La retorica della destra tra popolo e lavoro


Solo pochi giorni fa i dati Eurostat smontavano l’operato del Governo mostrando i grandi insuccessi, il lavoro povero e precario, l’erosione del potere di acquisto dei salari, la crescita esponenziale di quanti, pur con un lavoro a tempo indeterminato, percepiscono buste paga inferiori alla soglia di povertà.

Altre statistiche evidenziano la crisi della manifattura europea e italiana, la perdita di competitività dell’industria locale, i contratti siglati a un terzo del costo della vita.

E questi studi sono tali da confutare l’ottimismo dell’irrazionalità proprio del Governo Meloni che da anni ormai sciorina solo dati parziali evitando di rispondere alle domande scomode che potrebbero ridimensionare il suo operato oggetto invece di esaltazione continua a mezzo stampa.

Oggi la situazione è arrivata a tali livelli di gravità da spingere perfino il Presidente della Repubblica a parlare di lavoro povero e per questo il Governo ha annunciato un apposito decreto “1 maggio” con una dote fino a 1 miliardo di euro, questa volta solo in funzione della sicurezza sul lavoro dopo le statistiche sulla crescita degli infortuni, dei morti e delle malattie professionali.

Dati noti da settimane ma pubblicati magistralmente a ridosso del 1 Maggio per consentire al Governo il classico goal in zona Cesarini.

In data 30 aprile si tiene un apposito consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la proroga della copertura della tutela Inail per 1 milione di studenti e docenti, interventi ad hoc per gli infortuni nei plessi scolastici specie quelli durante l’ alternanza scuola-lavoro fino a qualche ritocco al meccanismo ”bonus malus” ossia i premi versati dalle imprese all’Inail per punire alla fine le aziende virtuose.

L’ennesimo decreto che parte non dai bisogni reali della forza lavoro ma dagli interessi delle imprese; ad esempio non vengono accolte le richieste per instaurare il reato penale di morte sul lavoro o di porre fine alla inutile alternanza tra scuola e lavoro per dotare gli istituti di attrezzature adeguate ai percorsi formativi.

Insomma non investimenti nella scuola, non percorsi atti al controllo efficace delle imprese inadempienti in materia di sicurezza bensì l’ennesimo pacchetto di misure premiali a favore dei datori di lavoro.

Non siamo davanti a misure finalizzate al recupero del potere di acquisto perduto, la miseria resta un non problema per il Governo, basta ignorarla o nasconderla come si fa con la polvere sotto i tappeti.

E temiamo che altri obiettivi siano all’orizzonte, ad esempio ridurre ai minimi termini le sanzioni alle imprese limitandole ai casi di dolo e colpa grave e soprattutto senza inasprire sanzioni penali giudicate peraltro fin troppo blande.

In attesa di conoscere il testo finale, la cui uscita è tipica del Governo Meloni che cerca sempre la visibilità massima, con lo sforzo minimo, cercando di manipolare nel giorno del Primo Maggio l’informazione mediatica. Intanto viene diffuso un testo blindato la cui modifica sarà assai difficile per le parti sociali nonostante le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Marina Calderone, che parla di coinvolgimento dei sindacati e delle imprese, con queste ultime che mirano direttamente a conquistare meno contributi in caso di miglioramento delle loro prestazioni a tutela della sicurezza.

Eppure sarebbe sufficiente leggere il XXVI Rapporto sul mercato del lavoro del Cnel, secondo cui i casi mortali di infortunio denunciati nel 2024, ma decisamente inferiori ai numeri reali se pensiamo al nero, sono aumentati del 4,7% rispetto all’anno precedente, in aumento anche gli infortuni in itinere nonostante la prosopopea sul nuovo codice della strada (al quale avremmo preferito la manutenzione delle strade e servizi pubblici con orari adeguati).

E per chiudere, se si parla di impegno del Governo per la sicurezza, dovrebbero spiegarci la ragione per la quale solo lo 0,4% delle risorse delle aziende sanitarie locali sia indirizzato alla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro.

Potrebbero farlo anche oggi, alla vigilia del 1 maggio.

Fonte foto: da Google

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.