Rivolte sociali negli USA


Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ma i sistemi fiscali servono solo a far pagare meno tasse ai redditi elevati?

Mentre in Italia si parla di Referendum non riuscendo a portare alle urne la totalità degli iscritti ai sindacati di base, alla Cgil e alle organizzazioni politiche di centro sinistra con un palese crollo dei votanti anche rispetto alle meno rosee previsioni, negli Usa si verificano alcuni episodi che dovrebbero essere oggetto di riflessione senza cadere nei soliti stereotipi della rivolta sociale e della grande democrazia statunitense a rischio.

Grandi proteste scoppiate in tutta la contea di Los Angeles in risposta ai raid federali sull’immigrazione che hanno preso di mira le comunità della classe operaia nella contea più popolosa degli Stati Uniti. Le manifestazioni di piazza sono state numerose, le immagini diffuse ci riportano indietro di qualche anno, all’omicidio di George Floyd da parte della polizia. 

La polizia ha sparato a lungo su manifestanti, giornalisti e passanti, manifestazioni duramente colpite dalla Guardia civile come abitudine in un paese nel quale la repressione di piazza è sempre stata particolarmente forte.

Nel frattempo  è ormai prossima alla approvazione  la grande manovra fiscale (il cosiddetto “big and beautiful bill”) già approvata alla Camera dei Rappresentanti e prossimo al voto in Senato e attorno alla quale si materializza lo scontro interno ai repubblicani semplificato nella contrapposizione tra Trump e Musk.

Nella destra repubblicana, è stata sconfitta la fazione favorevole a tagliare il budget federale con interventi poderosi che avrebbero messo in crisi l’impianto statale del paese. E perfino Trump sa bene di dover preservare gli equilibri di potere all’interno del paese dirottando ogni decisione verso il sistema fiscale ma preservando il sistema federale.

Al contempo è ormai prossima all’approvazione una grande manovra fiscale destinata ad accrescere il debito con tagli fiscali regressivi e altri aggiuntivi a solo beneficio del quintile più alto dei contribuenti. Insomma parliamo di redditi superiori a 217 mila dollari, una manovra fiscale che regalerà meno tasse alla parte più ricca della popolazione quando invece crescono i cittadini poveri che non possono permettersi un affitto o una assicurazione sanitaria.

 Ora, se pensiamo al voto popolare a favore di Trump dovremmo aprire una riflessione sul motivo per il quale le classi sociali più colpite da questa manovra fiscale (a vantaggio dei ricchi) non siano mobilitate contro i repubblicani. Lo stesso discorso potremmo farlo per l’Italia salvo poi scoprire che il sistema fiscale attuale è stato voluto anche da buona parte del sindacato.

Negli Usa siamo davanti al più grande trasferimento di ricchezza verso l’alto, in un paese dove l’1% più ricco possiede già più ricchezza del 93% più povero e dove negli ultimi decenni si è allargata la forbice sociale con una fetta di popolazione in costante aumento che non riesce a mettere a tavola pranzo e cena.

La manovra fiscale di Trump parte da cospicui tagli ai programmi sociali, incluso l’accesso a Medicaid e Medicare che riguarda gli americani con redditi bassi e impossibilitati a farsi una assicurazione privata. Si taglieranno progetti sanitari e sociali, come in Italia per accrescere la spesa sociale eviteranno di ampliare i servizi del welfare da anni fermi. Eppure, i soggetti sociali interessati a questi tagli sono i primi a parteggiare apertamente per i loro carnefici.

Cospicui sgravi fiscali a beneficio dei grandi redditi alla fine faranno mancare le risorse economiche per la parte debole della popolazione,  mancheranno soldi per quella previdenza sociale che poi interessa oltre 14 milioni di americani sapendo che senza una minima copertura in caso di malattia non avrebbero cure di alcun tipo e con un aumento delle morti di almeno 50 mila unità all’anno.

Tagliare le tasse ai ricchi non aiuta la crescita economica e la ripresa del potere di acquisto dei salari, negli Usa e in Italia le classi popolari dovrebbero averlo imparato a proprie spese ma da qui a trarre qualche insegnamento corre grande differenza. E in questa fase storica sono proprio settori ampi delle classi subalterne a simpatizzare per i loro carnefici.

Fonte foto: da Google

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