Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Presidio #AntiviolenzaXtutti: il 16 Maggio 2025 a Roma per dare voce alle vittime maschili di violenza!
Il Coordinamento AntiviolenzaXtutti annuncia che il 16 maggio 2025, alle ore
10.00, a Roma in Via San Nicola De’ Cesarini (Largo di Torre Argentina),
si terrà una manifestazione pubblica per chiedere:
- Che
i fondi pubblici siano destinati esclusivamente a servizi, rifugi e centri
antiviolenza che accolgano tutte le vittime, senza distinzione di
genere;
- Il superamento
del DDL Femminicidio, a favore di un DDL Antiviolenza per Tutti;
- Un’equiparazione
effettiva e completa delle vittime maschili e femminili a livello
legislativo e di protezione.
La richiesta formale alle istituzioni
In concomitanza con la manifestazione, verrà inviato al
Presidente del Senato della Repubblica, ai Senatori e alle Senatrici, e alla 2ª
Commissione Permanente (Commissione Giustizia), un appello ufficiale per il
ritiro -o in subordine la modifica
strutturale – del Disegno di Legge 1433, noto come “DDL Femminicidio”.
Nella lettera si sottolinea come una legge destinata a
tutelare le vittime di violenza debba essere inclusiva, non
discriminatoria e basata sugli atti commessi, non sull’appartenenza
di genere delle vittime o dei perpetratori.
Secondo noi di“Coordinamento AntiviolenzaXtutti”, è
fondamentale che:
- Le
leggi siano valide anche nel lungo periodo, indipendentemente da futuri
mutamenti sociali;
- Ogni
persona, indipendentemente dal genere, sia protetta equamente dalla legge;
- Non
si perpetuino discriminazioni che violano i principi costituzionali di
uguaglianza e dignità.
Infatti, una legge giusta, destinata a durare nel tempo,
deve tutelare tutte le vittime di violenza, senza discriminazioni basate
su genere, sesso od orientamento sessuale.
Le leggi devono includere tutte le possibilità giuridiche,
non solo quelle di cui si discute di più o che si ritiene, a torto o a ragione,
che siano maggioritarie.
Una legge deve essere legata all’atto commesso, non al
gruppo demografico di appartenenza dell’autore o della vittima.
Le leggi, una volta approvate, devono essere valide nel
tempo e nei mutamenti sociali: una legge approvata oggi potrebbe essere
ancora valida tra 100 anni, e non conosciamo in anticipo i numeri del fenomeno
così in là con il tempo.
In ogni caso, anche una sola persona non protetta dalla
norma e non tutelata dalla legge rappresenterebbe un’ingiustizia
inaccettabile e una violazione dei principi costituzionali di uguaglianza e
dignità.
Sei richieste concrete per un cambiamento:
1. Abbandono del DDL o, in alternativa, la Modifica
strutturale e profonda del linguaggio legislativo
- Ritirare
o Abbandonare il DDL 1433, in quanto intrinsecamente discriminatorio
verso le vittime maschili ed LGBT di violenza di genere.
- In
alternativa, emendare il testo, sostituendo il termine “Femminicidio”
con “Genericidio” (o “Gendericidio”)
e “Donna” con “Persona”.
- In
subordine,affiancare in ogni riferimento legislativo le espressioni
“Uomo”a “Donna” eDelitto di
“Androcidio”a quello di “Femminicidio”, garantendo
così piena parità semantica e normativa.
2. Equiparazione Effettiva e Completa di Protezione Legislativa
tra vittime di ogni genere
- Modificare
le disposizioni del “Decreto-Legge 14 Agosto 2013 n. 93”
(convertito nella “L. 15 ottobre 2013, n. 119”), in particolare
agli articoli 5 e 5-bis (“Piano strategico nazionale contro la violenza
nei confronti delle donne e la violenza domestica” e “Azioni
per i centri antiviolenza e le case-rifugio”), rendendole neutre
per il genere o paritarie, affiancando il maschile dove presente il
solo femminile.
3. Accesso ai fondi pubblici riservato ai soli servizi
antiviolenza neutri per il genere
- Completare
l’equiparazione legislativa restringendo l’accesso ai fondi pubblici
per progetti, servizi, centri e rifugi antiviolenza, riservandoloesclusivamente
alle realtà che accolgano e supportinotutte le vittime di violenza,
senza operare alcuna distinzione né in base al sesso né al genere
di appartenenza.
4. Neutralità di Genere in tutte le norme della
Legislazione Italiana
- Affiancare,
in tutte le normative della legislazione italiana dove appaiono i terminigender-specific“Donna”,
“Femmina”, “Madre”, “Lavoratrice” e
“Femminile” (o i loro plurali), i corrispettivi maschili, ovvero: “e
Uomo”, “e Maschio”, “e Padre”, “e Lavoratore” ed
“e Maschile” (o i loro plurali).
- Alcuni
esempi (inclusi Decreti poi convertiti in Leggi):Decreto
Legislativo 23 maggio 2000 n. 196; DPR 3 Novembre 2000, n. 396, art. 30
co. 1; Legge 53/2000, Art. 14; Legge n. 215/1992; Legge n.125 del 10
aprile 1991; Legge 92/2012; Legge n. 331 del 14 novembre 2000; Art. 578
del Codice Penale; Legge 8 marzo 2001, n. 40; Legge 21 aprile 2011, n. 62;
Legge 8 agosto 1995, n. 335 (specie art. 1, co. 40); Legge 30 dicembre
2024, n. 207; Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34, Art. 105-bis; e molti
altri ancora.
- Viceversa,
occorre aggiungere il femminile in altre leggi, come il Decreto
Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (specie gli Articoli 1932, 1949, 1950 e
successivi).
5. Creazione di una Commissione permanente contro
l’Androcidio
Istituire una commissione speculare alla Commissione
Femminicidio, dedicata al contrasto dell’Androcidio, alla violenza su
uomini, ragazzi, bambini maschi e nelle coppie dello stesso sesso.
6. Parità effettiva nelle Commissioni Pari Opportunità
Garantire composizioni paritarie tra uomini e donne nelle
Commissioni Pari Opportunità e fissare tra i loro obiettivi anche il miglioramento
della condizione maschile.
I dati a sostegno della proposta
Il Coordinamento AntiviolenzaXtutti fonda le sue richieste
su solide evidenze scientifiche:
- La
violenza domestica colpisce uomini e donne in modo simile: oltre 40
anni di studi, come riportato dalle ricerche dei dott. Straus e
Dutton, mostrano percentuali analoghe per vittime maschili e femminili,
indipendentemente dall’orientamento sessuale.
- La
forza fisica non è determinante: la violenza non dipende dalla forza
fisica, ma dal controllo psicologico, e sia uomini che donne
esercitano comportamenti di controllo predittivi dell’aggressività.
- Armi
e oggetti: vi è un underreporting della gravità della violenza
femminile che ignora il maggiore uso di armi od oggetti da parte di
donne violente con minor forza fisica. Gli uomini, infatti, facendo più
affidamento sulla loro forza fisica e riponendo maggiore fiducia in essa,
usano di meno armi e oggetti nell’esercitare violenza domestica, mentre le
donne ne fanno un uso più frequente. Per questo motivo, le ricerche
internazionali mostrano che il livello di danni gravi o estremi inflitti
ai partner è statisticamente simile tra uomini e donne.
- Nelle
relazioni LGBT il fenomeno è sottoriportato, ma le stime che abbiamo
ci dicono che la violenza domestica nelle coppie gay e lesbiche avviene
con la stessa frequenza delle coppie etero.
- I
dati ufficiali sugli omicidi nelle relazioni e di genere sono alterati da
bias e pertanto inattendibili:
Uomini e persone di colore ricevono, in media, pene più lunghe e hanno
maggiori possibilità di essere sospettati, indagati, fermati, arrestati,
condannati e incarcerati per gli stessi reati, rispetto alle donne e ai
bianchi. Hanno inoltre minore possibilità di accedere a pene alternative
alla detenzione. Questo rende i dati sugli omicidi e sulla popolazione
carceraria inattendibile, per cui è sconsigliabile trarre conclusioni
partendo da tali dati, essendo questi così influenzati da bias e disparità
giuridiche. - Il
suicidio maschile da violenza domestica non viene calcolato:
Includendo i suicidi e le induzioni al suicidio contro uomini vittime di
violenza domestica, il numero degli uomini morti per violenza domestica
supera quello delle donne, anche usando i soli dati ufficiali degli
omicidi, che comunque, come abbiamo visto, sottoriportano le vittime
maschili di omicidio domestico e di genere.
La mancanza di supporto e di servizi antiviolenza per vittime maschili
alimenta questa tragica realtà. - False
accuse post-mortem e strategie di “finta legittima difesa”
da parte di donne che uccidono uomini impediscono il corretto conteggio
degli omicidi maschili.
Infatti, gli studi dimostrano che uomini e donne sono ugualmente propensi
a colpire per primi in una lite di coppia. Quando però una donna uccide un
uomo, quasi sempre per scagionarsi lo accusa falsamente post-mortem,
dichiarando di aver agito per legittima. Tuttavia, visto che i morti non
parlano, il defunto non può difendersi dalle accuse né smentire queste
calunnie. La strategia della Finta Legittima Difesa, oltre a invertire
vittima con carnefice, fa sì che molti omicidi di uomini per violenza
domestica da parte di donne non vengano conteggiati nelle statistiche
ufficiali degli omicidi o non portino a una condanna.
Un appello per un sistema antiviolenza equo
Alla luce di questi dati, il Coordinamento chiede:
- Fondi
pubblici destinati solo a servizi realmente inclusivi;
- Il
superamento del DDL Femminicidio in favore di un DDL Antiviolenza
per Tutti;
- Una
protezione legislativa completa ed equa per tutte le vittime,
indipendentemente dal genere o dall’orientamento.
L’invito alla manifestazione
La manifestazione di Roma vuole dare voce a chi oggi rischia
di rimanere invisibile o escluso dal sistema antiviolenza.
Il Coordinamento invita tutti a partecipare:
📍Roma, 16 maggio 2025,
ore 10.00
📍Via San Nicola De’ Cesarini (Largo di
Torre Argentina)
Perché la violenza si combatte difendendo tutte le
vittime, senza lasciare nessuno indietro.
Coordinamento
“AntiviolenzaXtutti”
Facebook: pagina ufficiale
Email: stopsessismo@gmail.com