Oltre i confini dell’idiozia

Paola Cortellesi, durante un ritrovo di futuri manager addestrati dall’università di Confindustria all’insipienza culturale dei dogmi di mercato, in nome del femminismo cieco, reazionario, tutto lustrini e paillettes dei nostri giorni, rovescia, con il classico sorriso compiaciuto dei piani alti, la realtà.
I sette nani erano operai minatori, sì quelli che entrano nei cunicoli e si ammazzano di fatica per due spiccioli ricoperti dal carbone, condizione emblema dello sfruttamento di un tempo, e mossi dalla solidarietà umana – quella common decency tanto decantata da Orwell che contraddistingueva i valori portanti della classe operaia – ospitarono una ragazza sperduta nella loro casa dove vivevano assiepati come sardine. Biancaneve, di rango aristocratico, mossa a compassionevole slancio di riconoscenza, si adopera per imborghesire l’abitazione.
Quindi per la Cortellesi e per tutte le donne hollywoodiane improvvisatesi attiviste, sette sfruttati si trasformano, in quanto maschi, in sfruttatori di una nobile, minacciata di omicidio commissionato da un’altra donna.
Bisogna comprendere bene qual è il significato recondito di queste improvvisazioni didattiche e quanto questo rovesciamento sia conforme al mantenimento dei rapporti di forza tra le classi sociali al tempo delle “liberaldemocrazie” di mercato. La cultura si genuflette nei confronti del potere, dell’Occidente che esporta civiltà a suon di pulizie etniche, che bombarda innocenti nel nome del progresso. Il femminismo dei nostri tempi è conformismo di regime e come tale va considerato.
 Biancaneve e i sette patriarchi: che scemenza, cara Cortellesi
Fonte foto: da Google

4 commenti per “Oltre i confini dell’idiozia

  1. Ros* lux
    12 Gennaio 2024 at 18:43

    A Biancaneve sarebbe andata peggio se avesse lavorato come Colf della Boldrini…a leggere le cronache dei giornali del 2021.

  2. Giulio Bonali
    13 Gennaio 2024 at 21:59

    Roba che in confronto il cavallo di Caligola in senato ci fa la figura di un luminoso esempio di civiltà.

    In una parla: barbarie.

  3. alex1
    14 Gennaio 2024 at 0:47

    Non capisco il ruolo di una starlette come Paola Cortellesi all’inaugurazione dell’anno accademico alla LUISS, basta essere famosa e femminista per essere accreditata in questo ruolo prestigioso?

  4. Piero
    15 Gennaio 2024 at 10:41

    Ancora sulla “Società dello spettacolo”…

    Siamo nello spettacolo dentro lo spettacolo, tripudio di scatole cinesi (tipico strumento finanziario).

    La “benedizione” religiosa delle truppe (analogo del discorso di Cefis del 23.02.1972, ai cadetti di Modena ” La mia patria si chiama multinazionale”, ove si preconizzava la supremazia del successivo ordine internazionale (il Washington Consensus, multinazionali potenti, stati deboli, a sostituzione del Post war consensus, di taglio Keynesiano) prima della battaglia (i diritti civili liberali incarnati a loro vedere nella fiaba di Biancaneve, in luogo del “Deus lo volt”)…

    Il lascito dell’ereditiera (genere femminile, alla faccia del patriarcato) austriaca, bontà del padrone ai propri servi, che dovranno decidere cosa farne…

    “Io non ho meritato questi soldi, come molte persone ricche, la loro fortuna non dipende da loro. Se i politici non fanno il loro lavoro e non redistribuiscono, allora devo ridistribuire io stessa la mia ricchezza”, ha spiegato, aggiungendo che “molte persone faticano ad arrivare a fine mese con un lavoro a tempo pieno e pagano le tasse su ogni euro guadagnato dal lavoro. Lo considero un fallimento della politica, e se la politica fallisce, allora i cittadini devono affrontarlo da soli”

    Analogie? Suggestioni? Sarà tutto vero?

    Vedremo il seguito… a breve.

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