La bipartizione mondiale: Washington verso il collasso?

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Foto: Sputnik International (da Google)

 

I bombardamenti ‘’alleati’’ contro la Siria sono serviti ad imporre – per l’ennesima volta – la linea di Washington agli imperialismi francese ed inglese:

  • L’imperialismo occidentale continuerà ad appoggiare bande di mercenari evitando scontri diretti con Russia, Cina ed Iran.
  • La priorità del complesso militar-industriale USA è utilizzare l’ISIS contro la Repubblica popolare cinese. La guerra economica contro la Cina, essendo le risorse insufficienti ad accontentare le spinte di entrambe le fazioni al potere, dovrà aspettare.

L’incontro fra i presidenti, Trump e Macron, ha confermato la totale subordinazione francese all’agenda di Washington. Macron è stato umiliato pubblicamente dal capo di Stato ‘’yankee’’, trattato come una bambolina incapace d’imporre una linea politica autonoma. Gli USA hanno imposto alle vecchie potenze coloniali la verità che rifiutavano: il mondo bipolare non gli conferisce nessun margine di manovra. Il globo è spaccato: Russia, Cina ed Iran propongono un diritto internazionale democratizzato; gli USA, Israele e i loro alleati colpiscono in modo piratesco. Gli stessi sistemi informatici, ben presto, verranno separati. L’esilio di Snowden ed il silenzio di Assange rappresentano al meglio il capitalismo di sorveglianza occidentale. Non dobbiamo cadere nel dogmatismo ‘’marxista’’ – trotskista o stalinista – ma dobbiamo analizzare, con dati alla mano, un modello capitalistico del tutto inedito. Dice bene Assange: ‘’questo tipo di capitalismo è la monetizzazione di dati sul comportamento acquisiti gratis attraverso il monitoraggio della rete e poi venduti alle entità interessate ai futuri comportamenti’’ 1. L’imperialismo statunitense detta le danze.

Il modello capitalistico russo ed il sub-imperialismo anti-americano e “sociale” cinese sono strutturalmente differenti rispetto alla indecenza turbo-capitalistica statunitense. Sempre di capitalismi si tratta, ma alcune dicotomie li rendono inassimilabili: espansionismo non vuol dire imperialismo; propaganda non significa manipolazione. Negli USA ed in Europa i giornalisti contribuiscono alla produzione di propaganda bellica; in Russia no. Il destino del ‘’nostro’’ continente è in bilico. Dove va la Francia? Il giornalista Thierry Meyssan mise a fuoco il progetto di Macron:

“In definitiva, la politica di Macron non differisce molto dalla politica di Sarkozy e di Hollande, sebbene, con Trump alla Casa Bianca, si appoggi più sul Regno Unito che sugli Stati Uniti. L’Eliseo persegue l’obiettivo di una ripresa delle multinazionali francesi non in Francia ma in quello che fu il suo impero coloniale. Si tratta delle stesse scelte del socialista Guy Mollet, uno dei fondatori del Gruppo Bilderberg [11]. Nel 1956, Mollet, presidente del consiglio francese, si alleò con Londra e Tel-Aviv per mantenere le quote del Canale di Suez, nazionalizzato dal presidente egiziano Gamal Abdel Nasser. Propose che la Francia entrasse nel Commonwealth, giurando fedeltà alla corona, e che venisse adottato per i francesi statuto di cittadinanza analogo a quello degli irlandesi del nord [12]. Questo progetto di abbandonare la repubblica per incorporarsi al Regno Unito, sottomettendosi all’autorità della regina Elisabetta II, non fu mai pubblicamente discusso’’ 2

Da chi è composta la ‘’classe dirigente’’ europea? Una generazione di nuovi seguaci del maresciallo Petain, felloni e ‘’vendi patria’’, contro cui pesano le parole dell’antifascista, sia pur conservatore, Charles De Gaulle: ‘’Lo sbarco del 6 giugno è stato affare degli anglo-sassoni,da cui la Francia è stata esclusa. Erano totalmente decisi a installarsi in Francia come in territorio nemico! Come stavano facendo in Italia,e come si preparavano a fare in Germania! E voi volete che vada a commemorare il loro sbarco, il quale non era che il preludio ad una seconda occupazione del paese? No, non contate su di me!’’. Qualche giorno fa Trump, con le sue carezze, ha fatto capire alla borghesia francese che non ci sarà nessun ‘’nuovo impero coloniale’’. Il complesso militar-industriale ha deciso: i micro conflitti caratterizzeranno la politica occidentale negli anni a venire. Il debole ‘’leader’’ di En Marche ha incassato l’umiliazione. Sembrava un gigolò sodomizzato e mal retribuito…

Vediamo ora le risposte russe:

  • La modernizzazione del complesso militar-industriale, comprendente la formazione del più completo e preparato esercito convenzionale.
  • La transizione da un regime neo-liberista fallimentare ad un capitalismo corporativo. Putin ha abilmente diviso l’oligarchia rendendo impraticabili le manovre di Soros e della CIA. La fazione ‘’centralista’’ della burocrazia russa ha vinto, con un punteggio tennistico, sulla borghesia commerciale.
  • La democratizzazione del sistema informativo. La Russia godrà di una relativa libertà politica – come tutti i paesi capitalistici avanzati– ma il pluralismo ha contribuito alla nascita d’una elite d’intellettuali capaci di prevedere il futuro. Il canale Russia Today ospita i migliori analisti del mondo: dall’Iran al Venezuela.
  • Una politica socio-economica diversificata, aperta ai mercati asiatici e sud-americani. Gli USA, se questa politica s’estenderà all’Europa, potrebbero perdere diversi sbocchi commerciali.

Il capitalismo ‘’yankee’’ ha fallito, per questo Trump è destinato a perdere mentre l’industria militare spadroneggerà fino al collasso forse definitivo dei neoconservatori; la fine dei neocon renderà possibile il passaggio dall’Impero alla Repubblica. L’Europa ha una sola possibilità: affrancarsi dagli USA, rompere con l’americanismo culturale ed affacciarsi ad est; dialogare con l’Islam sciita riscoprendo l’importanza della tradizione socialista ed anti-colonialista. Un rivolgimento geopolitico, dall’altra parte, è impossibile con queste borghesie fallite al potere. Come concludere? Una grande sollevazione popolare rientrerebbe in linea teorica – arrivati a questo punto – nell’ordine delle cose; del resto, non si riforma un regime corrotto ed anti-popolare. Il patriottismo repubblicano e costituzionale – prescindendo dal socialismo democratico o dal marxismo rivoluzionario – potrebbe decretare una svolta; far saltare il piano delle elite capitaliste sovranazionali. I tempi, dopo anni di dogmatismo, potrebbero accorciarsi.

http://agccommunication.eu/geopolitica/globalizzazione/15020-assange-rete-spionaggio

http://www.voltairenet.org/article200046.html

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