Elogio della funivia

Nella palude mentale che è il dibattito politico italiano irrompe un’ idea: la funivia Boccea-Casalotti. Ovviamente è subito burletta. Ora tutto è discutibile ma la retorica e l’approssimazione in merito sono davvero sconcertanti. Suggerisco allora a tutti di andare a vedere il sito https://www.leitner-ropeways.com/it/prodotti/ della Leitner di Vipiteno -forse la più grande azienda produttrice di impianti a fune del mondo- e farsi un idea (la preferenza per tale ditta deriva solo da conoscenza diretta dei suoi prodotti e dei suoi progetti come quello magistrale di Rio de Janeiro). Osservo, inoltre, questo: 1) gli impianti a fune hanno enormi risparmi energetici (nell’ordine del 40-45%) in quanto a) il motore si trova in un solo punto, b) le vetture (cabine, vagoncini o seggiole) non dovendo avere a bordo motore sono leggerissime, c) gli attriti di carrucole e ruote sono ottimizzati, nel caso degli impianto “va e vieni” (le funivie con grandi cabine ma in parte nelle funiculari “napoletane” della canzone) si sfrutta inoltre la forza di gravità per spingere il veicolo che va (sale) con ulteriore risparmio  ; 2) il suo impianto necessità di pochissimo suolo -piloni,  monorotaie- rispetto all’asfaltizzazione, ai faraonici e invasivi (in specie per una città archeologica come Roma) lavori per la metro o anche per le larghe sedi dei binari ferroviari attuali; 3) le tipologie di impianto sono le più varie (seggiovie, monorotaie, funivie di vario genere, ecc.) adattabili a varie situazioni di pendenza o estensione, tutte con tempi di progettazione, realizzazione e manutenzione risibili rispetto alle opere faraoniche essenzialmente finalizzate a far circolare auto; 4) I cavi sopra i palazzi sono certamente antiestetici ma, come detto, ci sono decine di soluzioni modulabili, inoltre è anche vero che il silenzio invece domina durante il loro funzionamento: pensate una monorotaia in luogo della “Tangenziale est ” di Roma; 5) Il servizio è perfetto, avendo la regolarità di un “circuito continuo” con portate superiori alla metro; 6) la sicurezza ottima, garantibile con manutenzione standardizzata su poche componenti (cavi, piloni, un solo motore), teniamo conto che l’ultimo disastro è quello del Cermis (1998) ma come sappiamo fu causato da un “caccia” USA che tranciò i cavi. A parte l’air force, l’unica vera controindicazione di principio -sulle specifiche realizzazioni sul campo è giusto e utile discutere- è che “ce se magna troppo poco” essendo i costi troppo più bassi rispetto alle opere faraoniche e soprattutto più brevi, con minori subappalti. Si pensi solo che un’impianto, fantascientifico, l’ovovia “Ried”, vicino Brunico,  di 7 Km di lunghezza\ 1.400 m dsl con stazione intermedia e stazione di scambio con treno della Pusteria, è stata progettata in due anni e realizzata in qualche mese.

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