7 commenti per “Gaza: quello che non ti hanno raccontato

  1. Fabrizio Marchi
    23 Luglio 2014 at 21:34

    dalla pagina di Giulietto Chiesa:
    “Ci sono lettori che mi chiedono di pronunciarmi sulla tragedia di Gaza.
    L’ho già fatto più volte nel corso di questa crisi.
    Considero altamente probabile che il rapimento e l’uccisione dei tre ragazzi israeliani sia stato una ennesima false flag operation. Cioè un pretesto per organizzare una attacco letale contro Hamas, contro la Striscia di Gaza, contro il popolo palestinese nel suo insieme. È l’ennesima prova che Israele non ha mai voluto negoziare e che il suo obiettivo immediato è di cancellare definitivamente ogni possibilità per uno stato palestinese.
    Posso solo provare cordoglio – e un acuto senso di impotenza – per la vittime innocenti, per gli oltre 500 morti già contati. Saranno molti di più, temo.
    Posso solo aggiungere la mia vergogna di appartenere a questo “Occidente” assassino e vile, che non sa dire nulla di fronte a un tale massacro. E che quello che dice è ipocrita e falso.
    Oggi ho visto la faccia di John Kerry, indignato e sconvolto per i tredici soldati israeliani uccisi nell’invasione di Gaza.
    13 fanno orrore; 500 è un numero.
    Questa è la nostra superbia e la nostra illusione: che le nostre vite valgano di più venti, cento volte di più, delle loro. Verrà il tempo che dovremo pagare questa superbia.
    Ma questo è solo un aspetto. Ci torno ora perché mi pare che troppi non riescono a collegare i fatti.
    Ciò che accade a Gaza è un tassello del mosaico che conduce a una guerra molto più grande. Stiamo tutti molto attenti. Gaza fa parte di un’operazione di scatenamento del disordine mondiale. Aggiungiamo il “Califfato” di Iraq e Siria. Aggiungiamo la crisi ucraina.
    Non perdiamo di vista il quadro. Chi muove tutte queste pedine insieme vuole andare “oltre”. L’obiettivo è la Russia. Ecco perché io occupo gran parte del mio tempo a seguire questo disastro. E l’altro obiettivo (segnatamente per Israele e l’Arabia saudita) è l’Iran. Questi due obiettivi equivalgono a un salto di qualità bellico incalcolabile.
    Gaza è la cartina di tornasole di un disegno apocalittico. Muoviamoci per fermarlo”.

  2. Alessandro
    24 Luglio 2014 at 10:36

    Io non so se sia stato una “false flag operation”, chi vive solo di “complottismi” va posto, secondo me, sullo stesso piano di chi li esclude sempre a priori, di sicuro è stato un episodio strumentalizzato da Israele per riprendere le ostilità nei confronti del popolo palestinese in accordo con gli USA. Quel territorio è così poco esteso e così scarso di risorse che farci coesistere due realtà così differenti appare davvero un’impresa improba. Storicamente quel territorio è Palestina, e giustamente i palestinesi non stanno lì a subire passivamente e lo fanno presente. E’ stato un gravissimo errore trapiantarci una realtà così in contrasto con quella araba, benchè due millenni prima fosse là presente. Ormai la frittata è fatta, quindi che si fa? L’unica strada è quella delle sanzioni, dure, contro Israele, ma nessuno le vuole realmente, vuoi perchè Israele è l’appendice USA in quell’area, vuoi perchè la UE esiste solo sulla carta, dilaniata al suo interno da rivalità storiche e attuali, vuoi perchè l’eco dell’olocausto è, giustamente ancora vivo ovunque o quasi, ma allo stesso tempo consente a Israele di vedersi abbonata qualsiasi porcata. La scure dell’antisemistismo è pronta ad abbattersi su chiunque contesti, perfino su coloro dall’indiscutibile statura democratica, così come, ma in questo caso siamo a uno stadio ancora più efficiente, l’accusa di maschilismo è pronta per chiunque osi contestare il sacro verbo femminista.
    Il disegno è quello di arrivare all’Iran e alla Russia? Certamente. Il capitalismo-imperialismo a trazione USA vuole imporsi non soltanto nei confronti delle realtà diverse, quali quelle arabe, ma anche nei confronti di quel capitalismo che non si piega ai suoi diktat, come quello russo. E fin qui tutto abbastanza chiaro. Ma è quando si affronta la tematica “Russia” che Giulietto sbanda clamorosamente. Può “un’autorità” del giornalismo sbandare completamente? Certo che può, se l’approccio critico diventa “unidirezionale” e viene adottato solo per leggere la “realtà occidentale”, come nel caso dell’imperialismo su scala planetaria degli USA. Questo è voluto oppure no? Deliberatamente sfugge la complessità degli eventi oppure si preferisce piegarsi a quella propaganda di parte per una ragione o per l’altra, o l’amore per la “propria squadra di club” non consente di parlarne con il dovuto distacco? Nel caso di Chiesa non saprei dirlo. Rimane la sua lettura della crisi russo-ucraina banale, superficiale, di parte, limitata, tanto quanto quella “occidentale” risulta, sebbene non perfetta (ma chi è in grado di offrirla?), certamente interessante e sotto tanti aspetti fondata. Peccato.

    • Fabrizio Marchi
      24 Luglio 2014 at 14:48

      Secondo me, Alessandro, bisogna uscire da questa dicotomia (che è una delle tante a cui ci costringiamo spesso e volentieri) tra “complottisti” e “anticomplottisti”.
      Io credo che la realtà sia complessa, e che all’interno di questa realtà fatta di grandi processi di vario genere agiscano però degli “attori” che prendono il nome di grandi gruppi economici e finanziari, di governi, di organizzazioni e centri di potere, di servizi segreti, di strutture parallele di vario genere, di strutture e organismi internazionali e quant’altro.
      Ora, facciamo un esempio pratico: la guerra, e nella fattispecie la guerra alla Libia (una fra le altre dele varie guerre imperialiste, ne avrei potute portare altri come esempi).
      Nel caso libico c’è poco da elucubrare. C’è “qualcuno” che ha concretamente preso la decisione di rovesciare il regime di Gheddafi, di finanziare le bande jihadiste e qaediste che in altri contesti si combattono o si dice di voler combattere, di bombardare la Libia e di abbattere a qualsiasi costo il legittimo governo di Gheddafi, che da “amico”che era viene ovviamente sottoposto al processo di “hitlerizzazione” e trasformato in un criminale assassino e stupratore (vorrei sottolineare che non stiamo parlando di Bin Laden ma di un uomo che con tutti i suoi difetti è stato il leader del movimento di liberazione anticolonialista e che comunque ha trasformato la Libia da paese tribale semifeudale in un paese relativamente moderno con un relativamente moderno stato sociale e una relativamente democratica redistribuzione delle risorse; ora la Libia sta tornando alla velocità della luce a quella realtà che era prima della presa del potere da parte di Gheddafi…).
      Ora questo “qualcuno” ha un nome e un cognome, o meglio dei nomi e dei cognomi: il governo americano che voleva impedire la penetrazione commerciale ed economica della Cina in Africa e frustrare al contempo le aspirazioni di Gheddafi che, per chi non lo sapesse,stava lavorando ad una moneta panafricana, preludio ad un processo di riunificazione di molti stati africani, con l’obiettivo di affrancare quel continente dal dominio neocoloniale dell’Occidente, e il governo francese, smanioso di tornare ai fasti della “Grandeur” e di riportare la Francia al rango di grande potenza, specie in un momento in cui la Germania l’ha messa nell’angolo.
      Mi sembra che ci siano più che valide ragioni per trasformare Gheddafi in un criminale e aggredire la Libia. Cosa che hanno regolarmente fatto.
      Più o meno questo è lo scenario che abbiamo in tutti gli altri teatri di guerra, dal Balcani alla Siria, dall’Iraq all’Afghanistan , alla Palestina.
      Vogliamo definire tutto ciò come un complotto? A m e poco interessa francamente, quello che mi interessa è la comprensione delle cose. Voglio dire, non è che l’aggressione ala Libia è piovuta dall’alto dei cieli; qualcuno l’ha concretamente pensata, orchestrata e messa in opera. Quel qualcuno sono appunto, come abbiamo detto, i governi USA e francese e poi naturalmente i vertici della NATO e gli altri governi europei (fra cui quello italiano) che hanno dovuto fare buon viso.
      Fatta questa premessa, ti sembra, caro Alessandro, così peregrino sostenere che il sequestro e l’uccisione dei tre giovani israeliani possa essere stato organizzato dal servizio segreto israeliano che aveva bisogno di un casus belli per scatenare l’inferno a Gaza? E che questo casus belli, o meglio che la criminale e nazista aggressione a Gaza (è ora di dire le cose come stanno e senza timore di urtare le sensibilità degli stomaci politicamente corretti..) possa essere funzionale ad una strategia internazionale molto più ampia?
      Io non ci vedo francamente nulla di così fantascientifico, anzi, mi meraviglierei del contrario. Tu pensi forse che un governo o un servizio segreto (peraltro come quelli israeliani) si faccia degli scrupoli ad organizzare il sequestro e l’assassinio di tre giovani?
      Caro Alessandro, se pensassi questo saresti un ingenuo, ma io so che non lo sei. Ma questo è NIENTE in confronto a quello di cui è capace quella gente. Ragazzi, mi meraviglia la vostra meraviglia di fronte al fatto che qualcuno avanzi delle ipotesi e delle analisi di questo genere. E’ complottismo” questo? A me non pare proprio, mi sembra solo un’analisi lucida della realtà. Badate che potrei portare migliaia di esempi, la storia è sempre andata avanti a forza di “incidenti” provocati ad arte.
      Ciò detto, vorrei spezzare una lancia nei confronti di Giulietto Chiesa (che certo non ha bisogno di essere difeso dal sottoscritto…). Lui ha assunto una posizione filorussa, su questo non c’è dubbio, però non è affatto un fan di Putin tout court. E te lo dico perché lo conosco di persona, l’ho sentito intervenire più volte e lui non è affatto un celebratore dell’attuale regime russo della cui natura sociale e politica, lui è perfettamente consapevole. Nondimeno, per tutta una serie di ragioni, ha scelto di appoggiare in questa fase storico politica la Russia. A mio parere, un po’ troppo, però questo non deve farci pensare che gli si sia ottenebrato il cervello. In una riunione a Roma dove lui ha spiegato la situazione, sono intervenuto personalmente e gli ho rivolto una domanda, proprio per dargli modo di rispondere, specificamente alla natura dell’attuale regime russo, e lui ha ribadito ciò che noi pensiamo e cioè che Putin è il leader di un paese capitalista, che non è certo un comunista o un socialista, e che pur tuttavia in questa fase la Russia deve essere sostenuta, perché lui parte dal punto di vista che oggi il progetto di dominio planetario imperialista abbia il suo cuore negli USA e che fondamentalmente questo attacco sia globale, senza limiti di nessun genere e che anzi proprio la guerra imperialista sia il fulcro di questo attacco generalizzato. E che , in un’ottica imperialista, l’obiettivo strategico in questa fase sia quello di indebolire o addirittura annichilire la Russia stessa. da qui la necessità di difenderla (io la vedo in modo ancora più complicato perché penso che ci si sta preparando al grande scontro planetario con il futuro grande competitor che è la Cina, ma questo è un altro discorso).
      I fatti non sembrano proprio dargli torto…Si sono fermati in Siria per la semplice ragione che in Siria c’è una base navale e una presenza militare russa e quindi la NATO non poteva intervenire direttamente, altrimenti l’avrebbero già fatto. Stanno tentando un rovesciamento del regime di Assad attraverso l’appoggio alle bande qaediste e jihadiste con l’appoggio dei sauditi, della Turchia e ora del neonato stato islamico iracheno dell’Isil, un altro fantoccio al loro servizio.
      Tutto ciò è “complottismo”? A me pare una lucida analisi geopolitica anche se io preferisco dire, di politica internazionale, perché non mi piace il termine geopolitica che ricorda tanto i potenti che si mettono a tavolino e si spartiscono il mondo (come in effetti è sempre stato e continua purtroppo ad essere).

  3. Alessandro
    24 Luglio 2014 at 15:52

    Fabrizio, io sempre continuo a interloquire con te perchè io trovo in te sempre un onesto interlocutore, sempre aperto al confronto, scevro di pregiudizi di sorta, pronto a mettere in discussione il suo punto di vista dinanzi eventualmente a evidenze contrarie e devo ribadire che io non mi trovo in disaccordo con te neanche in questo tuo ultimo commento. Certamente non escludo assolutamente che il caso che tu citi sia stato creato ad hoc per far scoppiare tutto questo casino, possibilissimo, anzi direi che, non essendo un profondo conoscitore di quella realtà al contrario di te, sono portato a dare non poco credito al tuo punto di vista. E’ evidente che il mio ragionamento aveva un bersaglio polemico che non eri assolutamente tu, ma un tipo di giornalismo che non sta aiutando a farsi un’idea più precisa su quanto sta accadendo nell’altro teatro di guerra, quello russo-ucraino ( come vedi io non parlo più di crisi ucraina ma russo-ucraina, perchè oramai la Russia ci sta dentro completamente, sotto ogni punto di vista) e che si presenta come la versione diametralmente opposta, ma pur sempre faziosa, della stampa ostile filoamericana e “russofoba”. Comunque la tua risposta è stata come sempre molto chiara ed esauriente. Alla prossima.

  4. 24 Luglio 2014 at 20:17

    Ho trovato questo video ,credo interessante di Paolo Barnard
    https://www.youtube.com/watch?v=T1QwnbnGQUU&hd=1

  5. Fabrizio Marchi
    31 Luglio 2014 at 10:28

    Caro Sebastiano, condivido senz’altro il tuo approccio (di classe) e la centralità della critica al dominio capitalistico, ormai esteso su scala planetaria. Ho espresso la mia posizione nel merito in diversi articoli (uno è questo https://www.linterferenza.info/esteri/un-primissimo-sguardo-sulla-crisi-russo-ucraina/ più altri commenti nell’ambito di questo stesso articolo) e in diversi altri commenti nell’ambito di un altro articolo che è questo: https://www.linterferenza.info/attpol/la-lega-nord-3-0/
    Credo quindi che non ci sia bisogno di aggiungere altro, anche perché non potrei che ripetermi.
    Sono contrario alla deriva “geopolitica”, diciamo così, che ha pervaso anche molti amici e compagni. Forse c’è anche un risvolto psicologico da parte di molti, il bisogno cioè di trovare delle sponde “amiche” nel mare magnum del dominio capitalistico assoluto e mondiale.
    Tuttavia, come mi sembra di aver già spiegato nei numerosi miei interventi di cui sopra, considero un errore non tenere nella dovuta considerazione anche quelle dinamiche cosiddette “geopolitiche” che comunque giocano un loro ruolo e che vanno ad intersecarsi con tutte le altre, comprese quelle a noi care.
    Ho già portato numerosi esempi ma siccome tu stesso hai citato Lenin (e hai fatto bene), allora non potrai non essere d’accordo con me sul fatto che lo stesso Lenin, per ragioni di opportunità, scese a patti con una parte dello schieramento imperialista e dopo la rivoluzione non esitò a sostenere (giustamente) quei movimenti di indipendenza nazionale che pur non avendo un carattere di classe e pur essendo egemonizzati dalle borghesie o dalle classi dominanti locali, svolgevano un ruolo anticolonialista e antimperialista, sia pure con molte ovvie contraddizioni. Ricordo altresì che i comunisti cinesi guidati da Mao arrivarono a stringere un’alleanza con il “nemico di classe”, cioè con i nazionalisti borghesi del Kuomintang per combattere l’occupazione imperialista della Cina da parte del Giappone.
    Ma, come ripeto, gli esempi potrebbero essere moltissimi e alcuni già li ho riportati nei commenti agli articoli sopra linkati.
    Purtroppo la politica è anche questa, caro Sebastiano. Ovviamente io non penso affatto che tu sia un “complice dell’imperialismo occidentale” né penso che “il piccolo Satana” sia il “sol dell’avvenir” (tutt’altro…), però penso che si debba fare i conti con la realtà. E la realtà ci dice che a volte è necessario assumere determinate posizioni, schierarsi in un modo piuttosto che in un altro. In parole povere, il tuo approccio, che in linea teorica è senz’altro condivisibile, rischia di diventare o di restare un assunto teorico che però non incide in alcun modo sulla realtà. E la realtà ci dice che, nel caso specifico della crisi russo-ucraina, è in atto un tentativo da parte dell’imperialismo occidentale di isolare e di mettere alle corde la Russia, attraverso un processo di destabilizzazione di quelle aree e di quei paesi che facevano parte della sua sfera di influenza. E io non credo affatto peregrina l’ipotesi che l’obiettivo strategico di tutta questa operazione sia quello di rovesciare il regime di Putin per sostituirlo con un governo docile (come poteva essere quello di Eltsin) e completamente prono alla volontà degli USA. E siccome il vero futuro scontro interimperialistico sarà quello fra USA e Cina (di fatto già iniziato), è evidente che gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse ad avere una Russia ridotta al rango di paese satellite (come è stato per un decennio subito dopo il crollo dell’URSS).
    Ora, per dirne una, se gli USA e la NATO non sono intervenuti direttamente in Siria non è certo perché il Papa ha fatto una delle sue tante dichiarazioni in favore della pace nel mondo, bensì perché in Siria ci sono delle basi militari e navali russe. Questo è ciò che ha impedito alla NATO di intervenire direttamente e di apporre un’altra bandierina nello scacchiere mediorientale e da lì porre le basi per il successivo attacco all’Iran. Naturalmente il processo di destabilizzazione continua, è ovvio, non si ferma di certo, basta vedere ciò che sta accadendo in Iraq e anche in Palestina a meno di pensare (ma credo che non lo pensi nessuno, neanche i gonzi…) che l’aggressione a Gaza sia la risposta/rappresaglia per il sequestro e l’uccisione dei tre giovani israeliani.
    Tornando a noi, come ho già spiegato in altri commenti, ci siamo schierati con convinzione contro l’aggressione all’Iraq, senza per questo simpatizzare per Saddam Hussein, ci siamo schierati con convinzione contro l’occupazione dell’Afghanistan senza per questo simpatizzare per il regime dei talebani, e ci schieriamo con altrettanta e per quanto mi riguarda molta più convinzione contro l’occupazione israeliana della Palestina senza per questo essere dei sostenitori di Hamas o tanto meno del Qatar.
    Perché invece tutta questa difficoltà quando di mezzo c’è la Russia? Guarda caso, è la stessa difficoltà che manifestò una certa “sinistra” (purtroppo egemone in occidente) quando fu aggredita la Serbia di Milosevic (peraltro leader comunista), ovviamente dopo essere stata opportunamente demonizzata e dipinta come il “male assoluto”.
    Perché questa “resistenza”? O forse pensiamo che Putin (che a me non è affatto “simpatico” così come non mi è affatto simpatico Assad…) sia tanto più “cattivo” di Saddam o dei Talebani?
    E Gheddafi (che invece a me era più “simpatico”)? Nessuno ha mosso un dito e il suo linciaggio in diretta Tv è stato salutato fra i brindisi, e ora vediamo in quali condizioni è stata ridotta la Libia. Non sarebbe stato giusto difenderla dalla vile aggressione a cui è stata sottoposta? Ma in Libia non c’erano basi militari russe e le cose sono andate come sono andate (e senza l’appoggio diretto della NATO il regime di Gheddafi non sarebbe crollato…).
    Ecco, io credo che la nostra capacità debba essere quella di riuscire a barcamenarci, dal nostro punto di vista che deve rappresentare per quelli come noi, la bussola, all’interno di queste logiche con le quali purtroppo dobbiamo necessariamente fare i conti.
    Altrimenti, purtroppo, si fa solo teoria. Ma la teoria senza la prassi ha le gambe corte…
    Un caro saluto!

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