Il suicidio, non assistito, dell’Europa



Un nutrito gruppo di squadristi sionisti israeliani, ultras del Maccabi, sbarcati ad Amsterdam per assistere alla partita di calcio contro la locale squadra dell’Ajax, si è reso protagonista di oscene e violente provocazioni, scorrazzando impunemente per la città, strappando bandiere palestinesi dalle finestre, aggredendo un taxista di origini egiziane, lanciando slogan inneggianti al massacro dei bambini di Gaza e fischiando vergognosamente durante il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione a Valencia dal momento che gli spagnoli sono considerati troppo sensibili alla causa palestinese.

Questi gravissimi comportamenti hanno determinato la ovvia reazione di molte persone, non solo arabe o musulmane, che hanno ritenuto giusto e doveroso rispondere in modo concreto a tali violente provocazioni restituendo pan per focaccia agli squadristi del Maccabi, fra i quali – è ormai accertato – erano presenti anche agenti del Mossad, il famigerato servizio segreto israeliano.  Non possiamo neanche escludere che la provocazione sia stata preventivamente orchestrata proprio dagli agenti del servizio segreto israeliano, infiltrati e camuffati da ultras, con lo scopo di suscitare l’inevitabile reazione di tutto il circo mediatico-politico che, come era prevedibile e senza nessuna esclusione, ha immediatamente derubricato quanto avvenuto ad una sorta di “pogrom antiebraico, caccia all’ebreo, notte dei cristalli”.

E’ la guerra mediatica e psicologica che è altrettanto importante di quella che si combatte con i carri armati e i bombardamenti aerei (indiscriminati). Il governo israeliano sa benissimo che l’immagine di Israele nel mondo è gravemente compromessa per via del genocidio in corso a Gaza e, in qualche modo, deve cercare di correre ai ripari. Non che gli israeliani se ne siano mai preoccupati più di tanto, però anche quello mediatico è un fronte di “guerra” di cui è comunque necessario occuparsi. Nulla di meglio quindi che intonare il sempiterno mantra dell’”antisemitismo”, forti e consapevoli del fatto che tutti i media occidentali sarebbero scattati immediatamente sull’attenti, cosa che è puntualmente avvenuta. Del resto il servilismo del sistema mediatico europeo nei confronti di Israele è addirittura superiore a quello dell’establishment politico dell’UE nei confronti degli Stati Uniti. Ormai non c’entra neanche più nulla il senso di colpa europeo per l’Olocausto, vergognosamente utilizzato come alibi per coprire i crimini perpetrati da Israele in Palestina. Siamo soltanto in presenza di una totale e meschina subalternità politica che affonda le sue radici nel nanismo della classe politica europea che ha ridotto gli stati europei a veri e propri satelliti di Israele e degli USA. Siamo di fronte ad un suicidio, neanche assistito.

during the UEFA Chanmpions League group G match between Chelsea and Maccabi Tel-Aviv FC at Stamford Bridge on September 16, 2015 in London, United Kingdom.

Fonte foto: da Google

1 commento per “Il suicidio, non assistito, dell’Europa

  1. STEFANO SCOLARI
    15 Novembre 2024 at 18:24

    un articolo perfetto, complimenti all’autore. Vorrei solo aggiungere che la subalternità di USA e UE a Israele ha soprattutto motivazioni economiche e di informazione, perché la grandi famiglie ebree (Rockefeller, Rothshield, ecc.) controllano tutte – e sottolineo tutte – le maggiori imprese del mondo, tra cui anche quelle che operano nell’informazione. E sappiamo bene che i politici nani che ci ritroviamo non gradiscono avere la stampa contro.

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