARMANDO
    6 Giugno 2017 at 21:39

    Un mondo perfetto non esiste e non esisterà mai. Però tutto è perfettibile.

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