Depistaggi ideologici e diversivi politici

La preoccupante crescita del (neo)jihadismo ha portato, come era prevedibile, conseguenze molto gravi, sia di ordine politico e sociale, sia per tutto ciò che riguarda il settore dell’informazione. Da diverso tempo in tanti – fra cui anche degli insospettabili – sono impegnati a rivolgere la loro attenzione in modo ossessivo ai temi della sicurezza, cancellando con un colpo di spugna le problematiche sociali, la repressione dei lavoratori – tanto italiani quanto immigrati – che rivendicano sacrosanti diritti democratici, e le politiche criminali degli imperialismi occidentali (compreso l’imperialismo straccione italiano ) e del sionismo israeliano. La sottovalutazione dell’imperialismo israeliano, per chi viene da sinistra e si è spostato verso destra, è forse la macchia più grande, il coronamento di un processo involutivo che mescola e sovrappone in modo maldestro la questione dello Stato e della sovranità nazionale a quella della emancipazione dei popoli.

Molti ‘’no euro, al di là della destra e della sinistra’’ hanno proposto il modello ‘’securitario’’ ( fra moltissime virgolette ) israeliano, ignorando come l’imperialismo di Tel Aviv sia impegnato a realizzare con sistematicità la pulizia etnica della Palestina, cioè uno dei più grandi crimini del secolo scorso e di quello attuale. Loretta Napoleoni, “vacca sacra” dei no euro ( ovviamente ‘’no euro’’ ma senza lotta di classe ) ha scritto che: ‘’Israele è un paese che con il terrorismo ci convive da decenni. L’idea che l’aeroporto sia un tempio del consumismo occidentale, uno shopping mall, dove i viaggiatori riempiono il bagaglio a mano di prodotti folkloristici e cibi locali, come succede nel Vecchio Continente, è per gli israeliani assurda. All’aeroporto, alla stazione degli autobus ed in quella ferroviaria si va per spostarsi da un punto all’altro, sono luoghi affollati e quindi potenzialmente ottimi obiettivi per i terroristi, quindi è meglio attraversarli velocemente e restarci il meno possibile’’ 1. Ma di quali terroristi parla la Napoleoni ? Forse i tagliagole a cui Netanyahu offre assistenza medica ( soltanto medica ? ) sul Golan siriano contro la Siria baathista, oppure le orde di Daesh a cui il Likud israeliano ha addirittura fornito addestratori militari in Irak ?

La Napoleoni elude questa domanda: perché Israele è il paese più militarizzato del mondo, in cui addirittura i docenti universitari di scienze economiche sono specializzati in strategie militari ed hanno praticato il Krav Maga ? A rispondere alla Napoleoni – che dimostra una notevole dose di di ignoranza sull’argomento – è lo storico israelita, costretto ad abbandonare il proprio paese, Ilan Pappe. Pappe alla domanda ‘’ se Israele può essere considerata una democrazia’’, risponde: ‘’Ha imposto un embargo totale, da ormai 8 anni, sulla Striscia di Gaza, e non consente il libero spostamento dei Palestinesi, nemmeno per motivi di salute. Ha chiuso industrie, confiscato terreni coltivabili, reso impossibile, di fatto, anche la pesca. Israele non ha confini universalmente riconosciuti, proprio allo scopo di poter continuare, indisturbato, l’annessione dei territori Palestinesi e l’espulsione degli abitanti. Perché se Israele vuole la terra, l’acqua e tutte le risorse palestinesi, di contro, non vuole Palestinesi nel suo stato ( ad eccezione di coloro che risiedono nei territori del 1948, i cosiddetti “Palestinesi d’Israele” ). Se riconoscesse i suoi confini, dovrebbe rientrare in quelli stabiliti nel 1967, come richiesto da molti governi europei e, in ogni caso, non potrebbe continuare ad espandersi. Così come non ha una costituzione, proprio per potersi ritenere libero di violare quotidianamente i diritti civili di una popolazione calpestata da oltre 70 anni’’ 2.

Insomma, stiamo parlando di uno stato – alla cui guida si alternano dei governi guerrafondai – che si fa continuamente beffe del diritto internazionale e pianifica – da buon “Stato pazzo” – all’incirca una guerra all’anno: la Napoleoni – e tutti i bravi ‘’compagni’’ che ancora la seguono – alludono a questo modello ‘’sovranista’’ ? A chi posso girare questa domanda scomoda? Forse a un personaggio come  Diego Fusaro, per mesi intervistato da Radio Padania, salvo poi vergognarsi delle posizioni islamofobe di Matteo Salvini (ma non gli erano già note prima di iniziare a collaborare con Radio Padania?…), fra l’altro anch’egli in pellegrinaggio in Israele ?

Un altro papa del sovranismo europeo, Jacques Sapir, subito dopo gli attentati del 13 novembre si spinse a dire: “Dobbiamo allora sottolineare il fatto che nel decidere di decretare lo stato di emergenza, il Presidente della Repubblica ha compiuto un atto sovrano. Lo ha fatto in nome di tutti noi, in nome del popolo francese. Ma, così facendo, nel decidere lo stato di eccezione e che cosa deve essere fatto all’interno dello stato di eccezione, ha riportato sulla ribalta politica la questione della sovranità, contraddicendo quanto sostengono i leader dell’Unione Europea e i loro teorici”.

Sapir, a differenza della Napoleoni, si dichiara marxista, di conseguenza il suo sproloquio è doppiamente grave. Da quando la proclamazione dello ‘’Stato d’eccezione’’, ovvero l’abolizione ol forte restringimento degli spazi democratici, può essere considerata una misura di sinistra, progressista o addirittura antimperialista ?

Una eloquente risposta all’articolo di Sapir possiamo leggerla nel sito del Campo antimperialista. Si tratta di un’analisi interessante che sottolinea i limiti del sovranismo scevro dalla centralità della lotta di classe ( vero motore di ogni progresso, politico e sociale ): ‘’Sapir si dimentica poi di dire (ma ciò poco ci stupisce dato che spesso in Francia il nazionalismo sfuma nello sciovinismo) che le misure liberticide fanno da pendant alle smanie imperialiste di grandeur del regime  francese il quale, non solo partì lancia in resta nel 2011 a bombardare la Libia (abbiamo visto i disastrosi risultati), ma tra i paesi europei fu il primo, nell’estate scorsa, ad inviare i suoi bombardieri contro lo Stato Islamico. Chi la fa l’aspetti, verrebbe da dire….’’ 3. Insomma, dalla Francia ad Israele, passando per l’Italietta di Renzi ( agente del Mossad, D’Alema dixit ! ), lo slogan dei sovranisti in odore di “rossobrunismo” è: imperialisti di tutto il mondo unitevi contro l’Islam politico.

I “rossobruni”, più o meno in tutte le loro salse, tendono a considerare come del tutto irrisori i diritti democratici; così facendo gettano le minoranze fra gli artigli dell’imperialismo. Gli antimperialisti, al contrario, hanno sempre cercato di cogliere la dimensione sociale di questi diritti lavorando a costruire una solida alleanza fra queste minoranze e tutti i lavoratori salariati. Ammettere, ad esempio,  che l’imperialismo italiano e della NATO  considerano la Sardegna come una colonia e nello stesso tempo come una discarica, e quindi appoggiare le rivendicazioni del popolo sardo contro l’arroganza delle classi dirigenti italiane ed europee, è la condizione necessaria per tenere uniti i lavoratori sardi, italiani ed europei in uno stesso fronte e con uno stesso comune obiettivo: lo smantellamento delle basi militari americane nel nostro paese. Nel cuore dell’Europa abbiamo avuto molteplici rivendicazioni nazionali che sono state brutalmente soffocate: che dire della triste sorte dei popoli corso e basco?

Nel 1934, Leon Trotsky spiegava che: ‘’La classe operaia non è indifferente alla sua nazione. Al contrario, è proprio perché la storia pone tra le sue mani il destino della nazione che la classe operaia rifiuta di affidare l’obiettivo della libertà e dell’indipendenza nazionali all’imperialismo, il quale “salva” la nazione soltanto per sottoporla il giorno dopo a nuovi pericoli mortali nell’interesse di un’insignificante minoranza di sfruttatori’’ 4. Oggi, gruppi “terzisti” – alcuni provenienti anche dal peggiore e più dogmatico tardostalinismo – assolutizzano e celebrano il concetto di stato nazionale ponendolo al di sopra del concetto di classe. Eppure – prosegue Trotsky – ‘’Pur avendo utilizzato la nazione per il proprio sviluppo, il capitalismo non ha pienamente risolto in alcun luogo, in nessuna regione del mondo, il problema nazionale. Le frontiere dell’Europa di Versailles sono tagliate nella carne viva delle nazioni’’. La pagina del capo dell’Armata Rossa – demonizzato dai rossobruni con deliranti racconti complottisti – è di straordinaria attualità: cosa dire della sorte dei popoli mediorientali sbudellati a suo tempo dagli infami accordi Sykes-Pikot con cui Francia e Gran Bretagna si spartirono il Vicino Oriente?

Trotsky considerava la lotta dei popoli sottoposti a dominio coloniale ‘’doppiamente progressiva’’ perché ‘’strappando i popoli arretrati all’asiatismo, al particolarismo e alla schiavitù straniera, essi infliggono dei seri colpi agli stati imperialisti’’. Oggi i nostri sprovveduti sovranisti invece di cogliere la centralità della questione palestinese trasformano l’Islam politico nel nemico fondamentale, facendo spallucce di fronte ai crimini dei vari governi israeliani. I rossobruni sfoderano una retorica antimusulmana degna del peggior Magdi Allam guadagnandosi il rispetto della lobby sionista in Europa. Chi opera nel settore dell’informazione ha una comoda passerella assicurata.

La testata giornalistica Azione Culturale, a dimostrazione di quanto ho appena scritto, presa dalla foga di difendere il generale egiziano El Sisi, cita come fonte autorevole il cattedratico filoisraeliano Gilles Kepel, un accademico che senza vergogna continua a parlare di ‘’guerra civile nel cuore dell’Islam’’ 5. Azione Culturale ritiene di essere vicina ai movimenti antimperialisti islamici, eppure come riferimento presenta Kepel, cozzando frontalmente con le posizioni degli Hezbollah. I rossobruni mancano di coerenza e di solidità ideologica, sono eclettici e poco analitici. Ecco – ad esempio – cosa sostiene proprio Nasrallah, leader di Hezbollah, sul medesimo argomento, facendo, in modo esemplare, carta straccia delle loro argomentazioni: ‘’Ripeto questa espressione per giungere alla mia idea. Questa descrizione è falsa, non veridica. Quale è la descrizione corretta? Ciò che accade nella regione è, per eccellenza, un conflitto politico. Ci sono degli Stati, delle forze politiche e delle forze popolari che hanno una certa visione del futuro delle loro nazioni e della loro regione e che combattono per realizzare il loro progetto, sia esso giusto o meno’’ 6. Il sostegno acritico ad El Sisi, fantoccio di Israele ed Arabia Saudita, non nasce da una attenta analisi del conflitto, anche da un punto di vista di classe (altrimenti come spiegare l’alleanza del dittatore egiziano con Casa Saud contro la Resistenza yemenita e la chiusura delle gallerie che collegano l’Egitto a Gaza e che consentono ai palestinesi di sopravvivere?) ma da una riproposizione dello ‘’scontro di civiltà’’ condito con una brodaglia culturale pseudosocialisteggiante.

I rossobruni si dividono a loro volta in (a) islamofobi e criptosionisti, e in (b) filomusulmani e mistico esoterici. Entrambe le correnti condividono la medesima matrice culturale irrazionalistica, cosa che li spinge ad esaltare il mondo precapitalistico. Il fatto che abbiano gli stessi riferimenti ideologici – Carl Schmitt, Evola, Junger –  dei neoconservatori statunitensi è, dal mio punto di vista, un fattore rilevante. Prendiamo Schmitt ed Evola: sono due icone intoccabili tanto per Claudio Mutti ccome per Samuel Huntington.  I rossobruni guardano al militarismo Usa ? Dicono, mentendo spudoratamente, di essere alternativi all’imperialismo ma partono dagli stessi presupposti dei predoni di Washington. Per finire dove ?

Il giornale online L’Intellettuale Dissidente ha come pensatore di riferimento l’ex neofascista Alain De Benoist. Al pensiero di questo filosofo si è ispirata anche la Lega Nord; lo stesso De Benoist  propone tutt’ora di abbandonare i grandi stati nazionali in favore di un ritorno alle ‘’piccole patrie’’. Forse i giornalisti dell’ID non lo sanno, ma la balcanizzazione dell’Europa è l’oggetto di una estenuante campagna culturale e politica da parte dell’imperialismo statunitense. E proprio su questo tema il giornalista Pierre Hillard ci comunica che ‘’ La « simpatia » americana verso questa forma di regionalizzazione si spiega col trasferimento del potere politico dagli Stati verso le regioni. Ormai la «regione-Stato» si fregia di un’autonomia politica sempre più grande nei campi che riguardano l’amministrazione, la giustizia, il sistema bancario e postale o ancora l’educazione, che diviene sempre più un’educazione regionale – per quanto dicano le autorità ufficiali. Ora queste istanze politiche regionale sono portate a trattare direttamente con quelle soprannazionali di Bruxelles, cortocircuitando l’autorità nazionale. Questo non può che riempire di soddisfazione i dirigenti politici ed economici americani i quali, attraverso le loro potenti lobby presenti in massa a Bruxelles, potranno instaurare contatti direttamente con la Lombardia, l’Alsazia, la Catalogna ecc. Fra la considerevole potenza politica, militare ed economica degli Stati Uniti da una parte e dall’altra una qualsiasi regione europea, si indovina senza fatica che vantaggi Washington ricaverà da questi affari’’ 7. Domanda: possiamo considerare il rossobrunismo – per dirla con le parole di James Petras – un indiretto prolungamento della politica degli USA in Europa ?

Una cosa è certa: l’esistenza di forze ambigue e terziste fa comodo, per ragioni parte diverse e in parte convergenti, sia alle varie borghesie nazionali che, direttamente o indirettamente, al neocolonialismo statunitense. Insomma, un’ opposizione fatta su misura per il soft power, direbbero gli esperti di manipolazione del consenso.

Un ultimo mito (da sfatare), da prendere brevemente in esame, è quello di chi vorrebbe il neofascismo e il “neodestrismo” alleati delle forze arabe contro il sionismo israeliano. Giulietto Chiesa, qualche giorno fa, dopo aver giustamente sottolineato come ‘’Israele è una tappa obbligata per andare al governo’’, in quanto tempio globalista ed emblema dell’imperialismo moderno, traballa di fronte una domanda mal posta che ripropongo: ‘’Lei ha citato Fini. Al quale, però, venne imputato di tradire una storia che aveva anche un filone filo-palestinese. La Lega è sempre stata filo-israeliana, quindi le vicende sono un po’ diverse, non trova?’’ 8. Ed ecco la debole, a mio parere, risposta di Chiesa: ‘’Bisognerebbe verificare se la Lega sia sempre stata filo-israeliana, perché non ne sono sicuro, ma ammesso che sia così, il punto è che adesso Salvini ritiene che sia necessario quel viaggio e questo non è casuale’’.

Al contrario di quello che afferma l’evidentemente sprovveduto intervistatore, il Movimento Sociale Italiano, è sempre stato dichiaratamente filosionista, al punto da considerare lo Stato imperialista e terrorista israeliano come un ‘’baluardo dell’occidente contro l’avanzare della negritudine’’. Questo rapporto – sionismo/neofascismo – l’ho sviscerato in numerosi interventi; in questa sede mi limito a riprendere un testo dal titolo eloquente: Israele, luce per i neofascisti nel mondo. Ecco un paragrafo particolarmente significativo:

 

“Ricordo che già nel 1967 la destra italiana, principalmente il Movimento Sociale Italiano, appoggiò lo Stato sionista definito un ‘bastione dell’occidente contro l’avanzare della negritudine’. Una posizione razzista tipica del mondo neofascista. Pino Rauti, fondatore del centro studi Ordine Nuovo (non si può non condividere la definizione della giornalista Stefania Limiti che ha parlato di Ordine Nuovo come Servizio Segreto Clandestino), esaltò tale posizione applaudendo i ‘centurioni di Israele’ difensori della civiltà occidentale.

Michelini e Rauti, di certo, hanno riconosciuto nell’esercito israeliano la stessa caratura morale delle orde naziste che hanno invaso l’Unione Sovietica. La storia si ripete e dopo la tragedia viene sempre la farsa. Quale farsa più grande del neofascismo italiano?

Non solo Rauti, ma Franco Freda, Adriano Tilgher e l’infiltrato Mario Michele Merlino erano frequentatori dei centri dello spionaggio israeliano (chi coordinava l’Aginter Pressin Italia?). Lo stesso Vincenzo Vinciguerra ha documentato le loro ambiguità, ambiguità che non cessano nemmeno ora a causa della formazione culturale ambigua dei personaggi appena citati.

Giulio Caradonna – uno squadrista che più volte attentò alla vita di Giuseppe Di Vittorio – mise a disposizione della Comunità Ebraica (sionista) di Roma la gioventù missina, ed il rabbino Elio Toaff lo ringrazio tramite una lettera.

Fu sempre Caradonna a fare il primo viaggio in Israele (circa vent’anni prima di Gianfranco Fini) e a dire che i neofascisti sono ‘nettamente schierati con le ragioni dello Stato ebraico, che si appellano al filo sionismo di Mussolini e ribadiscono la radicale differenza tra lo sterminio hitleriano e quanto accadde in Italia…’. Israele trovò nel MSI un alleato fedele ed affidabile, Caradonna l’ha confermato in ogni occasione.

Ma spostiamoci ancora più a destra e leggiamo le parole del ‘papa nero’, il filosofo Julius Evola, principale riferimento dell’estrema destra mondiale (in Italia venerato, fra gli altri, da Maurizio Murelli):

‘L’ebreo è uno sradicato; non è pericoloso l’ebraismo tradizionale, bensì quello che non ha né patria né punti di riferimento’, ed ancora ‘Se esistono degli ebrei pericolosi, non sono quelli di Israele, che lavorano, si organizzano, testimoniano di straordinarie virtù militari; sono quelli delle metropoli occidentali, che grazie alla democrazia hanno le mani libere. Se oggi qualcuno vuole porre il problema ebraico arriva troppo tardi, esso non esiste più. Come Le ho detto, il problema della razza ‘inferiore’ è molto più importante ai miei occhi; e gli atteggiamenti per i quali si riteneva l’ebreo indesiderabile sono oggi diffusi presso i bravi Ariani, che sarebbe ingiusto ed ingiustificato operare una discriminazione’.

Insomma i nemici erano altri. Era questa, del resto, la linea di Ordine Nuovo (Rauti) ed Avanguardia Nazionale (Delle Chiaie); lotta contro i popoli colonizzati, appoggio al ‘colonialismo latino’ (definizione di Rauti), alleanza tattica con la NATO. Insomma, un neofascismo atlantico di servizio. 9

 

Chiesa non ha nulla da dire sui fatti – tutti veri – richiamati ? Certo che la Lega Nord è sempre stata filoisraeliana: qualcuno può citarmi qualche posizione antisionista presa dai capi leghisti ? In questo modo Giulietto Chiesa finisce col fare un favore, sottovalutandoli, al sionismo e al neofascismo insieme. Un eccesso di leggerezza purtroppo coerente con il suo spostamento a destra (cosa che ci dispiace…).

Un’ attenta disamina del fenomeno rossobruno fa emergere le sue molteplici contraddizioni: (a) posizioni politiche ( geopoliticiste ) molto spesso moderate; (b) collusione con gli apparati accademici universitari, vere macchine dell’indottrinamento americanista; (c) collaborazione, su tutti i piani, non solo con noti esponenti delle borghesie nazionali, ma anche con i “funzionari” delle lobby sioniste ed islamofobe; (d) odio classista verso il mondo del lavoro; (e) opportunismo e carrierismo dei suoi vari capi e capetti. Domanda: cosa resta di questa tendenza ideologica che sta pericolosamente confondendo le idee a numerosi giovani ?

Una cosa è certa: i padroni del vapore non possono che sorridere di fronte a questi scribacchini accomodanti che astutamente giocano le loro carte per trovare (spesso con successo) un posto al sole, cioè una “sistemazione” nel mondo mediatico o accademico (il “predicatore” Diego Fusaro sta facendo scuola da questo punto di vista) spacciandosi per alternativi. Politicamente però,  gruppi come Socialismo Patriottico fino ai neofascisti veri e propri –  potrebbero causare danni maggiori.

Solo la consapevolezza che il progresso complessivo, sociale e civile, è dato dalla centralità del conflitto sociale, su tutti i piani e in tutte le numerose articolazioni, può fermare il dilagare di questa moda che – dopo una attenta disamina storica – non risulta affatto recente. Un vecchio vizio che parte dall’alto e da lontano.

1.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/27/terrorismo-israele-puo-insegnarci-come-proteggere-gli-obiettivi-sensibili/2585239/

2.

http://www.controinformazione.info/pappe-israele-una-democrazia-una-grossa-bugia/

3.

http://www.campoantimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3439%3Afrancia-il-qsocialfascismoq-avanza-e-jacques-sapir-e-impazzito&catid=125%3Afrancia&Itemid=1

4.

https://www.marxists.org/italiano/trotsky/1934/quartainternazionale-guerra.htm

5.

http://www.azioneculturale.eu/2016/04/il-profeta-e-il-faraone-la-retorica-salafita/

6.

http://www.islamshia.org/item/834-seyyed-nasrallah-c-%C3%A8-davvero-un-conflitto-sunnita-sciita-nella-regione.html

7.

http://www.voltairenet.org/article164471.html

8.

http://www.intelligonews.it/articoli/1-aprile-2016/39217/salvini-in-israele-g-chiesa-tappa-obbligata-per-andare-al-governo-modello-fini

9.

https://www.linterferenza.info/interferenza/israele-luce-per-i-neofascisti-nel-mondo/

 

2 commenti per “Depistaggi ideologici e diversivi politici

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