La triplice guerra dell’imperialismo israeliano

L’imperialismo israeliano sta conducendo la sua offensiva su tre fronti, possiamo definirli tre campi di battaglia fra loro connessi e inscindibili: (a) abbiamo un fronte interno contro l’Intifada palestinese; (b) un conflitto regionale che vede come obiettivo la frammentazione della Siria baathista; (c) una offensiva mediatica in Europa con la finalità di legare i paesi capitalistici dell’area UE alle sue politiche militariste. L’analisi distinta di questi tre situazioni apparentemente diverse può aiutarci a comprendere le dinamiche dell’attuale conflitto mediorientale.

Fronte interno: la repressione della rivolta palestinese

Il 2015 – nel silenzio dei mass media globali – è stato un anno di lotta e di resistenza per il popolo palestinese, impegnato a difendere i suoi diritti da sempre calpestati  dalla occupazione militare israeliana.

Possono i massacri e le esecuzioni a freddo intimidire un popolo in rivolta ? Un alto responsabile di Hamas, Ismail Razwan, durante una conferenza organizzata nella Striscia di Gaza in appoggio alla Terza Intifada ha risposto che ‘’Certamente le atrocità del regime israeliano contro i palestinesi riceveranno la risposta adeguata, e l’occupazione coi suoi mezzi punitivi non potrà silenziare la rivolta dei palestinesi’’. 1

Purtroppo Israele ha aumentato in modo esponenziale i suoi attacchi contro la Moschea di Al-Aqsa, un’ ingiustizia spesso delegata ai coloni razzisti: sappiamo che nella ‘’mentalità talmudica’’ ( il Talmud è una versione storpiata del giudaismo, particolarmente etnicista, contrapposto alla Torah ) il luogo sacro di Al-Aqsa deve essere abbattuto e sostituito con un tempio ebraico 2 . Più volte – ricordo – anche i rabbini ortodossi Neturei Karta hanno denunciato l’agire violento dei coloni e, secondo i religiosi, anti-ebraico. Questo pericolo è particolarmente sentito dal popolo palestinese, frizioni sociali – mosse dal sentimento religioso – che hanno spinto il leader di Hamas ha proclamare la necessità di liberare Gerusalemme, la città santa. Israele in un colpo solo calpesta il diritto internazionale e i più elementari diritti degli abitanti della Palestina, agisce con prepotenza certa di restare impunita. Sa di essere forte. Come mai nessun organo della ‘’giustizia internazionale’’ riesce a chiamare in causa i governi sionisti per i loro crimini ? Qual è il segreto della impunità di Israele ?

Conflitto locale: Israele contro la Siria baathista

L’imperialismo israeliano non ha mai rinunciato al suo progetto di distruzione dello Stato indipendente siriano, stretto alleato degli Hezbollah libanesi, delle componenti filobaathiste palestinesi e soprattutto dell’Iran.

Netanyahu, leader dell’estrema destra sionista, non ha avuto problemi e nemmeno vergogna postuma nel farsi fotografare coi tagliagole del Fronte Jabat Al Nusra. Nonostante i depistaggi dei media filoisraeliani, fonti russe confermano la presenza di ufficiali dell’IDF fra le fila di Daesh nel territorio irakeno. E’ noto che circa 70 cittadini israeliani, radicalizzati, si sono uniti ai tagliagole jihadisti di Daesh. Un problema serio che l’esercito sionista, buono solo per le esecuzioni a freddo di persone inermi, non pare aver preso in considerazione. Ci sono frange della popolazione israeliana attratte dall’universo terroristico di Daesh o Al Nusra ?

Particolarmente grave è la notizia di queste ore ‘’i caccia del regime sionista hanno colpito con tre missili la zona di Jebel Manee nella periferia di Damasco. Il governo siriano non ha ancora commentato ufficialmente la notizia’’ 3 ( aggiornata a mercoledì 17 febbraio ), un chiaro messaggio di guerra e di ostilità: Tel Aviv non gradisce la resistenza del governo siriano che, per quanto se ne dica, mantiene una forte base sociale. Che progetti hanno ( anzi, avrebbero ) i militaristi israeliani per la Siria ?

Il Ministro della difesa israeliano, Moshe Yaalon, non ha avuto problemi nel definire l’asse sciita Teheran – Damasco – Beirut ‘’una sciagura’’, chiedendo un intervento militare nord-americano nell’area. L’ex talpa della NSA, Edward Snowden, in modo provvidenziale, ha rivelato un lavoro congiunto fra i servizi segreti statunitensi, inglesi ed israeliani in Libano. Qual è la finalità di questi loschi intrecci ?

Non è un mistero che i rapporti fra Israele e la Turchia si stiano normalizzando alla luce della loro collaborazione nel contrabbando delle risorse petrolifere ‘’scippate’’ da Daesh 4. Il rabbino statunitense Stephen Greenberg, un talmudista fanatico, ha praticamente auspicato un asse turco-israeliano, facendoci sapere che Netanyahu ed Erdogan sono spesso in contatto 5. Un asse reazionario e di estrema destra che tiene insieme il leader del Likud, i Fratelli Musulmani turchi fino allo sceicco Al Bagdadi.

Nella duplice guerra contro il popolo palestinese ed il Ba’th siriano, Israele conta su alleati regionali che possono essere definiti dei vassalli imperiali. Fra questi i più organici ai progetti di Tel Aviv, al momento, sono l’egiziano El Sisi e il turco Erdogan, autocrate che ospita sul territorio nazionali diverse postazioni militari israeliane.

Cosa si conosce in Europa di questa guerra (non affatto) occulta ?

Chi offre copertura mediatica ad Israele ?

In un precedente articolo – Israele vuole distruggere la Costituzione italiana – ho analizzato l’incompatibilità fra la presenza della lobby sionista e la Costituzione democratica ( seppur “democratico-borghese” e liberale ) del nostro paese. Israele è – dicevo – una forte potenza capitalista, in grado di inserire uomini chiave all’interno delle redazioni dei giornali, nelle televisioni e nelle università. L’informazione è un ramo dell’industria e la notizia diventa una merce, l’obiettivo è sempre lo stesso: l’egemonia culturale ed oggi informativa. Chiunque voglia fare carriera – come giornalista ma soprattutto come accademico – deve sposare il dogma sionista o meglio ancora il progetto geopolitico – e antidemocratico – di Tel Aviv. L’Italia, da questo punto di vista, ha “coltivato” tanti giovani, per lo più provenienti dai ceti borghesi, ambiziosi e senza scrupoli: chi oggi, dentro le università, difende la verità contro l’imperialismo di Tel Aviv appoggiando le voci della Resistenza dei popoli arabi e mussulmani? Purtroppo sono in molti a vendersi per una carriera garantita, Israele seduce i giovani studenti e gli offre una facile carriera in cambio di  servigi “culturali”.

In questo modo Israele ha manipolato il linguaggio creando un vero e proprio ‘’lessico di guerra’’. Vengono chiamate – solo per fare un esempio – ‘’operazioni di sicurezza’’ le irrogazioni di erbicidi su Gaza e la conseguente distruzione delle coltivazioni dei gazawi costretti a patire la fame. L’uomo comune, digiuno di una ‘’informazione democratica’’, non si chiede ‘’ma cosa centra la sicurezza di Israele con la distruzione dell’economia di Gaza ?’’, quindi decontestualizza e destoricizza la parola ‘’sicurezza’’ non conoscendo la storia del conflitto. Israele ha circa 300 bombe atomiche nei suoi arsenali: rischia qualcosa o rappresenta esso stesso una minaccia ?

L’autocrate Netanyahu punta il dito contro l’Iran per il – falso – problema del nucleare, eppure la Repubblica Islamica dell’Iran non ha mai aggredito nessun paese ed ha il sacrosanto diritto a regolare autonomamente le proprie questioni interne. I diversi governi guerrafondai israeliani, al contrario, si ostinano a devastare, fisicamente e psicologicamente, lo scienziato Mordechai Vanunu colpevole di aver detto al mondo la verità sull’arsenale atomico sionista. Questa non è una violazione del diritto e della democrazia ?

Il segreto della impunità israeliana sta nella forza della sua classe dirigente, una borghesia imperialista ben incastonata all’interno dei ‘’luoghi che contano’’ del capitalismo transnazionale. Questo rende il regime sionista ( e non solo il Likud ) una minaccia per la pace mondiale. Israele può liberarsi del suo carattere sionista e democratizzarsi ? Difficile essere ottimisti ed il popolo israeliano, o meglio, il proletariato israeliano, anche di fronte ai crimini governativi, resta purtroppo un grande assente ( a parte rare eccezioni ). Una contraddizione di enormi proporzioni. Qual è la ragione  del suo silenzio? La domanda resta aperta.

http://www.hispantv.com/newsdetail/palestina/215170/hamas-israel-intifada-ismail-alaqsa

https://www.youtube.com/watch?v=tbuWcTI4uD8

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/211880-israele-bombarda-la-siria-tre-missili-sulla-periferia-di-damasco

https://www.youtube.com/watch?v=6m4LV157-8c

http://www.hispantv.com/newsdetail/turquia/215043/judios-erdogan-reforzar-relaciones-israel

 

 

1 commento per “La triplice guerra dell’imperialismo israeliano

  1. MaryLo.
    19 Febbraio 2016 at 12:46

    Condivido tutto, ottimo! Per quanto riguarda la parte finale, cioè la tua domanda sul “perchè il proletariato israeliano, anche di fronte ai crimini governativi, resta assente”.

    Penso, in Israele ci sia un generale BrainWashing compiuto sulla popolazione in modo estremo e molto grave. Ci sono accademici, programmi TV, intellettuali, scrittori e molti personaggi di fama e prestigio in Israele che deviano in modo subliminale e non, la mente della popolazione. Infatti è sistematicamente impossibile essere un anti-governo e avere accesso ai vertici o organi ricolelgabili alle pubbliche relazioni o all’istruzione(questo è una regola, diciamo quasi generale di ogni governo), ho letto di recente che ci sia una fuga di cervelli e studiosi da israele, quindi qualcuno ci sta che si ribella, ma non potrà mai aver vita semplice all’interno del regime sionista. Quindi fuggono…quanti ebrei anti-sionisti vivono in israele? e quanti fuori da israele? Questo ci fa capire il sistema-interno sionista.

    Il bambino, il giovane israliano viene cresciuto con un senso di superiorità, come ho detto prima, gli accademici sono filo-sionisti e selezionati appositamente così. Crescono con un senso di nazionalismo estremizzato ai massimi livelli (si basa sul TALMUD, un idelogia basata sul talmud non può dare buoni frutti) che supera quella forma di nazionalismo che noi immaginiamo. E’ una forma di nazionalismo che oltre a mettere “l’ebreo” sopra un piano superiore, crea odio verso l’arabo, il palestinese. Perchè vedono il palestinese come barbaro, nemico, inferiore…e l’israeliano come persona che fa parte di un popolo “civilizzatore”, “popolo superiore”. Loro la storia della propria nazione la insegnano in modo “fantastico”, parlano delle terre palestinesi, del territorio occupato, come terre vergini, terre non abitate e dei palestinesi parlano come una popolazione araba che viveva lì senza avere un sistema civilmente sviluppato(ma sappiamo che non è stato realmente così, ci sta una vasta documentazione che dimostra il contrario).

    In particolar modo le nuove generazioni, ne sono convinte di tutto ciò. Perchè proprio su di loro hanno potuto attuare questo nuovo sistema disinformatorio. Qualsiasi menzogna se la si ripete all’infinito poi tutti iniziano a credere che sia una verità. Soprattutto se a raccontare i fatti siano persone che rappresentano la classe intellettuale ed educativa.

    Gli israliani di oggi, si sentono come i portatori di civiltà, per altro in una terra che per “diritto divino” era destinata a loro. Se cresci un bambino con queste idee è normale che da grande vedrà l’altro come nemico che vuole privarlo, addirittura di un proprio diritto o che siano persone ingrate che non ringraziano ” i portatori di vita e civiltà”.

    Quindi, in particolar modo le generazioni recenti sono all’oscuro della realtà dei fatti, il sistema sionista se è riuscito a manipolare l’intero sistema informativo mondiale (come ben spieghi tu nell’artico) figurati dentro “casa propria” come gestiscono i media e l’informazione.

    Ecco perchè la contro informazione anti-sionista internazione è indispensabile, può servire a svegliare anche gli israeliani che vivono a volte realmente all’oscuro della verità, hanno una realtà pseudo-fantastica. Sono tra le nuvole, anzi sono ormai convinti di essere delle vittime, non solo hanno fatto credere ( i sionisti) a tutto il mondo che loro siano delle vittime, ancor di più hanno fatto in modo che lo pensino gli ebrei stessi. L’ebreo nasce sentendosi vittima, represso e “segnato” ma che ora è arrivato alla “giustizia”…Quindi non sarà MAI disposto a perder tutto ciò. Il sentirsi vittime, a livello psicologico porta ad odiare l’altro, il dieverso..”colui che ci ha fatto del male o che ci vuole far del male”, soprattutto se si è convinti di essere “innocenti”, tutto ciò si trasforma in odio e rabbia.

    Quindi in breve tutto si riassume in : gioco psicologico e lavaggio del cervello della popolazione…Infatti più passa il tempo e più peggiarano, questo perchè le generazioni nuove sono state più manipolate e “costruite” in base al credo talmudico e l’ebraismo originale sta lentamente scomparendo. Concludo quì, ma sicuramente si potrebbe ancora apporofndire…

    Caro Zecchinelli, ti ringrazio per l’articolo interessante, UTILE e ONESTO.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.