Memoria e silenzio sulle stragi di oggi

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La memoria del genocidio ebraico è cosa sacrosanta come la memoria dei 14 milioni di esseri umani uccisi nei campi di concentramento ( ebrei ma anche slavi, zingari, comunisti, Testimoni di Geova, omosessuali …).
Sarebbe opportuno che le sofferenze delle altre “razze” maledette dal nazismo fossero riportate sugli schermi, sulla carta stampata, fossero oggetto di dibattito magari attraverso testimonianze indirette, a meno che dall’alto, dai poteri sovrani della moneta e delle guerre non venga decretato che tali “razze” non siano degne di memoria perché appunto “razze inferiori”, la cui storia non merita di essere neanche studiata.

Si sa, il Potere vuole ricordare ciò che gli interessa ricordare, ciò che può essere utile alla perpetuazione del dominio. Così come l’immane massacro delle civiltà pellerossa ( 9 milioni – stimati – di morti) non è oggetto di commemorazione negli States per non offuscare la missione divina degli USA al servizio del pianeta, come già era adombrata nella teoria genocida ottocentesca del “Destino manifesto”, allo stesso modo si insiste solo sulla specificità dell’Olocausto per commuovere ipocritamente i cittadini sul destino tragico degli Ebrei che, dopo aver subito nefandezze di ogni genere in Europa ma non solo in Europa, hanno acquisito, come riconoscimento delle violenze subite, il diritto di occupare una terra “senza popolo” e di umiliare tutto un popolo, riversando su di esso tutte le disgrazie da loro subite

Questa la narrazione ipocrita del Potere. Ma gli ebrei che abitano oggi Israele nulla hanno a che fare con le vittime di ieri. I Sionisti che hanno creato Israele non sono nati in Palestina, provengono dall’Europa orientale, dopo aver riscoperto una teoria simile a quella americana del “destino Manifesto”, secondo la quale la terra che oggi colonizzano è stata concessa loro, per grazia divina. Ed oggi utilizzano politicamente l’Olocausto in modo indecente per la loro politica genocida, offendendo le vittime dei campi di concentramento per la seconda volta.

E sarebbe opportuno che la Memoria non comportasse il silenzio sugli eccidi dell’oggi e che si aprisse, in corrispondezza. alle tragedie dei viventi di oggi. Tanta commozione per Aleppo est. Per i terroristi e per gli ufficiali occidentali che si arrendevano all’esercito siriano. Addirittura manifestazioni “pacifiste”. Poca o nessuna attenzione per Deir Ezzor accerchiata dai terroristi. 100.000 persone che si difendono strenuamente. Sanno quale sarebbe il loro destino. Una giovane caduta nelle mani di questi mercenari (basta chiamarli islamisti) è stata crocifissa. In un’incursione precedente, trecento familiari dei combattenti che difendono la città sono stati decapitati (donne,bambini, vecchi). Ben armati come sono dall’Occidente, possono riuscire ad entrare in città e compiere un massacro terrificante.

Questi islamici sono i fratelli degli ebrei di Auschwitz. “Se questo è un uomo” diceva un grande ebreo, Primo Levi.

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