Dopo quasi due anni di sterminio
sistematico del popolo palestinese (detto a latere, stucchevole quanto
grottesco il “dibattito” in corso per stabilire se si tratti di genocidio o di “semplici”
crimini di guerra..) il PD ha indetto una manifestazione per chiedere il cessate
il fuoco a Gaza, la sospensione della fornitura di armi ad Israele, la possibilità
di far entrare cibo, medicinali e aiuti umanitari, il rispetto del diritto
internazionale e la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di
Hamas. Quest’ultimo punto è ovviamente una “furbatina” che serve a far mostra
di equilibrio o meglio di equidistanza e a non rompere i rapporti con Renzi e
Calenda con i quali dovranno comunque venire a patti in un prossimo futuro per poter
mettere in piedi uno straccio di alleanza in grado di sconfiggere il centrodestra
e la Meloni alle prossime politiche.
Ora, la domanda è: perché il PD
ha preso questa decisione? Le risposte sono diverse ma, in estrema sintesi,
sono le seguenti:
- Il
PD è parte integrante di quella che ho chiamato “internazionale neoliberale”,
cioè la fazione del sistema capitalista e imperialista che ha cavalcato e
guidato il processo di globalizzazione (cioè il dominio capitalista occidentale
sul mondo) negli ultimi tre decenni, a partire dal crollo del blocco sovietico
in poi. Quel processo si è interrotto per cause oggettive (che non erano state
previste…), ovvero l’affermarsi dei BRICS e l’ascesa di Russia e Cina come
grandi potenze mondiali. Ciò ha ovviamente provocato la perdita di egemonia del
blocco occidentale a guida statunitense e anche la sconfitta della fazione dem
ad opera di Trump e dei suoi sodali, cioè
l’altra fazione del sistema capitalista e imperialista. Queste due fazioni sono
in guerra fra loro per il governo del “sistema”. Si dividono sulle strategie da
utilizzare, sia per quanto riguarda le ricette economiche e monetarie che per le
questioni geopolitiche e militari, ma l’obiettivo è il medesimo: arginare l’avanzata
dei BRICS, circoscrivere l’espansione economica, tecnologica e commerciale
della Cina, indebolire quanto più possibile la Russia (anche se Trump finge di
flirtare con Putin che giustamente non si fida neanche un pò…) e possibilmente
separarla sul lungo periodo dalla Cina e riconquistare, almeno parzialmente, quell’egemonia
perduta sull’intero pianeta.
Come dicevo,
queste due fazioni sono in guerra fra loro per ragioni oggettive, cioè perché rappresentano
interessi economici in parte differenti dei diversi gruppi di potere, lobby e
cordate economiche, industriali e finanziarie transnazionali che a loro volta
controllano i vari pezzi di “deep state” in tutti gli stati occidentali e
naturalmente le loro rispettive classi dirigenti politiche. Negli USA è ora al
governo l’ala trumpiana che in Europa può contare sull’appoggio dell’attuale
governo italiano, sulle varie e diversificate forze politiche della destra
europea e naturalmente sull’attuale governo nazi(sionista) israeliano. Ma l’ala
dem è ancora molto potente sia negli Stati Uniti, dove controlla pezzi
importanti dello “stato profondo” (FBI, CIA, dipartimenti vari dell’amministrazione)
e dell’apparato mediatico, sia in Europa, dove può contare sul sostegno dell’UE,
dei principali governi europei (Gran Bretagna, Francia, Germania) e sulle forze
politiche liberal “progressiste”. Il PD è una di queste – possiamo definirlo
come la sezione italiana dell’”internazionale neoliberale” – e quindi è chiamato
a svolgere il suo compito che è quello di preparare il terreno, in casa
propria, per una possibile riscossa elettorale e politica dei dem. Perfino la Presidente della Commissione
Europea, Ursula Von der Leyen, ha cominciato a farsi sentire arrivando a denunciare,
audite, audite, “l’abominevole” escalation degli attacchi israeliani contro
strutture civili a Gaza”. Ma guarda un po’, dopo più di un anno e mezzo e
60.000 morti (quelli riconosciuti, in realtà sono molti di più…) più centinaia
di migliaia di feriti e mutilati nonchè la riduzione alla fame di un intero
popolo, questi signori cascano dal pero e si accorgono che a Gaza sta succedendo
qualcosa di grave, diciamo pure di inaudito. Ma anche la Von der Leyen,
ovviamente, come gli altri leader europei, recita la sua parte in commedia. Silenti fino
all’altro ieri, in obbedienza all’ordine di scuderia fin quando alla Casa
Bianca c’era ancora Biden, si fanno sentire oggi per la stessa ragione (l’ordine
di scuderia) e hanno anche l’ardire di (far finta) di scandalizzarsi per quanto
sta avvenendo. Naturalmente la tattica è quella di scaricare tutto su Netanyahu
fingendo di non sapere che la responsabilità del genocidio in corso a Gaza non
è certamente soltanto sua e degli altri criminali che fanno parte del suo
gabinetto ma dell’intero stato e della gran parte della società israeliana e,
soprattutto, di tutti i governi e di tutti gli stati occidentali che da quasi
ottant’anni ad oggi hanno coperto i crimini di tutti i governi israeliani.
Israele è soltanto la punta più “avanzata” del cosiddetto “Occidente collettivo”,
diciamo pure il suo volto nascosto che diventa palese in base alle circostanze
e alle necessità. L’indifferenza nei confronti del massacro indiscriminato del
popolo Gazawi potrebbe diventare un boomerang – in termini di indebolimento dei
consensi – per le elite liberal-globaliste e “progressiste”, tanto più che
Netanyahu è un amico e un alleato di ferro di Donald Trump. E allora è arrivato
il momento di farsi sentire guardandosi bene, naturalmente, dallo spiegare che la
responsabilità di quanto sta accadendo è della natura strutturalmente
colonialista e imperialista dello stato israeliano sostenuto e armato da tutto l’”Occidente
collettivo”, e scaricando ogni responsabilità su una cricca di criminali integralisti
che casualmente o per una serie di circostanze più o meno fortuite è giunta al
potere in Israele. E’ un film che
abbiamo già visto tante volte e in diversi scenari. L’ala dem o neoliberal ha
più o meno gli stessi interessi di quella trumpiana nel Vicino Oriente (la
costruzione della Via del Cotone che parte dall’India per arrivare in Europa
passando proprio da quelle parti, in alternativa alla cinese Via della Seta..) ma
vuole un altro gruppo dirigente, più affidabile e soprattutto suo amico, a Tel
Aviv.
- Dopo aver
analizzato il quadro internazionale, passiamo invece alle cose di casa nostra. Quali
sono, dunque, le altre ragioni che hanno spinto il PD a promuovere la
manifestazione per Gaza?
Lo scorso
5 aprile, il M5S di Giuseppe Conte organizzò una grande manifestazione per la pace,
contro il riarmo e per la ricerca di una soluzione politica della guerra fra
Ucraina e Russia. Con quella manifestazione, che vide una grande partecipazione
popolare (aderimmo, peraltro, anche noi come giornale e partecipammo con un
nostro striscione), il M5S mise la freccia e sorpassò il PD che si trovò
spiazzato, al punto tale da essere costretto ad inviare una delegazione a
quella stessa manifestazione. Di fatto il M5S, con quella iniziativa, aveva
messo il cappello sul tema della pace, mettendo in difficoltà un PD impossibilitato
ad assumere la stessa posizione nel merito per la semplice ragione che è parte
integrante dell’alleanza neoliberal, europeista e guerrafondaia che vuole
continuare il conflitto contro la Federazione Russa. Da qui la scelta, tutta in chiave di
competizione elettorale con il M5S per chi riuscirà a conquistare la leadership
del cosiddetto “campo largo”, cioè la coalizione che sarà chiamata a competere
con il centrodestra guidato da Giorgia Meloni. La questione russo-ucraina-Nato
è inoltre troppo delicata oltre che troppo strategica per poterci mettere il
naso; non è roba sulla quale può avere competenza una Elly Schlein qualsiasi. La
questione palestinese, invece, sotto questo profilo, è paradossalmente innocua
per quanto drammatica. Senza forzare troppo i toni, circoscrivendo la questione
nei termini che ho poco sopra spiegato, cioè chiedendo metaforicamente la testa
del solo Netanyahu, una manifestazione per il cessate il fuoco a Gaza è
politicamente gestibile e anche utile per i propri (i loro) fini. E poi in
Ucraina ci sono due eserciti che si confrontano, e uno dei due è quello della “tradizionalista,
ortodossa, patriarcale, autoritaria e autocratica” Russia, che non è simpatica
(quasi) a nessuno, sicuramente non al popolo pidino che parteciperà a quella
manifestazione. In Palestina invece c’è un popolo martoriato e martirizzato da
un governo genocida. Buttiamo giù quel governo e tutto o quasi si aggiusterà.
Sì, è vero che anche a Gaza ci sono i musulmani integralisti, patriarcali e
maschilisti, però il senso di solidarietà nei confronti di quel popolo ha la
meglio, perché in fondo è molto simile al sentimento che si ha nei confronti
delle cause che si considerano perse, un po’ come quella dei nativi americani,
per capirci. E’ con questo spirito che il PD chiama a raccolta le sue “truppe”,
nascondendo ovviamente le vere finalità politiche che sono quelle a cui ho
sommariamente fatto cenno. E’ ovvio, quindi, che siamo di fronte ad una
iniziativa politica ipocrita e strumentale, ancora più grave perché specula
sulla tragedia e sulle vene aperte del popolo palestinese. Non ci presteremo ad
una simile operazione di bassa politica, anche se capiamo il sentimento che
spingerà molti in buona fede a partecipare a quella manifestazione, pensando di
dare comunque il proprio sostegno alla causa palestinese.
In
conclusione, e per essere ancora più chiari, il PD non è la soluzione ma uno
dei problemi. Aderire ad una manifestazione indetta dal PD per qualsiasi
ragione equivale ad aderire ad una manifestazione in favore della NATO o dell’UE,
oppure in sostegno del governo Meloni. Il PD è uno degli architravi dell’attuale
“sistema”, anche se ora all’opposizione. Ma è una falsa opposizione dentro una
falsa dialettica che serve a camuffare quella che è una sostanziale “guerra fra
bande” che serve a dare l’illusione che quello attuale sia ancora un sistema
democratico, dove i singoli cittadini sono chiamati a scegliere e a decidere.
Non viviamo
su un altro pianeta e quindi possiamo e dobbiamo entrare in una relazione
dialettica anche con forze politiche che presentano tratti contraddittori e ambigui,
ma non con il nemico. Il nemico si combatte, senza se e senza ma. E il PD è uno
dei nemici.
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