Sempre a proposito di deliri ideologici o pseudo tali, ecco l’ultima perla di Mario de Maglie sul suo blog sul Fatto Quotidiano, il quale ci spiega che la violenza maschile sulle donne potrebbe affondare le sue radici (anche) nel famoso “complesso di Napoleone”, quello che da sempre affligge gli uomini di bassa statura (ne conosco molti che se ne fregano alla grande ma tant’è…). La tesi, per la verità, non è farina del suo sacco, ma di un centro studi americano (ma va? Una novità…), il “Centers for Disease Control and Prevention, intitolato “Masculine discrepancy stress, substance use, assault and injury in a survey of Us Men” che il “nostro” riprende e commenta:
Sia chiaro, spiega De Maglie (del resto lui non è mica uno che fa il verso alle femministe, ci mancherebbe, lui ci tiene a distinguersi…) – che, cito testualmente, “l’aggressività è parte integrante della natura umana e ovviamente anche le donne non ne sono esenti, anche se qui mi concentro sulla parte maschile perché è su quella che ho maggiori competenze ed è quella a rivelarsi un problema strutturale della nostra cultura e che parte, ma prescinde dai singoli casi”.
Avete capito? Lui si concentra su quella maschile perché è quella che conosce meglio e perché è quella che costituisce “il problema strutturale della nostra cultura”. Tradotto:”Si, è vero, esiste anche una violenza agita dalle donne (molto spesso su minori e anziani; questo lo aggiungo io e non perché ce l’abbia con le donne, ovviamente, ma perché la realtà va osservata nella sua totalità e non con il paraocchi) ma questa non costituisce un fatto strutturale, ergo, è un fatto marginale.
E va bè, fin qui nulla di nuovo, anzi, ci possiamo anche stare. Del resto, per un “intellettuale di sinistra” ammettere che esista anche una violenza femminile è già moltissimo.
Quindi, dicevamo, il “complesso di Napoleone”, che colpisce gli uomini (in realtà conosco anche tante donne che ne soffrono, chissà se anch’esse reagiscono agendo violenza sugli uomini…), e le problematiche di ordine psicologico che da questo ne derivano, sarebbe, secondo questo studio, una delle cause che contribuiscono a scatenare negli uomini l’aggressività e la violenza ne confronti delle donne (e te pareva…).
Quindi non solo la cultura maschilista e patriarcale di cui la nostra società sarebbe ancora più intrisa rispetto alle epoche passate e che riduce le donne a oggetti quando non a meri strumenti di piacere per gli uomini (tutti, nessuno escluso, anche voi che leggete questo articolo, non pensate di salvarvi…), ma il complesso di inferiorità dato dalla (bassa) statura. Sarebbe ora interessante fare uno studio per conoscere l’altezza di tutti gli stupratori condannati o rei confessi. Devo dire che il sottoscritto, se fosse un uomo di medio bassa o bassa statura si incazzerebbe anche un pochino. Insomma, non è bello sentirsi dire che siccome si è di bassa statura si è potenzialmente anche degli stupratori…
Però ci si può consolare perché comunque per De Maglie, in perfetta sintonia con l’ideologia femminista, “non esiste nessun tipo di uomo che potrebbe essere considerato esente dall’agire violenze” (lo stesso concetto – dico io – dovrebbe allora valere anche per le donne, o no?…).
E che facciamo con tutti gli altri complessi di inferiorità che generano senso di inadeguatezza, bassa autostima più tutto il carico di nevrosi al seguito? Vogliamo provare a fare un elenco di tutti gli altri “complessi di inferiorità” che affliggono gli umani, maschi e femmine, da sempre, fin da quando sono bambini e di cui molto spesso non riescono purtroppo a liberarsi?
Naso storto, occhi strabici, calvizie, acne (giovanile o non), alopecia, miopia che costringe ad occhiali con triplici lenti (alla ragionier Filini di Fantozzi, per capirci…), faccia tonda, faccia ovale, doppio mento, zigomi sporgenti, spalle strette, testa grande, testa piccola, gambe a x, gambe storte, cellulite, “culone”, culo basso, culo flaccido, culo inesistente, tette troppo piccole o troppo grandi, obesità, fianchi larghi, pancia o pancione, maniglie dell’amore, magrezza, gracilità, peluria eccessiva nelle parti non richieste, e via discorrendo (ne mancano ancora tanti ma lascio a voi completare l’elenco…).
Tutte queste umane, troppo umane (avrebbe detto un tizio…) peculiarità costituiscono o hanno costituito più o meno per tutti/e o quasi (con l’esclusione di pochissimi/e “strafighi” e “strafighe”), per lo meno per un periodo più o meno lungo della propria vita, dei veri e propri drammi.
Naturalmente stiamo parlando di complessi dati da condizioni fisiche, vere o presunte. Poi ci sono tutte quelle problematiche derivanti dai condizionamenti ambientali, familiari, culturali e via discorrendo che ci portano a pensare di non valere niente, di essere dei buoni a nulla, di non meritare quello che abbiamo (o viceversa di meritarci quello che abbiamo e la sofferenza che patiamo…), di essere colpevoli non si sa di cosa, di non essere all’altezza, di non essere adeguati o dei falliti nel peggiore dei casi ecc. ecc. ecc. I due aspetti, fisico e psicologico, ovviamente, non sono disgiunti.
Ora se avessimo tempo e soldi da perdere, sarebbe utile commissionare uno studio al “Center” di cui sopra per capire quanta violenza genera tutto ciò; in particolare,naturalmente, manco a dirlo, la violenza agita dagli uomini sulle donne (a noi interessa la violenza strutturale e sistematica, mica quella marginale ed episodica, e andiamo…). Tempo e soldi però non ne abbiamo e allora non ci resta che rivolgerci al De Maglie, invitandolo a darci delle risposte in tal senso. Quanta frustrazione generano i brufoli e la calvizie (la quale, specie nei maschi in giovane età, è fonte di grave disagio non meno della bassa statura…) a tal punto da portare tanti uomini ad agire la violenza nei confronti delle donne (e di altri uomini)? E quanta frustrazione generano nelle donne la cellulite (una vera e propria tragedia per tutte le donne occidentali; in altri contesti socioculturali il “culone” è addirittura motivo di vanto…) e le gambe storte al punto di spingere tante donne ad agire violenza nei confronti degli uomini (e di altre donne)?
Domande birichine che necessitano di risposte chiare, mica chiacchiere…
Restiamo in paziente attesa e nel frattempo cerchiamo di combattere con le armi della consapevolezza, dell’indagine psicologica e dell’analisi introspettiva, l’inevitabile e irrefrenabile pulsione ad agire violenza nei confronti degli altri e soprattutto delle altre per le ragioni sopra elencate.