La scuola italiana alla deriva

Coloro che hanno prestato servizio come docenti di religione e dell’ora alternativa a quella di religione, non potranno partecipare al prossimo concorso straordinario per l’assunzione in ruolo di decine di migliaia di insegnanti precari che si svolgerà presumibilmente entro l’anno. Questo perché – non si sa bene con quale motivazione – l’ora di religione e quella alternativa alla religione – sono state escluse (nel senso che non possono essere inserite nella domanda di partecipazione al concorso) anche quando (nel caso dell’ora alternativa) i docenti sono stati comunque “pescati” dalle graduatorie di filosofia e storia oppure di lettere, latino o greco.  Il paradosso è che tali materie valgono ai fini del calcolo del punteggio delle graduatorie (sia pure della metà rispetto alle altre materie) ma non sono considerate valide per poter partecipare al concorso.

Siamo di fronte ad una serie di incongruenze e contraddizioni a dir poco palesi. La prima l’abbiamo già detta. Se quelle materie valgono ai fini delle graduatorie, non si capisce perché non dovrebbero valere per i concorsi (pare che la stessa regola valga anche per il concorso ordinario che, a quanto pare, si terrà ancora più avanti nel tempo).

E’ bene sapere che l’ora di religione e ancor più quella alternativa, sono spesso ore dove di fatto si fa filosofia (anche nell’ora di religione, a volte) e storia e dove ci si occupa di tutto. Nel caso dell’ora alternativa, il docente deve presentare un progetto che deve essere approvato dall’ufficio di presidenza della scuola. Personalmente alcuni anni fa, ho prestato servizio come docente dell’ora alternativa, presentando un progetto (un corso di giornalismo) dal titolo:” Informazione, politica internazionale e analisi della complessità”. Quello stesso anno una mia collega fece un corso sui temi dell’etica (di fatto un corso alternativo di filosofia). Quello che ha di bello l’ora alternativa alla religione è che si può spaziare ovunque e soprattutto lasciare liberi gli studenti di spaziare. Per quanto mi riguarda è stato sicuramente un anno molto formativo sia per il sottoscritto che per gli studenti e le studentesse che avevano optato per l’ora alternativa alla religione cattolica. Molto spesso però, devo dire, accade lo stesso nelle ore di religione dove ci si occupa di temi di etica, bioetica, libertà, di confronto fra religioni diverse, immigrazione, tolleranza, sessualità, ecc. (stessa cosa nelle ore alternative) e qualche volta si fanno anche lezioni congiunte con quella alternativa. Poi, naturalmente, molto è affidato (ma questo vale per tutte le materie…) alla capacità, alla sensibilità e all’intelligenza del docente che non deve mai indottrinare (e quando e se lo fa, sbaglia…) ma lavorare per far sì che ogni studente sviluppi il proprio punto di vista e la propria autonomia critica e di giudizio (la scuola dovrebbe servire innanzitutto a questo, come scritto nero su bianco nella Costituzione…).

Alla luce di tutto ciò, mi chiedo cosa abbiano in meno rispetto alle altre materie l’ora di religione e quella alternativa alla religione. Escluderle dai concorsi (e attribuirgli un punteggio inferiore per le graduatorie) equivale a dire che sono materie di serie B, che non hanno la stessa dignità delle altre. Ma se così è, allora, perché prevederle, istituirle per legge e insegnarle nelle scuole? La contraddizione diventa sempre più clamorosa. In tutta sincerità a me pare non solo una decisione contraddittoria ma anche decisamente cretina.

E il bello (si fa per dire…) è che si è giunti a queste decisioni dopo lunghe trattative con i sindacati che sono riusciti a strappare alla ministra Azzolina per lo meno il fatto di mantenere valide le ore di religione e alternativa per quanto riguarda il punteggio per le graduatorie (anche se dimezzato…).

La mia opinione è che, per lo meno per ciò che concerne la scuola si vada avanti alla giornata, senza uno straccio di progetto, di idea forte (ma neanche debole); in poche parole, si naviga a vista. Il che è sbagliato ma potrebbe al limite anche andar bene se il navigatore fosse una persona saggia, preparata, colta, di grande esperienza e cultura, dotata di una visione complessiva del mondo, capace di mettere in campo una strategia degna di questo nome. Non mi pare che questo sia il caso della Azzolina (e certo la Gelmini, la Moratti e la Fedeli non erano migliori, anzi…).

E’ del tutto evidente che in questo paese la scuola è abbandonata a se stessa, è una biglia che rotola e che viene lasciata rotolare, una sorta di parcheggio per milioni di giovani che vengono mandati sui banchi solo perché non possono essere lasciati liberi di deambulare per la strada. Nella grande maggioranza dei casi la scuola non sarà di nessun aiuto a questi ragazzi per migliorare la loro condizione complessiva, non sarà in grado di fornirgli strumenti adeguati per poter affrontare la vita, prendere delle decisioni, trasformare la propria vita e tanto meno la realtà. Il tutto in un processo di costante dequalificazione complessiva che va avanti da decenni senza che si scorga all’orizzonte anche la parvenza di una inversione di tendenza.

Sarebbe sbagliato pensare che tutto ciò sia casuale perché non lo è affatto. Il processo di lenta e inesorabile dequalificazione della scuola italiana è a sua volta il risultato del processo di trasformazione/degenerazione della società e del sistema capitalista italiano.

Don Lorenzo Milani e la ministra Lucia Azzolina (28/06/2020) - Vita.it

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