Relazione svolta dal nostro redattore Giacomo Rotoli, al convegno promosso da L’Interferenza svoltosi a Roma sabato 17 Maggio dal titolo “Pianeta Cina. Appunti per il futuro”.
In questa serie di testi corredati da immagini ho cercato di raccogliere alcuni elementi fondanti del pensiero cinese. Naturalmente si tratta solo di brevissimi cenni, ci sono intere opere di più volumi dedicate all’argomento. In più vi è la complessa questione del rapporto tra la tradizione marxista nata in Occidente e quella del marxismo o comunismo con caratteristiche cinesi che è stata implementata in Cina. Se c’è un tema che però sembra essere dominante in questo pensiero, apparentemente lontano dal nostro, ma in realtà vicino proprio ad alcuni filoni che guardacaso non distanti dalla concezione materialista e marxista dell’esistenza, è quella del processo di superare le opposizioni attraverso una sintesi, una grande sintesi, che si allarga per cerchi concentrici cercando di mettere tutti sotto il cielo, per dirla alla cinese.
- Confucio (孔夫子,
Kǒng Fūzǐ).
Un primo quadro è certamente il confucianesimo, si è parlato a proposito della Cina di un ‘marxsmo confuciano’, ma l’insieme delle regole morali derivate dall’opera di Confucio ha subito anch’esso una evoluzione che è stata resa canonica solo con il periodo Tang (618 – 907) e Song (960-1279) grazie ai neoconfuciani, ma prima di approcciare questa corrente, vorrei dare un esempio di come il confucianesimo originale viene ‘narrato’ nell’epoca Ming con un racconto storico. La fonte è il pregevole lavoro della sinologa Barbara Bisetto dedicato alla famiglia cinese e, più in particolare in questo caso alla relazione tra uomo e donna [1]. Protagonista in primo piano qui è il concetto confuciano di devozione o pietà filiale rappresentata dall’ideogramma xiao1, ma nel racconto appare anche un’evoluzione temporale che è indicativa di un’approccio neoconfuciano.
L’ideogramma Xiao
“Il (primo) racconto2,
intitolato Bai Yuniang sopporta le difficoltà e porta il marito
al successo (Bai Yuniang ren ku cheng fu 白玉孃忍苦成夫),
è ambientato nel traumatico periodo di successione tra la dinastia
cinese Song e la dinastia mongola Yuan (1279-1368). Narra la storia
di Cheng Wanli, il figlio orfano di un funzionario ministeriale, e di
Bai Yuniang, la figlia di un fiero comandante militare di stanza
nella prefettura di Jiading ucciso insieme al resto della famiglia
per non essersi arreso al generale mongolo Uriyangkhadai. Nel corso
dei drammatici eventi che accompagnano l’avanzata mongola, entrambi i
giovani vengono catturati da un generale mercenario di nome Zhang
Meng e trasferiti nella sua residenza come servitori. Qui, per volere
dello stesso generale Zhang e della moglie, i due giovani si
incontrano per la prima volta e si uniscono in matrimonio […].
Pochi giorni dopo il
matrimonio, la donna scorge il marito mentre siede pensoso e
rattristato nella sua stanza, e comprendendo le ragioni del suo stato
d’animo gli suggerisce di fuggire dalla prigionia per liberarsi dalla
condizione servile a cui è costretto e farsi un nome rispettabile
così da portare lustro e onore alla famiglia e agli antenati
onorando il principio della devozione filiale. L’uomo,
sorpreso dalla perspicacia con cui la novella sposa aveva
interpretato il suo stato d‟animo, dubita delle intenzioni della
donna e teme al contrario che le sue parole possano nascondere una
trappola ordita dal generale per mettere alla prova la sua lealtà.
Così, l’indomani rivela l’accaduto a Zhang Meng, il quale, furioso,
ordina di punire severamente Yuniang. Alla fine, la donna riuscirà a
sottrarsi al violento pestaggio grazie all’intervento tempestivo e
all’intercessione della moglie del generale, che considera la ragazza
al pari di una figlia.
Lo stesso schema
narrativo è replicato in un secondo episodio collocato nel racconto
a una distanza temporale di soli tre giorni. La brevità narrativa
che contrassegna questo secondo episodio è controbilanciata
dall’intensità della spinta morale e della risposta emotiva che
caratterizza i comportamenti dei suoi protagonisti, dalla devozione
muliebre di Yuniang, alla diffidenza di Cheng Wanli, fino alla rabbia
del generale che trova il suo culmine nella decisione di uccidere la
ragazza. La condanna a morte sarà invece commutata nella vendita
della donna, ancora una volta grazie alla mediazione quasi materna
della moglie del generale.
Con la vendita di Yuniang
ha inizio la lunga separazione dei due novelli sposi e il percorso di
tribolazioni della donna, nel corso del quale ella sarà venduta a un
piccolo mercante senza figli, che tenterà senza successo di unirsi a
lei e deciderà infine di tenerla presso di sé come figlia adottiva
(yinü 義女). Dopo un anno
di operoso lavoro di tessitura, Yuniang offrirà alla famiglia del
mercante quanto realizzato per riscattare economicamente la sua
libertà e chiederà di entrare in monastero, dove resterà per oltre
vent’anni fino al giorno della sua riunione con Cheng Wanli, divenuto
nel frattempo un rispettato funzionario imperiale.”
E’ importante notare come
la morale confuciana si fonda sull’armonia (ho) che ha come
conseguenza anche la gerarchia nel senso della devozione filiale:
i figli devono obbedienza al genitore, le mogli al marito. Tuttavia
questo è mediato sempre da un principio che ha per fondamento le
‘buone’ relazioni umane, l’amore tra genitori e figli e l’amore nella
coppia, che attraversano una fase di negazione per poi essere
premiate nella conclusione al prezzo di un sacrificio. Questo forte
fondamento morale ha resistito intatto per moltissimi secoli 3.
Dobbiamo ricordare che la Cina Song era un paese molto avanzato,
quindi il ricordo d’epoca Ming di un passato glorioso e progredito
aveva in un certo senso fermato la storia per diversi secoli.
La natura dialettica del racconto, il problema di Wanli, la soluzione
proposta da Yuniang che porta alla contraddizione del suo
allontanameno fino alla riunione finale che è la sintesi, non
è dissimile, con le dovute differenze causate dalla tradizione e dai
riti di quella particolare società, da quello che vedremo più
avanti con neoconfucianesimo (già in auge da qualche secolo). Anche
i venti anni di sacrificio di Yuniang trovano un eco moderno come
vedremo4.
- Yin e Yang.
In filosofia il concetto di opposti è essenziale per la definizione delle categorie, essere e non essere, bianco e nero, buono e cattivo sono i mattoni con cui si costruisce l’intero edificio di una filosofia o ideologia. In riferimento alla Cina abbiamo spesso sentito parlare di Yin 陰 e Yang 陽, come l’archetipo di concetti in opposizione, ma il concetto cinese di opposti è molto differente da quello della filosofia occidentale, essi sono ‘opposti in modo dinamico costantemente in divenire e/o alternanza. Il grande sinologo Marcel Granet (1884 – 1940), allievo di Emile Durkheim compagno di Marc Bloch e amico di Marcel Mauss, cerca con belle parole di spiegare questa ‘opposizione dinamica’ [2]:
Il pensiero cinese, Marcel Granet
“Nella lingua del
Classico delle Poesia (Shījīng)
la
parola yin
evoca l’idea di tempo freddo e coperto, di cielo piovoso, si applica
a ciò che è interno e, per esempio, qualifica il recesso ombroso e
freddo in cui durante l’estate, si conserva il ghiaccio. La parola
yang
risveglia l’idea di assolamento e di calore; può anche servire a
descrivere l’aspetto maschio di un danzatore in piena azione; si
applica ai giorni primaverili… le parole yin
e yang
indicano aspetti antitetici e concreti del Tempo, indicano allo
stesso tempo aspetti antitetici e concreti dello Spazio. Yin si dice
dei versanti ombrosi, del bacìo
(nord della montagna, sud del fiume); yang dei versanti soleggiati
(nord del fiume, sud della montagna) del solatìo
buona esposizione…”.
“Queste opposizioni
simmetriche si manifestavano congiuntamente nello spettacolo offerto
in primavera e autunno dalle assemblee delle feste sessuali…i
rappresentanti delle due corporazioni rivali cominciavano a
mescolarsi… ma iniziavano formando dei cori antagonisti. Da una
parte all’altra di un asse rituale, allineati gli uni di fronte agli
altri, essi si provocavano recitando dei versi…agli uomini
apparteneva il solatìo (yang) alle donne il bacìo (yin).
Il campo della festa offriva lo spettacolo dello Yin e dello Yang
tutti interi. Lo <Yang chiama lo Yin risponde>; <I
giovani chiamano, le fanciulle rispondono>. … Dello Yang si
dice che chiama e comincia il canto: è quel che fanno in realtà i
giovani durante la festa cantata. Dello Yin si dice che risponde con
una replica armoniosa (ho): questo era effettivamente il ruolo
delle fanciulle. Fanciulle e giovani preludevano alla propria unione
(ho) con una tenzone (king): lo Yin e lo Yang lottano
anch’essi prima di unirsi e lo fanno come i delegati delle due
corporazioni rivali ogni primavera e autunno. La parola ho che
designa queste unioni simmetriche, si applica, anche alle repliche
cantate che segnano il perfetto accordo delle parti in gara: serve
anche a esprimere l’armonia che (ho) che risulta dall’azione
concertante dello Yin e dello Yang.”
“La concezione dello
Yin e dello Yang ha preso forma in occasione di spettacoli drammatici
in cui gareggiavano e comunicavano due corporazioni solidali e
rivali, due gruppi complementari. …Mai l’unità dell’Universo
avrebbe potuto essere sentita più perfettamente, né avrebbe potuto
essere meglio avvertita come intera, quanto nei sacri istanti in cui,
procedendo a una distribuzione coerente dei siti, delle occasioni,
delle attività, degli impieghi, degli emblemi si restaurava un
ordine totale con la celebrazione delle nozze collettive, mentre lo
Yin e lo Yang si univano anch’essi e comunicavano sessualmente. Se
dunque il Tempo, lo Spazio, la Società, l’Universo sono debitori
alla categoria di sesso di un ordinamento bipartito, ciò non è
effetto di una tendenza metafisica verso un dualismo sostanzialista.
All’idea di coppia si trova associata l’idea di comunione e la
nozione di totalità governa la regola di bipartizione. L’opposizione
dello Yin e dello Yang non è mai concepita inizialmente (e non lo è
mai stata) come opposizione assoluta confrontabile con quella di
Essere e Non-Essere, del Bene e del Male. E’ un opposizione relativa
di natura ritmica, fra due gruppi rivali e solidali, complementari
nello stesso modo di due corporazioni sessuali, che si alternano come
esse nelle fatiche e passano volta a volta in primo piano…l’ordine
sociale poggiava su un principio di avvicendamento. Così lo Yin e lo
Yang non sono immaginati né come Principi né come Sostanze… al
fine di restaurare l’ordine universale essi devono celebrare le loro
nozze ad ogni equinozio, non si sottointende che un Principio
Maschile si unisce ad un Principio Femminile. Si tratta di nozze
reali ma la loro realtà è di ordine emblematico. Esse corrispondono
nel mondo naturale alle feste che, ogni primavera ed ogni autunno,
ravvivano nei gruppi umani il sentimento di unità in comunione…
sono nozze collettive.”
- La grande sintesi neoconfuciana.
La descrizione per gli occidentali di una civiltà antica ed estremamente prolifica in termini di scrittura di poesie, romanzi e dispute tra le sue scuole filosofiche è stata l’opera di una vita di Joseph Needham fondatore del progetto Scienza e Civiltà in Cina che ancora oggi è attivo (l’ultimo volume è stato pubblicato nel 2004) [3]. Forse l’opera migliore per la conoscenza della scuola neoconfuciana (XII secolo) e più in generale del pensiero cinese pre-contemporaneo:
Tai-ji-tu, Il diagramma del Polo Supremo. Classico schema del pensiero neoconfuciano. Il secondo cerchio dell’alto è contrassegnato, sulla sinistra, dalla scritta Yang, moto, e sulla destra Yin, quiescenza. Al centro vi sono i cinque elementi (fuoco, acqua, legno, metallo, terra). Il secondo cerchio dal basso è contrassegnato sulla sinistra, dalla scritta Il Tao di Chhien (celeste), che perfeziona la mascolinità, e sulla destra, dalla scritta Il Tao di Khun (terrestre), che perfeziona la femminilità. Sotto il cerchio più basso c’è scritto: Le miriadi di cose che sono soggette a trasformazione e generazione.
“Da un lato c’era il naturalismo taoista. Il suo difetto stava nel fatto che non riservava molto interesse alla società umana. Ammettendo apertamente che le considerazioni di carattere etico erano irrilevanti ai fini delle osservazioni (scientifiche), esso non aveva saputo spiegare in che modo i più elevati valori umani espressi dalla società si potessero porre in relazione con il mondo non-umano… Sull’altro versante c’era l’idealismo metafisico dei buddisti. Qui la situazione era peggiore, poiché non vi era interesse né per la società umana né per la natura. Entrambe erano elementi del gigantesco trucco da prestigiatore a cui ogni essere avrebbe dovuto sottrarsi… Una fantasmagoria illusoria non invitava certamente a intraprendere studi scientifici né incoraggiava la giustizia pubblica. Ma non c’era da ricavare alcun vantaggio ritornando all’antico confucianesimo perché la sua totale mancanza di una cosmologia e di una filosofia (della natura) ormai non era in grado di rispondere in modo soddisfacente alle esigenze di un’epoca più matura. C’era una sola via per uscire da questa impasse, quella, appunto, imboccata dal neoconfucianesimo, e culminante con Zhu Xi (朱熹; 1130 – 1200): vale a dire collocare, con un prodigioso sforzo di intuito e di immaginazione filosofica, i supremi valori etici dell’uomo al posto loro confacente sullo sfondo della natura non-umana o, meglio, entro la vasta struttura (o ancora per dirla con Zhu Xi, entro il grande modello) della Natura considerata come un tutto unico. Da questo punto di vista la natura dell’universo è in un certo senso morale, non già perché esista da qualche parte, al di fuori dello spazio e del tempo, una divinità personale con attributi morali che lo diriga interamente, ma perché l’universo ha la proprietà di esprimere valori morali e un comportamento morale allorché si sia raggiunto quel livello di organizzazione in cui è possibile che essi si manifestino […]
I neoconfuciani
ritenevano che vi fossero molti sviluppi successivi, ciascuno dei
quali si verificava ad ogni successiva conflagrazione del mondo.5
[…]
L’idea delle palle da
biliardo in concorso fortuito è sempre stata estranea al pensiero
cinese. Ciò che invece fecero i neoconfuciani fu di riconoscere che
la morale è saldamente conficcata nella natura e che da essa deriva
attraverso un processo di evoluzione emergente, allorché si
verificano, come diremmo noi, condizioni che permettono alla morale
di manifestarsi. Mi azzarderei perciò a dire che pur non sapendo
nulla della dialettica hegeliana, i neoconfuciani si avvicinarono
molto alle concezioni del mondo proprie del materialismo dialettico o
evolutivo e della filosofia dell’organismo di Whitehead, ad esso
strettamente affine.”
- Gli esami imperiali.
Il sistema degli esami imperiali fu introdotto dai Sui tra VI e il VII secolo DC e poi affinato durante le dinastie successive. Esso costituisce un unicum storico: prima dell’epoca dell’imperialismo europeo, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, solo in Cina è esistita storicamente una classe di funzionari selezionati per mezzo di esami statali per il servizio civile. Il brano seguente è tratto da Ichisada Miyazaki [4]:
I candidati agli esami prendono visione dei risultati appesi in alto sulle tende
“La dinastia Tang può
essere considerata come un periodo di transizione dal governo
aristocratico … al governo burocratico dei regimi successivi. Il
sistema d’esami contribuì largamente a ciò che può essere
considerato un grande progresso della società cinese, e sotto questo
aspetto il suo enorme significato nella storia cinese non può essere
negato. Inoltre, questo cambiamento ebbe luogo quattordici secoli fa,
in un epoca in cui in Europa (e in Giappone) il sistema feudale
cominciava appena a formarsi. Al paragone, il sistema d’esami cinese
era straordinariamente progressista, e conteneva una grande idea di
uguaglianza che non aveva equivalenti in nessun altra parte del mondo
a quell’epoca.” […]
“Fin da dell’epoca Tang
era stata opinione diffusa che fosse giusto che aristocratici e gente
comune partecipassero agli esami sullo stesso piano, e si era
insistito sull’uguaglianza di opportunità e sulle garanzie
d’imparzialità che il sistema degli esami offriva”.
“(Durante i Song 960 –
1279) l’incremento delle capacità produttive e la conseguente
accumulazione di ricchezza produssero cambiamenti profondi dall’epoca
Tang all’epoca Song. Apparve in Cina una nuova classe paragonabile
alla borghesia all’alba dell’Europa moderna. In Cina questa nuova
classe si concentrò in particolarmente sull’erudizione e di
conseguenza vi fu un potente sviluppo dell’attività editoriale.
Furono stampati i classici del buddhismo e del confucianesimo, furono
pubblicati scritti e discorsi dei contemporanei e saggi su
avvenimenti e problemi dell’epoca; anche il governo pubblicò una
gazzetta ufficiale e in un certo senso la Cina entrò in un epoca di
comunicazioni di massa. Il risultato fu una diffusione tale della
cultura che i candidati agli esami provenivano da ogni parte del
paese. Il governo ebbe così un’ampia possibilità di scelta tra i
migliori per la nomina dei funzionari.”
“Il sistema d’esami
cambià dunque parallelamente ai cambiamenti della società cinese .
Creato per rispondere ad un bisogno essenziale, esso cambiò per
rispondere alle richieste di quella società. Esso fu più efficace
nei suoi stadi iniziali, dapprima in epoca T’ang, quando fu usato
dall’imperatore per sopprimere il potere dell’aristocrazia, e
successivamente in epoca Song, quando la cooperazione tra giovani
funzionari e i chin-shih (shenshi)(i
licenziati, ovvero
coloro che avevano superato l’esame almeno a livello provinciale)
fu essenziale per la creazione dell’autocrazia imperiale […]”.
I regimi successivi non
apportarono sostanziali modifiche e il sistema pian piano decadde
fino ad essere abolito nel 1904 dagli ultimi imperatori mancesi. Esso
però impregnò per tredici secoli il mondo cinese e le sue
conseguenze si vedono anche oggi nel prestigio degli studi, nel
principio che tutti possono elevarsi con lo studio aperto (durante il
sistema degli esami questo era aperto a tutti anche se aveva dei
costi che le classi inferiori non potevano affrontare). Ma in questo
modo contribuì anche a impedire lo sviluppo, o quanto meno a
limitare lo sviluppo di una aristocrazia e a maggior ragione di un
sistema feudale basato sul censo e sulle prerogative dinastiche.
- I Gesuiti – Matteo Ricci.
Un primo importante contatto con tra le culture occidentale e orientale avvenne nel XVII secolo con le missioni gesuite in Cina. Quando i gesuiti si trovarono a confronto con la cultura e il pensiero cinese l’unica possibilità di comunicazione fu quella di accettare un confucianesimo originario che nella loro intepretatazione avrebbe conosciuto la dottrina di un Dio personale riconducibile al Dio cristiano-giudaico e avrebbe insegnato precetti morali congruenti con l’insegnamento morale del cristianesimo. Al tempo stesso i gesuiti si opposero alle scuole confuciane moderne, influenzate dal taoismo e dal buddismo, come quella di Zhu Xi, essi percepivano che la ‘grande sintesi’ era incompatibile con il cristianesimo e la tradizione filosofica occidentale fino a quel momento, anche se proprio in quegli anni in Europa Giordano Bruno, Nicola Cusano e, soprattutto, Spinoza mettevano in crisi l’idea di un Dio trascendente. I testo seguenti sono tratti dalla prefazione di Filippo Mignini, storico della filosofia e studioso di Giordano Bruno e Spinoza, alle opere di Matteo Ricci [5]:
Matteo Ricci e Paolo Xu Guang-qi (uno dei suoi primi allievi cinesi)
“Il punto decisivo
dello scontro, sul piano dei principi, è costituito esattamente
dalla identificazione occidentale del Dio della tradizione
giudaico-cristiana con un principio determinato, personale e
creatore, considerato al pari dell’atto puro di Aristotele, come puro
pensiero o spirito, opposto alla materia. Una tale concezione
dell’essere, inteso come principio determinato e pieno, si oppone
radicalmente a quella orientale del principio indeterminato e vuoto6:
non un nulla assoluto, ma pura energia, neutra e indifferente, da cui
per contrazione ed espansione, in un ‘campo immenso’, come lo
chiamava già Bruno nel De Infinito, si generano i mondi”
[…].
“Quella via aperta da
Ricci era ardua, strettissima e in bilico tra due muraglie: quella
della sostanziale alterità della cultura cinese fondata su principi
metafisici e su una percezione del mondo radicalmente diversa7,
per di più alimentata da una civiltà antichissima; quella della
rigida e miope professione di molti compagni e successori di Ricci, e
ancor più degli altri ordini religiosi e della curia romana. Il
risultato della controversia sui riti cinesi8,
cioè sulla strategia missionaria di Ricci, condannata dalla chiesa
di Roma fu l’inevitabile scontro tra due mondi chiusi, l’espulsione
dei rozzi conquistatori e l’interruzione di dialogo che il genio di
Ricci aveva avviato e che dovrà attendere quasi tre secoli per
essere ripreso […].”
“D’altra parte, dubbi
legittimi possono essere sollevati sulla possibilità di successo
stesso del tentativo ricciano. Come si è visto Ricci aveva cercato
il dialogo con una stretta cerchia di letterati confuciani, ottenendo
il loro consenso su alcuni principi morali e sul terreno delle
scienze esatte, suscitando il loro interesse anche per alcune arti
(pittura e musica) e tecniche occidentali. Se la missione di Ricci
fosse stata ordinata esclusivamente ai nobili fini della
comunicazione culturale dovrebbe considerarsi pienamente riuscita,
anzi un modello esemplare di comunicazione interculturale. Ma quando
si pensi che la grandiosa opera del missionario maceratese costituiva
soltanto uno stratagemma di conquista religiosa, che avrebbe
richiesto anche un compiuto confronto tra filosofie e metafisiche, si
comprende che il tentativo di Ricci sarebbe stato destinato ad un
insuccesso su larga scala. Del resto, egli stesso, aveva chiuso le
porte alle diverse forme di neoconfucianesimo, al buddismo e al
taoismo, ravvisando in queste sette una visione del mondo certamente
incompatibile con il cristianesimo e, come tentava di dimostrare, con
la stessa ragione.”
- Mao Zedong da
Alain Peyrefitte, Quando
la Cina si Sveglierà…
.
La grande sintesi nelle idee di Mao: unire marxismo e oriente. Non è una cosa del tutto nuova era già accaduto col buddismo che idee occidentali fossero importate in Cina dove furono accolte ed ebbero un’influenza duratura che ancora adesso è presente (ad esempio la madre di Mao Zedong era infatti buddista). La tendenza a cercare di trovare una sintesi portò molto presto Mao a considerare l’idea di un socialismo con caratteristiche cinesi, spesso si trovò in opposizione al Komintern e considerava con un certo malanimo l’influenza sovietica sulle cose cinesi, a differenza di altri leader non andò mai in Unione Sovietica durante la sua formazione. Tuttavia il pieno sviluppo di un socialismo con caratteri cinesi sarà portato a termine dai suoi eredi. Il seguente brano è tratto da Alain Peyrefitte, uomo politico e politologo francese, dimessosi durante il ’68 per divergenze col suo governo su come trattare con gli occupanti della Sorbona, e da allora per qualche anno assiduo visitatore della Cina [6]:
Quando la Cina si sveglierà … il mondo tremerà di Alain Peyrefitte
“Dopo
aver dato la precedenza alla lotta di classe dal 1923 al 1936 il
genio di Mao lo convinse a far marcia indietro durante la resistenza
contro il Giappone. Mao afferma nella maniera più categorica questa
priorità in uno scritto fondamentale: Sulla
Nuova Democrazia, che
risale al 1940, ma era così poco ortodosso che fu pubblicato in URSS
solo dopo la morte di Stalin. Questo testo, in completa rottura con
le tesi del Komintern, propone di affidare la direzione della
rivoluzione a quattro
classi rivoluzionarie: i
contadini poveri, gli operai, i piccoli borghesi ed i capitalisti
nazionali9.
A conti fatti la borghesia, l’intellighenzia, i mandarini, i
compradores, potevano scegliere tra queste due ultime classi per
collegarsi al regime: ed in effetto lo fecero in maniera massiccia
dal 1949. Queste quattro classi, sotto la direzione del Partito
Comunista, dovevano svolgere una missione rivoluzionaria il cui
obiettivo principale era l’antimperialismo, prima contro il Giappone,
poi contro gli Stati Uniti, e quello secondario l’antifeudalesimo,
contro i signori della guerra ed i proprietari terrieri alleati dei
giapponesi. Ancora oggi la bandiera cinese continua a simbolizzare
questa teoria: una grande stella, il Partito, guida quattro piccole
stelle, le quattro classi messe allo stesso livello.
Marx
aveva creduto che i proletari di tutto il mondo si sarebbero uniti
spontaneamente in una Internazionale anticapitalista; Jaures e Lenin
pensavano che questa unione ineluttabile, nel 1914, sarebbe stata
sufficiente ad impedire la prima guerra mondiale; ed ancora Lenin nel
1917, che avrebbe finito per imporre la pace. Avevano tutti
dimenticato una cosa: sono i proletari che sono animati dal
patriottismo più intransigente, mentre i borghesi sono maggiormente
attratti dal cosmopolitismo. […]
Per
contro, il Kuomintang, che non osava istillare nei contadini uno
spirito guerriero per paura di urtare la borghesia sulla quale si
appoggiava, era costretto alla difensiva. Il Giappone aveva dato alle
truppe di Mao una storica possibilità, permettendo loro di incarnare
la passione nazionale. Gli Americani, suoi vincitori, completarono
l’opera sostenendo Ciang Kai-shek, al quale così diedero il colpo di
grazia. […]
I
comunisti poterono allearsi, secondo la formula di Mao, la
borghesia nazionale, gli intellettuali e tutte le forze non
reazionarie che si uniscono per la resistenza al Giappone,
proprio perché il Kuomintang non osò spingere a fondo il sentimento
nazionale.”
-
Deng Xiao-ping.
La
grande sintesi di Deng: tradizione, marxismo e crescita economica,
tecnologica e scientifica.
Nell’immagine
tratta da un video del 1974 [7] vediamo Deng Xiao-ping camminare
durante una manifestazione pubblica insieme a Jiang Qing, la moglie
di Mao, Wang Hon-wen, Yao Wen-yuan, esponenti della cosiddetta “banda
dei quattro” (indicati da una freccia rossa), Ye Jian-ying e Zhou
En-Lai (dietro a Jiang Qing); gli ultimi due importanti ‘alleati’ di
Deng nella fase successiva alla morte di Mao. Sebbene Chou morirà
prima di Mao, il suo appoggio sarà importante per proteggere Deng
dai possibili colpi di coda dei quattro nella difficile fase della
scelta dei successori. Importante era anche Ye, uno dei comandanti
dell’Esercito Popolare di Liberazione di lì a poco nominato Ministro
della Difesa da Zhou. Mao morirà solo nel 1976, ma di fatto negli
ultimi due anni era assente dalla vita pubblica.
Deng
Xiao-ping pare che se sentiva parlare di dialettica cacciasse
l’interlocutore fuori dalla porta. Il tempo massimo di discussione
per prendere una decisione era di trenta minuti, arrovellarsi sulla
teoria era ritenuto inutile. Non sappiamo quanto sia vera questa
leggenda: ma certamente era un uomo dalle decisioni rapide e dalla
mente sveglia, a differenza di Mao aveva viaggiato e passato periodi
in Francia e Unione Sovietica. Caduto in disgrazia durante la
Rivoluzione Culturale fu ripescato dallo stesso Mao resosi conto che
era circondato da aspiranti successori molto deboli.
Con l’ascesa di Deng iniziò il periodo detto delle quattro modernizzazioni. Di seguito un testo che spiega l’uso di termini classici confuciani nel discorso di Deng e successivamente di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi [8]:
Immagine di un video presente in rete (vedi [7]), Deng Xiao-ping con tre elementi della banda dei quattro, il comandante Ye Jian-ying e Zhoi En-Lai
(parzialmente nascosto da Jiang Qing)
“Nel
suo epico discorso di tre ore in apertura del XIX Congresso del
Partito, il 18 ottobre 2017, Xi Jinping ha sottolineato l’istituzione
di una completa xiaokang10
shehui (小康社会
)– che i traduttori
ufficiali hanno tradotto come società
moderatamente prospera –
come prima delle quattro strategie per la nuova
era del socialismo con caratteristiche cinesi.
Ha ripetuto il termine xiaokang
shehui diciotto volte
durante questo discorso eccezionalmente lungo, facendone un obiettivo
per il suo mandato e quasi sinonimo dell’ascesa della Cina. Tuttavia,
il concetto è stato utilizzato durante tutto il periodo di riforme
della Cina e anche molto prima, poiché gli intellettuali lo hanno
ripetutamente sollevato come una futura tappa sul cammino del paese
verso l’utopia.
Xiaokang
e il suo stretto parente datong
sono termini tipicamente cinesi che le successive generazioni di
intellettuali hanno adattato dal discorso confuciano classico per
adattarlo alle teleologie marxiste e, successivamente, maoiste e
post-maoiste. Questa adozione gioca un ruolo importante nella
legittimità del Partito-Stato, creando una continuità tra le
passate tradizioni cinesi e una futura utopia cinese. L’enfasi sulla
creazione di una società xiaokang
evidenzia il successo del Partito Comunista Cinese (PCC) nel guidare
la Cina lungo un percorso tipicamente cinese. Sebbene i termini
abbiano una lunga storia nei testi confuciani, gli intellettuali li
hanno ripresi e sviluppati nel XX secolo, aprendoli all’adattamento
per definire la Cina odierna. Onnipresenti nell’attuale retorica del
Partito, grazie al loro ruolo di lunga data nel pensiero
intellettuale cinese, xiaokang
e datong
trasmettono messaggi sul ruolo e l’autorità del PCC che vanno ben
oltre i loro significati classici. […]
Discutendo
della modernizzazione della Cina con il Primo Ministro giapponese
Masayoshi Ōhira nel 1979, Deng utilizzò il concetto di xiaokang
per differenziare il percorso di sviluppo cinese: Le
Quattro Modernizzazioni che speriamo di realizzare sono le Quattro
Modernizzazioni cinesi. La nostra concettualizzazione delle Quattro
Modernizzazioni non è come la vostra concettualizzazione della
modernizzazione, ma è una famiglia di xiaokang (xiaokang zhi jia).
Sebbene vaga, questa retorica fu importante in quanto permise a Deng
di discutere la modernizzazione capitalista evitando il discorso
capitalista, un momento decisivo del neoliberismo. Da quel momento,
lo xiaokang
divenne una parte essenziale del socialismo
con caratteristiche cinesi.”
- La nuova Cina e l’allegoria del
Pacifico.
Riprendo qualche frase e questa immagine da un mio precendente articolo “La Guerra dei Semiconduttori” [7], qui ci interessa meno la tecnica quanto piuttosto come lo scontro abbia colpito l’immaginario orientale in questo senso possiamo guardare all’Allegoria delle potenze del pacifico di Liu Yi. US, Cina, Giappone e Russia giocano ad uno strip-Mahjong (il Majong è un classico gioco cinese simile per certi versi al ramino o alla scala quaranta dove si devono completare delle combinazioni di “carte” di diverso seme che però sono in realtà dei “mattoncini”; era giocato spesso durante le veglie funebri). All’estrema sinistra il Giappone è ormai completamente nudo, mentre gli US di fronte apparentemente sono ancora vestiti, ma si scorge che hanno perso qualcosa sotto la vita, la Cina di spalle e la Russia languidamente stesa e, al momento, quasi disinteressata (siamo nel 2010) per il momento al gioco hanno ancora qualche panno addosso. La servetta sulla destra rappresenta Taiwan.
L’Allegoria del Pacifico di Liu Yi, 2010.
Negli
anni ottanta si parlava sempre di questo Oceano Pacifico11
che diventato il nuovo centro del mondo (dopo il Mediterraneo e
l’Atlantico), sembra che l’abbiamo poi dimenticato per un bel pezzo
con le magnifiche è progressive sorti dell’Unione Europea come
teorica seconda o addirittura prima potenza mondiale. Adesso il
dominio del Pacifico (e dell’Asia) sta arrivando davvero e, guardando
all’Europa Continentale, solo Francia e Germania sono attrezzate per
restare tra le prime dieci economie del mondo, mentre India,
Indonesia, Turchia e Filippine avranno tutte, dopo il 2050, almeno
tre volte l’attuale PIL dell’Italia. Il rallentamento della crescita
cinese dopo il Covid ha messo in forse il superamento dell’economia
cinese su quella americana che si dava come probabile nel 2030, ma ad
ogni modo probabilmente la cosa è stata solo rimandata di una decina
di anni (si deve ricordare che parliamo di PIL assoluto, perché come
PIL (PPA) a parità di potere di acquisto la Cina è già prima, ed è
anche di gran lunga la prima potenza manifatturiera al mondo).
L’India si prevede che potrebbe scavalcare gli Stati Uniti nel
2070. Le potenze del Pacifico e l’India da sole avranno ben oltre
la metà del PIL mondiale, senza contare la Russia che prima della
guerra attuale viene data al 10° posto intorno al 2090. La Russia ha
enormi possibilità di sviluppo soprattutto sul Pacifico: Vladivostok
è ancora una cittadina di frontiera al momento, l’allontanamento
della Russia dall’occidente potrebbe persino accelerare questo
processo e avviare uno sviluppo dell’immenso territorio a nord della
Cina e della Mongolia.
- Il Soft Power cinese:
le tracce della tradizione nella cultura attuale.
Con lo sviluppo tecnico-scientifico è emersa negli ultimi anni anche una letteratura fantascientifica cinese. Si deve ricordare che la fantascienza ‘classica’ è stata nel 900 soprattutto un immaginario americano dovuto al ruolo degli US nel primato modiale tecnico-scientifico, che poi si è diffuso in tutto il mondo. La speculazione sul futuro è stato uno dei cardini del soft power statunitense, ma i suoi protagonisti tra gli anni 30 e 90 del XX secolo erano essenzialmente donne e uomini wasp. L’ascesa della Cina come potenza mondiale ha prodotto numerose opere in cui i protagonisti sono scienziati e in generale uomini e donne cinesi.
Il problema dei tre corpi, immagine dalla serie televisiva (fonte Google)
Il problema dei tre corpi (三體T, 三体S, Sān tǐ, lett. “Tre corpi”) è un romanzo di fantascienza scritto nel 2006 dall’autore cinese Liu Cixin [10]. Nella descrizione leggiamo: “Nel presente uno scienziato di nome Wang Miao, che lavora sulle nanotecnologie, si ritrova ad avere strane visioni, tra cui un conto alla rovescia, che lui solo è in grado di vedere, visioni che lo portano a indagare su questo strano fenomeno. Durante le sue indagini si imbatte in un videogioco in realtà virtuale chiamato Tre Corpi in cui il giocatore deve trovare il modo di far sopravvivere una popolazione che vive in un mondo che alterna Ere dell’ordine in cui la civiltà può nascere e svilupparsi ed Ere del Caos in cui la vita viene quasi totalmente sterminata.”L’ordine, o principio ordinatore, sembra analogo al concetto di Li nel neoconfucianesimo, dove esiste il Li emerge anche la coscienza e l’ordine morale. Il romanzo è anche in parte storico perché inizia durante la Rivoluzione Culturale, che quindi viene storicizzata.
Lo scimmiotto, ovvero il Viaggio in Occidente, attr. a Wú Chéng’ēn
Il viaggio in Occidente (in cinese 西遊記T, 西游记S, Xīyóu Jì, lett. “Il racconto del viaggio in occidente” detto anche “Lo scimmiotto”) è un classico della letteratura cinese, appartenente al gruppo dei quattro grandi romanzi classici12 [11]. Il monaco Sanzang (ispirato al personaggio storico Xuánzàng) è inviato in India dall’Imperatore cinese Tai Zong per ottenere dal Buddha del Monte degli Avvoltoi i testi canonici buddisti, allo scopo di diffonderli in Cina. È accompagnato nel suo viaggio da tre discepoli: il re scimmia Sun Wukong, il maiale Zhu Wuneng (chiamato dal monaco “Zhu Bajie”, cioè “maiale soggetto alle otto proibizioni”), e il demone fluviale Sha Wujing, Il romanzo è stato fonte d’ispirazione per numerose opere, come i celeberrimi manga Dragon Ball e Saiyuki, gli anime The Monkey e Starzinger, la serie televisiva Saiyuki, i film La principessa dal ventaglio di ferro, Le tredici fatiche di Ercolino, Doraemon: Nobita no parallel Saiyūki, Il regno proibito, Journey to the West: Conquering the Demons, Monkey King: The Hero Is Back e The Monkey King, e videogiochi come SonSon, Enslaved: Odyssey to the West, Sun Wukong e Black Myth: Wukong.
Black Myth Wukong
Quest’ultimo
è ritenuto il primo gioco AAA dell’industria videoludica cinese.
Esso ha creato anche un piccolo caso nel mondo dei videogiochi perché
quando è stato diffuso negli US è stato evidente che non era
conforme agli standard della comunità woke, e ha generato una
polemica tra i sostenitori che i videogiochi non dovrebbero subire
alcuna ‘censura’ e quelli che invece vorrebbero che i prodotti
rispondano ad una supposta inclusività, facendo in questo modo
scoprire anche alcune prassi dell’industria americana dei videogioghi
che si piegano alle esigenze del politically correct. Naturalmente,
gli sviluppatori cinesi hanno del tutto ignorato le polemiche e
rimandato indietro le accuse con veemenza [13].
Il cinema orientale e cinese: questa rapida sintesi non può certo essere esaustiva, ci vorrebbero libri interi per parlare di cinema cinese o più in generale orientale. Mi limito a due brevissime citazioni perché hanno un eco in quello che abbiamo visto sopra nel primo punto dedicato a Confucio.
Past Lives (2023) foto dal trailer (fonte web). Gli attori Greta Lee e Teo Yoo.
Past
Lives è un film del
2023 scritto e diretto da Celine Song, regista coreana-canadese, al
suo debutto alla regia. I due protagonisti del film si incontrano per
caso dopo 24 anni e comprendono che la loro storia d’amore era una
possibilità che si sono lasciati scappare, lei però purtroppo è
sposata e lui non vuole distruggere il suo matrimonio e si allontana,
gettando lei nella disperazione.
Generazione Romantica (2024) foto dal trailer (fonte web). L’attrice Zhao Tao.
Generazione romantica (风流一代S, Fēngliú yīdài, lett. “generazione romantica” o “generazione errante”) è un film del 2024 diretto da Jia Zhangke. Anche qui una coppia si forma e poi si allontana per ritrovarsi dopo diciannove anni sullo sfondo della tumultuosa crescita economica cinese..
Infine, chiudiamo il cerchio (“La fine è il mio inizio” disse Tiziano Terzani che divenne il titolo del suo ultimo libro) Anna Yi Lan Zhang (Zhang Yi Lan) vincitrice di Masterchef Italia n.14 ben 2500 anni dopo Confucio regala l’assegno per la sua vittoria a suo padre, ogni commento è superfluo.
Anna Yil Lan Zhang fonte web
[1]
Barbara Bisetto, Pietà
filiale, fedeltà coniugale e la rappresentazione delle relazioni
familiari nella narrativa cinese tardo imperiale
in Famiglia e Società in
Cina, a cura di Gianni
Criveller e Elisa Giunipero, Istituto superiore di studi religiosi
Beato Paolo VI, 2020.
[2]
Marcel Granet, Il
Pensiero Cinese, Adelphi
1971.
[3]
Joseph Needham, Scienza
e Civiltà in Cina,
vol.II, Einaudi 1983.
[4]
Ichisada Miyazaki, L’Inferno
degli esami, Bollati
Boringhieri 1988.
[5] Matteo Ricci, Dalla entrata della Compagnia di Gesù e Christianità nella Cina, Quodlibet 2000 (il testo quotato è tratto dalla prefazione di Filippo Mignini). Gennaro Nardi, Cinesi a Napoli, Edizioni Dehoniane 1976 per la nota 7.
[6] Alain Peyrefitte, Quando la Cina si Sveglierà …il mondo tremerà1, Guida 1974. La frase che da il titolo al libro è attribuita a Napoleone ma non compare in nessuno dei suoi scritti. L’imperatore l’avrebbe pronunciata nel 1816, dopo aver letto la relazione del Viaggio in Cina e Tartaria di Lord Macartney, primo ambasciatore inglese in Cina. Lenin la riprese nel suo ultimo scritto dettato il 2 marzo 1923 Meglio meno, ma meglio.
[7]
Deng
Xiaoping together with Jiang Qing,
1974
[8]
Afterlives of Chinese
Communism political concepts from Mao To Xi,
Edited by Christian Sorace, Ivan Franceschini, and Nicholas Loubere,
ANU Press e Verso Books 2019.
[9]
Giacomo Rotoli, La
guerra dei semiconduttori (parte I),
La
guerra dei semiconduttori (parte II),
L’Interferenza 16-19 settembre 2022.
[10]
Liu Cixin, Il problema
dei tre corpi, Mondadori
2017.
[11]
Wú Chéng’ēn (attr.), Lo
Scimmiotto, Adelphi
1971.
[12]
IGN
used mistranslated commnets from black myth wukong developer,
Geek and Gamers 16 giugno 2024.
1Il
carattere cinese che racchiude il concetto di pietà filiale è xiao
孝 è entrata nel canone
filosofico confuciano nel 200 a.c. il carattere è composto da due
parti: sulla parte superiore vi è lao anziano e nella parte
inferiore c’è il carattere zi figlio, perciò raffigura
idealmente un figlio che trasporta sulle spalle il proprio genitore.
2Il
racconto è tratto dalla raccolta Xingshi hengyan 醒世恆言
(Parole costanti per risvegliare il mondo), l‟ultima delle
tre importanti raccolte di racconti in lingua vernacolare pubblicate
nei primi decenni del XVII secolo a opera di Feng Menglong 馮夢龍
(1574-1646) e di alcuni altri suoi collaboratori.
3La
scarsa fortuna di Confucio durante la rivoluzione culturale era
legato alla paura che la tradizione confuciana classica inducesse un
eccesso di immobilismo che paralizzasse l’evoluzione sociale. Scrive
Alain Peyrefitte [5]: “Zhou En-lai, considerato come un puro
prodotto della società mandarina di tipo confuciano, sarebbe stato
il bersaglio principale della campagna anti-Confucio, che sarebbe
stata lanciata dagli ambienti vicino Mao, e forse con l’appoggio
dello stesso Mao. In un secondo tempo, con la sua arte consumata di
cogliere al volo gli avvenimenti per volgerli a proprio vantaggio
Zhou En-lai avrebbe ripreso per proprio conto questa campagna e vi
si sarebbe messo alla sua testa. In un terzo tempo, avrebbe
precisato che la campagna mirava contemporaneamente a Confucio e a
Lin Biao. In un quarto tempo, avrebbe fatto in modo che fosse
indirizzata principalmente contro Lin Biao ed accessoriamente contro
Confucio…”. La gente comune in Cina generalmente vedeva la
campagna come un attacco all’elitarismo nella tradizione confuciana
della Cina, in particolare data la denuncia della campagna del
principio confuciano swang zunxia yu er bui (ovvero è una
regola generale che le élite sono rispettabili e la gente comune
è stupida).
4“Il
fatto che i figli debbano ripagare i loro genitori porta anche a
pensare che i figli siano una sorta di assicurazione per la
vecchiaia. Nella società tradizionale cinese, i bambini dovevano
letteralmente servire i genitori. La reale motivazione alla base
della pietà filiale è evidente nell’antico racconto di Yuan Gu:
Un giorno, i genitori di Yuan Gu decisero che suo nonno era
troppo vecchio per essere utile, così decisero di sbarazzarsi di
lui. Yuan seguì suo padre che usò una lettiga per portare il nonno
sulle montagne. Dopo che il padre abbandonò il vecchio, Yuan
afferrò la lettiga e la riportò a casa. Quando suo padre gli
chiese il perché, rispose: “Magari un giorno diventerai vecchio e
non sarai più in grado di lavorare. L’ho recuperata soltanto per
fare la cosa giusta.” Terrorizzato e imbarazzato, il padre si rese
conto dell’errore che aveva commesso, andò a recuperare il
vecchio e lo servì in maniera filiale. In questo passo si può
osservare che il padre diventa filiale perché pensa a ciò che
succederà a lui quando invecchierà. Se avesse abbandonato suo
padre, avrebbe infranto la struttura gerarchica della famiglia,
della quale avrebbe potuto beneficiare durante la vecchiaia.” The
Greater China Journal, autore: Aris Teon 14/03/2016
(trad. Claudia Ramonda).
5E’
da notare come Needham citi un evoluzionismo come processo unico di
sviluppo. Ma oggi possiamo dire che anche l’evoluzione biologica è
più simile alla concezione neoconfuciana se consideriamo
l’importanza delle crisi di estinzione (quelle che si possono
definire ‘conflagrazioni’ appunto).
6 Si può anche dire (vedi J. Needham, cit.) che in Zhu Xi il Li il principio ordinatore dell’universo non appare mai separato dal Chhi ovvero la materia-energia. Resta quello di Zhu un dualismo in cui però la concezione di un pensiero ‘senza’ materia è inconcepibile.
7Per
comprendere le difficoltà dei missionari vale la pena di ricordare
quanto accadde a P. Matteo Ripa, il fondatore del Collegio dei
Cinesi a Napoli, poi Università Orientale, circa un secolo dopo
Ricci. Per placare l’ira dell’imperatore egli fu destinato
all’incarico di …pittore: Stupii in sentire tale nuova del
tutto impensata e contraria ai miei desideri di consacrarmi
interamente alla predicazione del Santo Evangelio e non già di
attendere a colorire tele, e vivere da cortigiano.
8 I c.d. riti cinesi erano un’invenzione di Ricci, osteggiata dalla curia romana, che aveva introdotto nella messa cattolica alcune pratiche e linguaggio orientali. Controversia dei riti cinesi. A posteriori oggi potremmo dire che Matteo Ricci aveva intuito come le tendenze nel pensiero cinese dovevano implicare un cattolicesimo con caratteristiche cinesi allo stesso modo in cui parliamo di un socialismo con caratteristiche cinesi.
9“In
una nazione oppressa (dall’imperialismo), non importa quali classi,
partiti o individui partecipano alla rivoluzione, e non importa che
siano o meno coscienti dei fatti sopra esposti (rivoluzione borghese
o socialista) o li comprendano soggettivamente: basta che si
oppongano all’imperialismo perché la loro rivoluzione entri a far
parte della rivoluzione mondiale socialista proletaria, ed essi ne
divengono gli alleati. […] Fino a quando si tratta di rivoluzioni
in colonie e semicolonie, la struttura dello Stato e del potere
politico sarà necessariamente la stessa nelle linee generali, cioè
uno Stato di nuova democrazia sotto la dittatura congiunta delle
varie classi antimperialiste”, Mao Zedong, Sulla nuova
democrazia 1940. Il testo originale è lungo 45 pagine.
10 Xiaokang può essere tradotto come “piccola tranquillità” (modesta tranquillità) (J. Legge), o come “imperfetta tranquillità” (S. Couvreur) o ancora “minore prosperità” (T. Du Bary). In sostanza esso indica una fase intermedia, il raggiungimento di una moderata prosperità per tutti, nella realizzazione del socialismo con caratteristiche cinesi. Datong invece, rappresenta una fase più avanzata, tradotto con “grande unione” (J. Legge) o “grande unione o fraternità universale” (S. Couvreur).
11Come
ha ben mostrato Pierluigi Fagan nella sua relazione più che del
Pacifico si dovrebbe parlare di Asia, intesa come la nuova “economia
mondo” del futuro per usare un termine caro a I. Wallerstein.
12 Fu pubblicato anonimo nel 1590 circa. Sebbene non sia pervenuta alcuna prova materiale relativa all’identità dello scrittore, lo si attribuisce tradizionalmente all’erudito Wú Chéng’ēn. Gli altri romanzi considerati classici sono: Il romanzo dei tre regni, I Briganti, La prugna nel vaso d’oro (Chin P’ing Mei), Il Sogno della Camera Rossa e Storia non ufficiale del mondo dei letterati (gli ultimi due di epoca Qing aggiunti successivamente ai primi quattro classici). Il penultimo in particolare fu preso come sostituto del Chin P’ing Mei perché questo era ritenuto scandaloso per il suo erotismo esplicito.