Venti minuti per sapere quello che la propaganda occidentale non dice da anni

Basta accendere la televisione per un momento – stasera mi è capitato di guardare Rete 4, ma ho spento quasi subito disgustato – per rendersi conto del livello di stomachevole servilismo raggiunto nella sub-colonia Italia. Laddove di una guerra si dovrebbe (certo, sotto il presupposto di volerla appunto raccontare e far capire…) sempre dare conto almeno delle cause strutturali, che nel caso della guerra in Ucraina coinvolgono di sicuro l’occidente, voci tanto servili quanto contrite si accendono solamente per spergiurare sulle responsabilità a senso unico della Russia, pronte a usare lo stigma del “putinismo” contro chiunque si limiti a ricordare verità elementari tanto taciute quanto scomode. Il loro ribaltamento della realtà è consapevole,. sono in malafede, prendono ordini da Washington.

 

Realtà e propaganda

Eppure è sufficiente aprire un qualunque manuale per scoprire che le cose stanno diversamente: l’allargamento della Nato ad est vi si trova infatti menzionato al suo posto tra le cause strutturali. Certo, ho consultato le ultime edizioni del Barbero e del Caracciolo (manuali di storia per la scuola secondaria di secondo grado), che sono di sicuro affidabili, altri potrebbero esserlo meno, ma fino a un certo punto. La questione, infatti, è semplice: un manuale non può permettersi di fare quello che la propaganda, che ancora qualcuno si ostina a chiamare “informazione”, fa di continuo e spudoratamente: distorce e mente. Un manuale di storia ha un vincolo ineludibile con il minimo della verità obiettiva. Non può passare sotto silenzio fatti chiari e macroscopici, non può barare sulla cause strutturali. E, quindi, l’allargamento della Nato ad est, cioè una verità davvero minima (si ricorderà papà Francesco con mirabile sintesi: è stato un errore “andare ad abbaiare alle porte della Russia”) che la propaganda televisiva e digitale riesce a non pronunciare mai, si trova al suo posto, insieme alle tensioni accumulate tra Mosca e Kiev e alle tensioni interetniche in Ucraina sfociate nella repressione del Donbass da parte di Kiev. Anche qui, ovviamente, vige da parte dei nostri servo-giornalisti (come altro bisogna chiamarli?) il silenzio più tombale. Ripeto, si tratterebbe di nulla più che del minimo sindacale della decenza.

Una morale provvisoria: sulla guerra in Ucraina si impara molto di più e meglio da due pagine di manuale di storia per il liceo (tempo di lettura: 20 minuti scarsi) che da due anni di esposizione continua H24 a un fiume di menzogne.

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