Elezioni Europee 2024: il dato italiano

A leggere i risultati appare fin troppo chiaro che quanto successo, almeno ai più attenti, era prevedibile. Per mesi sui maggiori quotidiani nazionali ha tenuto banco il conflitto tutto interno al campo progressista che vedeva il M5S guidato da Conte prossimo a scavalcare il PD nei consensi. Cosa questa che non è avvenuta e non poteva avvenire. Non è stata solo questa l’unica costruzione mediatica priva di fondamento. A questa narrazione se ne sono aggiunte altre: il calo di Fratelli d’Italia, l’estinzione di Forza Italia, l’affermazione del cosiddetto “centro”, la fine dell’alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana con la conseguente estinzione dei due soggetti politici.   Per comprendere cosa è realmente successo di seguito riporto i dati comparati relativi alle elezioni europee del 2019, del 2024 e di quelle politiche del 2022.

Elezioni Europee 2019                               Elezioni europee 2024                  Elezioni politiche 2022

Lega 34,20 %     voti    9.175.000                    9%   voti 2.094.000                          8,79%  voti 2.470.000

P.D.   22,74 %    voti   6.089.000                 24,8% voti 5.599.000                        19,04%   voti 5.348.000

M5S   17,06%    voti 4.569.000                    9,99% voti 2.322.000                        15,43%  voti 4.335.000

F.I.      8,78%      voti 2.351.000                    9,7%   voti 2.237.000                           8,11%  voti 2.279.000

Fratelli d’Italia  6,44% voti 1.726.000       28,80% voti 6.699.000                        25,98%  voti 7.031.000

Europa Verde   2,32%  voti 641.000          A.V.S verdi + S.I.                                    3,64% voti 1.021.000

Sinistra Italiana 1,75%  voti 469.000          6,7%    voti 1.564.000  

Votanti 54,50%                                           Votanti 49,69%                               Votanti 64%

I dati che ho riportato in prospettiva comparata dicono fondamentalmente due cose: la prima che siamo in presenza di una redistribuzione dei consensi all’interno delle rispettive aree politiche di rifermento; la seconda che il rapporto di forza tra centrodestra e centrosinistra resta invariato rispetto alle elezioni politiche del 2022. La progressiva crescita dell’astensione, che riguarda tanto le elezioni europee quanto quelle politiche e amministrative, segnala lo scollamento tra cittadini e istituzioni politiche. Dato questo pericoloso per la stessa tenuta del sistema Democratico. Per pericolosità intendo il lento e progressivo mutamento della Democrazia in un sistema politico privo del Demos con la conseguente trasformazione della competizione politica in una sorta di sistema oligopolistico. Sommando le percentuali dei partiti appartenenti alle rispettive aree politiche di riferimento risulta, come si evince dalla tabella riportata di seguito, che il rapporto di forza tra i due blocchi è sostanzialmente lo stesso. Le variazioni dipendono dall’astensione ed è soltanto all’interno di ciascuna area politica che il rapporto tra le varie formazioni politiche varia rispetto al posizionamento politico dei rispettivi leader.  

         centro  – destra                                                                                               centro – sinistra compreso il M5S

europee 2019 voti  49,42 %                                                                                                     voti  42,91 %

europee 2024 voti  47,50 %                                                                                                     voti  41,49 %

politiche 2022 voti 42,91 %                                                                                                      voti 38,11 %

Dal risultato elettorale e dal riequilibrio all’interno delle due aree politiche quali potrebbero essere i possibili effetti sul quadro nazionale? Di seguito alcuni punti. La posizione di Fratelli d’Italia circa il rafforzamento dell’esecutivo rispetto alle istanze della Lega ne escono rafforzate. Il risultato delle elezioni europee convincerà ancora di più la Meloni ad andare avanti sulla sua strada. Rispetto all’Europa la posizione della Meloni sarà di attesa, aspetterà gli eventi per poi giocare la carta della responsabilità nel caso in cui fosse difficile trovare una quadra rispetto alla prosecuzione dell’esperienza von der Leyen o di un cambio di passo. Sul piano più strettamente economico continuerà a fare ciò che ha fatto fino ad ora spostando le scelte più pericolose avanti nel tempo. La Lega dovrà ridimensionare le sue aspettative. Salvini si agiterà cercando di dimostrare che ancora conta qualcosa. I messaggi di Salvini saranno finalizzati più a conservare la poltrona che ad incidere sulle scelte del Governo. Forza Italia, passato il pericolo e consolidato il risultato, continuerà a svolgere quella funzione di destra moderata utile alla Meloni e al centro destra nel suo complesso. Forza Italia come faccia pulita e perbene della destra italiana.  Per quanto riguarda il centro sinistra i voti persi dal M5S si sono suddivisi tra PD, A.V.S. e astensione. Metà sono finiti tra gli astenuti, l’altra metà dei voti persi dal M5S si sono distribuiti in egual misura tra PD e A.V.S. Non è da escludere che A.V.S. possa finire con l’occupare parte dello spazio politico un tempo del M5S. Per Conte il risveglio si è rivelato un incubo. La Schlein solo apparentemente ne esce rafforzata. Per adesso, nel PD, a tutti conviene recitare lo stesso copione. Le elezioni politiche sono lontane, mancano tre anni, per cui il vero problema è come consolidare  il risultato. In conclusione se qualcuno pensava che dal risultato delle elezioni europee sarebbero uscite grosse novità si sbagliava e alla grande. Come dicevo nulla è cambiato nel rapporto di forza tra centrodestra e centrosinistra. Messo da parte Conte, non poteva che essere così, ai media toccherà alimentare il duello Meloni – Schlein in attesa di eventi tali da rendere superato il confronto. All’orizzonte ci sono le elezioni USA, ciò che accadrà in Francia e in Germania dove le destre sono cresciute, il conflitto Ucraino – Russo e quello in Medio Oriente; il rilancio dell’economia e il rientro nel debito pubblico. Tutti fattori esterni che avranno effetti dirompenti sugli equilibri politici interni. 

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