Gino Strada era un umanista, cioè un uomo che ha vissuto per aiutare gli altri, per alleviare le sofferenze degli altri. Al di là di alcune divergenze politiche che possono essersi verificate, Gino Strada era fondamentalmente un uomo che faceva del bene, del bene concreto; era un uomo che salvava vite o consentiva a persone che erano state orribilmente colpite dalla guerra, di sopravvivere in condizioni migliori. E scusate se è poco. Ce ne fossero a migliaia e migliaia di uomini come lui.
Certo, oggi tutto il circo mediatico e politico lo celebra ipocritamente, a cominciare da Draghi e Mattarella. Quello stesso circo mediatico e politico corresponsabile di quelle guerre imperialiste che provocavano e provocano quelle sofferenze che Gino Strada cercava di alleviare.
Anche quando era in vita quel circo mediatico lo ha strumentalizzato e non sono In grado di dire quanto lui sia stato in grado di evitare quella strumentalizzazione. Ma questo è un altro discorso, di cui lui non è responsabile. Non ho mai visto nelle sue interviste e nelle sue apparizioni in televisione un’ombra di quel narcisismo che traspare da tutti quelli che calcano le scene mediatiche.
Non posso che parlare bene di lui. Una volta lo conobbi durante un convegno, lo avvicinai per intervistarlo e lui mi rispose con la stessa cortesia con cui si risponde ad un amico di lungo corso che ti invita a prendere un caffè al bar.
Che altro dire. Che ne nascano altri cento, mille, come lui.
Che la terra ti sia lieve, Gino, se esiste un Cielo da qualche parte, di certo, sarai collocato nel posto giusto, quello che ti compete. Senza nessuna retorica.