Il silenzio assordante di Greta Thunberg

Ricordate l’ indomita eroina, l’ intrepida combattente rivoluzionaria a difesa dell’ ambiente e della sopravvivenza umana contro i cambiamenti climatici?

Per mesi ed anni ci hanno spappolato i cabbasisi, come direbbe un personaggio di Camilleri, con le sue epiche battaglie ambientaliste a colpi di scuola legalmente e lodevolmente marinata dagli studenti per passeggiare in allegra compagnia per le vie del centro tutti i venerdì con il, plauso di professori, presidi, provveditori agli studi, ministero della pubblica istruzione, autorità varie nonché -al solito all’unanimità più che “bulgara”- dalla totalità dei mezzi di comunicazione politicamente corretti (quando scioperavo da studente io -un’ era geologica fa: non era ancora l’ antropocene- era un po’ diverso…).

Battaglie che avevano conseguito le strabilianti, epocali vittorie costituite dagli encomi per la pasionaria e i suoi seguaci da parte di gente come quelli del forum di Davos e dei principali governi occidentali, notissimi insospettabili “amiconi dell’ ambiente” (nel senso del proverbio che “dai nemici mi guardo io…”).

Bene. Anzi, malissimo.

Infatti adesso, dopo mesi ed anni di edificanti chiacchere sulla transizione verde (per gli anglomani “green”), i governi occidentali, l’ UE, la Nato e compari, per meglio combattere contro la Russia a fianco del governo nazista di Kiev e dei suoi mandanti di Washington attraverso sanzioni che al governo di Mosca fanno più o meno lo stesso effetto che le “grida” di manzoniana memoria (non) facevano ai donrodrighi e ai loro bravi (non così alle popolazioni lavoratrici dell’ Europa occidentale…), rilanciano alla grande lo sfruttamento intensivo e sconsideratissimo del carbon fossile, del gas liquefatto da cracking (non sono un anglofobo) e di tutto quanto più rovinosamente possa emettere CO2 e altre schifezze in atmosfera.

Di fronte a questo abominevole scempio dell’ ambiente (e a queste solenni prese per i fondelli ai veri amici della natura e dell’ umanità: non ci avevano forse angosciosamente “ammonito” che la “transizione green” degli anglomani era una misura assolutamente, drammaticamente improrogabile e forse perfino tardiva?) uno si aspetta che l’ eroica eroina “insorga” (come impropriamente é d’ uso dire ogni volta che un politicante per abbindolare gli elettori che ancora ci cascano proclami solennemente la sua “durissima contrarietà” a qualche misura antipopolare del governo dagli scranni del quale si guarda bene dallo schiodare le proprie auguste chiappe) e faccia risuonare altissimo il suo sdegno chiamando a raccolta e all’ assalto dei palazzi del potere tutti i suoi indomabili rivoluzionari delle allegre passeggiate per le vie del centro in orario di scuola.

Certo, se questo accadesse, di sicuro passerebbe dalle prima pagine dei quotidiani a caratteri cubitali e dalle encomiastiche e incensatorie aperture dei tiggì alle note (di biasimo) a piè di pagina dei giornali e ai titoli (criminalizzanti e demonizzanti) che scorrono in basso negli schermi televisivi; e tuttavia attraverso tali inevitabili, malaugurati (per lorsignori) “spifferi” nelle spesse cortine della disinformazione politicamente corretta ed eticamente corrotta, oltre che attraverso le lotte -vere!- di preziose testate e siti Internet come questa de “L’ antidiplomatico” o altri inestimabili samizdat* televisivi tipo Byoblu, di certo qualcosa se ne verrebbe a sapere.

E invece no!

La grande rivoluzionaria assordantemente tace, entusiasticamente acconsentendo.

Se si tratta di venire al dunque, di fare per davvero qualcosa di reale per la causa e non mera fuffa falsificante e disorientante, dei cambiamenti climatici alla indomabile pasionaria dell’ ambiente non gliene può freqare di meno: prima viene l’incontrovertibile imperativo categorico di sostenere l’ imperialismo NATO e UE e i suoi scagnozzi nazisti ucraini contro i russofoni dal Donbass, i democratici ucraini tutti, la Russia …e poi, eventualmente, se mai fosse possibile (periodo ipotetico dell’ irrealtà), senza affrettarsi “che tanto nessuno ci corre dietro”, ci si potrà frettolosamente riverniciare da “ambientalisti” (quelli dell’ “ambientalismo senza lotta di classe”, che come diceva e come ha testimoniato a costo della vita l’ ambientalista autentico Chico Mendes “non é che giardinaggio”) e ricominciare a prendere per il culo chi ancora sarà disposto a stare allo sporco gioco.

 

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*Per chi fosse troppo giovane per averne contezza, con questa parola russa così traslitterata dall’ alfabeto cirillico, che letteralmente significa “ciclostilato” o forse “fotocopiato”, non ricordo bene, si intendevano gli scritti che di fatto circolavano pubblicamente anche se “fra pochissimi intimi” nel periodo krusceviano e -un po’ meno- brezneviano in URSS in quanto tollerate e in qualche misura perfino condivise (ma per quest’ ultimo aspetto in particolare la metafora NON E’ calzante!) da una parte del gruppo dirigente del Partito unico e dello Stato, malgrado fossero “privi di imprimatur”, ovvero ne fosse ufficialmente vietata la pubblicazione.

Grazie per l’ attenzione.

Greta Thunberg, discorso al Parlamento Europeo 04/03/2020

Fonte foto: da Google

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