I coniugi Macron in visita ufficiale in Vietnam si sono
distinti per un episodio che le cronache riportano con dovizia di
particolari. Le immagini e il breve
filmato mostrano il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron che
ritrae il volto raggiunto dallo schiaffo della Prima signora di Francia
Brigette Macron. Sulla scaletta, lui le porge il braccio e lei si ritrae stizzita.
Le cronache riportano la lettura del labiale. Lei avrebbe detto:
“Dégage, espêce de loser”, ovvero “Stai lontano,
perdente!”
Lui le avrebbe risposto:
“Essayons, s’il te
plaî, ovvero “Proviamoci ancora”
Ridurre l’episodio a
semplice chiacchiericcio significa banalizzare l’evento. In un momento storico,
in cui i gesti degli uomini sono oggetto di continuo giudizio, non può non
colpire il fatto che le cronache si limitano a una descrizione del fatto senza
mediarlo da nessuna valutazione etica o relazionale.
Se fosse stato Macron
a schiaffeggiare la moglie lo scandalo sarebbe stato incontenibile. Si sarebbe
chiesto, ipotizzo, anche la destituzione del Presidente, invece è stata la
moglie a colpire il marito, pertanto si può tollerare e l’episodio gradualmente
si sta consumando nella banalizzazione e nella curiosità quasi morbosa. Non ci
sono giornali, giornaliste e femministe a denunciare lo schiaffo coniugale che
certo non rappresenta un modello relazionale positivo.
La lettura del
labiale, qualora sia corretta, rincara la dose di violenza. In una cornice
sociale curvata sulla competizione, in cui sugli altari ci sono solo i
“vincitori”, l’epiteto “Perdente” è un secondo schiaffo, forse anche più
violento dello schiaffo materiale, tanto più che la reazione di Macron è stata
conciliatoria. Definire una persona “Perdente” significa che si ammira solo la
forza e
si disprezzano coloro che non ce la fanno o non vogliono essere parte
del gioco darwiniano della vita.
Non sappiamo cosa c’è stato prima dello schiaffo, i giudizi devono essere sempre cauti, resta come dato di fatto che vi sono due pesi e molte misure. La violenza nelle sue espressioni plurali dovrebbe essere oggetto di condanna sempre e a prescindere dai generi, ma pare che nell’Europa dell’uguaglianza e della lotta al patriarcato i generi non sono eguali. La Prima signora di Francia non è subissata da pubblica condanna e questo è un altro dato di fatto. La violenza è violenza e dovrebbe essere condannata sempre, e se poi è commessa da personaggi che segnano la “storia”, la condanna dovrebbe essere unanime.
Fonte foto: da Google