Papa Francesco e la stampa: 2013 – 2023

Dapprima fu la pura agiografia mediatica. Salito al soglio pontificio ormai dieci anni fa, nel marzo del 2013, papa Francesco fu da subito oggetto dei più sperticati elogi da parte della stampa nostrana. Per molti anni, per la verità, qualunque sua affermazione, anche la più semplice da pronunciare, è bastata a far scattare incontenibili ovazioni, è stata trasformata in un tripudio, ha suscitato uniformi cori di entusiasmo. Ogni apertura era l’annuncio di una imminente rivoluzione!

Poi, un giorno, tutto è cambiato.

Lo spartiacque è preciso, chiaro, inequivocabile: la guerra in Ucraina.

All’avvio, il 24 febbraio 2022, dell’ultima fase del conflitto in corso, iniziato nel 2014 e le cui cause remote risalgono almeno al 1990, papa Francesco ha da subito difeso le ragioni della complessità. Noncurante della martellante propaganda di guerra, ha preso una posizione netta, affermando che “la Nato ha abbaiato alle porte della Russia” (3 maggio 2022, intervista rilasciata al Corriere della Sera). Si tratta, per altro, di una posizione che risulta netta nel contesto della russofobia dilagante, ma la lettura offerta da papa Francesco, molto più semplicemente, è del tutto rispondente al vero.

Stavolta, però, non è di certo partita la claque, anzi, gli entusiasti di prima si sono girati dall’altra parte in segno di riprovazione. Dopo tante rivoluzioni superficialmente attribuite a papa Francesco, di fronte alla posizione più rivoluzionaria del suo pontificato, o almeno di gran lunga la più scomoda, gli hanno riservato solo biasimo e silenzio.

Proseguendo coerentemente sulla stessa linea dettata dal papa, la diplomazia vaticana ha proposto una piattaforma per trattative di pace che prevedessero la partecipazione di rappresentanti della Russia, dell’Ucraina, degli Stati Uniti e dell’Ue. Poiché al tavolo delle trattative siedono i belligeranti, la proposta conseguiva immediatamente dalla lettura del conflitto in corso qualificandola come antagonista rispetto alla favoletta propagandistica dell’aggressore e dell’aggredito.

Papa Francesco si è, in una parola, messo in urto con la propaganda unipolare ultra-atlantista occidentale, semplicemente in nome di una versione veritiera degli accadimenti, delle loro cause e delle responsabilità.

La proposta è stata ovviamente ignorata. Non solo, ma in occasione della visita a Roma di Zelensky dello scorso 13 maggio abbiamo assistito alla messa all’angolo e all’umiliazione di colui che è il più verace e attivo attore di pace. Così le  foto istituzionali ci riconsegnano l’immagine di papa Francesco attorniato dal presidente ucraino e dal suo manipolo di energumeni, mentre le massime autorità politiche e istituzionali italiane si sono prostrate senza provare imbarazzo a Zelesnky e al suo simbolo nazistoide cucito sulla maglia militare.

Tornando alla serva stampa, quale è stato l’effetto delle posizioni di papa Francesco sulla guerra in Ucraina? Semplice, abbiamo assistito a una vera e propria inversione a U.  Il papa che per otto anni del suo pontificato aveva suscitato incontrollate ola a prescindere, viene ora, con la stessa disinvoltura, attaccato per ragioni puramente strumentali.

L’ultimo esempio lo abbiamo avuto proprio in occasione della recente visita di Zelensky. Contro papa Francesco il mainstream digitale ha lanciato una campagna per dipingerlo come disempatico verso i cagnolini, con tanto di foto di musetti strappalacrime, proprio alla vigilia della visita del banderista in mimetica. Pazzesco ma il livello è questo. Si vuole denigrare il suo impegno per la pace.  L’argomento del cagnolino offeso utilizzato per scatenare la tempesta di fango contro papa Francesco è al tempo stesso futile e rivelatore. In effetti, esprime compiutamente la perfetta saldatura raggiunta tra il progressismo politicamente corretto e la nobilitazione delle pulsioni di guerra. L’ipersensibilità verso gli animali domestici è un vero cliché liberale da scambiare con l’interiorizzazione della guerra come catarsi, come lavacro di sangue purificatore in difesa dei sacri valori dell’occidente.

Notevole davvero, su tutti, il percorso di Repubblica, passata da giornale laico, a cassa di risonanza di papa Francesco, e infine a veicolo della propaganda di guerra ultra-atlantista.

Ecco il livello della serva stampa e della politica nella sub-colonia Italia: da sempre solerti quando si tratta di garantire alla Chiesa privilegi, esenzioni e prebende, si sono riorientate in modo repentino. E il brusco cambio di rotta ha una ragione semplice e una sola: sono state richiamate ai loro compiti da un potere più forte, che ha sede a Washington e le sue succursali in Europa.

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Fonte foto: da Google

6 commenti per “Papa Francesco e la stampa: 2013 – 2023

  1. Alex
    23 Maggio 2023 at 9:38

    Nel dicembre del 2020, questo papa ha convocato tutti i migliori rappresentanti del capitalismo mondiale in Vaticano : delegati di Visa, Mastercard, Bank of America e BP, il presidente della Fondazione Rockefeller , ed inoltre l’inviato speciale per il clima delle Nazioni Unite Mark Carney .
    Con questa azione, questo papa va contro direttamente il Vangelo. E tutto questo per diffondere un vero amore fraterno. Stendiamo un velo pietoso su questa figura di papa.

    • ndr60
      23 Maggio 2023 at 13:45

      Oltre a questo, non bisogna neppure dimenticare la politica vaccinale che definire estremista è dire poco. Sarà stato per tutte le visitine di mister Bourletta in Vaticano.

    • Pier Paolo Caserta
      23 Maggio 2023 at 18:53

      Fosse per me stenderei un velo pietoso su molti papi o su quasi tutti; non sono cattolico, non sono credente e rivendico serenamente l’anticlericalismo. Detto questo, credo si debba riconoscere a papa Francesco, comunque migliore, a mio avviso, di entrambi i suoi predecessori, su una questione dirimente come la guerra in Ucraina,di sostenere posizioni meritorie e fuori dal coro. Ma chi glielo farebbe fare?? Nè si può sottovalutare l’influenza che un papa esercita su milioni di persone.Purtroppo del tutto inascoltato da chi conduce il gioco. Mi sembra che a volte concetrarsi su aspetti accessori pregiudichi la comprensione globale. La realtà è contraddittoria ma occorre guardare ai grandi nodi e la guerra in Ucraina è uno spartiacque. Il diverso trattamento che la stampa ha riservato a papa Francesco prima e dopo la guerra in Ucraina ha una forte evidenza.

      • Giulio Bonali
        24 Maggio 2023 at 20:18

        Assolutamente corretto.
        Come ben sapeva Gramsci, in tutte le istituzioni autoritarie e assolutistiche (oggi, oltre al Vaticano ne esistono ben poche), inevitabilmente si creano “camarille” clandestine in lotta fra loro.
        Credo che oggi in Vaticano quella “bergogliesca” sia di gran lunga la relativamente più democratica e progressiva (ovvero la meno antidemocratica e reazionaria), che ovviamente scende anche a compromessi più o meno giustificabili oppure deteriormente controproducenti nella sua lotta contro quella avversaria sua e reazionarissima del probabilissimo pedofilo assassino (non lo penserò più se e quando la “santa sede” avrà chiarito il caso Emanuela Orlandi che -chissà perché?- accuratamente tiene sepolto sotto un mostruoso cumulo di silenzi omertosi e depistaggi da quarant’ anni), oltre che amicissimo di Piniochet e degli assassini 8fra i tantissimi altri innocenti) di mons. Romero e repressore senza scrupoli della “teologia della liberazione” Woytila e del suo “degno” braccio destro e successore Ratzinger, nazista in tenera età e certamente non troppo più democratico -per lo meno- da adulto.

  2. Alex
    24 Maggio 2023 at 17:21

    Questo papa ha una preparazione teologica ridicola, predica la pace ed invita in Vaticano i potenti della terra per indurli a praticare l’amore verso il prossimo . Condanna la guerra e sollecita la pace in maniera acritica superficiale: l’avete mai sentito dire qualcosa sui fatti di Maidan, Odessa, sugli accordi di Minsk, o qualcosa contro gli effetti sull’umanità del grande Capitale Finaziario. Rispetto al vaccino avete mai sentito dire qualcosa non dico contro, ma di una pur lieve critica. Niente, questo papa predica solo l’obbedienza totale e cieca verso il potere, ed infatti è l’autore della famosa frase che Gesù ogni tanto fa lo scemo.

    • Giulio Bonali
      26 Maggio 2023 at 9:05

      Ma come da una rapa non si può pretendere di cavar sangue così da un papa (fa anche rima) non si può pretendere di certo un atteggiamento politico coerentemente avanzato e progressivo (e men che meno rivoluzionario ovviamente).
      Ciò non toglie che si debba far leva anche sulle contraddizioni interne a istituzioni sostanzialmente conservatrici e anche decisamente reazionarie, per lo meno in larga misura, come la chiesa cattolica.
      Fra l’ altro da ex credente “piuttosto ferrato” in fatto di dottrina cristiana, credo che Woytila e Ratzinger fossero molto ma molto più contrari ai principi evangelici di Bergoglio (malgrado le ipocrite balle moralisticheggianti che solennemente predicavano mentre razzolavano in tutt’ altra maniera).

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