Italia e Germania sono
gli ultimi stati europei a non riconoscere lo stato di Palestina. La Germania
tra affermazioni pro stato di Palestina e ritirate dimostra la sua crisi
profonda, l’Italia è ferma nella sua posizione, ovvero il governo italiano
ritiene che non sia “il momento”. L’attimo della decisione dovrà coincidere con
la distruzione di Hamas.
Naturalmente per
“debellare Hamas” il governo d’Israele sta genocidiando il popolo palestinese,
pertanto se si insegue tale logica, Hamas e il popolo palestinese scompariranno
assieme. Ancora una volta le responsabilità sono evidenti. Le immagini su Gaza
ridotta in macerie continuano ad essere in mondovisione, ma il governo italiano
sembra voler ignorare il genocidio, anzi nei fatti si schiera con Israele, in quanto
si astiene dal riconoscere lo stato palestinese. Gesto al momento simbolico e
tardivo, ma che vorrebbe nei fatti palesare l’isolamento di Israele a livello
internazionale e anche mostrare una solidarietà formale ad un popolo che vive
in una Gaza sempre più simile ad un campo di concentramento dove si muore e non
c’e speranza.
Un popolo senza futuro
è tra noi; i palestinesi sono la verità del sistema liberale che conosce solo
interessi economici, e le leggi internazionali sono soltanto forma senza realtà,
o meglio sono piegate agli interessi dei più forti.
Con Gaza muore il
senso di giustizia e inizia il tempo della “compiuta barbarie”. Riconoscere lo
stato di Palestina è gesto formale e un segnale, nulla più, ad Israele, che
segna una distanza dal genocidio in corso. Germania e Italia si astengono anche da questo
e si schierano con gli Stati Uniti. Sanzioni alla Russia e armi all’Ucraina,
mentre nulla per i palestinesi, solo un gesto formale, ma non dall’Italia e
dalla Germania. La patria dell’Umanesimo si mostra distante e cinica, mentre
nelle piazze il popolo dà segnali di dissenso e di pensiero critico. Sorge un
dubbio in tutto questo, al di là degli affari che intercorrono tra Israele e Germania
e Italia, la condizione di “sconfitte della Seconda guerra mondiale e di stati occupati da basi NATO” le rende
suddite e fidelissime colonie degli Stati Uniti. Colonie per sempre?
Non c’è autonomia
nella scelta della Germania e dell’Italia, anche se discutibile, rispetto agli
altri paesi europei, ma dipendenza ferrea dagli Stati Uniti. Le due semicolonie
europee hanno imparato la lezione e per ritagliarsi una posizione privilegiata
con gli yankee devono essere fedelissime fino a rinunciare ad una politica
estera reale. La voce del popolo è ignorata. La Germania ha visto nel bombardamento
dello Nord Stream 2 la fine del suo tentativo di autonomia dagli Stati Uniti;
l’Italia con il caso Mattei e l’omicidio Moro ha constatato anch’essa che può
solo fungere da fedelissima colonia e ora deve comprare gas dagli Stati Uniti e
porre a disposizione del padrone la nazione. L’Italia è ormai solo la portaerei
degli Stati Uniti nel Mediterraneo e deve comprare, ripeto, gas, petrolio e
armi dai medesimi e “deve imparare l’inglese e a pensare americano”.
Tutto è in vendita. Umanesimo e identità nazionale sono ormai un sogno e il nostro risveglio ci mostra una nazione suddita. Al momento non vi è organizzazione politica che possa accogliere lo scandalo tragico in cui siamo. Il popolo è solo come i tutti i popoli. Sta a noi riconquistare l’autonomia del pensiero per preparare una nuova politica del dissenso e della prassi. Difficile crederci in questo momento distopico, ma l’alternativa è peggiore…
Fonte foto: Rete Pace Disarmo (da Google)